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30.12.18

stranezze ed ipocrisie giornalistiche .... Aggiornamenti

 ecco  cosa mi hanno risposto   sulla pagina  fb  di  giallo  settimanale    a questo precedente  post


 stranezze  ed  ipocrisie  giornalistiche      non puoi  fare  campagne   per  istituire  il reato di  femminicidio    e poi fare  titoli  del  genere   Ed  è  i caso del settimanale    di cronaca  nera    Giallo di Cairo editore  .  Un classico  giornale  di cronaca  nera  ma  che   sta  facendo  una    campagna  di sensibilizzazione     e di raccolta  firme perché   sia istituito  il reato ed  eventuale  aggravante  di femminicidio   per  chi ammazza   le  donne 


L'immagine può contenere: 6 persone, persone che sorridono, testo


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Giuseppe Scano sciacalli . l'avete uccisa una seconda volta . perché aggiungere particolari scabrosi che non aggiungono niente a questa tragedia femminicida

Gestire


Rispondi4 hModificato


Giuditta Di Marzio Giuseppe Scano purtroppo non è un particolare di poco conto dal momento che gli imputati si sono difesi dall'accusa di stupro dicendo che la ragazza era solita prostituirsi per avere droga in cambio...
Gestire


Giuseppe Scano @Giuditta Di Marzio ok . ammettiamo pure che sia cosi . 
Ma c'era bisogno di fare un titolo del genere sulla pagina principale ,quando si poteva titolare diversamente e riportarlo all'interno dell'articolo ? io se fossi familiare o parente oltre ad indignarmi mi ..... di brutto e denuncerei o picchierei il titolista o il direttore del giornale .

29.12.18

stranezze ed ipocrisie giornalistiche non puoi fare campagne per istituire il reato di femminicidio e poi fare titoli del genere Ed è i caso del settimanale di cronaca nera Giallo di Cairo editore

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Ed  è  i caso del settimanale    di cronaca  nera    Giallo di Cairo editore  .  Un classico  giornale  di cronaca  nera  ma  che   sta  facendo  una    campagna  di sensibilizzazione     e di raccolta  firme perché   sia istituito  il reato ed  eventuale  aggravante  di femminicidio   per  chi ammazza   le  donne   


L'immagine può contenere: 6 persone, persone che sorridono, testo


N.b 
riporto tale articolo non per fare pubblicità a sifatto giornale o per partecipare a tale campagna mediatica ma per far capire il erchè non mi piace tale tipo di giornalismo

da https://www.spraynews.it

Giallo rivela: Desirée Mariottini morta per infarto ma prima di essere violentata era








