La storia chje racconto è una storia documentata alla mano di una famiglia pescarese distrutta e abbandonata dalle stesse istituzioni e del presidio del diritto da104 giorni famiglia cucinotta marsilii piazza italia pescara
pima parte
seconda parte
per chi ha voglia di saperne più oltre i due video citati prima di RADIO SOS De Titta c'è sotto l'articolo de http://ildelitto.it/ segnalatami dall'amica e uan delleprime se non la prima comnpagna di strada antonella serafini di censurati.it
Le acque di un canalone illegale, che doveva essere in sicurezza da oltre dieci anni, hanno reso pericolante ad Alanno una casa, i cui proprietari si son dovuti accampare davanti al municipio, vittime di uno scandaloso balletto del potere.
Scoppiato l’inghippo, spariscono documenti all’ufficio tecnico del Comune e il canalone diventa addirittura per i carabinieri come un fantasma risalente al 1940, ma balza fuori un progetto insabbiato in modo sospetto: vicende sulle quali anche il magistrato, tuttavia, ha sorvolato, archiviando un procedimento per omissione e abuso d’ufficio.
Sembra una storia di altri secoli, di quelli impossibili in un paese rispettabile col Comune retto da una amministrazione sostenuta dal Pd. Eppure è ciò che accade oggi ai coniugi Alessandra Marsilii e Francesco Roberto Cucinotta e ai loro tre figli, colpevoli solo di avere comprato nel 1999 un immobile con l’intento di realizzarci un bed & breakfast.
Una casa perfettamente in regola, ma minacciata dalle acque
La casa era perfettamente in regola, da ogni punto di vista legale, ma ben presto i proprietar i si accorsero che ogni pioggia vi scarrozzava contro una massa enorme d’acqua, convogliata da un canalone pubblico di raccolta mal concepito, insistente su area di proprietà comunale e con una grata di captazione che faceva scorrere, deviando, sotto le fondazioni della costruzione.
Non sortendo nulla le segnalazioni all’amministrazione comunale, se non vaghe promesse, mai seguite da fatti, l’acqua, senza i necessari interventi, ha a poco a poco lesionato i muri portanti della casa, così da determinare nel 2015 i vigili del fuoco a dichiararne la pericolosità e a richiedere urgenti lavori per la messa in sicurezza del canalone e il restauro dell’edificio danneggiato.
Il Comune fa lo gnorri e tace sull’obbligo di eliminare il pericolo
Il Comune ha diffidato i proprietari e assegnato termine per la nomina di un tecnico al quale affidare il monitoraggio permanente della situazione, ma in modo maldestro ha fatto lo gnorri sui propri obblighi di eliminare il pericolo derivante dal canalone anomalo; come dire “Il mio canalone che dovrebbe salvare la gente ti butta a terra la casa? E chi se ne frega!”.
Non se ne sono fregati però, ancora una volta, i vigili del fuoco, i quali, intervenuti poi a seguito del recente terremoto che ha interessato anche la zona di Pescara, hanno richiesto al Comune di Alanno di ordinare lo sgombero dell’abitazione. Non se n’è fregata nemmeno Alessandra Marsilii, che, stanca delle peregrinazioni al municipio e di protestare al vento, aveva già presentato una querela e intrapreso nelle varie sedi giudiziarie una battaglia, assistita dall’avv. Attilio Piacente.
La vicenda è per il gip “frammentaria e di difficile comprensibilità”
La querela non ha avuto, però, buona fortuna. Il 25 agosto dell’anno scorso il pm ne aveva chiesto l’archiviazione e in ultimo, qualche settimana fa, il gip Antonella Di Carlo l’ha archiviata. L’avv. Piacente aveva evidenziato nella sua opposizione che non erano state svolte dal pm indagini adeguate, ma il giudice se n’è uscito con una motivazione curiosa, secondo la quale la vicenda è “frammentaria e di difficile comprensibilità”, quasi che non fosse compito della magistratura, ma di altri, accertare i fatti.
Il tecnico incaricato dalla signora Marsilii di monitorare la situazione ha scovato con sorpresa al Comune un progetto del 3 ottobre 2006 dell’architetto Antonio Buccella per la sistemazione della rete fognaria e delle acque bianche interessante anche il canalone oggetto della questione. Ma dell’esecuzione di quei lavori non vi è traccia. Che ne è stato?
Dal progetto sparito alla vita della famiglia sotto una tenda
Al giallo di quel progetto e alla questione di documenti di cui il Comune imperterrito negava agli interessati l’esistenza, si aggiunge lo scandalo della famiglia in mezzo alla strada. Ordinato lo sgombero della casa, in via d’urgenza il Comune aveva ospitato la famiglia in un albergo, adoperandosi quindi per la sistemazione in un alloggio dell’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale per la Provincia di Pescara (Ater). Ma questa procedura s’è fermata per un inghippo: la casa assegnata, infatti, presentava carenze igienico-sanitarie gravi per la risalita di umidità dal pavimento e a nulla sono valse finora le sollecitazioni per avere un alloggio vivibile.
Mentre vanno avanti le questioni giudiziarie, ecco che Alessandra Marsilii, Francesco Roberto Cucinotta e i tre figli per non dormire sotto il cielo hanno scelto di farlo sotto una tenda, piazzata proprio davanti al palazzo del municipio. A sostenerne le ragioni si sono scatenati i social, anche con un apposito gruppo Facebook di sostegno. Ma la vicenda non è per niente di quelle folcloristiche; merita grande attenzione e maggiore rispetto da parte della pubblica amministrazione, perché i palleggiamenti attuali fra Comune, Ater e Prefettura di Pescara sono gravi più di un delitto.
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