Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta perdonarsi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta perdonarsi. Mostra tutti i post

3.6.25

spiritualità falsa e vera

  canzoni e  film    di riferimeti 

Sweet Child o' Mine- Guns Roses
cover  Banda do Sul feat. Natascha - Sweet Child o Mine

Captain Fantastic - Wikipedia  in particolare   la  scena  della  cremazione    della madre  




LA FALSA SPIRITUALITA'

* Se sono spirituale non posso essere nervoso.
* Non posso essere vulnerabile.
* Non posso essere triste.
* Devo avere fede e fiducia.
* Devo essere positivo.
* Devo piacere a tutti.
* Deve andare tutto bene.
La perfezione imposta, è la più grande bugia che hanno venduto agli spirituali o a coloro che intendono esserlo.Non sei più spirituale per aver finto di essere perfetto e fingere che nulla ti disturba.
Se il tuo momento lo richiede:
* Devi andare all'inferno
* Devi metterti davanti ai tuoi demoni
* Devi lasciarli vivere ed essere.
* Devi permettere alla tua ombra di manifestarsi, senza danneggiare gli altri in questa manifestazione, ma senza danneggiare te stesso cercando di negarla.
* Devi incontrare le tue paure e attraversarle.
* Incontrare il tuo dolore interiore ed esteriore, e piangere e urlare. ⁎Aggiungo ad attraversare --- come diceva platone --- la valle della dimenticanza e bere l’acqua della noncuranza”. Ti devi allontanare da ciò che eri prima.

Accetta il tuo lato vulnerabile.La tua stanchezza .La tua apatia.Il tuo sconforto.Le tue frustrazioni e impotenza
Vuoi aumentare la tua Luce? Prima vai a conoscere la tua ombra. Finché non farai pace con te stesso, con tutto ciò che sei, non ti conoscerai, non saprai dominare i tuoi demoni.La vera spiritualità non è teoria, ma esperienza sul campo; allora stai sicuro che le tue vibrazioni ti precederanno perchè non fai.... ma SEI.
da *Ester Struglia*

31.3.25

perdonare e perdonarsi

canzone suggerita Perdono - Caterina Caselli


  

ho visto uno degli  ultimi  video di Kiko.Co https://www.facebook.com/k.kiko.co/videos/471288302704582 e mi è venuto in mente questo dialogo interiore che qui sotto ripropongo . 

 si parla molto di perdono e perdonarsi ma mi chiedo come fare a perdonarsi ?
 dipende da caso a caso in quanto si deve
  •  Comprendere perché devi farlo.
  •  Accettare che i fallimenti non ti rendono una cattiva persona.
  •  Non temere di ricominciare. Adottare una nuova mentalità, imparando dagli errori del passato.
  •  Identificare le emozioni che hanno portato al senso di colpa.
  •  Assumersi le proprie responsabilità.
  •  Saper perdonarsi. Guardarsi allo specchio e riconciliarsi con sé stessi. 
  •  Chiedere perdono sinceramente e dare a se stessi un'altra occasione. 
 e tu come fai e cosa mi consigli di fare ?
Per  i  consigli  io posso  solo  indicarti  la  via ,  poi sta  a te decidere    cosa  fare  se   imitarmi e  percorrere  la  mia stessa  strada  o  trovarne  un altra  . Risondo al tuo secondo  quesisto  . 
 No ponevo il problema , o se lo favevo non lo faccevo seriamente , perdonavo si gia ltri\e ma non perdonavo me stesso . Poi però dopo aver visto alcuni video di story impact e di kiko.com , compreso quello citato e poi soprattutto con questo video ( sarà pur sempre religioso \ confessionale ma è molto utile a chi come me e te affrontano tali situazioni )

 


 credo che dovrò iniziare anche a perdonare me stesso . cosi riduco le angoscie e depressioni che mi trascino dietro ogni volta . E riesco ad affrontare meglio il mio viaggio interiore . E d dove pensi d'incominciare ? Ancora on lo so con precisione . Ma penso dall'accettare il risultato delle mie azioni e prendere consapevolezza applicando a me i consigli dei siti che riporto a fine post e iniziare a fare questi esercizi

  .

