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3.9.24

IL MIO This Wandering Day

Non importa  dove  sia  la  tua  casa   e  quale  sia  il  tuo  percorso   ma  tieni presente     che  il  nostro  stato non è  mai certo   è  che  la  fortuna  può  capovolgersi  anche  per  i  più potenti   
  Un sentiero   sicuro  può  franare   ma  ce  n'è  sempre  un altro   che  spesso  può  condurci   in un posto  migliore  \  propizio   da cui  ripartire   \  ricominciare   prima di   riprendere  il  viaggio  o rincominciare  uno nuovo  

22.10.22

il mio Shelter from the Storm , fuori dalla tempesta

 “[…] Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.“  (  Haruki Murakami  in  “Kafka sulla spiaggia  2002  ) 


sono riuscito ad uscire o quasi dalla tempesta dopo quelo che ho in questi ultimi 6 mesi vedere i precedenti post della triologia anche la maliconia può essere preziosa e quelli ad essa collegati viene rappresentato da questa vecchia canzone di Bob dylan
  

 come  ci sono  arrivato   ? con perseveranza  , auto analisi  ,   voglia   d'evitare  di ricadere   e  di ritornare   a quando  stavo  male  cioè  soffrivo della convinzione di valere poco, un’eccessiva preoccupazione per il rifiuto o per le critiche, la paura radicata di fallire sono condizioni che
caratterizzano chi è affetto da disturbo evitante di personalità. Una condizione psichiatrica da trattare con attenzione, per evitare in chi ne soffre, la sofferenza di sentirsi inadeguati.  da  cui   sono uscito  anche se  ognoi tanto  ci ritorno    grazie  all'auto  analisi  ,  al mio analista  . Ma  soprattutto  perchè  << (.. Distruggere il proprio ego [o  almeno  ua  parte  d'esso    aggiunta mia  ] è una pratica fondamentale  (....) >> (  Giovanni Lindo Ferretti   in  una  recente  intervista    su  il fatto quotridiano mi pare del 19  ottobtre  se  non ricordo male    ) . 
E poi   Morire è un pezzo del vivere, e se hai un buon ( o quasi  ) rapporto col vivere non puoi non avere un buon rapporto anche con la morte.  Nelle  grandi  città la morte è stata allontanata, mentre in campagna   cioè nei  borghi  o  piccoli paesi    bidde  come  li  chiamiamo  qui in Sardegna è ancora una presenza vitale.  Infatti  Se togli la morte, amputi la vita .  Anche se  però  non  sempre   riesco  ad  essere fedelke  a  tale proposito   perchè ,  sarà perchè  confondo a morte  interiore  con quella  fisica  ,    dico  sempre  viva la  vida  muerte  al muerte  .   E  poi




 come ho già detto   o  nelle storie  riportate   dalla   morte  rinasce la  vita  ,   ecco perchè i miei  post    sulle tradizioni    dei defunti      riti    che  oggi   omologhiamo  in Halloween  .  Ma  soprattutto  la  morte    è naturale  altrimenti si  finirebbe conme nel racconto  Le intermittenze della morte  di José Saramago
Quindo per  concludere    ho  deciso piuttosto che rimanere un una posizione attendista  cioè ad aspettare Godot  d'attraversare la  tempesta   cioè  la situazione di incertezza, la sensazione di non sapere a cosa si va incontro che conduce alla paura di sbagliare, e di conseguenza di trovarsi di fronte a situazioni difficili da gestire.




Infatti : <<Non si possono fermare le onde ma si può imparare a surfare” o veleggiare>> articolo  di   http://www.silviavalaguzza.com/blog/  ( ulteriore url sotto )  meglio  cavarcarla  o attraversarla   che  essere lei  che  attraversa  te  


P.s

per  chi volesse  approfondire   quest' argomento oltre i   collegamenti ipertestuali ivi contenuti    ecco alcuni  url 

15.5.17

"Cammini diversi possono anche incrociarsi" Lindo Ferretti in Gucci sulla copertina di Dust

Giovanni Lindo Ferretti, persona pubblica e uomo privato, negli anni disorienta fan e opinione pubblica manifestando un pensiero libero e forte, senza sottrarsi a critiche e fraintendimenti  . (...) Pensiero politico-intellettuale e attitudine punk, cristianesimo e comunismo, musica popolare e letture salmodianti, palcoscenico e stalla: questioni esistenziali e storie famigliari che tratteggiano un percorso anticonformista, coerentemente controcorrente.  da  http://www.fedeleallalinea.it/wordpress/film/sinossi/
Infatti  Giovanni Lindo  Ferreti    stupisce  ancora  ,  dopo la  svolta  spirituale  (   veddere  il   film      citato nelle righer  precedenti  )  o leggere il suo libro   il reduce    qui  sotto alcune presentazioni

la  prima  

8 Novembre 2010 'Otto e Mezzo' Il nome, non è un caso ma la scelta di segnare una svolta interiore e culturale nel proprio percorso di artista. Artisticamente Ferretti si può considerare uno dei padri del punk italiano ("punk filo-sovietico e musica melodica emiliana"), e con i CCCP punto di riferimento per il mondo della musica alternativa in Italia. La storia dei CCCP-CSI segna una tappa decisiva nel rock italiano.








