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13.7.25

diario di bordo n 135 anno III Maturità boicottata, parla il prof Andrea Maggi: «Gli studenti hanno ragione. Ipocrisia? È la scuola che promuove tutti solo per fare più iscritti» ., All'Intelligenza artificiale manca la pelle., Decisione storica: il Kazakistan, paese musulmano, vieta il velo integrale

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A prendere posizione sul fenomeno degli studenti che hanno boicottato l’orale dell’esame di Maturità ora è anche una delle voci più riconoscibili del panorama scolastico e televisivo: Andrea Maggi, professore di lettere e volto noto del programma televisivo Il Collegio, dove ha partecipato come insegnante di italiano. In una lettera pubblicata sul Gazzettino, Maggi analizza senza sconti la portata e il significato delle recenti proteste studentesche, avvenute in diverse scuole. «Comunque la si pensi, questi episodi mettono in evidenza due cose importanti: il disagio reale degli studenti nei confronti di un sistema con cui non si sentono in sintonia e l’ipocrisia del sistema scolastico», commenta Maggi. Il suo
parere si aggiunge a quelli già condivisi da altri docenti noti sui social: da Vincenzo Schettini de La fisica che ci piace che ha assunto una posizione più critica dicendo che «i modi per protestare sono altri» allo scrittore e insegnante Enrico Galiano che ha difeso la scelta degli studenti. Il paradosso a scuola Secondo Maggi, le proteste degli studenti mettono in luce un paradosso importante: «la scuola promuove quasi tutti ma gli studenti sono insoddisfatti» e i risultati reali vacillano. I numeri parlano chiaro, ricorda il docente: il 96,5% degli studenti ammessi all’esame di Stato e il 99,8% diplomati l’anno scorso, a fronte però di dati Invalsi drammatici, che mostrano come uno studente su due non raggiunga nemmeno le competenze base in italiano e matematica. «Tutti bravissimi, dunque?», si chiede provocatoriamente il professore. Il problema della scuola Secondo Maggi, la radice del problema sta nell’autonomia scolastica e nella pressione esterna a migliorare l’apparenza. «Il sistema scolastico è ossessionato dai piani di miglioramento dell’offerta formativa. I dirigenti scolastici hanno la necessità di dimostrare l’efficienza dei loro istituti attraverso i risultati, per cui spronano i docenti al successo formativo dei loro studenti. E siccome sono i dati a parlare, la necessità di ogni istituto scolastico è mostrare all’esterno che tutti i suoi studenti vengono promossi». «Gli studenti ci stanno dando un messaggio importante» Secondo il docente, quindi, la promozione diventa una necessità strategica. «Garantire il successo agli studenti significa garantire un buon numero di iscritti, il mantenimento dei posti di lavoro per i docenti e adeguati finanziamenti. Per contro, una scuola in cui gli studenti ottengono voti tendenzialmente bassi, o dove addirittura si boccia, risulta molto meno appetibile. Ed ecco l’ipocrisia del sistema, che manda avanti tutti non perché vada effettivamente tutto bene, ma per salvare le apparenze e per evitare i noiosi ricorsi dei genitori. In sostanza, il sistema-istruzione italiano fa sì che si promuovano tutti per dire a se stesso che funziona bene; in altre parole, per autoassolversi». Per questo, secondo Maggi, le proteste degli studenti «ci hanno consegnato un messaggio di certo scomodo, ma che non possiamo ignorare: i giovani non vogliono più essere presi in giro. E in questo senso la loro protesta è giusta». 

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  differenza  tra intelligenza  artificiasle  e  intellegenza  naturale  

  

 «La pelle, questo sacco che ci contiene e ci mette in contatto con il mondo, è proprio quello che manca all'Intelligenza artificiale»: con queste parole il filosofo Maurizio Ferraris racconta il senso del suo ultimo libro, «La pelle. Che cosa significa pensare nell'epoca dell'intelligenza artificiale» (il Mulino 2025), un compendio che parla dell'impatto dell'intelligenza artiticiale nella nostra vita ma anche della «mia visione di filosofia a cui ho lavorato tutta la vita» come afferma lo stesso Ferraris. ​«La volontà è la grande dimenticata della filosofia degli ultimi 50 anni. Se non è la volontà che ci differenzia dalle macchine che cos'altro c'è? E l'IA non ha volontà. Se vince o perde a scacchi non gliene frega niente...a differenza di noi»  


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quando la laicità vine usata strumentalmente e diventa stato etico \ dittatura nazionalistica il caso del il Kazakistan, paese musulmano, vieta il velo integrale vededo come estranei alla cultura nazionale"

 da  ©The Daily Digest  tramite  msn.it  

Decisione storica: il Kazakistan, paese musulmano, vieta il velo integrale 


E'passata , da quel so , sotto silenzio dei media maistream la notizia che In Tagikistan, il presidente Emomali Rahmon (nella foto sopra ) ha firmato nel 2024 una legge che vieta di indossare abiti "estranei alla cultura nazionale" nei luoghi pubblici.


Una legge che vieta gli indumenti che coprono il viso
Il 30 giugno, il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha ratificato una legge che proibisce l'uso di indumenti che coprano il volto in spazi pubblici. La norma è stata vista come una mossa inaspettata per una nazione a predominanza musulmana, dove è usuale per alcune donne indossare il niqab o altri veli facciali.
Cosa dice la legge ?

Secondo Reuters, la legge ora vieta l'uso di indumenti che "impediscono il riconoscimento facciale" negli spazi pubblici. Sono tuttavia previste eccezioni in caso di maltempo, per motivi medici o durante eventi sportivi e culturali.
Una riforma legislativa più ampia
Tuttavia, la nuova legge non fa alcun riferimento esplicito all'Islam o all'abbigliamento religioso e fa parte di una serie più ampia di emendamenti.
L'Islam è la religione maggioritaria
Come ricorda il Pew Research Center, il 71% della popolazione kazaka è musulmana. Questa percentuale è aumentata solo tra il 2010 e il 2020.
Uno stato laico

Eppure, questa ex repubblica sovietica rimane uno stato laico. La pratica religiosa è moderata, l'uso del

velo non è diffuso e la frequentazione quotidiana delle moschee rimane rara, sottolinea Le Parisien.
Rafforzare l'identità kazaka
Vietando gli abiti che coprono il viso, il presidente Kassym-Jomart Tokayev sta in realtà cercando di mettere da parte l'abito islamico in favore dell'abbigliamento tradizionale kazako, ricco di colori e decorazioni, nel tentativo di rafforzare l'identità etnica nazionale.


"È meglio indossare abiti in stile nazionale"




"Piuttosto che indossare tuniche nere che nascondono il volto, è meglio indossare abiti in stile nazionale", avrebbe dichiarato Kassym-Jomart Tokayev all'inizio di quest'anno, secondo quanto
riportato dai media kazaki. "I nostri abiti tradizionali evidenziano vividamente la nostra identità etnica, ed è per questo che dobbiamo promuoverli ampiamente".
Una tendenza osservata in Asia centrale

Questa volontà di eliminare gli abiti islamici, come il niqab e il burqa, dagli spazi pubblici è stata osservata negli ultimi anni in diversi paesi dell'Asia centrale.
Un'ondata di divieti
Dal 1° febbraio 2025, indossare il niqab per le strade del Kirghizistan è vietato, con una multa. Una misura simile è stata introdotta in Uzbekistan dal 2023, dove indossare un velo integrale in pubblico può comportare una multa di 250 dollari.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...