 Lo so che non è facile , lo dicono i video citati ma ènecessario per andare avanti senza pesi e con meno incubi e fantasmi interiori . Ok Grazie 

Consigli

20.3.25

Il dolore di un papà cinque anni dopo: «Elisa vorrebbe vedermi felice, sorrido alla vita per lei»Pierpaolo Riccobono ha perso la figlia 15enne nel febbraio 2020 in un incidente stradale. Ora racconta come si è salvato: «Lei è il mio faro

Questa storia non è solo una della classiche storie per la festa del papa ma è anche una storia che risponde a una elucubrazione comune a chi a ho subito un lutto . la vicenda riportata sulla nuova sardegna del 19\3\2025 è certo una storia triste e malinconica ma piena di speranza e forza di rincominciae ed andare avanti .





Il dolore di un papà cinque anni dopo: «Elisa vorrebbe vedermi felice, sorrido alla vita per lei»
Pierpaolo Riccobono ha perso la figlia 15enne nel febbraio 2020 in un incidente stradale. Ora racconta come si è salvato: «Lei è il mio faro

                            di Luca Fiori

 Sassari 
«Il tempo non allevia niente. Però ti aiuta, giorno per giorno, a uscire dalle tenebre in cui si ritrova improvvisamente chiunque debba affrontare la tragedia che è capitata a me. All’inizio vedevo tutto nero, poi piano piano, grazie a lei, ho ripreso a vedere la luce e ora voglio godermi la vita a pieno, come mia figlia avrebbe voluto per il suo papà».Pierpaolo Riccobono, sassarese di 53 anni, agente di commercio, cinque anni fa - nei giorni in cui il

covid stava per cambiare le nostre vite - una sera di carnevale si è ritrovato catapultato all’inferno. Pochi giorni prima che esplodesse la pandemia, la sua esistenza è stata stravolta da un’esplosione ancora più violenta del virus, che miracolosamente lo ha lasciato in vita. E dalla quale ha avuto la forza di rialzarsi e piano piano anche di riprendere a sorridere. Il 29 febbraio del 2020 sua figlia Elisa, di soli 15 anni, era a una festa in maschera con gli amici, a Li Punti. Il giretto del quartiere in moto, con un ragazzino poco più grande di lei, era finito in tragedia. Chi guidava era rimasto ferito, Elisa, studentessa del liceo sportivo di Porto Torres e promettente ballerina, era morta un’ora dopo in ospedale.

Pierpaolo quale è stato il momento più difficile?

«Il momento più difficile è stato “il momento”. Perché quando la vita si spezza ti vengono a crollare tutte le certezze, tutti i pilastri che ti eri costruito. E il pilastro principale della mia vita era Elisa. Perché io, come qualsiasi genitore, vivevo, facevo e sognavo sempre perché c’era lei. Volevo sempre il bene per mia figlia, sempre vederla sorridere. Poi improvvisamente il buio».

E poi cosa è successo?

«Quando la vita ti mette davanti a tragedie di questo tipo hai tre possibilità. La prima, lo dico senza tanti giri di parole, è cercare un ponte e andarsene per sempre. La seconda è vivere strisciando e la terza è cercare di godersi il bello della vita, sapendo che ogni figlio desidera sempre vedere i propri genitori felici. Io ho scelto la terza possibilità, perché so che Elisa non vorrebbe vedermi strisciare, ma vuole la mia felicità».

E ora come sta?

«Sto bene, grazie. E grazie di avermi fatto questa domanda, non tutti hanno il coraggio di farmela. Questi cinque anni li ho vissuti sulle montagne russe. È stato un delirio, perché la cosa più importante al mondo mi è venuta a mancare. Ma fin da subito ho sentito che lei era sempre con me, che mi aiutava ad affrontare questo dramma. E cercando di reagire, grazie alle sue linee guida, perché lei ora è semplicemente il mio faro, sono riuscito a godermi la vita. Cosa che non avevo mai fatto prima. Avevo vissuto una vita strana, quasi a limite. Elisa mi ha insegnato a godermela, sotto tutti i punti di vista. Quando penso a lei, cioè ogni istante della mia giornata, e ho delle difficoltà di vita quotidiane, lei mi dà sempre le risposte».