la seconda 



Venerdi 3 maggio 2013 Lorenzo Fazzini intervista Giovanni Lindo Ferretti in un incontro pubblico presso la Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri di Roma.
Cantautore, scrittore, fondatore e leader dei CCCP- Fedeli alla linea, poi dei CSI e dei PGR. E'stato ed è una delle voci e dei volti più importanti del punk italiano.


ecco il suo  ultimo gesto  , provocatore   a  tal punto da  non capite  se    ha  mandato  alle  ortiche     il suo passato  



REGGIO EMILIA. 
Giovanni Lindo Ferretti e Gucci. Un abbinamento che per molti è l'esatta traduzione di ossimoro, diventa realtà in uno scatto che sta girando mezza Europa e – come di consueto con un personaggio tanto amato quanto detestato come l'ex voce di Csi e Cccp – generando un fiume di discussioni, battute e polemiche. Pochi giorni fa è stata annunciata la nuova copertina di Dust, una rivista realizzata fra l'Italia e Berlino da un gruppo di autori italiani che lo definiscono «a european magazine about fashion and its opposites».
È uno scatto di Ferretti, inginocchiato nella sua casa di Cerreto Alpi e vestito con abiti Gucci: difficile capirlo al primo sguardo, a parte forse per i super esperti di moda, ma la prestigiosissima e costosissima marca è confermata da Dust. Gucci è partner della rivista per i suoi approfondimenti, e ha fornito il corredo anche in questa occasione. Giacche e pantaloni da migliaia di euro, lontani dagli scarponi da montagna e dagli abbinamenti – sempre originalissimi – molto “rurali” e “monacali” dell'ultimo Ferretti.
Eppure, è tutto vero. E il cantante e scrittore, oggi impegnato soprattutto con l'allevamento di cavalli di Collagna e il collegato circo equestre, ha apprezzato: «Luigi Vitali, Luca Guarini ed Emanuela Amato. Alessio Boni e Silvia Calderoni. Cico Filotico, Benjamin Kirchoff, uno staff tecnico efficiente, rispettoso e rispettabile.
Una esperienza imprevista, accettata con un margine di dubbio che solo a posteriori poteva essere risolto», ha scritto sulla propria pagina Facerbook. All'inizio pure lui era dubbioso, a quanto pare: «Mi sono fidato ed affidato, ne sono felice. Cammini diversi tra spazi diversi possono incrociarsi con piacere reciproco. Un piacere che nulla chiede ma gioisce nello sguardo di una vicinanza. L'enigma del percorso, il mistero del vivere. Un grazie per grazia manifesta», ha raccontato omaggiando il lavoro dei ragazzi della rivista.
Oltre alle immagini Gucci-style, il servizio comprende ovviamente una lunga chiacchierata avanti e indietro nella ricchissima esperienza di vita di Ferretti. Nato a Cerreto Alpi in una classica famiglia contadina, rimasto orfano giovanissimo, finito in collegio e poi tornato a casa, immerso nella politica della caldissima Reggio degli anni ’70 in Lotta Continua. E poi gli anni ’80, iniziati come operatore sanitario e decollati con gli indimenticabili Cccp-Fedeli alla linea creati assieme a Massimo Zamboni, reggiano conosciuto proprio a Berlino.
Inevitabili – e inevitabilmente divise fra plausi e acidità
– le reazioni. E inevitabile anche la citazione, «Produci, consuma, crepa», storico e indimenticabile ritornello del vecchissimo classico dei Cccp “Morire”, “Ode a Mishima e a Majakovskij”, un giapponese e un russo maestri di poesia. Gucci, all’epoca, sembrava davvero lontano


 qindi  concordo con

per me è inspiegabile e fortissimo il sentimento che provo pensando al suo cambiamento: dolore e lacerazione, ma amore e stima e comprensione....non offendetelo...provata ad ascoltarlo e capire... vi ricordate "non fare di me un idolo , lo brucerò. Trasformani in megafono e m'incepperò. Come fare e non fare non lo so" se lo amiamo davvero capiremo.




28.10.13

Santu Jacu, un Cammino per riscoprire la Sardegna Sant’Antioco a Porto Torres

 da la  nuova sardegna  27\10\2013


Santu Jacu, un Cammino per riscoprire la Sardegna
A Codrongianos centocinquanta persone hanno percorso un tratto del tragitto che collega Sant’Antioco a Porto Torres
di Luca Fiori


