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25.12.21

Contro i complottismi No Vax: cosa c’è di vero sugli effetti avversi dei vaccini

  editorialedomani del   25 dicembre 2021 • 11:42

Contro i complottismi No Vax: cosa c’è di vero sugli effetti avversi dei vaccini


Chi non vuole vaccinarsi dice che sono provocati dalla proteina spike contenuta nei vaccini, uguale a quella del virus.

  • C’è chi dice i vaccini anti Covid provocano molti più effetti collaterali e morti di quelli che ci dicono, perché ce li nascondono, ma non è vero.
  • Tutte le reazioni avverse e le morti segnalate che avvengono dopo una vaccinazione non è detto che siano state da essa causate.
  • Chi dice che I vaccini provocano reazioni avverse perché contengono la stessa proteina Spike del virus originario si sbaglia.

Chi si oppone ai vaccini afferma: «I vaccini anti Covid provocano molti più effetti collaterali e morti di quelli che ci dicono, perché ce li nascondono!» Questa frase l’ha ripetuta anche un mio amico. Al che io gli ho risposto: «Chi lo dice? Hai le prove?» E lui: «Guarda qui»: mi ha mostrato un documento ufficiale del ministero della Salute britannico dove erano elencati gli eventi avversi avvenuti dopo la vaccinazione Astrazeneca.

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse 29 Novembre 2021 Roma (Italia) Continua la campagna di vaccinazione in vista delle festivit\u00E0 natalizie
Foto Cecilia Fabiano/LaPresse 29 Novembre 2021 Roma (Italia) Continua la campagna di vaccinazione in vista delle festività natalizie

«Solo in Gran Bretagna ci sono state decine di migliaia di eventi avversi, e 1138 persone sono morte a causa di questo vaccino!” Effettivamente, in questo documento dal titolo “Analisi del vaccino anti-Covid-19 Astrazeneca” c’è scritto: «Totale: 238mila reazioni avverse e 1138 morti». »Un documento ufficiale del governo inglese? Strano modo di nascondere la verità!», ho obiettato al mio amico, che però non è il solo a pensarla così. Nelle chat dei no-vax circola un altro documento dal titolo «Analisi cumulativa degli eventi avversi dopo vaccinazione Pfizer», che sarebbe la prova del complotto per occultare la verità da parte delle grandi multinazionali del farmaco.«Ci nascondono la verità!», commenta online uno di loro. «C’è scritto che negli Usa dopo la vaccinazione Pfizer si sono verificate quasi 30 mila reazioni avverse e 1223 morti».

Eppure anche quello è un rapporto ufficiale – e pubblico - della Food and Drug Administration, l’agenzia di sorveglianza dei vaccini statunitense. Qualche settimana fa a Piazza Pulita, su La7, persino il professore di filosofia Massimo Cacciari ha rilanciato: «C'è una censura sui casi avversi? Certo!».

Foto Claudio Furlan/LaPresse 30-10-2021 Milano (VA) - Italia News Manifestazione No Greenpass nel centro di Milano
Foto Claudio Furlan/LaPresse 30-10-2021 Milano (VA) - Italia News Manifestazione No Greenpass nel centro di Milano

In realtà, non c’è nessun complotto per nascondere la verità, e gli effetti avversi dei vaccini sono fortunatamente rarissimi e perlopiù lievi. Prendiamo il documento inglese, l’«Analisi del vaccino anti-Covid-19 Astrazeneca». È stato redatto dal Ministero della Salute del Regno Unito, che si occupa della cosiddetta farmacovigilanza passiva dei vaccini. In che cosa consiste? Il ministero della Salute inglese gestisce il cosiddetto «Sistema delle cartoline gialle». Come spiegano sul sito del ministero: «Le cartoline gialle sono un meccanismo attraverso il quale ciascuno può segnalare volontariamente ogni sospetta reazione avversa o effetto collaterale del vaccino».Si chiama così perché puoi compilare una cartolina di colore giallo o un modulo online, anch’esso giallo. Lo può fare chiunque: il soggetto vaccinato, i suoi familiari, i medici che hanno eseguito la vaccinazione o che lo hanno in cura: capite che però che in questo modo di segnalazioni ne arrivano tantissime, alcune giustificate dal punto di vista medico, altre no. Difatti il sito del ministero avverte: «È molto importante notare che la segnalazione attraverso cartolina gialla non significa necessariamente che il vaccino abbia causato quella reazione o quell’evento. Molte reazioni avverse sospette riportate non hanno relazione alcuna con il vaccino, ma si tratta solo di sintomi che per coincidenza avvengono a più o meno breve distanza di tempo dalla vaccinazione». Più chiaro di così? Nei suoi report settimanali il ministero della Salute elenca tutte le reazioni avverse e le morti segnalate che sono avvenute dopo una vaccinazione, ma ciò non significa che esse siano state da essa causate. C’è chi segnala dolori, febbri, o trombosi avvenuti poche ore o giorni dopo la vaccinazione, ma anche chi segnala morti per infarto avvenute tre mesi dopo, chi riferisce reazioni avverse assurde come fratture ossee, fallimento della dieta, morsi di ragno e punture d’insetto, herpes genitale, eiaculazione precoce, alito cattivo, intossicazione da alcol, flatulenza e molti altri.

