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20.10.18

non sapevo che smontare i miti e fare politica e non politika fosse una vergogna

 canzone     suggerità  e  colonna  sonora  del post




il monologo di  Vincenzo Salemme  preso  da   un recente  post  condivisdo  sulla mia bacheca  di  facebook   capita  a proposito  per  raccontarvi  due  post   avvenuti  su facebook  : 
 il primo privato   ,  il secondo  di  una mia  amica  ma che  rappresenta il mio modo di pensare ed  mi permette  di spiegare meglio , anch e se  è  e già presente  nelle FAQ  la  differenza  tra politika  ( scritta    volutamente  con la  k  per  indicare  i politicanti  ed  i politici di professione  )  ed  politica ( politica  della  gente     , politica  dal  basso ed  apartitica   ) .
Ma  andiamo  con ordine   . IL primo è un litigio  con la  mia  vecchia  amica  e  compagna di  viaggio e  di strada    ventennale  conosciuta    sul news  groups  ( NG  )  ormai scomparso  it.discussioni.censura       Antonella Serafini    di www.censurati.it
Il  litigio è  avvenuto coem potete  notare  dala  discussione    su fb  e  poi su wtzap     per  un motivo  banale   e  se   vogliamo     ridicolo  secondo  me    ma   in realtà    divergenza  di vedute     capita     su    quello  che  inmedia  embed      e  la  volgata  comune  considera    un eroe  antimafia   facdendo passare    il  secondo  piano    le  sue  ambiguità       nel   arrivare  alla  lotta  al crimine   e  alla  giustizia . 


Giuseppe Scano
19 h
YouTube
 · strano che il capitano ultimo ( Antonella Serafini ) lo abbia ossannato

Antonella Serafini VergognatiGestireMi piace




Rispondi17 h

Giuseppe Scano Antonella Serafini perché solo perché ho espresso un dubbio?!
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Rispondi17 h

Antonella Serafini Giuseppe Scano per la mancanza di rispetto verso il generale Dalla Chiesa
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Rispondi17 h

Giuseppe Scano Antonella Serafini mettere indiscussione  e smontare i miti lo é  ? 
Gestire


Rispondi17 hModificato

poi  la  discussione   è  continuata   fino a  suo  blocco su wtzp 
[23:25, 19/10/2018] Redbeppeulisse: Di cosa mi devo vergognare ?!  Dolo d'aver espresso un dubbio . Non su ultimo ma sulla dalla chiesa e di come ultimo ne mostri solo un lato e non a 360 gradi
[23:26, 19/10/2018] Antonella Serafini: Il generale è un eroe su cui hai buttato fango
[23:26, 19/10/2018] Antonella Serafini: Morto ammazzato anche per te
[23:26, 19/10/2018] Antonella Serafini: Sacrificio inutile, vedo
[23:27, 19/10/2018] Redbeppeulisse: Mah . Un eroe ambiguo . Se lo analizzi a 360 gradi
[23:27, 19/10/2018] Antonella Serafini: Ripeto: vergognati
[23:28, 19/10/2018] Redbeppeulisse: Per aver mostrato l'altro lato della 🏅  e dell'eroe 
  e qui  mi  ha  bloccatto  
[23:31, 19/10/2018] Redbeppeulisse: Nessun sacrificio é inutile di chi lotta contro le mafie. Sia che sia professionista dell'antimafia sia che sia onesto e puro come Falcone e Borsellino
[23:32, 19/10/2018] Redbeppeulisse: Notte
[07:34, 20/10/2018] Redbeppeulisse: Credevo che gli amici  ventennali  potessetero  avere divergenze  d'opinioni  evidentemnente  mi sbagliavo 


qui non si parlava di ultimo in se. Ma del suo elogiare persone poi diventate eroi e simboli ma che in realtà sono stati ambigui . Ecco perché ho litigato con vostra sorella che ha un carattere pepato almeno da quel modo che ho avuto di conoscerla e frequentarla anche se solo virtualmente. Ma pazienza speriamo di niuovo un giorno di rincontrarla lungo la strada



 perchè certe amicizie ti rimangono dentro e dificilmente si dimenticano visto che sono una parte di te e ti hanno dato molto e contribuito ad essere quello che sono . 


