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9.6.21

NIENTE è QUEL CHE SEMBRA . QUANDO L'AUTISMO VIENE SCAMBIATO ED CONFUSO CON disturbo dell’attenzione,

 

Lei è Florina. Vive in provincia di Roma. È sposata, ha un figlio. Alessio ha 2 anni, è un bambino molto vivace, ma non spiccica una parola. È il 2012. Florina e il marito portano il figlio in ospedale per un problema respiratorio. Il medico li fa chiamare. Prego signori, accomodatevi, i polmoni del piccolo sono a posto, il problema è un altro. Florina sgrana gli occhi. In che senso? Il dottore la guarda dritto negli occhi. Alessio è autistico. Florina è smarrita, anche il marito cade dalle nuvole. Si rivolgono a una neuropsichiatra. Dopo ore di test, la dottoressa conferma il verdetto. Alessio è grave, non parlerà e non sarà mai autonomo, rassegnatevi. Florina è divorata dai sensi di colpa.






Come ha potuto non accorgersi di nulla? Passano gli anni, Alessio segue una terapia mirata, si comporta in modo diligente, ma i risultati sono scarsi. Si esprime a monosillabi, è irrequieto, gli altri bambini lo evitano, e lui ne soffre. Florina non riesce a rassegnarsi. Prende Alessio per mano, lo porta alle poste, gli insegna a ritirare il ticket, a mettersi in fila. Entrano al supermercato, gli fa inserire la monetina per il carrello, lascia che scelga i prodotti dagli scaffali. Alessio ti va la pizza? Il bambino fa segno di sì, Florina gli mostra come ordinarla. Lo coinvolge in tutte le attività del quotidiano, la gente del quartiere impara a conoscerlo, lo prende in simpatia, lo saluta quando lo incontra. Alessio sorride, poco alla volta parla, si apre, e un bel giorno esprime alla mamma il suo desiderio più grande. Mamma io voglio essere accettato per quello che sono. Florina è incredula, abbraccia il suo bambino. Ce la faremo tesoro, te lo prometto. Gira l’Italia e trova un medico specializzato. Il dottore visita il bambino. Signora, ma quale autismo, suo figlio ha un disturbo dell’attenzione, con la terapia giusta farà passi da gigante. Oggi Alessio ha 10 anni, frequenta le Elementari, ha imparato da solo il rumeno, va alla grande in inglese, fa pianoforte, tennis, e ricorda il numero civico di tutti i suoi amici. E c’è una frase che ripete di continuo, fino all’ossessione. Mamma, sono felice.
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21.6.19

Non sapevo che difendere la scienza ed il progresso fosse dittatura fasciosanitaria

Eleonora Bottaro, genitori condannati a due anni per non averla fatta curareDI COSA   STIAMO PARLANDO
Del caso di  Eleonora Bottaro,ragazza  morta  di leucemia per i cui  genitori condannati a due anni per non averla fatta curare con la  chemio  ma    con lo pseudo metodo Hamer di cui loro erano seguaci






come     ho già  avuto modo di scrivere  sul mio Facebook  :  << questo succede quando si ricorre ai ciarlatani anziché alla scienza 🔬. Infatti Secondo la procuratrice aggiunta Valeria Sanzari, che ha indagato subito madre e padre per omicidio colposo aggravato dalla prevedibilità dell'evento, la ragazza non ha mai avuto modo di costruire una propria libertà di scelta delle cure, in quanto sempre iperprotetta e "plagiata" dai genitori.  >>.
Tale    post  , oltre  le  consuete  email   (  all'email  del blog  redbeppe@gmail.com ) di  haters e  di fanatici  pro vaccinisti e  cure  (  o  pseudo cure  )     alternative  ha  creato un interessante  dibattito   che ivi   riporto



Eugenio Bisbabbo Crispo Giuseppe, e se fosse morta per la chemio ?
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Giuseppe Scano Eugenio Bisbabbo Crispo tutto è possibile .. Pero almeno fin ora le statistiche dicono che ci sono più possibilità di giuarire ( la guarigione assoluta però non esiste ) con la chemio che con altri metodi scientifici o meno . tutto dipende da quando la s'inizia o meno . Avrei detto la stessa cosa se fosse avvenuta per paradosso nel caso inverso
Mi piace· Rispondi· 23 h
Antonio Bocco Una cosa è non farcela dopo aver provato con cure che cmq si sono dimostrate le uniche efficaci, un altra è morire perché qualcuno è convinto che si possa guarire con metodi senza nessuna rilevanza scientifica.
Mi piace1· Rispondi· 23 h· 23 h
Eugenio Bisbabbo Crispo Giuseppe Scano la stessa scienza dice anche che la chemio aumenta il rischio di metastasi....
Mi piace· Rispondi· 23 hGiuseppe Scano Eugenio Bisbabbo Crispo da quel che ne so dipende da caso a caso e da stato di malattia . niente è efficace al 100 % .
Mi piace· Rispondi· 23 hEugenio Bisbabbo Crispo Giuseppe Scano le variabili sono infinite.
A quei genitori non ha certo fatto piacere perdere la figlia. Le scelte si rispettano e non è imponendo che si risolvono i problemi. In medicina non esiste rischio zero e fintanto che esiste rischio non deve esistere imposizione.
Mi piace· Rispondi· 23 hGiuseppe Scano Eugenio Bisbabbo Crispo certo si rispettano . Ma si possono anche non condividere . soprattutto se provato quello che afferma il magistrato : << la ragazza non ha mai avuto modo di costruire una propria libertà di scelta delle cure, in quanto sempre iperprotetta e "plagiata" dai genitori. >>. Perché un conto è che tu decida in autonomia di ricorre al metodo scientifico o ad un metodo pseudo scientifico . un altro se non ti viene data tale possibilità .
Mi piace· Rispondi· 23 h

