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16.7.25

La figura del recuperante È una figura storica che nell'Altopiano di Asiago ha avuto un senso.

qualche giorno fa sfogliando msn.it \ bing ho trovasto ( il video sotto ) ed ho ) ho appreso dela figura del recuperante . Ecco cosa ho trovato ( trovate a fine post le mie fonti consultate ) . Il termine "recuperante" (o "recuperanti" al plurale) indica una figura storica, spesso presente
dopo conflitti bellici, che si dedicava alla raccolta e al recupero di materiali residuati dai campi di battaglia. Questi oggetti, come armi, munizioni, e rottami metallici, venivano poi venduti, spesso come rottame, o utilizzati per altri scopi, generando un profitto. che Il recuperante è colui che, in particolare dopo le grandi guerre mondiali, si recava nei luoghi dove erano imperversati i combattimenti, specie di trincea, e recuperava i residuati bellici per rivenderli come rottami pregiati o come esplosivi. Successivamente l'attività è divenuta prevalentemente di carattere storico e di ricerca. Infatti Se in altri tempi come dice anche la testimonianza del video sotto, da cui ho pres a prestito il titolo per il post era dovuto a motivi no solo economici ma di sopravvivenza , oggi per passione delle vicende storichje che colpirono quelle zone e per alcuni anche per lucro .


Infatti    se     come     dice  la  voce   recuperante  di wikpedia  ⁕ «   [... ] Per le popolazioni locali dell'immediato dopoguerra (prima e seconda guerra mondiale), si trattava prevalentemente di un'attività supplementare per integrare gli scarni guadagni mensili, per altri divenne invece il lavoro principale.[3] Si trattava anche di un'attività pericolosa in quanto era frequente incappare in materiale inesploso:[3] quindi i recuperanti iniziarono anche a brillare gli esplosivi in modo artigianale.Le diverse generazioni di recuperanti che si sono succedute erano animate inizialmente dallo spirito di sussistenza-sopravvivenza (1919-1950), mentre in seguito le motivazioni sono divenute storico-sociali.[3]A partire dagli anni 1970 e nell'epoca contemporanea, il recuperante è gradualmente divenuto figura che agisce essenzialmente per due ragioni:

  • il recupero a scopo commerciale, la cui ricerca nei siti delle guerre è finalizzata al ritrovamento, restauro e vendita dei reperti, presso i mercatini sparsi nel Nord e centro Italia o durante le fiere normalmente denominate "Militaria" o simili.
  • il recupero a scopo collezionistico o storico, che impronta la sua ricerca nel ritrovamento, il restauro conservativo e la creazione di una collezione o la cessione dei reperti a musei e collezioni pubbliche.

Durante queste ricerche avviene che vengano ritrovati i resti di militari a cui può essere data una identità e una tumulazione.[4]In alcuni luoghi, come la regione Veneto, l'attività del recuperante è regolamentata e per svolgerla è necessario ottenere un'autorizzazione, comunemente chiamata patentino.[5]  »

Ora  a  prescindere    dallo  scopo   di  tale  attività  essa  permette  che tale periodo storico  non finisca  nelle  nebbie  e nelll'oblio  o  strumentalizzato politicamente  come propaganda  e   mitizzato  . E ridotto  ad una semplice pagina   sintetica    nei libri  di storia   scolastici   e destinata  (  salvo eccezioni  )  a nonessere  affrontata nei programmi   visto che   generalmente  vi ci s'arriva   negli ultimi mesi  scolastici   se   ci s'arriva    vi sto che   di solitoi  ci  si ferma     alla breccia di porta   pia   o al massimo a Giolitti  .  Quanto sangue è stato versato sull’Altopiano di Asiago: ce lo ricorda Ermanno Olmi, regista di innumerevoli film-testimonianza sulla comunità montana (in particolare quella bresciana, da cui proviene) e che con il film I recuperanti (1970) racconta “l’arte” del recupero dei materiali bellici su quelle che furono le trincee delle due guerre mondiali.⁕⁕


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