IL  secondo  è  un risposta   alla becera  ed  ignorante  proposta di    Salvini    quella   è politika      la  seconda  è politica  
Io faccio politica in classe, sì.
Faccio politica ogni volta che spiego la storia, ogni volta che condanno il fascismo, ogni volta che mi rifaccio alla Costituzione, ogni volta che racconto le luride azioni di Hitler, Mussolini e Stalin, ogni volta che in letteratura scelgo Primo Levi e leggo passi di "Se questo è un uomo", ogni volta che insegno ai miei alunni l'uguaglianza e l'integrazione degli stranieri, ogni volta che affermo che sulla terra esiste una sola razza: quella umana.
"Politica" deriva da polítēs e significa cittadino. 
Faccio politica in classe ogni volta che insegno l'educazione civica, la convivenza pacifica, le regole del vivere civile, la capacità di far valere i propri diritti e ottemperare nei doveri.
Che venga pure ad arrestarmi Salvini, ma che prima trovi qualcuno che gli spieghi con parole molto elementari che quella vietata in classe è la propaganda elettorale e non "la politica".
Perché se un ministro non conosce questa differenza basilare, chi dovrebbe cambiare mestiere è proprio lui.

TECNICADELLASCUOLA.IT
Un insegnante che fa politica in classe deve cambiare mestiere: lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, commentando l’assegnazione di un tema in un liceo di Crotone, nel quale sarebbe stato fatto un parallelismo tra le leggi razziali del 1938 e il “recente decreto in discussione al Parlamento...








24.9.17

ISTITUZIONI ASSENTi ed ILLEGALITÀ PERMANENTEad Alanno: casa crollante per un canalone fuorilegge, famiglia in tenda e scandaloso balletto del poterela famiglia fa un presidio in piazza






La storia chje racconto è una storia documentata alla mano di una famiglia pescarese distrutta e abbandonata dalle stesse istituzioni e del presidio del diritto da104 giorni famiglia cucinotta marsilii piazza italia pescara




pima parte 




seconda parte 





per chi ha voglia di saperne più oltre i  due  video  citati prima  di RADIO SOS De Titta c'è sotto l'articolo de http://ildelitto.it/  segnalatami dall'amica  e  uan delleprime  se  non la prima  comnpagna  di strada    antonella  serafini  di censurati.it





Le acque di un canalone illegale, che doveva essere in sicurezza da oltre dieci anni, hanno reso pericolante ad Alanno una casa, i cui proprietari si son dovuti accampare davanti al municipio, vittime di uno scandaloso balletto del potere.