«Desirée Mariottini è deceduta a seguito di una crisi cardiocircolatoria. Inoltre, nel corso dell’esame autoptico, si è riscontrata una recentissima rottura imeneale».
Desirée era vergine prima di essere violentata! È lo scioccante dettaglio emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale sul cadavere della 16enne di Cisterna di Latina morta due mesi fa a Roma. Lo rivela in esclusiva il settimanale Giallo. La tragedia è avvenuta nel quartiere San Lorenzo, in uno stabile abbandonato: la ragazzina vi è arrivata la sera del 17 ottobre, ma è morta dopo due giorni di atroci sevizie. Desirée è stata prima drogata e sedata con potenti psicofarmaci, poi violentata ripetutamente. Infine, è stata lasciata morire nell’indifferenza generale. Nessuno in quel maledetto edificio fatiscente, che si trova in via dei Lucani, cioè in pieno centro a Roma, ha mosso un dito per aiutarla. Anzi, la minore sarebbe stata violata perfino da morta. Violenza su violenza, orrore su orrore. Chi era presente la tragica notte del 17 ottobre non ha avuto un briciolo di umana pietà nei confronti di questa sfortunata ragazzina, per il cui decesso sono accusati quattro immigrati clandestini, abituali frequentatori di quel palazzo abbandonato nonché noti spacciatori di sostanze stupefacenti.
Sono Mamadou Gara detto “Paco”, 27 anni, del Senegal, Brian Minteh detto “Ibrahim”, 43 anni, anche lui del Senegal, Chima Alinno detto “Sisco”, 46 anni, della Nigeria, e Yusif Salia detto “Youssef”, 32 anni, del Gambia. Due di loro, Paco e Youssef, sono in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Per gli altri due, Ibrahim e Sisco, è decaduta l’accusa di violenza di gruppo. Tuttavia, entrambi restano indagati per la morte della 16enne di Cisterna di Latina e sono ancora in carcere con l’accusa di spaccio di droga.
«Desirée Mariottini è deceduta a seguito di una crisi cardiocircolatoria. Inoltre, nel corso dell’esame autoptico, si è riscontrata una recentissima rottura imeneale».
Desirée era vergine prima di essere violentata! È lo scioccante dettaglio emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale sul cadavere della 16enne di Cisterna di Latina morta due mesi fa a Roma. Lo rivela in esclusiva il settimanale Giallo. La tragedia è avvenuta nel quartiere San Lorenzo, in uno stabile abbandonato: la ragazzina vi è arrivata la sera del 17 ottobre, ma è morta dopo due giorni di atroci sevizie. Desirée è stata prima drogata e sedata con potenti psicofarmaci, poi violentata ripetutamente. Infine, è stata lasciata morire nell’indifferenza generale. Nessuno in quel maledetto edificio fatiscente, che si trova in via dei Lucani, cioè in pieno centro a Roma, ha mosso un dito per aiutarla. Anzi, la minore sarebbe stata violata perfino da morta. Violenza su violenza, orrore su orrore. Chi era presente la tragica notte del 17 ottobre non ha avuto un briciolo di umana pietà nei confronti di questa sfortunata ragazzina, per il cui decesso sono accusati quattro immigrati clandestini, abituali frequentatori di quel palazzo abbandonato nonché noti spacciatori di sostanze stupefacenti. 
Nel clamore iniziale che aveva suscitato questo crimine così efferato, qualcuno aveva creduto alle voci circolate sul conto della ragazza e della sua famiglia: «Desirée Mariottini non era seguita dai genitori. Era una drogata. Faceva sesso in cambio di stupefacenti», dicevano. Tutto falso! Da quanto è stato possibile ricostruire durante le indagini, la ragazza apparteneva a una buona famiglia. I genitori sono persone perbene, stimate da tutti. Non è vera nemmeno la circostanza secondo cui la 16enne viveva con la nonna. Le era molto affezionata, questo sì, e qualche volta andava a dormire a casa sua, ma la maggior parte delle notti le trascorreva a casa della mamma, a cui era stata affidata dal giudice dopo la separazione dei genitori. 
Ora che sono trascorsi più di due mesi dalla tragedia, è doveroso stabilire un minimo di verità sul conto di questa ragazzina, che, complice la tenera età, ha commesso l’errore di entrare in un luogo degradato, senza alcun controllo da parte delle autorità. Ma niente giustifica ciò che le è stato fatto. All’interno del “palazzo della droga”, come viene ribattezzato lo stabile di via dei Lucani, è stata accerchiata da un manipolo di orchi, che l’hanno violentata ripetutamente. E sono andati avanti ad abusare di lei anche quando la ragazza non aveva più le forze per opporsi alle barbarie. Desirée era incosciente, ma loro andavano avanti. I risultati dell’autopsia hanno fatto emergere tutta la verità sulla tragica fine della povera ragazzina. 
E allora lo ripetiamo ancora una volta: Desirée non si è affatto concessa ai suoi aguzzini in cambio di dosi di droga. Non lo ha fatto in quei tragici giorni di ottobre e non lo aveva mai fatto prima di allora. È stata vittima della crudeltà di un branco di quattro uomini senza scrupoli. Dei veri e propri mostri, la cui spietatezza emerge dalle testimonianze raccolte durante la prima fase dell’inchiesta. Si legge nelle carte in mano al giudice per le indagini preliminari: «La condizione di incoscienza in cui si trovava la ragazza e che diventa con il trascorrere delle ore sempre più grave e intensa è riconosciuta da tutti coloro che sono presenti nel palazzo. Essa è chiara a coloro che l’hanno procurata, a coloro che ne approfittano, ai soggetti intervenuti per prestare ausilio, nonché a coloro che tale soccorso impediscono». 
Fa venire i brividi quanto si legge a un certo punto nel provvedimento di fermo, emesso nei confronti degli indagati: «La persona offesa (Desirée Mariottini, ndr) manifesta, invero, sin dal pomeriggio del 18 ottobre, lo stato di stordimento strumentalizzando il quale gli indagati abusano di lei. Ma esso si aggrava, così da tramutarsi in una condizione di dormiveglia prima e incoscienza poi che viene immediatamente avvertita dai presenti allorché trasportano il corpo della ragazza dal container al capannone. Ed è proprio in questa fase che Youssef, Ibrahim e Sisco, che pure sono presenti, ridimensionano la gravità delle condizioni della ragazza e impediscono che vengano allertati i soccorsi, assumendo lucidamente la decisione di sacrificare la giovane vita per garantirsi l’impunità o qualsivoglia fastidioso controllo delle forze dell’ordine. Al riguardo appare di estrema efficacia la frase «meglio che muore lei che noi in galera», che secondo quanto riferito da diversi informatori gli indagati avrebbero pronunciato. Poi ci sono le parole pronunciate da Noemi C., una ragazza giapponese. Ecco cosa ha riferito la testimone agli inquirenti: «Hanno abusato di Desirée solo per divertimento». 
Ma per comprendere meglio l’immane tragedia, leggiamo la ricostruzione meticolosa che in poche ore gli agenti della squadra mobile di Roma, coordinati dal dirigente Luigi Silipo, sono riusciti a fare: «Alle ore 4.20 del 19 ottobre, personale del commissariato interveniva all’interno dello stabile sito a Roma, in via Lucani 22, per una segnalazione relativa al presunto decesso di una donna. Lo stabile in questione, i cui cancelli apparivano chiusi con dei lucchetti, era ritrovo solitamente frequentato da senzatetto e tossicodipendenti. Questi ultimi hanno certezza di trovare all’interno del predetto sostanza stupefacente, in particolare cocaina ed eroina. Avuto accesso all’edificio, per il quale si rendeva necessario l’intervento dei vigili del fuoco, gli agenti rinvenivano, riverso su un materasso, il cadavere di una ragazza dall’età apparente di anni 20/25 (in realtà ne ha 16, ndr). I preliminari accertamenti sullo stato dei luoghi permettevano di rinvenire tracce del consumo di sostanze stupefacenti avvenuto in quel luogo e, inoltre, dal riscontro dattiloscopico (identificazione, ndr), si individuava il cadavere in questione come quello appartenente in vita a Desirée, nata a Latina il 13 settembre del 2002. Ciò che si è immediatamente evidenziato è che la persona offesa (Desirée, ndr) frequentava da qualche settimana il complesso in questione dove si recava per procurarsi sostanza stupefacente di ogni tipo che assumeva ivi (sul posto, ndr). In tali occasioni era entrata in contatto con le persone lì gravitanti, per lo più costituite da spacciatori, ricevendo da alcune donne il consiglio di stare molto attenta in quanto si trattava di un ambiente difficile e pericoloso». 
Le indagini della squadra mobile e della Procura di Roma continuano e molto presto il cerchio intorno a tutti i responsabili della morte di Desirée sarà chiuso. Se lo augura la sua famiglia, assistita dall’avvocato Valerio Masci.


