svela come è diventata la sua medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi di Parigi 2024 dopo una settimana: “A quanto pare la qualità non è così alta come si potrebbe pensare” Vincere una medaglia olimpica è il sogno di qualsiasi atleta professionista e chi riesce a realizzarlo spesso espone con orgoglio il cimelio che ne certifica l'impresa. Ma, riguardo quest'ultimo punto, i medagliati delle Olimpiadi di Parigi 2024 potrebbero avere qualche problema a causa di una qualità delle medaglie che lascerebbe a desiderare. O, almeno, così pare dalla denuncia fatta dallo skater statunitense Nyjah Huston che, poco più di una settimana dopo essere salito sul podio ai Giochi parigini nella sua disciplina (alle spalle del giapponese Yuto Horigome e del suo connazionale Jagger Eaton), ha rivelato le pessime condizioni in cui versa oggi la sua medaglia di bronzo olimpica. Pochi giorni dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, difatti, il 29enne californiano ha condiviso su Instagram un video mostrando come è diventata la medaglia vinta a Parigi senza lesinare critiche agli organizzatori della rassegna a cinque cerchi. "Bene, quindi queste medaglie olimpiche sono bellissime solo quando sono nuove di zecca. Ma dopo averla indossata per un po' con la pelle un po' sudata e aver lasciato che i miei amici la indossassero durante il weekend ecco com'è diventata", ha difatti esordito Nyjah Huston interrompendo il proprio discorso e puntando la telecamera sulla sua medaglia evidentemente deteriorata rispetto a quando gli è stata consegnata. Le scheggiature riportate sul parte bronzea della faccia in cui è impresso il logo dei Giochi di Parigi 2024 sembrano ben poca cosa riguardo alle condizioni del retro con il color bronzo danneggiato in più aree quasi a farla sembrare arrugginita. "A quanto pare la qualità non è così alta come si potrebbe pensare. I colori sembrano rovinati. Non lo so, ma probabilmente per le medaglie olimpiche dobbiamo aumentare un po' la qualità. Sembra che la mia medaglia sia andata e tornata dalla guerra" ha difatti chiosato Nyjah Huston che, sebbene a Parigi 2024 abbia conquistato la sua prima medaglia alle Olimpiadi, è uno che di medaglie (e anche di fattura più pregiata di quella di bronzo vinta in Francia) se ne intende dato che nella sua carriera da skater ha fin qui messo in bacheca 12 ori, 4 argenti e 3 bronzi agli X Games e sei ori e 5 argenti ai Campionati del mondo. Tale post ha portato a una discussione sul mio fb
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
9.8.24
KELLY HARRINGTON fà l’addetta delle pulizie in Ospedale, questa notte è diventata leggenda nella boxe vincendo la sua seconda medaglia d’oro per l’Irlanda..,La leggenda della lotta greco-romana Mijaín López vice la sua ultima medaglia e lascia le scarpe per annunciare il suo ritiro ., Letsile Tebogo ha appena vinto i 200 metri alle Olimpiadi sconfiggendo i colossi americani ., Come diventano le medaglie delle Olimpiadi di Parigi dopo una settimana .,
svela come è diventata la sua medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi di Parigi 2024 dopo una settimana: “A quanto pare la qualità non è così alta come si potrebbe pensare” Vincere una medaglia olimpica è il sogno di qualsiasi atleta professionista e chi riesce a realizzarlo spesso espone con orgoglio il cimelio che ne certifica l'impresa. Ma, riguardo quest'ultimo punto, i medagliati delle Olimpiadi di Parigi 2024 potrebbero avere qualche problema a causa di una qualità delle medaglie che lascerebbe a desiderare. O, almeno, così pare dalla denuncia fatta dallo skater statunitense Nyjah Huston che, poco più di una settimana dopo essere salito sul podio ai Giochi parigini nella sua disciplina (alle spalle del giapponese Yuto Horigome e del suo connazionale Jagger Eaton), ha rivelato le pessime condizioni in cui versa oggi la sua medaglia di bronzo olimpica. Pochi giorni dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, difatti, il 29enne californiano ha condiviso su Instagram un video mostrando come è diventata la medaglia vinta a Parigi senza lesinare critiche agli organizzatori della rassegna a cinque cerchi. "Bene, quindi queste medaglie olimpiche sono bellissime solo