Scoppiato l’inghippo, spariscono documenti all’ufficio tecnico del Comune e il canalone diventa addirittura per i carabinieri come un fantasma risalente al 1940, ma balza fuori un progetto insabbiato in modo sospetto: vicende sulle quali anche il magistrato, tuttavia, ha sorvolato, archiviando un procedimento per omissione e abuso d’ufficio.
Sembra una storia di altri secoli, di quelli impossibili in un paese rispettabile col Comune retto da una amministrazione sostenuta dal Pd. Eppure è ciò che accade oggi ai coniugi Alessandra Marsilii e Francesco Roberto Cucinotta e ai loro tre figli, colpevoli solo di avere comprato nel 1999 un immobile con l’intento di realizzarci un bed & breakfast. 
Una casa perfettamente in regola, ma minacciata dalle acque
La casa era perfettamente in regola, da ogni punto di vista legale, ma ben presto i proprietar i si accorsero che ogni pioggia vi scarrozzava contro una massa enorme d’acqua, convogliata da un canalone pubblico di raccolta mal concepito, insistente su area di proprietà comunale e con una grata di captazione che faceva scorrere, deviando, sotto le fondazioni della costruzione.
Non sortendo nulla le segnalazioni all’amministrazione comunale, se non vaghe promesse, mai seguite da fatti, l’acqua, senza i necessari interventi, ha a poco a poco lesionato i muri portanti della casa, così da determinare nel 2015 i vigili del fuoco a dichiararne la pericolosità e a richiedere urgenti lavori per la messa in sicurezza del canalone e il restauro dell’edificio danneggiato.
Il Comune fa lo gnorri e tace sull’obbligo di eliminare il pericolo
Il Comune ha diffidato i proprietari e assegnato termine per la nomina di un tecnico al quale affidare il monitoraggio permanente della situazione, ma in modo maldestro ha fatto lo gnorri sui propri obblighi di eliminare il pericolo derivante dal canalone anomalo; come dire “Il mio canalone che dovrebbe salvare la gente ti butta a terra la casa? E chi se ne frega!”.
Non se ne sono fregati però, ancora una volta, i vigili del fuoco, i quali, intervenuti poi a seguito del recente terremoto che ha interessato anche la zona di Pescara, hanno richiesto al Comune di Alanno di ordinare lo sgombero dell’abitazione. Non se n’è fregata nemmeno Alessandra Marsilii, che, stanca delle peregrinazioni al municipio e di protestare al vento, aveva già presentato una querela e intrapreso nelle varie sedi giudiziarie una battaglia, assistita dall’avv. Attilio Piacente.
La vicenda è per il gip “frammentaria e di difficile comprensibilità”
La querela non ha avuto, però, buona fortuna. Il 25 agosto dell’anno scorso il pm ne aveva chiesto l’archiviazione e in ultimo, qualche settimana fa, il gip Antonella Di Carlo l’ha archiviata. L’avv. Piacente aveva evidenziato nella sua opposizione che non erano state svolte dal pm indagini adeguate, ma il giudice se n’è uscito con una motivazione curiosa, secondo la quale la vicenda è “frammentaria e di difficile comprensibilità”, quasi che non fosse compito della magistratura, ma di altri, accertare i fatti.



Il tecnico incaricato dalla signora Marsilii di monitorare la situazione ha scovato con sorpresa al Comune un progetto del 3 ottobre 2006 dell’architetto Antonio Buccella per la sistemazione della rete fognaria e delle acque bianche interessante anche il canalone oggetto della questione. Ma dell’esecuzione di quei lavori non vi è traccia. Che ne è stato?
Dal progetto sparito alla vita della famiglia sotto una tenda
Al giallo di quel progetto e alla questione di documenti di cui il Comune imperterrito negava agli interessati l’esistenza, si aggiunge lo scandalo della famiglia in mezzo alla strada. Ordinato lo sgombero della casa, in via d’urgenza il Comune aveva ospitato la famiglia in un albergo, adoperandosi quindi per la sistemazione in un alloggio dell’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale per la Provincia di Pescara (Ater). Ma questa procedura s’è fermata per un inghippo: la casa assegnata, infatti, presentava carenze igienico-sanitarie gravi per la risalita di umidità dal pavimento e a nulla sono valse finora le sollecitazioni per avere un alloggio vivibile.

Mentre vanno avanti le questioni giudiziarie, ecco che Alessandra Marsilii, Francesco Roberto Cucinotta e i tre figli per non dormire sotto il cielo hanno scelto di farlo sotto una tenda, piazzata proprio davanti al palazzo del municipio. A sostenerne le ragioni si sono scatenati i social, anche con un apposito gruppo Facebook di sostegno. Ma la vicenda non è per niente di quelle folcloristiche; merita grande attenzione e maggiore rispetto da parte della pubblica amministrazione, perché i palleggiamenti attuali fra Comune, Ater e Prefettura di Pescara sono gravi più di un delitto.