Quest 'ultimo  numero   mi  ha deluso  ,  come potete  leggere  da  una mia lettera    scritta  di getto  (  credo  che me  la  cestineranno  cosi  pure  i miei commenti    alla copertina di tale  numero  sulla   pagina Facebook  del settimanale    )   proprio alla redazione  di  si fatto  giornale   .


Spettabile direttore , Spettabile    editore
Se prima compravo   il vostro settimanale  , perché oltre  cronaca vera   è stato  l'unico  che trattasse  simili casi , e   per   la  vostra  battaglia  (  anche  se  ormai superata  perché  non basta  più solo raccontare    i casi di  femminicidio  )  contro  la  turpe   piaga  della  violenza  sulle  donne    , adesso dopo il vergognoso  articolo   su lla povera  Desirè  Mariottini .   peggio degli sciacalli  che  vanno alla ricerca  delle  cose  più intime  pur  di    vendere    qualche  copia  in più   . 
Non credo  che continuerò  a  comprarlo  . Non è  informazione    vera  quella   da  voi  fatta   nel  numero  52  2\1\2019   ma  solo  un escare  nel  torbido  .  Uccidendo  cosi  due  volte   la  ragazza  in questione  . Ora   mi chiedo  e  vi  chiedo   che  importanza   ha   se  una  ragazza  cosi  barbaramente  trattata  fosse  ancora  vergine  o meno  ?   Va  bene    dare  la  notizia perché  sono  risultati dell'autopsia   ed  è una esclusiva  . Ma  darla  in quel modo  non  sembra  né  giusto né  rispettoso  verso i familiari della vittima  e   voi   vi abbassate  allo  stesso  livello  di qiuelle  bestie    che  ne  hanno fatto scempio    . Se proprio certe  notizie    non  sapete  darle    è meglio  non darle  proprio   e  ve  lo dice  uno    a  cui  la  censura     e  i divieti   stanno   sulle scatole
Risultati immagini per corto maltese and censori   