E quali sono le risposte?

«È una semplice equazione quella che faccio: lei vuole il bene per me, come tutti i figli del mondo».

Che rapporto avevate?

«Splendido, di totale fiducia e complicità. Ricordo quando un giorno in macchina, a 14 anni, mi confidò che aveva iniziato a fumare. Le dissi che le sigarette non le avrebbero fatto bene, ma non mi arrabbiai. Poi venni a sapere che lo aveva raccontato felice ai suoi amici. Sapeva che poteva fidarsi di me e questo mi riempie ancora di gioia».

La festa del papà che giornata sarà?

«Sarà un giorno in cui penserò a lei ancora di più. Ma sempre con il sorriso e con un occhiolino per la mia bambina».

In quei giorni di marzo del 2020, poco dopo la tragedia, lei prese pubblicamente le difese del ragazzino che guidava la moto, che era stato attaccato sui social. Fu un gesto molto altruista.

«Insieme alla mamma di Elisa ci facemmo una semplice domanda: Elisa cosa avrebbe voluto? E anche in quel caso la risposta me la diede lei».

Lei da anni scrive sui social messaggi positivi, di speranza. Si concludono sempre con la frase “Più uno”.

«Quando scrivo sui social mi rivolgo a Elisa, non lo faccio per avere like o compassione. Non ho ricette per chi sta vivendo il mio dramma purtroppo, ognuno deve trovare la sua strada da solo. Ma ogni genitore deve sapere che un figlio, anche se non c’è più, non vorrebbe vederlo triste. La vita merita comunque di essere vissuta al meglio, nonostante le tragedie. “Più uno” era il modo di quantificare con lei l’amore che provavo nei suoi confronti, era una cosa nostra che continuo a fare».

Crede che ci sia qualcosa dopo la vita?

«Credo nell’uomo. E credo che l’inferno e il paradiso siano su questa terra. E credo anche che la vita ce la costruiamo noi, dobbiamo essere abili nel seminare bene per ricevere bene».

Come vede il suo futuro?

«Lo vedo».




egli ha saputo metabolizzare ( in realtà non passa mai ma possiamo renderlo meno cruento e doloroso ) . Ma soprattutto insieme alla moglie

da

https://www.fanpage.it/attualita/sassari-elisa-muore-a-15-anni-genitori-difendono-ragazzo-che-guidava-moto-lasciatelo-in-pace
/

[...]
Gavina Cubeddu sono i genitori di Elisa. E ora difendono Enrico, il 17enne che guidava l’Aprilia 125 da cui sono caduti, per le minacce ricevute. Lo fanno con un post su Facebook: “Volevo semplicemente dire a tutte quelle persone che se la stanno prendendo con Enrico con minacce e altro di prendersela con me. Siete solo dei poveracci che non capite la sofferenza di due famiglie. Non auguro a nessuno, neanche al mio peggior nemico, di passare quello che stiamo subendo dalla vita. Ma penso che sia dovuto solo a un stramaledetto destino infame. Per le persone che vogliono fare del male a Enrico devono passare sul mio cadavere. Fatti forza Enrico, ti vogliamo bene, Pierpaolo e Gavina”.Il post è stato condiviso da molte persone, che hanno apprezzato l’atto di amore dei due genitori nei confronti del ragazzo, nonostante quello che è avvenuto. A La Nuova Sardegna, Pierpaolo Riccobono aggiunge: “Spero che serva a qualcosa, magari ad aiutare a crescere e a ragionare i ragazzini che stanno attaccando ingiustamente Enrico. Poteva capitare a chiunque quello che è successo, ma nessuno può più fare niente. Due sere fa avevamo a casa 40 amici di Elisa, quella che lei chiamava la sua greffa. E ora io e Gavina possiamo solo cercare di dare il buon esempio a questi ragazzi”.