19.7.12

Via d'Amelio 19 luglio 1992-19 luglio 2012 [c'era una volta 1992-1994 puntata VII] + intervista esclusiva ad uno dei pochi giornalisti che non credono alla trattiva tra stato e mafia Enrico tagliaferro


Da oggi  16  luglio   inizia  il rituale celebrativo per il 20° anniversario di Via d'Amelio . Strage \attentato di stampo terroristico-mafioso messo in atto il pomeriggio del 19 luglio 1992 a Palermo in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta. L'agguato segue di due mesi la strage di Capaci, in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla mafia Da quei pochi ricordi diretti , viste che non vidi subito in diretta come quelle per capaci ( vedere miei post del 22 e 23 maggio che potete trovare qui ) ero a raccogliere  bacche  di mirto per  farne  talee  con mio padre  e mio fratello  .  
foto ansa
Dai quei pochi ricordi dell'epoca, aveva  16 anni,fu  un attentato di stampo 
terroristico-mafioso messo in atto il pomeriggio del 19 luglio 1992 a Palermo in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta :   1)  Agostino Catalano il  capo scorta  ., 2)  Emanuela Loi prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio, Vincenzo Li Muli,Walter Eddie Cosina ed infine  Claudio Traina.
L'unico sopravvissuto   fu  Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni. L'attentato segue di due mesi la strage di Capaci, in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla mafia.
Essi sono ricordi  basati  su immagini tv (  vedere  video sotto  )  che vedemmo appena   rientrammo a  casa  di nonna  materna   


                       film e  documentari sull'eccidio 





 L'esplosione, avvene in via Mariano D'Amelio dove viveva la madre di Borsellino e dalla quale il giudice quella domenica si era recato in visita, avvenne per mezzo di una Fiat 126 contenente circa 100 chilogrammi di tritolo sui  dubbi espressi   da  gli agenti di scorta, via d'Amelio era una strada pericolosa, tanto che era stato chiesto di procedere preventivamente ad una rimozione dei veicoli parcheggiati davanti alla casa, richiesta però non accolta dal comune di Palermo, come rilasciato in una intervista alla RAI da Antonino Caponnetto.
Fin qui i   ricordi misti .
Questo    fino a  che   s'inizio  a parlare  della trattiva  tra mafia e stato  che  appresi da trasmessi  come Blu notte di Lucarelli e  siti  come  http://www.misteriditalia.it  . Ora  inizialmente  c'era lo stesso proposito   , per  chiarire e  chiarirmi  meglio  alcuni  aspetti   della trattativa  (  verità assoluta ed indiscutibile secondo alcuni  ,  verità  con critica  come il  sottoscritto  , presunta   secondo alcuni  , inesistente o bufala  secondo altri  ) ,  dei post  su  capaci   cioè  il non parlare   del contrastato argomento  ,  e lasciare parlare solo  i ricordi diretti o indiretti che fossero  . Ma  visti  i classici fiumi  d'inchiostro  e  di bit   e tutta  una serie  d'articoli  trasmissioni  ,tv  , dvd  , libri ,ecc   a senso  unico  cioè pro trattativa  , i  miei dubbi  su quello che  gli stessi fautori  d'essa definisco  basilare    cioè il pappello  di  Vito Ciancimino   e le  dichiarazioni  del figlio  Massimo Ciancimino    , ed [  SIC  ] il svincolare  ( come il  caso  di  Adriana  stazio delle agende  rosse )  o  il non rispondere ( motivi di salute o paura  d'essere messi in discussione   , Salvatore  Borsellino spazio facebook  e email al sito http://www.19luglio1992.com/.  
Il mio  intento  era intervistare   sia  i Trattatisti  (   sono sempre  a  disposizione per  repliche  ed eventuali richieste di rettifiche    che  questo post   dovesse potare  )  sia  gli anti  o i dubbiosi \ negazionisti   . Ora  Sono riuscito  nel secondo ,  intervistando  via  facebook  il maggiore  dei rappresentati  Enrico Tagliaferro , riprendendo le  domande (  qui il testo originale  )  fatte dall'amica Antonella Serafini  (  di www.censurati .it )  al d Antonio Ingroia  ovviamente  modificandole per  renderle  più comprensibili  a  chi non legge i giornali ( se  non quelli sportivi  )  o  vede  solo programmi demenziali  ,  insomma  agli analfabeti di  ritorno  
Egli  è un blogger noto sul web come “il Segugio” ( indirizzo del blog: http://segugio.daonews.com/ ), autore nel 2010 di un libro autoprodotto dal titolo “Prego, dottore!”, acquisito agli atti del processo “Mori-Obinu”, a Palermo, in quanto latore di argomenti piuttosto convincenti in relazione alla dubbia autenticità di alcune carte prodotte dal teste Massimo Ciancimino, in un periodo in cui lo stesso Ciancimino era considerato un’icona dell’antimafia non essendo ancora incappato nel malaugurato incidente che gli costò l’arresto con un’accusa di calunnia per la falsificazione di un documento.
Tagliaferro in questi ultimi anni insieme ad altri blogger giornalisti come Antonella Serafini (censurati.it) o Anna Germoni, ha seguito le vicende siciliane che hanno visto i Reparti Operativi Speciali dei carabinieri al centro di accuse molto gravi, studiando scrupolosamente le carte e le testimonianze, e proponendo quindi un’analisi critica del lavoro della magistratura che ha sollevato nei suoi lettori, come pare, più di un dubbio in relazione alle ipotesi accusatorie formulate a carico di uomini come il capitano Ultimo (Sergio De Caprio) e il generale Mori.
Tagliaferro in particolare, con le sue documentate inchieste, ha acceso i riflettori su indizi di dubbia autenticità e su testimonianze incongrue, in relazione a questa triste storia.
Purtroppo il nostro sistema dell’informazione da ben poco spazio a chi non si accoda alle “verità” ufficiali.

