fonte l'unione sarda 10\6\2025
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20.6.25
«Basta carciofi, è l’ora dei frutti tropicali» La sfida dei fratelli Stefano e Michele Bolliri: il clima cambia e non ci adattiamo
1.4.24
Diario di bordo n 41 anno II -amicizie feline , Uova di Pasqua più costose per la crisi del cacao che affonda le radici nella crisi climatica ., Nel mese di Ramadan come nella Pasqua la condivisione del cibo è sacra ., I nazisti andarono a caccia di balene per ottenere l’autarchia della margarina ., e altre storie

Uova di Pasqua più costose: la crisi del cacao affonda le radici nella crisi climatica

Nel mese di Ramadan come nella Pasqua la condivisione del cibo è sacra

Cibo e religione sono legati da un connubio antichissimo. Si vede nel rito della messa, ma anche nell’islam, con l’Iftar, il pasto conviviale che spezza il digiuno nel mese di Ramadan La celeberrima frase «L’uomo è ciò che mangia», formulata nell’Ottocento dal filosofo Feuerbach, contiene in sé una verità umana fondamentale. Se andiamo al di là del senso materialistico con cui il filosofo la intendeva, ci rendiamo conto che il cibo non è solo l’alimento necessario per la sopravvivenza fisica, ma è anche un importante segnale attraverso il quale l’uomo interagisce con il prossimo, condividendo le gioie ma anche i dolori. Al di là dei nutrienti, il cibo risulta “condito” da un profondo valore simbolico e conviviale la cui massima espressione la si ritrova in gran parte delle religioni. Il cibo allora rappresenta un importante paradigma che non solo predispone il contatto tra gli uomini ma realizza anche l’incontro con la divinità.Cibo e religione sono legati da un connubio che risale alla notte dei tempi. Sono i dettami alimentari e i precetti da rispettare a tracciare il fil rouge che lega le tre religioni monoteiste, cristianesimo, ebraismo e islam.
Oggi, abituati a mangiare da soli, talvolta in piedi e spesso compiendo altre azioni, le religioni ci ricordano che il cibo non è solo un elemento materiale, ma è un dono di Dio e il sedersi a tavola insieme è espressione di intimità non solo tra i commensali ma anche con il divino.
Prendete e mangiatene tutti
In
questo contesto trova ampio respiro la dimensione conviviale del
cristianesimo che secondo Montanari, storico dell’alimentazione, è
emersa nel momento in cui da religione di popolo si è aperta a religione
universale, scegliendo di condividere e rispettare gli usi di tutti.Nei
cristiani, l’espressione più significativa della convivialità la si
ritrova nell’ultima cena quando Cristo spezza il pane e lo con-divide
insieme al vino con gli apostoli. Basti pensare che, la messa si celebra
intorno ad un altare che è ara sacrificale, dove viene “reso presente”
il sacrificio di Cristo, e mensa conviviale, dove la famiglia di Dio
partecipa al banchetto eucaristico. La messa, infatti, è proprio un
pasto comune in cui “si mangia Dio”.Tutto ruota intorno al
«Prendete e mangiatene tutti...» dove nel condividere un pasto c’è un
elemento di partecipazione tra i membri del convito, partecipazione che
viene estremizzata perché uno dei membri assimila a sé gli altri e da
loro vuole essere assimilato.Ciò
che il cristianesimo condanna è l’atteggiamento egoistico di trattenere
tutto il cibo per sé: è la voracità a rappresentare un principio
antisociale, d’altronde anche Dante colloca i golosi all’inferno. E a
dare il buon esempio, non poteva che essere Gesù: mangia con chiunque lo
inviti e non solo con gli amici, tanto che l’ultima cena si svolge a
casa di un estraneo.
L’Iftar
E a
proposito di condivisione del cibo, non possiamo non fare cenno alla
singolare condivisione del cibo che spezza il digiuno quotidiano durante
il Ramadan. Nel nono mese lunare di ogni anno i musulmani compiono un
digiuno durante il quale non è possibile ingoiare nemmeno una briciola
né deglutire liquidi, dall’alba fino al tramonto.
Il digiuno, sawm,
introdotto da Maometto nell’anno 624, ha lo scopo sia di esercitare
l’autocontrollo, ponendo il credente di fronte alle sue dipendenze
fisiche e mentali, sia di dimostrare amore per Allah e rispetto per i
poveri.
