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Il 4 giugno a Roma si terrà l’udienza d’Appello per l’omicidio di Davide Marasco. Chiesti i domiciliari per Naim Xhumari, condannato il 10 gennaio a sette anni e due mesi per omicidio stradale. Condividiamo l’appello di Maria Grazia Carta, la mamma di Davide per pretendere piena giustizia.
Tra due giorni sarà passato un anno da quell’alba maledetta del 27 maggio 2019. Davide Marasco, 32 anni, padre di un bambino di quattro, come tutte le mattine stava andando a lavorare con il suo scooter sulla via Casilina, quando Naim Xhumari, ubriaco e contromano lo ha investito in pieno con la sua auto, lasciandolo a terra, senza prestare il minimo soccorso. 12 mesi sono trascorsi, nei quali Maria Grazia Carta, la mamma di Davide ha lottato per ottenere giustizia e per mantenere la memoria di suo figlio, attraverso gesti di solidarietà e cura del prossimo. Ha interpretato il percorso giudiziario come una strada per arrivare ad una condanna che richiamasse al rispetto della vita di ognuno e al senso di responsabilità di chi, infrangendo la legge, può distruggere la felicità di intere famiglie. Non ha mai voluto vendetta Maria Grazia, ha rifiutato strumentalizzazioni razziste, proposte da chi non le ha offerto il conforto istituzionale, ma cercava di usare il suo dolore per fini propagandistici.
Il 10 gennaio è arrivata la sentenza. Sette anni e 2 mesi è stata la condanna inflitta nel processo con rito abbreviato a Naim Xhumari, riconosciuto colpevole di omicidio stradale. Una pena significativa di cui Maria Grazia si è dichiarata soddisfatta, ma purtroppo non ha potuto nemmeno questa volta riprendere le forze. Il 4 giugno ci sarà l’udienza d’appello: si prospetta la possibilità della concessione degli arresti domiciliari per chi ha ucciso Davide. Per le misure di distanziamento sociale, non si può chiedere, come fatto il 10 gennaio, di andare al tribunale per manifestare la vicinanza a Maria Grazia, ma si può condividere la sua lettera, breve e diretta, come è lei, per ribadire con forza la necessità di giustizia.
“Buongiorno, in qualità di madre di Davide Marasco sono offesa indignata e arrabbiata per la richiesta di appello degli arresti domiciliari di Xhumari Naim, udienza che si terrà a Roma il 04/06/2020. Trovo vergognoso che a meno di un anno, dopo aver ammazzato mio figlio con delle modalità criminali e senza averlo soccorso, il suo carnefice possa usufruire di una scelta che lui stesso non ha concesso a Davide. Se si considera il fatto che sia anche scappato subito dopo averlo preso in pieno, come non si può tenere conto che potrebbe approfittarne per scappare nel suo luogo di origine o comunque allontanarsi dal suo domicilio e reiterare il reato? Se ciò dovesse accadere sarebbe una sconfitta della giustizia e un ulteriore oltraggio nei confronti della vittima. Chiunque a questo punto, si sentirebbe autorizzato a delinquere, a scappare, rimanendo così impunito. PRETENDO PIENA GIUSTIZIA.
Il 4 giugno a Roma si terrà l’udienza d’Appello per l’omicidio di Davide Marasco. Chiesti i domiciliari per Naim Xhumari, condannato il 10 gennaio a sette anni e due mesi per omicidio stradale. Condividiamo l’appello di Maria Grazia Carta, la mamma di Davide per pretendere piena giustizia.
Tra due giorni sarà passato un anno da quell’alba maledetta del 27 maggio 2019. Davide Marasco, 32 anni, padre di un bambino di quattro, come tutte le mattine stava andando a lavorare con il suo scooter sulla via Casilina, quando Naim Xhumari, ubriaco e contromano lo ha investito in pieno con la sua auto, lasciandolo a terra, senza prestare il minimo soccorso. 12 mesi sono trascorsi, nei quali Maria Grazia Carta, la mamma di Davide ha lottato per ottenere giustizia e per mantenere la memoria di suo figlio, attraverso gesti di solidarietà e cura del prossimo. Ha interpretato il percorso giudiziario come una strada per arrivare ad una condanna che richiamasse al rispetto della vita di ognuno e al senso di responsabilità di chi, infrangendo la legge, può distruggere la felicità di intere famiglie. Non ha mai voluto vendetta Maria Grazia, ha rifiutato strumentalizzazioni razziste, proposte da chi non le ha offerto il conforto istituzionale, ma cercava di usare il suo dolore per fini propagandistici.
Il 10 gennaio è arrivata la sentenza. Sette anni e 2 mesi è stata la condanna inflitta nel processo con rito abbreviato a Naim Xhumari, riconosciuto colpevole di omicidio stradale. Una pena significativa di cui Maria Grazia si è dichiarata soddisfatta, ma purtroppo non ha potuto nemmeno questa volta riprendere le forze. Il 4 giugno ci sarà l’udienza d’appello: si prospetta la possibilità della concessione degli arresti domiciliari per chi ha ucciso Davide. Per le misure di distanziamento sociale, non si può chiedere, come fatto il 10 gennaio, di andare al tribunale per manifestare la vicinanza a Maria Grazia, ma si può condividere la sua lettera, breve e diretta, come è lei, per ribadire con forza la necessità di giustizia.
“Buongiorno, in qualità di madre di Davide Marasco sono offesa indignata e arrabbiata per la richiesta di appello degli arresti domiciliari di Xhumari Naim, udienza che si terrà a Roma il 04/06/2020. Trovo vergognoso che a meno di un anno, dopo aver ammazzato mio figlio con delle modalità criminali e senza averlo soccorso, il suo carnefice possa usufruire di una scelta che lui stesso non ha concesso a Davide. Se si considera il fatto che sia anche scappato subito dopo averlo preso in pieno, come non si può tenere conto che potrebbe approfittarne per scappare nel suo luogo di origine o comunque allontanarsi dal suo domicilio e reiterare il reato? Se ciò dovesse accadere sarebbe una sconfitta della giustizia e un ulteriore oltraggio nei confronti della vittima. Chiunque a questo punto, si sentirebbe autorizzato a delinquere, a scappare, rimanendo così impunito. PRETENDO PIENA GIUSTIZIA.