26.2.17

piccole cose ed insignificanti per gente normale grandi cose e intense per gente speciale

potrebbe  interessarvi
http://ilcamminodelperdono.eu/

Canzone  suggerita   è pane  e  sale  di  zucchero 

I due video più popolari e condivisi nei  giorni scorsi , sui  giornali di informazione on line e  su  i social  , sono stati i seguenti: quello dei Nas girato da una telecamera a circuito chiuso dell’Ospedale Loreto mare di Napoli in cui si vedono dipendenti strisciare anche venti badge di colleghi, infermieri radiologi medici, che così risultavano presenti ed erano invece, per esempio – è un dato reale, il caso di un primario – a giocare a tennis. Ciascuno di noi è stato o ha avuto parenti in ospedale, un ospedale pubblico, e ha anelato l’incontro anche fuggevole, anche in corridoio, con il medico curante oppure  in  ufficio pubblico o segreteria   e  sa  di cosa  si parla  .  Non servono commenti, mi fermo qui  altrimenti scado   nei (spesso mi capita  ) nel populismo  e  nel qualunquismo sterile    \  malpancismo  . Il secondo mostra due dipendenti di un supermercato di Follonica, amena località della toscana marittima, che filmano ridendo due donne sorprese a frugare nei cassonetti e da loro chiuse a chiave nella gabbia dei locali dell’immondizia. Non essendo frugare nei cassonetti qualcosa che si possa desiderare per piacere, che non si faccia se non in casi di estremo bisogno, anche in questo caso non direi altro ci  ha  già  pensato qualcuno  con un suo editoriale     e  c'è ancora  qualcuno\a    che  non ha  mandato  come si  diceva  un tempo  il cervello all'ammasso   e  che  risponde    colpo  su  colpo  😄😇😛  a  Salvini    e  ai  suoi seguaci  



Giuseppe Scano ha condiviso il post di Daniele Sensi.
Lidl potrà anche licenziare i due dipendenti. Ahinoi, non potrà licenziare l'impunita, inaccettabile, strumentale disumanità di Matteo Salvini.
Commenti
Serra MaryeRino Se Lidl , si permette di licenziare i dipendenti, perderanno un cliente da almeno svariati centinaia di € mensili........già inviato mail alla Lidl italia.........

Augusto Gal non avrei mai immaginato una deriva sociale di queste dimensioni . Istigare certi elementi peraltro deboli a delinquere è da incoscienti . speriamo che la gente prenda le distanze da queste derive sociali.

Lorenzo Mattana Siamo messi male, ormai il razzismo va di moda ed è sdoganato. Ma per quanto mi riguarda il messaggio che questi due hanno fatto bene a rinchiudere le due rom, a fare il video e sbeffeggiarle, non passerà mai. Idolatrarli per un gesto quanto meno di cattivo gusto (per essere clementi) non mi sembra da persone civili e di buon senso.

(  vedere  in merito   i mie post sulle palme e i banani in piazza duomo a Milano ) : mi rimetto -- come suggerisce Concità de Gregorio su repubblica  del  25\2\2017 ---- a sette secondi di riflessione silenziosa, se potete. Molte migliaia di condivisioni on line, hai visto questo, like.
In quanto  non trovo  le parole   anzi  : <<   Ho perso le parole ....ho perso le parole di fronte alle ingiustizie, alle guerre....ho perso le parole di fronte a troppi politici corrotti e corruttori, che ci stanno togliendo giorno dopo giorno sogni, speranze e futuro.....ho perso le parole...... >> ( il commento di Robin Hood   a  questo    video di  ho perso le parole  di Luciano Ligabue  )   quindi   non riuscendo   a dirla  con parole mio  concordo  con   il mio amico  




Stamane, appena accesa la radio, ho sentito l'audio di risate di uomini che sovrastavano urla di donne. Non riuscivo a capire di che si trattava, tanto più che li percepivo come suoni scomposti e fastidiosi.
Solo poi il giornalista ha riportato la notizia di questi dipendenti della Lidl di Follonica che hanno rinchiuso due donne rom trovate a rovistare tra i cassonetti: riprese, irrise e, ovviamente, subito condivise sul web.
Io non mi riconosco più in questa (dis)umanità. ne ho orrore.
Io so che questa è la banalità del male.
Io, stamattina, ho pianto.