Ebbene, durante questo mese c’è un momento della giornata
molto significativo: l’Iftar, la rottura del digiuno al calar del sole.
Questo pasto serale permette di recuperare le forze spese durante le
attività quotidiane che non vengono sospese.
Ma c’è una sfumatura
di significato che va oltre il puro interesse sostanziale del cibo: per
il musulmano che osserva il precetto, condividere il pasto dopo il
digiuno, non solo è incontro con il divino ma ha un profondo valore
comunitario. I fedeli sono uno di fronte all’altro con la propria
individualità ed insieme condividono la vita e i beni della terra.
Dopo
il tramonto, la condivisione di pasti e di cibo si moltiplica non solo
nelle case, ma anche nelle moschee e, in alcuni paesi, anche ai lati
delle strade che si affollano di banchetti che vendono cibo. La rottura
del digiuno porta con sé una convivialità così estremizzata che i
musulmani tendono a stare svegli più a lungo nelle ore notturne tanto
che il ritmo sonno-veglia è alterato.
L’ospitalità e lo stare
insieme sono infatti caratteri religiosi importanti per la società
islamica, soprattutto se legati alla misericordia, principio
fondamentale per il profeta che amava gli Iftar collettivi e aveva
piacere di rompere il digiuno insieme ai poveri. Una delle sue
raccomandazioni era proprio quella che i compagni non celebrassero
l’Iftar da soli ma che coinvolgessero poveri ed emarginati.
Tre
datteri sono i protagonisti dell’Iftar accompagnati da un bicchiere di
acqua o di latte per preparare lo stomaco al pasto successivo, proprio
sull’esempio di Maometto che «…celebrava l’Iftar con datteri freschi, se
non ne aveva, altrimenti utilizzava i datteri secchi ed in mancanza
anche di quelli, con acqua» (Abu Dawood).
Dopo i datteri,
rigorosamente in numero dispari, si alternano altre due portate: una
zuppa a base di lenticchie, pollo, avena e patate seguita da
un’ulteriore portata più abbondante e varia, con carne, verdure e
formaggi.
25.8.22
Siccità nel Lazio, viaggio ad Albano dove i piatti si lavano con l'acqua della pasta: "Qui il lago è ormai asciutto"
repubblica 25\8\2022
"Da giugno ci facciamo solo una doccia al giorno e laviamo i piatti di sera con l'acqua di cottura della pasta: è difficile ma dobbiamo adattarci". Amadio Malizia, presidente dell'associazione Salute Ambiente Albano, cammina sul bordo del lago di Albano a Castel Gandolfo, di fronte ai piloni di cemento alti più di 5 metri: erano la base di partenza per le gare di cannottaggio, venti anni fa erano sommersi dall'acqua, ora sono a secco. Il lago di Albano - e quelli dei Castelli - si stanno prosciugando a causa di urbanizzazione selvaggia e dei pozzi privati spesso abusivi che drenano acqua dal bacino idrico dell'area: la siccità di questa estate è solo il colpo finale, negli ultimi venti anni il livello del lago di Albano è sceso di oltre 7 metri e cala ancora, almeno un metro nell'ultimo anno.
"Il Comune ha limitato l'uso di acqua corrente, ha disposto di lavare le stoviglie con l'acqua di cottura della pasta, non possiamo lavare verdure o frutta con l'acqua del rubinetto", continua Francesca Gnani che di Salute Ambiente Albano è vicepresidente. Gli effetti di siccità e urbanizzazione selvaggia si sentono sui residenti dei Castelli, fino a Pomezia. Ad Albano il Comune ha vietato l'uso di acqua corrente per qualsiasi scopo non domestico: non si possono lavare oggetti, lavatrici solo a pieno carico e, recita l'ordinanza, si devono "installare dispositivi frangigetto che mescolando l'acqua con l'aria consentono di risparmiare risorse idriche" L'acqua del rubinetto non è ancora razionata ma si può bere e basta: non migliora la situazione negli altri comuni dei Castelli, Castel Gandolfo in testa. "Io come singola utente devo ingegnarmi a mettere in atto queste buone prassi mentre a livello più ampio gli sprechi non si contano: per riparare una perdita su strada ci vogliono settimane", spiega Francesca Gnani.

