dal corriere della sera 7 febbraio 2020 (modifica il 7 febbraio 2020 | 10:31)
Ferrara, il sindaco si fa fare la piega dalla parrucchiera discriminata Messaggio anti-razzista di Fabbri. La donna era stata offesa da una cliente
di Mauro Giordano
«Ho pensato che venire a trovare Sandra sia molto più efficace di qualunque comunicato. No al razzismo». Il sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri, porta la sua solidarietà alla parrucchiera del salone Jean Louis David dell’IperCoop il Castello, dove nei giorni scorsi era avvenuto un episodio di razzismo: una cliente si era rifiutata di farsi lavare e tagliare i capelli dalla dipendente del negozio a causa del colore della sua pelle. Sandra è infatti una ragazza di colore.
Impegno e ironia
Una vicenda finita anche sulle pagine di siti e quotidiani nazionale, che ha accesso anche le polemiche politiche su Ferrara e la sua guida amministrativa leghista. Ma Fabbri ha subito voluto gettare acqua sul fuoco presentandosi nel locale e facendosi fare uno shampoo: il primo cittadino è famoso anche per la sua capigliatura e il suo codino. «Care amiche ed amici, vi ricordate la notizia apparsa sulla stampa nazionale e locale della signora che non voleva farsi lavare i capelli da una parrucchiera di colore qui a Ferrara? - ha scritto il sindaco sulle sue pagine social condividendo anche una foto -. Ho scelto volontariamente di esprimere a Sandra tutta la mia solidarietà a nome della città in questo modo. Penso che abbia più efficacia di qualsiasi altro comunicato. Grazie Sandra, grazie allo staff di Jean Louis David dell’Ipercoop il Castello. No all’ignoranza, no al razzismo». Infine anche ironia nel suo rapporto con i capelli: «Non sperate di vedermi altre volte con i capelli sciolti...»
Leggendo la sua storia sul suo account facebook sembra coerente . Infatti a conferma che tale gesto non sia solo un semplice atto propagandistico e riduzionista cioè tendente a gettare fumo negli occhi all'opinione pubblica è questa lettera aperta di flavio romani un suo avversario politico a https://www.estense.com/ del 13\1\2020
“Alan Fabbri, allontanati da questa gentaglia”
Flavio Romani sul silenzio del sindaco di Ferrara sulle manifestazioni di odio di matrice Lega
“Caro Alan Fabbri, non ci credo”. È una lettera aperta, ma anche un appello, indirizzata al sindaco di Ferrara da Flavio Romani.Il candidato al consiglio regionale nelle fila di Emilia-Romagna coraggiosa, non crede che l’ultimo post apparso sulla bacheca del leader leghista – “in cui ti lamenti del fumetto satirico di Mario Zamorani, perché istigherebbe violenza e odio” – sia opera sua.Non lo crede “perché immagino tu conosca bene la differenza fra satira e linguaggio d’odio, e la satira in rima baciata con corredo di fumetti – spiega Romani -, in stile un po‘ vintage di Mario Zamorani non ha niente a che fare con l’odio”.Hanno invece a che fare con “la violenza peggiore e con l’odio più feroce”, “i commenti pubblicati sulla pagina del Pinguini Estensi, centinaia di commenti su Ilaria Cucchi, Carola Rakete, il presidente Mattarella, Aldo Modonesi, e naturalmente Estense.com (che per il suo atteggiamento critico diventa subito “un giornale di m***a in cui ci lavorano giornalisti del c***o”), ovviamente i Rom, con i campi da disinfettare con il lanciafiamme, come sostiene la tua fan sfegatata Raffaella Breveglieri, che ha come immagine profilo una foto con te”.Romani passa in rassegna alcuni dei commenti più atroci resi noti da Estense.com e che corredano la pagina dei Pinguini estensi, ora rimossa, gestita da persone orbitanti nella galassia della Lega di Ferrara e denunciate da Ilaria Cucchi per associazione a delinquere, diffamazione, istigazione e apologia di reato.“Eppure non hai detto una parola su questo scandalo – riprende Romani -, forse perché la maggior parte di loro sono tuoi sostenitori? forse perché molte di queste persone hanno fatto la stessa operazione di spargimento di odio a piene mani soprattutto contro i migranti, raccontando balle su balle per preparare la campagna elettorale con cui hai vinto le elezioni?”.Tornando all’esempio del pamphlet di Zamorani, Romani chiede al sindaco se “davvero pensi che un diavoletto rosso disegnato e frasi come «Vanne via da qui dabbasso, te lo dice Satanasso, pussa via da questa fogna, tu sei peggio della rogna, non ti voglio al mio reame, brutto ceffo, brutto infame» siano di una gravità maggiore che augurare la peggiore delle morti, usare insulti sessisti contro due donne, gioire quando una barca di migranti affonda?”.E ancora, “perché ti indigni per un fumetto che è satira all’acqua fresca e non dici niente ai tuoi sostenitori incarogniti nello spargere violenza a piene mani contro chiunque non sia allineato con le posizioni leghiste?”.Una lunga premessa per ribadire che “non ci credo che sei stato tua scrivere il post contro Zamorani, dicci che è stata un’esagerazione di qualche collaboratore che segue i tuoi social, dicci che è stato il tuo vicesindaco pro tempore, il pregiudicato in casa Acer con lo stipendio da 5000 euro al mese (4800 lordi, 3400 netti, ndr)”.“Alan – conclude Romani con un appello finale riferendosi ai sostenitori haters -, per quel poco che ti conosco io tu non sei così. Allontanati da questa gentaglia, per il tuo bene”.