quando sono nuove di zecca. Ma dopo averla indossata per un po' con la pelle un po' sudata e aver lasciato che i miei amici la indossassero durante il weekend ecco com'è diventata", ha difatti esordito Nyjah Huston interrompendo il proprio discorso e puntando la telecamera sulla sua medaglia evidentemente deteriorata rispetto a quando gli è stata consegnata. Le scheggiature riportate sul parte bronzea della faccia in cui è impresso il logo dei Giochi di Parigi 2024 sembrano ben poca cosa riguardo alle condizioni del retro con il color bronzo danneggiato in più aree quasi a farla sembrare arrugginita. "A quanto pare la qualità non è così alta come si potrebbe pensare. I colori sembrano rovinati. Non lo so, ma probabilmente per le medaglie olimpiche dobbiamo aumentare un po' la qualità. Sembra che la mia medaglia sia andata e tornata dalla guerra" ha difatti chiosato Nyjah Huston che, sebbene a Parigi 2024 abbia conquistato la sua prima medaglia alle Olimpiadi, è uno che di medaglie (e anche di fattura più pregiata di quella di bronzo vinta in Francia) se ne intende dato che nella sua carriera da skater ha fin qui messo in bacheca 12 ori, 4 argenti e 3 bronzi agli X Games e sei ori e 5 argenti ai Campionati del mondo. Tale post ha portato a una discussione sul mio fb
13.2.22
l'altro lato di san valentino .il caso di francesca polli che decide Vittoria Pierini, la bambina nata martedì 8 febbraio: la madre Francesca Polli ha scelto di far venire al mondo (nonostante la morte del papà Attilio Pierini, scomparso in un incidente stradale nel giugno 2020) sua figlia vittoria riprendendo la fecondazione assistita.
Fino a qualche tempo fa consideravo san valentino la festa di ogni cretino forse perché guardavo l'evento dal lato commerciale ( quello che un tempo si definiva capitalistico ) poi approfondendo di più l'argomento ho visto l'altro lato dell'evento . Soprattutto perchè l'amore fa fare di tutto ( vedere la storia precedente in cui ha tenuto in casa dopo la morte l'amore della sua vita ) e la storia che trovate sotto . E' quella di Vittoria Pierini, la bambina nata martedì 8 febbraio: la madre Francesca Polli ha scelto di farla venire al mondo (nonostante la morte del papà Attilio Pierini, scomparso in un incidente stradale nel giugno 2020) riprendendo la fecondazione assistita.
(ANSA) - CIVITANOVA MARCHE, 09 FEB - A Civitanova Marche (Macerata), grazie alla fecondazione assistita, è nata Vittoria Pierini, figlia di Francesca Polli e di Vittorio Pierini, 38enne di Porto Recanati (Macerata) che fu 'bandiera' e capitano della Recanati Basket, deceduto nel giugno 2020 a seguito di un incidente stradale sulla A24 nel quale anche Francesca riportò lesioni gravissime.L'annuncio del fiocco rosa da parte della mamma su Facebook che scrive: "Non le leggerò i soliti libri di fiabe, le parlerò dell'amore che ci ha uniti per sempre". Tra il 2019 e il 2020 la coppia, già sposata da alcuni anni, aveva deciso di avere un figlio ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita. Questo percorso però era stato spezzato dal tragico incidente avvenuto il 23 giugno di due anni fa: l'auto su cui la coppia viaggiava, in Abruzzo, direzione Roma, si scontrò con un camion. Attilio 'Attila' Pierini, allora 38enne, morì sul colpo, mentre Francesca lottò a lungo in gravissime condizioni all'ospedale di Teramo per poi riprendersi. Da allora ha cullato il sogno di portare a termine la gravidanza con la procreazione assistita grazie al seme congelato del marito. Un atto d'amore nei confronti di Attilio da cui è nata ieri, alle 8.37, a Civitanova Marche, la piccola Vittoria Pierini che pesa 4,170 kg, il giorno 8 come il numero di 'canotta' del papà sui campi di basket e che la mamma ora indossa orgogliosamente in ospedale. "Nulla è più bello di una nuova vita. - scrive la Attila Junior Basket di Porto Recanati su Fb - Benvenuta Vittoria, avrai x sempre una stella dall'alto che veglierà su di te e su tua madre Francesca". (ANSA).
Macerata, nata grazie a procreazione assistita figlia di Attilio Pierini, cestista morto 2 anni fa
Nata due giorni fa a Civitanova Marche Vittoria, figlia di Francesca Polli e di Attilio Pierini, morto in un incidente stradale nel giugno del 2020.
