e altre forme non violente a gridare, a correre, a usare oggetti comuni come armi di difesa, come per esempio una chiave di casa. Anche un ombrello può essere utile. È poi fondamentale imparare l’arte della consapevolezza: essere consci della situazione e dell’ambiente circostante può aiutare a prevenire la violenza e a ridurre il rischio di aggressione. Può risultare utile anche l’utilizzo di dispositivi di sicurezza: allarmi personali o spray al peperoncino possono essere un’opzione preziosa, per alcune donne. Importantissima è anche la formazione: partecipare a corsi o a workshop sulla sicurezza può aiutare a imparare come prevenire e rispondere al meglio a situazioni di pericolo. Sempre a proposito di corsi di autodifesa e sicurezza, attualmente molti sono disponibili online e possono essere seguiti da donne di tu!e le età e di tutti i livelli di esperienza. Molte organizzazioni locali offrono poi corsi di autodifesa e sicurezza per donne, senza dimenticare che è possibile praticare anche l’istruzione personale, dove alcune donne possono interagire in maniera individuale con un istruttore di autodifesa o sicurezza. Insomma, le soluzioni non mancano e sono declinabili in tempi e in modalità alla portata di tutti, a conferma di come la sicurezza sia una questione trasversale, indipendentemente dall’età, dallo stile di vita e dalla propria quotidianità.
In aggiunta a quanto dice Bianco affermo cosi rispondo a chi mi dice perchè condivido sui social video come questi o post in cui manifestavo giudizi favorevoli su la serie karate kid sequel dei 4 film dei karate kid
. Vero la violenza soprattutto quella gratuita non mai assolutamnte giustificabile a meno che non ti debba difendere e non hai altra scelta \ opzione . Infattti ecco cosa dice maestro Francesco Cuzzocrea a https://www.citynow.it/ più precisamente in Arti marziali, una difesa non violenta per crescere come persona e cittadino in cui si parla del progettto di qualche anno fa all’istituto scolastico “Cassiodoro-Don Bosco” di – Pellaro (RC) :
Le arti marziali non solo come strumento non violento di autodifesa, ma anche come filosofia interiore e civile. [... ] « Con l’approdo delle arti marziali al cinema c’è stata una distorsione dell’originaria non violenza. Sono una difesa personale da applicare come estrema ratio, ma anche nel caso di necessario utilizzo, la filosofia orientale impone il limite morale dello stretto indispensabile per rendere inoffensivo un aggressore che va salvaguardato nella sua integrità fisica» è l’incipit del commento del sensei Cuzzocrea, anima della scuola nazionale di arti marziali giapponesi “Seigokan Goju Ryu Karate” e docente di difesa personale della Polizia di Stato sull’insegnamento psico-pratico portato avanti insieme ai suoi allievi Casciano, Aloi, Spinelli, Fedele e Puntillo, grazie anche al direttore della scuola pellarese Marcianò, alla professoressa Serini, al presidente del Consiglio d’istituto Caserta, del consigliere d’istituto Pellicanò e del consigliere di classe Pellabruni.
«Le arti marziali non sono solo autodifesa, ma anche non violenza e tolleranza universale, rispetto dell’altro, dell’ambiente e delle leggi che regolano la società civile. Dunque, il loro aspetto filosofico va tenuto in considerazione perché evolve anche la psiche oltre che il corpo.
Ciò è fondamentale davanti a nuove generazioni sempre più orientate verso un vuoto materialismo privo di valori e ideali» è un altro passaggio del maestro su questa positiva sinergia fra società sportiva ed istituto scolastico.
«Inoltre, le arti marziali infondono nel praticante la salvaguardia dalle aggressioni, limitando al massimo danni fisici attraverso tecniche volte ad immobilizzare l’aggressore nelle quali la forza individuale appare irrilevante. In tal modo un soggetto debole con giuste conoscenze tecniche riesce a sfuggirgli o a sopraffarlo rendendolo innocuo. In uno scenario di crescente violenza, ciò consente a figure deboli di potersi difendere» afferma ancora il sensei che ha alle spalle svariati analoghi progetti.
«Ovviamente non sottovalutiamo l’aspetto tecnico ed agonistico e siamo ben felici di diffondere questa disciplina . [...] .
«Le arti marziali non sono solo autodifesa, ma anche non violenza e tolleranza universale, rispetto dell’altro, dell’ambiente e delle leggi che regolano la società civile. Dunque, il loro aspetto filosofico va tenuto in considerazione perché evolve anche la psiche oltre che il corpo.
Ciò è fondamentale davanti a nuove generazioni sempre più orientate verso un vuoto materialismo privo di valori e ideali» è un altro passaggio del maestro su questa positiva sinergia fra società sportiva ed istituto scolastico.
«Inoltre, le arti marziali infondono nel praticante la salvaguardia dalle aggressioni, limitando al massimo danni fisici attraverso tecniche volte ad immobilizzare l’aggressore nelle quali la forza individuale appare irrilevante. In tal modo un soggetto debole con giuste conoscenze tecniche riesce a sfuggirgli o a sopraffarlo rendendolo innocuo. In uno scenario di crescente violenza, ciò consente a figure deboli di potersi difendere» afferma ancora il sensei che ha alle spalle svariati analoghi progetti.
«Ovviamente non sottovalutiamo l’aspetto tecnico ed agonistico e siamo ben felici di diffondere questa disciplina . [...] .
con questo è tutto