L'istituto ha firmato un accordo con le Autorità di bacino e da tempo chiede un censimento dei pozzi in tutta l'area dei Castelli. "Si stima che siano diecimila ma nessuno sa quanti sono i pozzi di aziende, locali o privati". Una barca si avvicina al molo di Castel Gandolfo. "L'anno scorso era almeno un metro più a riva, l'ho dovuto rifare", spiega il proprietario dell'imbarcazione. Amadio Malizia e Francesca Gnani allargano le braccia: "Cosa succederebbe con il termovalorizzatore a Santa Palomba? Consumerebbe centinaia di migliaia di metri cubi di acqua all'anno... E dove la prenderebbe?". Ma l'emergenza riguarda tutti i laghi del Lazio, compreso Bracciano che non si è più ripreso dalla crisi del 2017 quando Acea ancora poteva prelevare acqua destinata a Roma. "Oggi la situazione è simile - spiega Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - in base alle ultime misurazioni al molo di Anguillara il calo del livello dell'acqua è di 121 cm e da febbraio è costante".
22.4.09
Cosa sei disposto a perdere?
22 aprile.. primavera.. e fuori scende la grandine.. l'acqua che arriva è calda, forse vuole compensare quella che non scende dai rubinetti. Ma non disperate, è già tornato il Sole, la domanda è: quanto durerà?
Anni fa di questi tempi si potevano vedere i primi turisti al mare qui in Sardegna. Ma i tempi sono cambiati, la pioggia è sempre più violenta e in periodi dell'anno improbabili, basta pensare alla pioggia di ferragosto, e il clima intanto cambia nel giro di 10 minuti.
Sono soli i primi segni di una Terra che è al limite. Oggi si celebrà in tutto il mondo l'EarthDay, il giorno della Terra. Ma quanto persone veramente tengono al nostro pianeta? Pochissime, i problemi vengono sempre delegati ad altri, alle istituzioni soprattutto, che hanno ben altri problemi, personali in larga parte, da risolvere. Il pianeta cade a pezzi, sotto le nostre emissioni di carbonio, e noi stiamo a guardare, anzi no, continuiamo a produrre più carbonio e distruggere più foreste. Leggevo l'altro giorno un articolo sulle elezioni in India, per fare bel 714 milioni di schede elettorali dovranno abbattere un'intera foresta, che bel affare la democrazia. Sempre nel campo delle spreco, il Daily Universe, giornale studentesco dell'università mormona di Brigham Young di Provo (Utah) ha ritirato 18500 copie del giornale per mandarle al macero, il motivo è un errore di un correttore automatico nel computer che ha trasformato la didascalia "dodici apostoli" in "dodici apostati".
In Gran Bretagna, sul giornale New Scientist, è apparso un'articolo sui cambiamenti climatici. Lo scenario che ne viene fuori non è tanto promettente per noi esseri umani, ma anche per gli altri esseri viventi, che dovranno subire le conseguenze di noi "esseri sviluppati", non è tanto roseo. Saranno poche le specie che sopravviveranno a questo secolo, che secondo molti scienziati subirà un'inalzamento della temperatura di ben 4 gradi, altri sono meno ottimisti e prevedono questo passaggio nel giro di mezzo secolo. Sembra una cifra abbastanza contenuta questa dei quattro gradi, in una qualche ottica potrebbe anche sembrare un beneficio, viste l'aumento delle temperature in zone fredde. Il climatologo James Hansen, che guida il Goddard Institute for Space studies della Nasa a New York (quindi non il primo pazzo che passa per strada) ha affermato che "difficilmente i ghiacciai dell'Antartide occidentale sopravviveranno a questo secolo. Il livello del mare, a questo punto, si alzerebbe di uno o due metri.". Pensate alle città costiere, verrebbero sommerse. Due miliardi di persone abitano lungo strisce di terra prodonde non più di 50 km dalle rive dei mari, e fra le prime dieci metropoli solo Città del Messico non sorge sulla costa.
In Italia ci saranno diversi eventi per questa giornata sulla Terra, Sky farà partire diversi servizi sull'ambiente, e la Rai? Sta a guardare, in fondo è una tv pubblica, per tenerti informato al giorno d'oggi, devi pagare.
Protagonista della giornata odierna non poteva che essere Adriano Celentan, con la sua ultima canzone "Sognando Chernobyl", uscita un paio di mesi fa, che verrà trasmessa da Sky.
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
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Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...
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