Abbiamo così deciso di proporgli alcune domande.



1) Con riferimento alla perquisizione del febbraio 2005 della casa all’Addaura di Massimo Ciancimino, tu non vedi forse un’incongruenza fra quanto riferito dal testimone a proposito della cassaforte “volontariamente non perquisita” dai carabinieri, ed il fatto che vi sia stata una contestuale perquisizione, da parte degli stessi carabinieri, di un magazzino, persino facoltativa in quanto non disposta nel mandato del magistrato, in cui venne repertato il famoso pizzino strappato, meglio noto come “lettera di Provenzano a Berlusconi”, oltre che a copiosa documentazione manoscritta di don Vito? E come si conciliano le due versioni date dal teste, una in cui Ciancimino per telefono dalla Francia suggerisce al suo impiegato di consegnare ai carabinieri la chiave della cassaforte, e l’altra in cui dice di aver parlato con il suo dipendente solo “a perquisizione avvenuta”?
Tu hai già posto l’accento, nella tua domanda, su alcune visibili incongruenze. Ma ce ne sono molte altre, su quel fatto. Massimo Ciancimino dapprima racconta che i carabinieri, durante quella perquisizione nel 2005, rinunciarono ad aprire la sua cassaforte, nonostante questa contenesse il preziosissimo “papello”, quello poi da lui consegnato in fotocopia e che oggi noi conosciamo. Successivamente uno dei carabinieri che parteciparono alla perquisizione, affermò invece in aula che un suo collega ritrovò il papello nascosto in una controsoffittatura, se lo portò in copisteria per fotocopiarselo (ma senza porre la fotocopia agli atti del sequestro), e quindi lo ripose nuovamente dove l’aveva trovato.
Tutte queste narrazioni possono lasciare, in chi le recepisce, perplessità, e come un senso di sconcerto, di mistero. Io invece credo che tutto diventi più chiaro e meno misterioso, se si guarda sotto un’altra luce, vale a dire tenendo in considerazione in primis che il “papello” di Ciancimino, già rinviato a giudizio per aver falsificato, reo confesso, un altro documento, contiene un evidente anacronismo, tale da indurre a dubitare anche di quella fotocopia, e che il secondo testimone è un carabiniere non proprio dei primi della classe, già condannato in primo grado per falso materiale, avendo falsificato la firma del suo comandante in calce ad una dichiarazione scritta, ed essendo quindi fisiologicamente ostile verso i propri comandi dell’epoca.
Ci troviamo quindi di fronte ad incongruenze o fatti sconcertanti scaturiti dalle testimonianze di due probabili falsari. Tenendo in conto questo, forse tutto quadra meglio, e si spiegano le incongruenze.