                                 cordiali saluti    un  vostro  (  ormai prossimo  ) ex  lettore

Ora  molti mi diranno  . questi atteggiamenti censori ,  cos'è  non si  può  fare  neppure  cronaca  nera  o  descrivere  un omicidio o riportare  i  dati  di un autopsia  ?  tu  come   li riporteresti  ?'

 qui  non è  il fatto  di censurare ( anzi meglio essere  censori )   perché nascondere  la ppolere  sotto il tappetto   non  porta  a niente  anzi  aggrava  le cose    ,ma  di buon  senso e di rispetto  verso una  vttima soprattutto quando  ha subito uno scempio del genere   .Si puo  è  si deve  fare  cronaca .   Evito  il  termine cronaca  nera  perchè ormai da  più di    30   (  spartiacque   fu  la rivista    cronacavera  ) non esiste  o  sempre  più  labile  ed  impercettibile  la differenza   con  i  vai tipi di cronaca  (  cronaca  rosa ,  cronaca  bianca , ecc  )   .Infatti  La cronaca è ancora  uno dei settori principali dell'attività giornalistica. La redazione di un quotidiano registra i fatti secondo l'ordine in cui avvengono. Nel momento in cui le notizie sono lanciate dalle agenzie, sono tutte “fatti di cronaca”. Spetta al giornale assegnare  ad esse una categoria ed organizzarle in settori prestabiliti. Ma Tali settori, oltre alla cronaca stessa, sono: politica, esteri, economia, cultura, spettacoli e sport,  ormai  non  sono  più compartimenti  stagna  e  quindi te  la  ritrovi  ovunque  .
 Ed  è proprio per  questo  che non deve  mancare  il rispetto  er  le  vittime  e  conciliarlo    e  con il  dirito di cronaca  (  vedere  sia  la mia lettera   alla redazione   di giallo   settimanale  riportata  nelle righe precedenti    )     sia   questa   che  riporto sotto    tratta   da   http://marinaterragni.it/pamela-suo-cliente-giornalista-analisi-un-testo/


  [---]
Caro direttore,
ho letto le cronache dei fatti di Macerata e mi ha colpito, in particolare, l’articolo in cui ha parlato l’uomo che la sera prima era stato con Pamela. Ci indigniamo per la violenza dei linguaggi della rete e per l’aggressività verbale dei confronti politici, ma non crede che anche e in particolar modo i comunicatori dovrebbero interrogarsi su come sia opportuno fare informazione, soprattutto quando si tratta di cronaca nera? Da chi fa informazione, dal mio giornale, mi aspetto sempre rispetto per le vittime, della loro dignità di persone, del dolore delle loro famiglie.
Federica Vernò
Vogliamo lasciare in pace questa povera ragazza? Parlo di Pamela, la vittima dell’episodio di violenza di Macerata. Serviva proprio raccontare cosa ha fatto la sera prima e dare la parola all’uomo che si è approfittato della sua fragilità? Il diritto di cronaca sta sconfinando nella mancanza di rispetto, soprattutto delle donne. Penso alle vittime di violenze sessuali e ad articoli in cui si indugia su particolari morbosi, ma anche alle immagini di morti in guerra usate forse per smuovere le coscienze ma irrispettose della dignità dei corpi. E poi penso a questa ragazza, che potrebbe essere mia figlia, quasi coetanea. È questa la libertà di informazione? Il Corriere sta perdendo la sua identità.
Tiziana Simonini
concludo  concordando   con quanto dice questo interessante articolo di http://www.italiaperme.com/: << [...] Ritengo tuttavia che, pur con un simile gruppo di lettori affezionati, sia uno di quei casi in cui meglio abbondare che deficere.
I fatti sono abbastanza semplici da riassumere: Mannocchia vuole mettere la pulce nell’orecchio, istillare il dubbio, avvelenare il pozzo. Lo fa da sempre, ma ci sono casi in cui lo sciacallaggio è davvero osceno, e questo è uno di quelli.[...] >>  Se  volete   approfondire   quest'ultimo aspetto ci  sono  ulteriori link  all'inizio del post   che  pur  non   trattando del caso  in questione  sono in un certo senso ad  essi collegati  


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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