 Alle  risposte  aggiungo  ed  approfondisco   due  cose  . La prima  un conto  è  che   rifiuti per  motivi etici   o medici oppure    non ti  fidi  delle  cure  ufficiali    e  ricorri a quelle  sperimentali \  alternative   ma  esse  devono essere  scientificamente  verificate   altrimenti  diventa  sciacallaggio e  speculazione    oltre  che  creare  false    speranze  a chi   soffre  di  simili malattie   .  La  seconda che  tale  scelta  possa  avvenire  in piena   libertà  e  senza  nessun indottrinamento . Infatti  è  grave   se   e confermato   provato quello che afferma il magistrato : << la ragazza non ha mai avuto modo di costruire una propria libertà di scelta delle cure, in quanto sempre iperprotetta e "plagiata" dai genitori. >>.

e  voi che ne pensate  ?



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30.6.14

fare le cose lentamente e senza fretta può essere utile e determinante



la prima storia è di una donna che Rifiuta aborto consigliato dai medici e partorisce bimbo sano





la seconda di una donna che corre all'indietro per combattere una grave malattia






due storie piene di vita  e di  speranza  

2.3.13

Cecilia, 4 anni, in attesa di un trapianto ha potuto riabbracciare nella sua stanza del “Regina Margherita” il suo Black Torino, il cane di famiglia ammesso in ospedale strappo alle regole per una bimba cardiopatica

Speriamo  che  caèpitano  più  spesso queste eccezioni \  strappi alla regola   e che  diventi  la  norma   .
 
fonte   repubblica  del  2\3\2013 
di  VERA SCHIAVAZZI
TORINO 
C’è un attimo magico  quando gli occhi di Cecilia, 4 anni, incontrano quelli di Black,7 anni presunti. La bambina cardiopatica che da dodici mesi vive grazie a un cuore artificiale è seduta nella sua stanza bianca e  piena di macchine e ha davanti un tavolino di plastica rosso della sua taglia, con sopra i pezzi di un  puzzle. Il cane, un meticcio nero col pelo ruvido e le zampe bianche, mite e un po’ timido, è il suo cane, quello con cui Cecilia è cresciuta insieme alla sorellina Sofia, pettinata come lei,che le siede accanto come in tanti altri giorni passati in ospedale.

E il luogo è la stanza 18 del reparto di cardiologia del Regina Margherita di Torino.E’ la prima volta che un cane “forestiero” sale sull'ascensore di un grande ospedale ed entra in una camera sterile. Altri cani prima di lui hanno giocato all'esterno con i piccoli ricoverati o li hanno aiutati a reimparare a camminare nel reparto di ortopedia:erano però i quattro “specialisti” della pet therapy, addestrati e selezionati. Black no,Black è il cane di famiglia, quello che viveva già in casa con Maria e Guillermo, i genitori di Cecilia,
e con Sofia, la primogenita. Da mesi Cecilia chiedeva di vederlo,e giovedì papà e mamma le hanno detto «domani ci sarà  una sorpresa». Ieri all’una la sorpresa è arrivata sulle sue quattro zampe, il cane e la bambina si sono  riconosciuti con uno sguardo,si sono parlati e capiti in un linguaggio sconosciuto agli adulti umani, poi Black si è accucciato ai piedi del tavolino, un po’ disturbato dai flash e dagli  sconosciuti che si davano il turno nella piccola camera di ospedale.
Un po’ disturbata lo era anche  Cecilia, che però ha mostrato tutta la sua forza: sorrisi, carattere e humour, come quando  ha chiesto una ciotola d’acqua  per il suo cane, o gli ha raccomandato di non sporcare per terra.I genitori - Guillermo italiano di origini guatemalteche, e Maria - sono entrambi infermieri a Pinerolo, 40 chilometri da Torino.
Quando alla loro seconda figlia è stata diagnosticata una grave patologia cardiaca, la bimba aveva soltanto otto giorni di vita. La loro è una storia di dolore e di speranza, uguale a quella di tante altre famiglie, ma vissuta col coraggio speciale di chi conosce la malattia e la lotta per sopravvivere. Non hanno paura dell’ospedale, hanno chiesto e ottenuto che anche Sofia possa restarci a dormire, due o tre volte al mese, per portare la casa dentro la camera numero 18 e le risa tra bambine che ieri si sentivano a ogni movimento del cane, a ogni scatto dei flash.
 Loro fanno i turni a Pinerolo per poi correre al Regina Margherita e condividere l’attesa del trapianto che guarirà Cecilia, un giorno dopo l’altro. «E’ stata dura per noi ottenere la legge 104 -- racconta Guillermo riferendosi ai permessi ai quali hanno diritto i familiari di un malato grave -- ma ce l’abbiamo fatta. Ora speriamo che arrivi il trapianto. 
A mia figlia serve il cuore di un bambino, e non c’è ancora abbastanza conoscenza e sensibilità su questo tipo di donazioni.Lo capisco: quando il cuore di un bambino batte ancora, anche se c’è morte cerebrale, è difficile dire sì all’espianto. Ma guardatela, guardate come è serena, sveglia e tranquilla, nonostante tutto. Non vorreste farla vivere?».

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...