 2 ) Parliamo della trattativa fra lo stato e la mafia. Secondo la teoria dei magistrati, questa avrebbe avuto origine da un contatto, realizzato a questo scopo, fra i carabinieri del ROS e don Vito Ciancimino. Ti pare forse un’iniziativa logica, quella di impiegare due ufficiali dei carabinieri, già distintisi per un’attività senza tregua contro la criminalità e per aver arrestato molti pericolosi latitanti, come ad esempio Ciccio Madonìa, e proprio in quel momento concentrati in un’inchiesta sulla mafia e sugli appalti in Sicilia, come emissari della “trattativa”, quando era disponibile, ad esempio, il famoso “signor Franco” il quale, a sentire le testimonianze, era un rappresentante delle istituzioni che nel contempo aveva contatti molto più diretti dei carabinieri con Cosa Nostra?

Le istituzioni con cui Cosa Nostra avrebbe dovuto trattare, erano forse rappresentate dai due carabinieri, Mori e De Donno, e da loro soltanto?
L’idea di un’iniziativa del “signor Franco” intesa come migliore e più logica opportunità, per intavolare una trattativa fra lo stato e la mafia, rispetto a quella assunta da due nemici giurati (non solo metaforicamente) dell’organizzazione criminale, quali erano Mori e De Donno, è logicamente sostenibile di per se stessa,  ma irrealistica e non ipotizzabile, in quanto non solo il sottoscritto, ma anche, ad esempio, i magistrati di Caltanissetta dubitano che questo sig. Franco possa configurarsi veramente come un’entità appartenente al mondo reale. Comunque, pur prescindendo  da ogni termine di paragone,anche in senso assoluto mi pare evidente che se veramente qualcuno nello Stato, volendo piegarsi ad una trattativa di natura “concessoria” con Cosa Nostra, avesse deciso di affidare, anziché a qualcuno dei molti “contatti” possibili con la mafia (magari selezionato nell’ambito delle molte contiguità e collusioni che certamente esistevano), l’incarico a due segugi da caccia grossa, capaci di mille trucchi pur di catturare la preda, quali erano Mori e De Donno, e conosciuti dai mafiosi come tali, beh… non mi pare che potrebbe considerarsi una brillante idea, se questa fosse riferita ad un fatto vero. Infatti io sono convinto che le cose non stiano a quel modo. Cosa Nostra sapeva benissimo che il Generale Dalla Chiesa era stato come un padre ed un fratello, per il colonnello Mori, così come lo stesso Mori lo era stato per il maresciallo Giuliano Guazzelli, ucciso pochi mesi prima (aprile 92) dagli assassini di Cosa Nostra. Avete mai visto un assassino che, per intavolare una trattativa finalizzata ad ottenere qualche vantaggio, accetta fiducioso, quale interlocutore, il fratello oppure il padre, o comunque un compagno d’armi delle proprie vittime? E’ chiaro che non esiste al mondo un interlocutore più inopportuno ed inadatto di quello, potendo egli come obbiettivo primario, anche per ragioni personali, sempre e soltanto la cattura degli assassini.
Ma questa è soltanto una, fra le tante incongruenze di questa fantastica ricostruzione storica, quella della trattativa.



3)

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...