A cura di Davide Falcioni
Vittoria, figlia di Francesca Polli e di Attilio Pierini, non conoscerà mai suo padre: l'uomo, 38enne di Porto Recanati (Macerata) che fu ‘bandiera' e capitano della Recanati Basket, ha infatti perso la vita non solo prima della sua nascita, ma addirittura prima ancora del concepimento, a causa di un incidente stradale avvenuto nel giugno del 2020 lungo l'autostrada A24. La bambina, a quasi due anni da quella tragedia in cui rimase gravemente ferita anche sua madre, è venuta al mondo grazie alla fecondazione assistita, percorso che la coppia aveva intrapreso prima del decesso di Vittorio e che Francesca ha deciso di portare avanti da sola.Ad annunciare il fiocco rosa su Facebook è stata la mamma di Vittoria: "Non le leggerò i soliti libri di fiabe, le parlerò dell'amore che ci ha uniti per sempre". Tra il 2019 e il 2020 Francesca e Attilio, che si erano sposati alcuni anni prima, avevano deciso di avere un figlio ricorrendo alla procreazione medicalmente assistita. Il loro percorso tuttavia era stato brutalmente interrotto dal drammatico incidente avvenuto il 23 giugno di due anni fa: l'auto su cui i due viaggiavano, lungo l'autostrada A24 che collega l'Abruzzo a Roma, si scontrò con un camion. Attilio ‘Attila' Pierini, all'epoca 38enne, morì sul colpo, mentre Francesca lottò a lungo in condizioni disperate all'ospedale di Teramo per poi riprendersi.
🏀♾♾♾♾♾Nulla è più bello di una nuova vita. Benvenuta VITTORIA🧸🧸🧸🧸💕💕💖💞Avrai x sempre una stella dall'alto che veglierà su di te e su tua madre Francesca⭐️♾♾♾♾♾♾♾♾
Da quel momento in poi la donna ha costantemente cullato il sogno di portare a termine la gravidanza con la procreazione assistita grazie al seme congelato del marito. Un atto d'amore nei confronti di "Attila" da cui due giorni fa, alle 8.37, è nata all'ospedale di Civitanova Marche la piccola Vittoria Pierini. La bimba pesa 4,170 chili ed è venuta al mondo il giorno 8, come il numero di ‘canotta' del papà sui campi di basket e che la mamma ora indossa orgogliosamente in ospedale. "Nulla è più bello di una nuova vita. – scrive la Attila Junior Basket di Porto Recanati su Fb – Benvenuta Vittoria, avrai per sempre una stella dall'alto che veglierà su di te e su tua madre Francesca".
Continua a leggere su Fanpage.it più precisamente qui https://www.fanpage.it/attualita/macerata-nata-grazie-a-procreazione-assistita-figlia-di-vittorio-pierini-cestista-morto-2-anni-fa/
5.7.21
Malika, la lezione per non buttare via i soldi e la vita
Zucchero - Rispetto
lo so che vi sarete , come il sottoscritto rotti gli zebedei stufati diu sentire parlare di marika e della sua vicenda e di come ha spesso i suoi soldi e della sua arrampicata sugli specchi per giustificarsi , ma stavolta (giurò che sarà l'ultimo post che dedicherò a tali vicende salvi chje che non s'avverera la profezia che ho fato nel post precedente , cioè quella di vederla ospite dala de
- Il Fatto Quotidiano
- SELVAGGIA LUCARELLI Inviate le vostre lettere a: il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’erasmo, 2. selvaggialucarelli@gmail.com
Malika, la lezione per non buttare via i soldi e la vita
Buongiorno signora Lucarelli, ho 22 anni, lavoro come babysitter, vivo in un appartamento in affitto a Milano, ho un cane e un gatto che non ho potuto portare con me, sono zia di quattro bambini stupendi (due in realtà devono nascere ma so già che saranno meravigliosi), convivo con la mia spettacolare fidanzata, sono un’ex ginnasta e ballerina, mi sono diplomata l’anno scorso dopo due anni di interruzione della scuola per poter lavorare, canto stonata sotto la doccia, ho le lenzuola di Harry Potter, amo la pizza e la tartare di salmone e mi piace tanto l’azzurro. A 18 anni e un mese sono scappata di casa perché la mia vita era diventata insostenibile: giusto un mesetto e mezzo prima mia mamma aveva scoperto nel peggiore dei modi la mia neonata relazione con una ragazza, naturalmente non l’ha accettata. Ho subito violenza verbale e fisica a casa mia, “alzi la voce” era la scusa, ma io la voce la alzavo per essere ascoltata, perché in tutto quel tempo nessuno si era fermato a chiedermi come stessi io che, da studentessa adolescente e povera di una scuola gesuita circondata da spocchiosi ragazzini con la puzza sotto il naso i cui genitori pagavano la mia borsa di studio, mi sono scoperta lesbica e sono stata la prima a non accettarmi.
Mi sono rimboccata le maniche, ho lasciato la scuola, ho lavorato e mi sono potuta addirittura permettere di andare in vacanza con i MIEI soldi sudati con il MIO lavoro.