Esistono altri mondi di cui si parla meno, che circolano meno on line ma che ci sono, formidabili, nella realtà , ma  che   se  non ci sono   vip  o personaggi dello  star  system   nazionale  ed  internazionale   passano  in secondo piano  e  vengono  " censurati   e   nascosti "  nelle pagine  interne   di cronaca  o edizioni locali  .
Ecco  due  storie  . La prima    tratta    della  rubrica http://invececoncita.blogautore.repubblica.it
del 25\2\2017

(..... ) 

Leggo la mail di Gabriele Parrillo che mi invita alla quarta edizione del Cammino del Perdono. Un titolo che da solo mitiga un poco il disagio dello stare in questo mondo suscitato dall’eco dei due video di oggi, domani ce ne saranno altri due. Il Cammino del Perdono non è niente di religioso, non nel senso confessionale. E’ proprio – è stato negli anni - una salita a piedi verso il Castello di Canossa. 

Risultati immagini per il cammino del perdonoNon so se ricordate dalla scuola: l’imperatore attese tre giorni e tre notti, scalzo e con un saio, di essere ricevuto e perdonato dal Papa con l’intercessione di Matilde. Andare a Canossa, si dice.
Un sacco di gente, ma proprio tanta, parte ogni anno e sale, sale, ciascuno per i suoi motivi, su fino alla cima del monte, fino alla cripta a cielo aperto e lì ascolta suonare, danzare, recitare. Shakespeare, Pascoli, Kafka, Lorca. Quest’anno il Cammino non sale ma scende, mi scrive Parrillo, giù nella cripta del Duomo di Reggio Emilia “e dentro noi stessi, cercando un cielo”. Sabato prossimo 4 marzo, alle nove di sera: Luigi Lo Cascio leggerà la lettera al padre di Kafka, Daniela Savoldi suonerà il violoncello, ci saranno canti e danze di Ambrose Laudani e del maestro Hal Yamanouchi, grandissimo coreografo.
C’è un’incredibile quantità di persone, mi raccontava qualche giorno fa Padre Marino del Convento francescano della Regola, Valle Santa, provincia di Rieti, che arriva ogni giorno a chiedere di fermarsi coi frati qualche tempo. Ragazzi con gli zaini, giovani coppie in viaggio di nozze, donne sole, gruppi. Ci sono più di seimila persone che solo lì, in quel luogo nascosto e magnifico, ogni anno camminano lungo i sentieri di San Francesco portando con sé il libretto della Regola dei Frati minori. La prima regola dice: vivere ‘sine proprio’, senza nulla di proprio. Non cercano qualcosa fuori di sé né una vocazione, no – dice padre Marino - cercano, in primo luogo, silenzio. Calma, condivisione. Mi piaceva raccontarvelo, oggi. Piccole cose, esistono anche queste.

La   seconda   presa  qualche  giorno  fa  da  l'unione  sarda

CRONACA » FRANCIA



Merah senior: "Giro la Francia a piedi per espiare le colpe di mio fratello terrorista"

Lunedì 20 Febbraio alle 14:56 - ultimo aggiornamento alle 16:59

Abdelghani Merah
Abdelghani Merah, il fratello maggiore di Mohamed, il killer di Tolosa che nel 2012 uccise tre militari, tre bambini e un insegnante in una scuola ebraica, sta attraversando la Francia a piedi.
Una sorta di ammenda per le colpe del fratello e, allo stesso tempo, un modo per predicare "l'uguaglianza contro il razzismo" e la necessità di combattere l'Islam estremista.
Partito da Marsiglia, Abdelghani percorre, zaino in spalla, dai 25 ai 40 chilometri al giorno e dorme di notte ospite di enti di assistenza e associazioni.
"Cammino per dare l'esempio ai giovani musulmani, che oggi ascoltano più la propaganda Isis dei consigli della polizia".
Dopo gli attentati e l'uccisione di Mohamed ha scritto un libro, intitolato "Mio fratello, il terrorista".
Mohamed Merah
Mohamed Merah

e riportata  su   https://www.facebook.com/compagnidistrada/  appendice  Facebookiana   del blog
Non son  che altro dire se non per lasciarsi  con questa  canzone ora  in oda   alla radio







Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...