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24.9.17

ISTITUZIONI ASSENTi ed ILLEGALITÀ PERMANENTEad Alanno: casa crollante per un canalone fuorilegge, famiglia in tenda e scandaloso balletto del poterela famiglia fa un presidio in piazza






La storia chje racconto è una storia documentata alla mano di una famiglia pescarese distrutta e abbandonata dalle stesse istituzioni e del presidio del diritto da104 giorni famiglia cucinotta marsilii piazza italia pescara




pima parte 




seconda parte 





per chi ha voglia di saperne più oltre i  due  video  citati prima  di RADIO SOS De Titta c'è sotto l'articolo de http://ildelitto.it/  segnalatami dall'amica  e  uan delleprime  se  non la prima  comnpagna  di strada    antonella  serafini  di censurati.it





Le acque di un canalone illegale, che doveva essere in sicurezza da oltre dieci anni, hanno reso pericolante ad Alanno una casa, i cui proprietari si son dovuti accampare davanti al municipio, vittime di uno scandaloso balletto del potere.


Scoppiato l’inghippo, spariscono documenti all’ufficio tecnico del Comune e il canalone diventa addirittura per i carabinieri come un fantasma risalente al 1940, ma balza fuori un progetto insabbiato in modo sospetto: vicende sulle quali anche il magistrato, tuttavia, ha sorvolato, archiviando un procedimento per omissione e abuso d’ufficio.
Sembra una storia di altri secoli, di quelli impossibili in un paese rispettabile col Comune retto da una amministrazione sostenuta dal Pd. Eppure è ciò che accade oggi ai coniugi Alessandra Marsilii e Francesco Roberto Cucinotta e ai loro tre figli, colpevoli solo di avere comprato nel 1999 un immobile con l’intento di realizzarci un bed & breakfast. 
Una casa perfettamente in regola, ma minacciata dalle acque
La casa era perfettamente in regola, da ogni punto di vista legale, ma ben presto i proprietar i si accorsero che ogni pioggia vi scarrozzava contro una massa enorme d’acqua, convogliata da un canalone pubblico di raccolta mal concepito, insistente su area di proprietà comunale e con una grata di captazione che faceva scorrere, deviando, sotto le fondazioni della costruzione.
Non sortendo nulla le segnalazioni all’amministrazione comunale, se non vaghe promesse, mai seguite da fatti, l’acqua, senza i necessari interventi, ha a poco a poco lesionato i muri portanti della casa, così da determinare nel 2015 i vigili del fuoco a dichiararne la pericolosità e a richiedere urgenti lavori per la messa in sicurezza del canalone e il restauro dell’edificio danneggiato.
Il Comune fa lo gnorri e tace sull’obbligo di eliminare il pericolo
Il Comune ha diffidato i proprietari e assegnato termine per la nomina di un tecnico al quale affidare il monitoraggio permanente della situazione, ma in modo maldestro ha fatto lo gnorri sui propri obblighi di eliminare il pericolo derivante dal canalone anomalo; come dire “Il mio canalone che dovrebbe salvare la gente ti butta a terra la casa? E chi se ne frega!”.
Non se ne sono fregati però, ancora una volta, i vigili del fuoco, i quali, intervenuti poi a seguito del recente terremoto che ha interessato anche la zona di Pescara, hanno richiesto al Comune di Alanno di ordinare lo sgombero dell’abitazione. Non se n’è fregata nemmeno Alessandra Marsilii, che, stanca delle peregrinazioni al municipio e di protestare al vento, aveva già presentato una querela e intrapreso nelle varie sedi giudiziarie una battaglia, assistita dall’avv. Attilio Piacente.
La vicenda è per il gip “frammentaria e di difficile comprensibilità”
La querela non ha avuto, però, buona fortuna. Il 25 agosto dell’anno scorso il pm ne aveva chiesto l’archiviazione e in ultimo, qualche settimana fa, il gip Antonella Di Carlo l’ha archiviata. L’avv. Piacente aveva evidenziato nella sua opposizione che non erano state svolte dal pm indagini adeguate, ma il giudice se n’è uscito con una motivazione curiosa, secondo la quale la vicenda è “frammentaria e di difficile comprensibilità”, quasi che non fosse compito della magistratura, ma di altri, accertare i fatti.



Il tecnico incaricato dalla signora Marsilii di monitorare la situazione ha scovato con sorpresa al Comune un progetto del 3 ottobre 2006 dell’architetto Antonio Buccella per la sistemazione della rete fognaria e delle acque bianche interessante anche il canalone oggetto della questione. Ma dell’esecuzione di quei lavori non vi è traccia. Che ne è stato?
Dal progetto sparito alla vita della famiglia sotto una tenda
Al giallo di quel progetto e alla questione di documenti di cui il Comune imperterrito negava agli interessati l’esistenza, si aggiunge lo scandalo della famiglia in mezzo alla strada. Ordinato lo sgombero della casa, in via d’urgenza il Comune aveva ospitato la famiglia in un albergo, adoperandosi quindi per la sistemazione in un alloggio dell’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale per la Provincia di Pescara (Ater). Ma questa procedura s’è fermata per un inghippo: la casa assegnata, infatti, presentava carenze igienico-sanitarie gravi per la risalita di umidità dal pavimento e a nulla sono valse finora le sollecitazioni per avere un alloggio vivibile.

