Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
24.8.08
Me, myself and the peace
Inizio la mia storia di blogger qui su Compagnidiviaggio parlando di un simbolo: non è un simbolo a caso,chiunque lo conosce,ogni individuo l'ha incontrato,e più di una volta purtroppo ci si è scontrato contro: mi riferisco al simbolo della pace.
Nasce nel 1958,creato da Gerald Holtom,un artista britannico. Viene comunemente chiamato CND perchè nasce proprio per la Campagna del Disarmo Nucleare,ed è appunto l'unione della D di Disarm e N di Nuclear (secondo il codice nautico delle bandiere a mano). Per gli anni a venire,specie i '60 ed i '70 sarà simbolo senza pari di tutte le attività pacifiste ed antimilitariste.
Pacifisti,hippies e antimilitaristi di ogni tempo marceranno sotto questo simbolo,che nonostante il suo impatto mediatico non hai mai,purtroppo raggiunto i risultati sperati.
Oggi il simbolo della pace CND compie 50 anni. Ecco perchè ne voglio parlare. Neanche Holtom,il padre,avrebbe sperato per lui una simile fortuna. Ma la fortuna di questo simbolo rimane purtuttavia e disgraziatamente una fortuna di nicchia: presenza imprescindibile per tutti coloro che credono nella forza della non violenza,che auspicano la fine di ogni guerra e delle relative barbarie che vedono l'uomo come vittima e carnefice,non conterà mai per coloro che la pace la avrebbero dovuta garantire.
Milioni di uomini nel corse della storia hanno riposto fede nel significato profondo nascosto tra le linee essenziali di quel disegno,fede che ahimè,non è stata mai ripagata dai potenti della Terra: le guerre continuano a mietere vittime in ogni angolo del globo,ve ne sono di conosciute,come quella che strazia il Medioriente,e di taciute,come le guerre civili che da sempre dilaniano il volto dell'Africa.
Gli uomini continuano a morire,vengono mandati a morte in nome di altri simboli e altri ideali che infiammano gli animi,e che nulla regalano,se non una fine crudele e cruenta,oltre che l'avvicendarsi di giochi di potere sempre più oscuri. Quei simboli e quegli ideali non sono mai morti,ma hanno fatto molti morti.
E' inquietante pensare al fatto che parte dell'umanità pensa al simbolo della pace come a una ridicola ostentazione di fricchettoni senza speranza il cui unico scopo è quello di stordirsi di droghe: le persone che ironizzano sulla forza emblematica di quel simbolo dovrebbero forse fermarsi a pensare a quanto danno invece le cose nelle quali loro credono continui ad ingenerare nel mondo.
Il simbolo della pace non è solo il retaggio di ex sessantottini che non si rassegnano al tempo che passa: esso è intriso fino nel profondo di una verità della quale ognuno di noi dovrebbe prendere parte,affinchè l'umanità smetta di uccidere se stessa. Temiamo la fine del mondo: io temo che ce la stiamo procurando da soli.
Post utopico il mio,forse: ma anche un augurio,non solo a questo cinquantenne che non ha perso nulla del proprio smalto,ma anche a tutti coloro che,leggendo,avranno la curiosità di conoscere un pò la sua storia.
E quindi pace a tutti. E bentrovati.
Red Dalia.
11.1.08
Senza titolo 38
Dopo l'esame non passato di glottologia , prima di rimettermi a studiare per ritentarlo al prossimo appello , mi sono messo a riordinare i miei cd . Durante tale operazione si sente nell'aria la musica del cd dei SansPapier band settevoltazeta
Nel mese di aprile il quasi-esordio (dopo l'indimenticabile "data zero" al compleanno del nostro video maker ufficiale Alessandro) al 5Quarti (serata storica per noi!!), e dopo una decina di giorni concerto al Guernica...tantissimi altri concerti.
Adesso è uscito il nostro primp EP "Settevoltezeta" presentato in anteprima al ME Idi Faenza. >>
ecco i video d'esordio

Bianco Petrolio
Bello come testo , Azzeccata la scelta d'aprire il pezzo con una voce femminile . unico neo un po' troppo rapido il passaggio dala voce femminile a quella maschile avrebbero essere coordinate
Dentro lo specchio
testo un po' cupo il testo un rapporto , un a amicizia finita . Bella la base musicale , anche se fatta in maniera acustica avrebbe reso di più
Tana
si cerca di tenere stretti quel punto di gravità permanente raggiunto . una canzone piena d'utopia e d'ironia alla Rino Gaetano
Viole
ottima ballata romantico decadente bella l'idea di usare solo al voce femminile . anch'essa sarebbe più bella acustica
Je suis comme Je suis
Buona la resa della cover di Jaccques Prèvert . per rappresentare quello che sono . avrebbe però dovuto essere corale , cioè far partecipare la voce femminile
Lazzaro
Un altra canzone d'amore sofferto e travagliato . Si sente l'influsso e l'ecc de “ IL lungo addio “di dylan Dog
SoloNoia io che credevo che la noi a fosse solo qualcosa di distruttivo , adesso ne scopro il lato positivo .un equilibrio fra pessimismo e speranza
Ulteriori informazioni sulla band
www.myspace.com/sanspapierband
www.sanspapierband.it
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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