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

Ovviamente, gran parte degli eventi avversi e delle morti sono semplicemente avvenute dopo il vaccino e non sono stata da esso provocate. E come si fa a capire quali sono provocate dal vaccino e quali no? Con la cosiddetta vigilanza attiva. Medici, scienziati ed esperti prendono in esame tutte le segnalazioni arrivate, ma soprattutto quelle riportate da altri medici ed esperti perché più attendibili, controllano cartelle cliniche e referti dei vari casi, e poi vagliano le cosiddette correlazioni statistiche. Ovvero, dato che in tutti i paesi vengono vaccinate milioni di persone di ogni età, è lecito attendersi che casualmente, ogni giorno, settimana, o mese, si verifichino eventi avversi lievi, gravi, o persino morti in individui che hanno da poco fatto la vaccinazione.Compito degli statistici è stabilire quali e quanti siano gli eventi attesi in un determinato periodo di tempo e identificare i cosiddetti outlier, ovvero gli eventi avversi che si sono verificati in più rispetto alle attese, e controllarli. E così che per esempio si sono identificate le trombosi atipiche causate dal vaccino Astrazeneca: gli scienziati norvegesi si sono accorti che nel giro di poche settimane in giovani donne vaccinate s’erano verificati cinque o sei casi di rare trombosi dei seni venosi cerebrali, la cui frequenza attesa era di un caso per milione all’anno, così hanno avviato un’indagine e hanno compreso che c’era un legame causale tra quel vaccino e quelle trombosi - peraltro curabili, che per fortuna hanno provocato poche morti. Così, il ministero della Salute britannica può dichiarare che fino ad oggi nel paese ci sono state solo «quattro morti causati direttamente dal vaccino», perlopiù shock anafilattici, e non migliaia come insinuano gli antivaccinisti.IL SISTEMA STATUNITENSE

Negli Stati Uniti il sistema delle segnalazioni avverse funziona allo stesso modo. Il Center for Disease Control e la Food and Drug Administration, entrambe agenzie governative, gestiscono il VAERS, ovvero il Sistema di Segnalazione degli Eventi Avversi da Vaccino: chiunque può volontariamente segnalare una reazione avversa o una morte avvenuta dopo una vaccinazione, ma ciò non significa che siano avvenute a causa della vaccinazione. «È un cavallo di battaglia degli antivaccinisti», mi racconta il mio collega Jeffrey Morris, epidemiologo dell’Università di Pennsylvania. «Prendono i documenti ufficiali con tutte le segnalazioni di eventi avversi, e ti dicono: vedete, ci sono migliaia di morti da vaccino! Ma quelle sono le reazioni avverse e le morti avvenute dopo il vaccino, non a causa di esso. Io ho fatto uno studio statistico sulla popolazione, e ho concluso che qui negli Usa, considerando i tassi di mortalità, ci potremmo aspettare che tra i vaccinati muoiano in maniera casuale 7 mila individui il giorno stesso della vaccinazione, 49 mila nella settimana successiva e 210 mila nel mese successivo, anche se il vaccino fosse perfettamente sicuro». È difficile accettarlo, ma inevitabilmente molte persone moriranno poco tempo dopo la vaccinazione solo per l’opera del caso. Come giustamente avverte il sito del VAERS: «Accettiamo la segnalazione di ogni evento avverso che accada dopo la vaccinazione, ma ciò non significa che il vaccino abbia causato o contribuito all’evento avverso o alla malattia». E anche in Italia chiunque può segnalare all’Aifa una reazione avversa al vaccino, checché ne dicano i dubbiosi.
USE  Da cosa sarebbero causate queste reazioni avverse? Anche qui circola una leggenda. I vaccini provocano reazioni avverse perché contengono la stessa proteina Spike del virus originario, che è responsabile dei danni provocati dalla malattia. E se li fa il virus li deve fare per forza anche il vaccino. Dice Paolo Bellavite, medico omeopata guru dei no-vax: «È una proteina bastarda questa Spike. Il problema del vaccino è che si comportano come quelle del virus, queste Spike si trovano nel sangue, vanno dappertutto e non stanno nel posticino dove avevano previsto». Falsissimo. I vaccini - sia quelli a vettore virale come Astrazeneca sia quelli a RNA come Pfizer e Moderna - iniettano l’istruzione per la proteina Spike nelle nostre cellule muscolari e connettivali vicine al punto di inoculazione, e queste si mettono a produrla: ma la proteina Spike resta attaccata alla loro membrana, e in poco tempo scompare, quindi di danni in giro per il nostro corpo non ne può fare.

4.9.21

La campionessa olimpica Becca Meyers è stata costretta a ritirarsi dalle Paraolimpiadi perché non hanno consentito alla sua assistente di accompagnarla





Paraolimpiadi e i problemi con i diritti delle persone con disabilità.
BY FRANCESCO MARIA TRINCHESEPOSTED ON22 AGOSTO 2021POSTED IN OLIMPIA

La campionessa olimpica Becca Meyers è stata costretta a ritirarsi dalle Paraolimpiadi perché non hanno consentito alla sua assistente di accompagnarla.




Le Paraolimpiadi iniziano il 24 agosto con migliaia di atleti da tutto il mondo in 539 eventi e 22 sport. Purtroppo, una nuotatrice che aveva guadagnato un posto nella squadra degli Stati Uniti non sarà lì. Rebecca Meyers, 26 anni, è detentrice di record mondiale, ha gareggiato ai giochi del 2012 e 2016 e ha vinto sei medaglie olimpiche nel nuoto. Meyers si è ritirata dal Team USA nel mese di luglio perché le è stato consentito il supporto necessario per competere in modo sicuro.
Meyers, che è cieca e sorda, ha chiesto che sua madre si unisse a lei come suo assistente personale. Gli assistenti sono assegnati per aiutare l’atleta a orientarsi nel villaggio olimpico e a svolgere qualsiasi altra mansione che a loro risulti difficile.
Una sistemazione ragionevole è richiesta dal diritto internazionale e può includere assistenti personali, dispositivi di assistenza o forme alternative di comunicazione. Il rifiuto di una sistemazione ragionevole senza un’adeguata giustificazione può essere considerato una discriminazione basata sulla disabilità.
I Giochi Paralimpici, infatti, dovrebbero essere un paradiso per gli atleti con disabilità. Un posto dove si è sicuri di poter competere su un campo di gioco equo, con tutti i comfort, protezioni e sistemi di supporto.
Perché la sua assistente non potrà accompagnarla alle Paraolimpiadi?
La campionessa olimpica Becca Meyers con la mamma
La campionessa olimpica Becca Meyers con la madre


L’USOPC (comitato olimpico e paraolimpico statunitense) sostiene che non c’erano abbastanza slot di accreditamento per permettere a Meyers un assistente personale.
“Sono arrabbiata, sono delusa, ma soprattutto sono triste di non rappresentare il mio paese”, ha scritto in una dichiarazione pubblicata su Twitter.



Il comitato ha difeso la sua decisione in una dichiarazione rilasciata mercoledì, citando le severe restrizioni COVID-19. Ha aggiunto che un singolo assistente, che ha più di 27 anni di esperienza di coaching, accompagnerà l’intera squadra di nuoto paraolimpico USA.
Si tratta di una sola persona per 34 atleti, di cui 9 con disabilità visive. Rebecca Meyers, però, è l’unica atleta con una disabilità che coinvolge sia l’udito che la vista.
L’aleta, in proposito, ha fatto notare che sua madre l’ha accompagnata agli eventi come sua assistente personale dal 2017 ed è stata essenziale per le sue competizioni.
Il coronavirus ed il peggioramento delle condizioni dei disabili
Il Covid ha amplificato le difficoltà quotidiane che la comunità delle persone con disabilità affronta. Dalle persone sorde che non possono leggere il labiale attraverso una maschera alle difficoltà di transizione verso una configurazione di lavoro da casa. Le persone con disabilità hanno subito uno stress mentale superiore alla media oltre alla naturale di prendere il virus.
La situazione pandemica, però, non deve diventare un alibi per infondere meno impegno nel garantire i diritti basilari di tutte le persone. Se nemmeno alle paraolimpiadi una persona con disabilità riesce a trovare un trattamento ragionevole la società tutta deve riflettere su quanto sia inclusiva. C’è da sperare che questo sia stato uno sfortunato caso isolato e che Rebecca Meyers torni a competere e vincere il prima possibile.

Francesco Maria Trinchese

 

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