A maggio di due anni fa sono tornata a casa con mia mamma, ci siamo più o meno riappacificate nonostante lei continuasse a non accettare la mia sessualità. Ho lavorato e nel mentre a settembre sono tornata a scuola. Poi un infortunio, ho lasciato il lavoro per riuscire bene a scuola, ho chiesto la disoccupazione per avere un aiuto perché comunque a casa di mia mamma pagavo l’affitto della mia stanza. Avevo circa, tra tutto, 450 euro di spese al mese escluso il cibo. Di disoccupazione ne prendevo 670,40. O sarebbe dovuto essere così. Ho chiesto la disoccupazione a metà gennaio, con i tempi dell’inps sarebbe dovuta arrivare a febbraio, ma è iniziata la pandemia. Ho visto la mia disoccupazione a maggio. Nel frattempo pagavo a rate la macchinina di mia nonna che intendeva poi regalarmi all’ottenimento della patente di guida (che non potevo, e non posso tuttora, permettermi). Ho arrancato per mesi. Mi sono arrangiata. Mi sono diplomata, ho subito iniziato a lavorare e a settembre ho preso casa con la mia fidanzata. Tutto da sola. Con grandi difficoltà. E non cerco compassione o pacche sulla spalla, sono fiera di ciò che ho fatto e so di non essere l’unica ad averlo fatto.
Mia mamma non mi ha cacciata di casa, ma mi ha reso la vita talmente invivibile per la seconda volta che sono dovuta scappare, di nuovo, definitivamente. Ho preso la decisione di andare via dopo il mio primo stipendio: mi sono presentata al lavoro con un occhio nero e dopo mille domande ho deciso che era ora di finirla.
Da sola con la mia compagna abbiamo affrontato un isolamento, poi la quarantena, gli stipendi quasi dimezzati per sei mesi perché lavoravamo entrambe in un locale nell’ambito della ristorazione. Ho lasciato l’università a cui mi ero iscritta perché la retta non potevo permettermela. Ho rinunciato al mio sogno di studiare e me ne sono costruita un altro: vivere.
Ho deciso di scriverle perché ho sempre pensato che ci fosse qualcosa che non andava nella storia di Malika. Ci sono centinaia di ragazzi come me e come Malika che si ritrovano senza famiglia, ma nessuno riceve 150mila euro da persone che donano loro i soldi per ripartire. E soprattutto nessuno li sputtana in una Mercedes che non serve per ripartire, basta una Twingo usata del 2012 come la mia, che è già un lusso. Sa cosa avrei fatto io con tutti quei soldi? Per prima cosa avrei prenotato privatamente la risonanza magnetica al cervello che aspetto da mesi. Poi avrei fatto la patente. Avrei pagato la retta dell’università. Mi sarei messa una piccola cifra da parte per coprirmi le spalle MENTRE LAVORO. E il resto lo avrei dato a tutte le altre persone che hanno bisogno.
Sono arrabbiata. Perché tutti meritano di ricostituirsi una vita dopo che la propria viene distrutta. Farlo è difficile, io ci sto provando ma a volte sembra davvero impossibile. Malika nella sfortuna (perché ciò che è successo a lei non dovrebbe succedere a nessuno) ha avuto la fortuna di avere un paese che le è stato accanto e un aiuto economico a ripartire. Eppure non se lo meritava. Sa cosa penso? Che chi sta male e davvero ha bisogno, non chiede aiuto. Io non ho mai chiesto aiuto perché mi sento debole, perché non voglio attirare attenzioni su di me. E quando sono andata via di casa con 100 euro in tasca e nemmeno le mie mutande che mia mamma non mi ha mai dato, la prima cosa che mi sono chiesta non è stata “come farò senza soldi e senza vestiti?”, il primo pensiero è stato “e ora come cazzo faccio senza l’abbraccio di mia mamma? Senza sapere che è dalla mia parte? Senza una famiglia? ”. Ce l’ho fatta signora Lucarelli, da sola. Ce la sto facendo. Ho ancora strada da fare ma ce la sto facendo. E sono indignata per come Malika si è comportata
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Grazie per questa lettera onesta, forte e priva di retorica, cara A. Io credo che la ricostruzione di una vita debba passare anche attraverso gli sfizi, specie a 22 anni, ma bisogna essere trasparenti fin dall’inizio. Malika ha peccato in questo. Non doveva avventurarsi in promesse di beneficenza e psicologo, era sufficiente un più asciutto “i soldi mi serviranno a vivere con leggerezza i miei 22 anni, ne ho bisogno” e le avremmo perdonato tutto.
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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