 VIDEO Un tratto del Cammino di Santu Jacu

SASSARI. Non è importante la meta, ma il Cammino. Nessuna frase più di quella di Paulo Coelho, l’autore del più celebre dei libri sul Cammino di Santiago, può descrivere il senso del Cammino di Santu Jacu: il Cammino di Santiago de Compostela sardo, un percorso composto da una rete di sentieri lunga 1285 chilometri che attraversano l’isola da nord a sud e da est a ovest, collegando con un tragitto il più possibile vario e percorribile da persone con lo zaino in spalla, circa 100 comuni della Sardegna  .Il Cammino di Santu Jacu, nato da un’intuizione avuta sei anni fa da Umberto Oppus attuale sindaco di Mandas, è stato pensato e tracciato in sintonia e coerenza con l’andare all’imbarco degli antichi pellegrini verso ovest a Santiago de Compostela o a est verso Roma e Gerusalemme, riuscendo a collegare la maggioranza delle chiese dedicate a San Giacomo l’apostolo esistenti in Sardegna, più i resti di alcune in rovina. A differenza del Cammino di Santiago, che parte dai Pirenei francesi e si conclude nella capitale della Galizia (davanti alla tomba dell’apostolo Giacomo) quello sardo non ha un inizio e non ha una fine: si può partire da Sant’Antioco in direzione Porto Torres e viceversa. Il Cammino di Santu Jacu non ha una meta, perché come dice Coelho non è quella la cosa importante. Con questo spirito, certi che l’importante era il Cammino, un gruppo di volontari (non solo sardi) quattro anni fa si è messo a studiare storia, preistoria e protostoria, usi e costumi, tradizioni e vie di transumanza e di pellegrinaggio dell’isola, senza tralasciare bellezze naturali, orografia e sentieri esistenti, parchi naturali e possibilità di alloggio. Il Cammino sardo è nato così e oggi, dopo tanto lavoro, è una realtà.

Ieri lo hanno sperimentato un gruppo di pellegrini e amanti del trekking che ne hanno percorso una piccola tappa partendo da Codrongianos. In 150, forse di più, si sono dati appuntamento nella piazza del paese e a piedi, in bicicletta e a cavallo, si sono messi in cammino in direzione della basilica di Saccargia, passando per vecchi sentieri riscoperti, su cui i volontari hanno tracciato la freccia gialla e la conchiglia: i simboli del Cammino di Santiago, quelli che i pellegrini di tutto il mondo trovano sul sentiero che attraversa quattro regioni della Spagna e che dal 1985 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Tre ore di passeggiata in mezzo alla natura per immergersi nello spirito del Cammino e lasciare a casa, almeno per mezza giornata, pensieri e preoccupazioni. Tutti gli abitanti di Codronagianos si sono adoperati perché i pellegrini e gli appassionati di trekking arrivati da ogni angolo dell’isola si sentissero a loro agio. L’accoglienza è stata calorosa e a fine mattinata, dopo la visita a Saccargia, la fatica di tutti è stata ricompensata con i migliori prodotti della zona. Questo è lo spirito del Cammino di Santu Jacu: restituire ai sardi e offrire a chiunque venga in Sardegna un altro modo di riscoprire l’isola e le sue tradizioni. La giornata è stata arricchita dalla proiezione del filmato della “pellegrina francese” Isabelle Duchene, una delle prime a percorrere il Cammino sardo, a piedi da Sant’Antioco a Orosei. Campionessa di marcia, la pellegrina alcuni anni fa ha percorso 30 chilometri al giorno in media, un sacco in spalla, viaggiando di giorno, e dormendo dove capitava. Il Cammino di Santu Jacu nasce dall’accordo di 9 comuni, ma il sogno dei volontari che lo hanno creato è di coinvolgerne almeno altri 100, ipotizzando di arrivare a 2.500 passaggi annuali, nell’arco dei prossimi 5 anni. «Con l’afflusso di camminanti, pellegrini, turisti, associazioni e gruppi - dicono - il risveglio economico dei piccoli centri diventerà quasi spontaneo, come è successo in Spagna negli anni 2000». Perché l’importante non è la meta, ma il Cammino.

dai commenti della nuova sardegna


Lukas Baffo · Villasor
Sono d'accordo con la frase finale"L'importante non è la meta , ma il cammino". In questo modo(bisognerebbe sensibilizzare tutti a partire dai ragazzi delle elementari) che la Sardegna, è adatta , come Santiago di Compostela, a questo tipo di cammino che fa bene al fisico e alla mente. certamente ci vuole molta forza di volontà. Ma è molto economico e soprattutto s'impara a riscoprire le bellezze di quest'isola che come diceva Marcello serra "...è quasi un continente..." Ho fatto tante volte itinerari di 13 giorni , o di una settimana , a tappe intorno alla sardegna ,costa -costa- oppure sempre in Cinquecento all'interno dei paesetti delle varie zone della Sardegna suklcis-iglesiente, Campidano -Marghine-La Nurra, Baronia-Ogliastra-Sarrabus ecc, ma a piedi non mai sperimentato questa emozione....ho 65 anni ma chissà ho ancora molta forza e soprattutto molto tempo....sarebbe una nuova e bellissima esperienza ,sana e culturalmente molto utile

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Andrea Vitiello · ITN Nautico carloforte
gli amici del cammino di santu jacu sono a disposizione per qualsiasi cosa,visitate il nostro sito www.camminando.eu nei cammini italiani troverete tutto sul cammino sardo e le mail alle quali scriverci per avere dettagli maggiori,sara' un piacere esservi di aiuto
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