Mentre vanno avanti le questioni giudiziarie, ecco che Alessandra Marsilii, Francesco Roberto Cucinotta e i tre figli per non dormire sotto il cielo hanno scelto di farlo sotto una tenda, piazzata proprio davanti al palazzo del municipio. A sostenerne le ragioni si sono scatenati i social, anche con un apposito gruppo Facebook di sostegno. Ma la vicenda non è per niente di quelle folcloristiche; merita grande attenzione e maggiore rispetto da parte della pubblica amministrazione, perché i palleggiamenti attuali fra Comune, Ater e Prefettura di Pescara sono gravi più di un delitto.


22.4.16

Omonimia da record a Modena: la burocrazia impazzisce, loro si incontrano Hanno lo stesso nome e lo stesso cognome, e sono nati lo stesso giorno, dello stesso mese, dello stesso anno ma uno a pescara e uno a modena



a volte lavita ci riservza delle cose incredibili e questa è una di quelle . Non meto nessun commento perchè un conto , a chi è che non capita di avere degli omonimi ( addirittura a me è capitato che in un paese a 30\ 40 km dal mio c'era una via dedicata ad mio omonimo , forse andando a fare delle ricerchè in archivio mio avo in quanto mio noonno paterno era originario di quel paese ) magari più piccoli o più grandi , ma questo è un caso più unico che raro . Infatti essi



Hanno lo stesso nome e lo stesso cognome, e sono nati lo stesso giorno, dello stesso mese, dello stesso anno. L’abruzzese: «Volevo la pensione: mi dissero che la percepivo già nel Modenese». Poi l’incontro e le incredibili analogie: uno ha chiamato Yuri il figlio

di Simona De Leonardis




da http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca del 22.4.2016

VITE PARALLELE. È stata la burocrazia, complice un’esistenza scandita dalle stesse tappe - dalla scuola al militare, fino alla pensione - a farli incrociare. A raccontare questa storia di suggestive coincidenze è, quasi ancora stupito, il Franco Calanca pescarese che per primo ha scoperto il caso di omonimia che lo vedeva protagonista: «È stato per caso. Alla soglia dei 60 anni andai al patronato per informarmi a che punto ero con i versamenti per andare in pensione e risultò che ero già pensionato, cosa impossibile perché lavoravo ancora. Dal patronato mi mandarono all’Inps per capirci qualcosa in più. Ma anche all’Inps risultava che ero in pensione, a Finale Emilia. Ma non ridavano alcuni contributi e così mi consigliarono di andare all’Agenzia delle Entrate. Qui finalmente - continua Calanca - sono riuscito a risalire all’indirizzo di quello che era a tutti gli effetti il mio omonimo. E a quell’indirizzo ho scritto allegando anche la fotocopia della mia carta d’identità e i miei riferimenti».








UNA LETTERA PER CONOSCERSI. Passano mesi fino a quando, a ottobre del 2006, il Franco Calanca modenese risponde a sua volta con una lettera nella quale, dopo presentazioni e saluti, chiede al suo omonimo ritrovato: «Mi piacerebbe continuare una corrispondenza tra di noi per conoscerci meglio e perché no, anche conoscerci personalmente». Detto fatto. Il pescarese gli telefona e l’incontro avviene all’uscita autostradale di Città Sant’Angelo a Pescara. «Per riconoscerci abbiamo descritto le nostre macchine, quel giorno mi tremavano le gambe, ero emozionatissimo». Emozione e voglia di conoscersi ricambiata dal modenese che nell’estate del 2007 soggiorna in un albergo pescarese con la moglie, mangia gli arrosticini e visita la città accompagnato dal Calanca pescarese e dalla consorte.
 COINCIDENEZE DA BRIVIDI. «Parlando abbiamo scoperto altre coincidenze da brividi - aggiunge l’abruzzese - a entrambi ci piaceva la pesca, entrambi avevamo il porto d’armi per uso sportivo e la stessa carabina 22. Ma non solo. Entrambi abbiamo scelto il nome Yuri, io per il mio cane e lui per il figlio». Un’amicizia alimentata da nuovi incontri nel corso di questi dieci anni, ma soprattutto un’amicizia che si è rivelata decisiva per difendersi, ognuno con la fotocopia della carta d’identità dell’altro, dalla burocrazia che di quell’omonimia non ha mai tenuto conto. «A lui è arrivato il conto della mia assicurazione, e io risultavo, per la finanziaria, residente a Modena: senza saperlo abbiamo scelto uguale pure quella».

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...