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Non credo di © Daniela Tuscano

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No, io non credo. Non credo che il crocifisso "apparso" a Michael Zanera tra le lamiere incandescenti gli dicesse "La tua fine è vicina". Non credo a un Dio compiaciuto della sofferenza umana. Non credo a un Dio che ci chiede di offrirci in olocausto. Naturalmente si può, a volte si deve farlo. La storia cristiana, di ieri e di oggi, è costellata di martiri. Ma al Dio che immola le sue creature continuo a non credere. Chi ha dato la vita l'ha, appunto, donata. L'ha consegnata volontariamente perché tutti "l'abbiano in abbondanza". Ha amato da morire per alimentare la vita. Sull'esempio di Cristo. Ma la croce di Cristo non è una conclusione. È la porta stretta attraverso cui abbiamo la resurrezione. Non solo nell'aldilà. Adesso. Una vita cristiana è una vita doppia, una vita più vita, una vita più carnale.Michael Zanera non si era offerto in olocausto. E benché spesso siamo incapaci di comprendere le vie di Dio, di una cosa sono sicura: