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20.7.25

diario di bordo n 137 ANNO III Dichiarato morto dopo due infarti si risveglia mentre attendono il carro funebre ., Uomo contro AI: la vittoria dopo 10 ore di programmazione ., L’ex schiavo che chiese al precedente padrone gli “arretrati” di 52 anni di lavoro .,

Evidentemente non era giunto il suo momento l'unico comment che mi sento di fare leggendo su Redazione Tgcom24 tramite ms.it questa notizia

Dichiarato morto dopo due infarti si risveglia mentre attendono il carro funebre | Ecco cos'è la "sindrome di Lazzaro"


Il cuore si era fermato, i soccorritori avevano interrotto le manovre e l'eliambulanza era già stata fatta rientrare. Ma dopo 30 minuti di apparente morte, un uomo di 78 anni si è improvvisamente risvegliato nell'ambulanza, chiedendo delle figlie. È successo a Tarquinia, in provincia di Viterbo, e secondo i medici si tratta di un caso rarissimo: la cosiddetta "sindrome di Lazzaro". L'uomo, ora ricoverato in condizioni stabili, aveva subito due infarti e due arresti cardiaci. Un evento eccezionale che apre interrogativi sulla morte apparente e sulla necessità di maggiore cautela nei protocolli di rianimazione.Cosa è successo nell'ambulanza a Tarquinia Il drammatico episodio è avvenuto la sera del 18 luglio nella frazione Marina Velca, sul litorale viterbese. L'uomo, di origine libica, ha accusato un grave malore mentre si trovava nella sua abitazione. I sanitari del 118 sono intervenuti d'urgenza, tentando a lungo la rianimazione. Dopo due arresti cardiaci e oltre mezz'ora di tentativi, i medici hanno constatato il decesso e hanno interrotto le manovre. Il corpo è rimasto nell'ambulanza in attesa dell'arrivo del carro funebre, mentre l'eliambulanza Pegaso, inizialmente allertata, è stata rimandata indietro. Poi, l'inatteso: l'uomo ha riaperto gli occhi e si è sollevato, domandando delle sue figlie. I soccorritori hanno immediatamente ripreso i controlli e lo hanno trasferito in ospedale. Ora è ricoverato, cosciente, e le sue condizioni sono considerate stabili.Il ferimento del carabiniere durante i soccorsi Nel corso dell'intervento, si è verificato anche un incidente a margine. Un carabiniere giunto sul posto per agevolare le operazioni di soccorso è stato aggredito dal cane dell'anziano, un animale di grossa taglia che il personale veterinario stava tentando di catturare per metterlo in sicurezza. Il militare è stato ferito ed è stato trasportato anch'egli in ospedale. Le sue condizioni non destano preoccupazione, ma l'episodio ha contribuito ad aumentare la concitazione in una serata già fuori dal comune.Cos'è la sindrome di Lazzaro e perché è così rara La cosiddetta "sindrome di Lazzaro", o ritorno spontaneo della circolazione (ROSC), è un fenomeno medico estremamente raro in cui un paziente riprende le funzioni vitali dopo la cessazione delle manovre rianimatorie. Il nome deriva dall'episodio biblico in cui Lazzaro torna in vita dopo quattro giorni dalla morte. I primi casi documentati risalgono agli anni Ottanta, e da allora sono stati registrati solo una manciata di episodi simili nel mondo. Secondo gli esperti, non si tratta di miracoli, ma di dinamiche fisiologiche complesse, ancora oggetto di studio nella medicina d'urgenza.Le spiegazioni mediche: perché il cuore può ripartire Le ipotesi principali che spiegano il ritorno alla vita in casi come quello di Tarquinia si concentrano su fattori come la ventilazione meccanica e l'effetto ritardato dei farmaci. In alcuni pazienti, l'aria intrappolata nei polmoni durante la rianimazione può impedire al cuore di funzionare correttamente: quando la ventilazione si interrompe, la pressione si riduce e la circolazione può riprendere. Altri medici sottolineano come l'adrenalina somministrata durante le manovre possa impiegare minuti a raggiungere il cuore. Inoltre, squilibri metabolici o alterazioni dell'equilibrio elettrolitico possono talvolta auto-correggersi, riattivando spontaneamente il ritmo cardiaco.Quanti casi nel mondo: i numeri ufficiali Secondo uno studio internazionale del 2020 condotto da ricercatori come Les Gordon, Mathieu Pasquier e Hermann Brugger, i casi documentati di sindrome di Lazzaro sono circa 65 in tutto il mondo. Nella maggior parte di questi, il ritorno alla circolazione si verifica entro 10 minuti dalla sospensione delle manovre rianimatorie. Circa un terzo dei pazienti sopravvive con esiti neurologici favorevoli, mentre gli altri presentano danni cerebrali o decessi successivi. Il caso di Tarquinia, per la durata eccezionale dell'assenza di segni vitali (30 minuti), rappresenta un'eccezione alla media clinica finora osservata.


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  da    HDblog.it tramite   msn.it

Uomo contro AI: la vittoria dopo 10 ore di programmazione






Se è ormai evidente che l'intelligenza artificiale sta compiendo passi da gigante anche nel campo della programmazione, un evento recente ha riacceso il dibattito sul confronto tra uomo e macchina. Mentre strumenti come GitHub Copilot sono ormai utilizzati da oltre il 90% degli sviluppatori e i modelli di AI dimostrano capacità di codifica sempre più sofisticate, un programmatore polacco ha compiuto un'impresa che presto potrebbe diventare storia: battere un'avanzata intelligenza artificiale di OpenAI in una competizione diretta.
L'arena di questa sfida è stata Tokyo, durante le AtCoder World Tour Finals 2025, una delle competizioni di programmazione più esclusive al mondo, che invita solo i primi 12 talenti globali. In un match speciale intitolato "Humans vs AI", OpenAI, in qualità di sponsor, ha schierato un suo modello di AI personalizzato per affrontare i migliori programmatori umani. La gara, una maratona di 600 minuti, richiedeva di risolvere un unico e complesso problema di ottimizzazione, un tipo di sfida che non ha una soluzione perfetta, ma solo risposte progressivamente migliori. A prevalere, al termine di una prova di resistenza estenuante, è stato Przemysław Dębiak, conosciuto con il nickname "Psyho".



L'ex dipendente di OpenAI ha ottenuto la vittoria con un punteggio di 1.812.272.558.909, superando di circa il 9,5% il modello di intelligenza artificiale, che si è comunque piazzato al secondo posto con 1.654.675.725.406 punti, davanti ad altri dieci programmatori umani di altissimo livello. "L'umanità ha prevalso (per ora!)", ha scritto Dębiak su X (precedentemente Twitter), confessando di essere "completamente esausto" e "a malapena vivo" dopo aver gareggiato per tre giorni con pochissimo sonno. La sua vittoria gli è valsa un premio di 500.000 yen, equivalenti a circa 3.000 euro.
Questa sfida ricorda la leggenda americana di John Henry, l'operaio che nell'Ottocento sfidò e vinse contro un martello a vapore, morendo però per lo sforzo immane. Allo stesso modo, la vittoria di Dębiak rappresenta il trionfo dell'abilità e della resistenza umana spinte al limite. Egli stesso sembra consapevole della natura temporanea di questo successo, un'affermazione significativa in un'epoca in cui la tecnologia avanza a un ritmo senza precedenti.
Da parte sua, OpenAI ha definito il secondo posto come una pietra miliare per i modelli di AI nelle competizioni di programmazione. Un portavoce dell'azienda ha sottolineato come eventi di questo tipo siano fondamentali per testare la capacità dei loro modelli di ragionare strategicamente, pianificare a lungo termine e migliorare le soluzioni attraverso tentativi ed errori, proprio come farebbe un essere umano.


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da Storia Che Passione. tramite msn.it




L’ex schiavo che chiese al precedente padrone gli “arretrati” di 52 anni di lavoro








Da qualche anno ormai due ricercatori di Harward, Allen G. Breed e Hillel Italie, pubblicano saggi di carattere storico-sociologico in cui approfondiscono un campo di studi abbastanza inedito: quello dell’umorismo schiavile. Avvicinandomi alla tematica, sono incappato in quello che ritengo essere l’esempio perfetto capace di descrivere a pieno la tematica. Si tratta di una lettera, recante la firma di Jourdan Anderson e datata 1865. Nella missiva, Anderson, un ex schiavo del Tennessee, libero solo dal 1864, risponde ad una proposta di lavoro avanzata – incredibile a dirsi – dal precedente padrone. Se già di per sé il contesto è alquanto ironico, assume contorni possibilmente più sarcastici quando si analizza il contenuto della lettera. Lo faremo assieme quest’oggi, anche per dare credito ad una microscopica corrente di studi che ritengo sinceramente valida e degna di essere pubblicizzata.






Il riferimento cronologico avrà acceso nella vostra testa una spia, e non vi si può dire nulla: il 1865 è un anno tipicamente importante per la storia dell’Occidente, in particolare per quella degli Stati Uniti d’America. Terminata la guerra civile, con esito favorevole per gli stati del nord, si andò incontro allo smantellamento – progressivo e non istantaneo, come spesso erratamente si tende a credere – del sistema schiavistico americano. Sì, agli atti la ratifica del XIII Emendamento della Costituzione nel dicembre del 1865 abolì formalmente la schiavitù. Eppure questi sono processi che nella praticissima quotidianità tendono ad esprimersi secondo tempistiche più dilatate.
La dimostrazione letterale di questo fondamentale assunto si trova spesso inscritta nei testi storici aventi per oggetto l’abolizionismo e tutte le sue sfaccettature: libertà formale non significava libertà sostanziale. Nel periodo post-bellico, al quale la storiografia anglofona si riferisce col termine Recostruction (Ricostruzione), molti ex proprietari di schiavi cercarono di riassumere al proprio servizio la cara buon vecchia manodopera a costo zero. Spesso con forme contrattuali apparentemente legittime, ma in realtà coercitive o svantaggiose. Ed è in questa esatta casistica che si inserisce la vicenda di Jourdan Anderson, della proposta lavorativa del precedente padrone e della splendida lettera di risposta.
Ma chi era Jourdan Anderson? Quale fu la sua storia e quali le dinamiche che lo condussero nel 1865 a rispondere nella maniera più epica possibile al nostro rinnovato datore di lavoro? Jourdon Anderson era un afroamericano nato già in catene intorno al 1825, da quel che sappiamo nello Stato del Tennessee. Fu schiavo della famiglia del colonnello Patrick Henry Anderson, proprietario terriero e probabilmente anche proprietario di una piantagione nella contea di Big Spring, vicino Nashville.




ex schiavi capanna piantagione America

Nel 1864, mentre le truppe unioniste penetravano il ventre molle del Sud, un gruppo di soldati in giubba blu incontrò Jourdon e lo liberò. Così egli si trasferì a Dayton, Ohio, insieme alla moglie Amanda e ai loro figli. In Ohio fece lavori di fortuna: prima il cocchiere, poi servitore. Pur sempre in condizioni di dignitosa libertà, ricevendo un salario regolare.
Nell’agosto del 1865, il colonnello P.H. Anderson, probabilmente in difficoltà economiche dopo la fine del conflitto secessionista e la liberazione dei suoi schiavi, scrisse una lettera a Jourdon, chiedendogli di tornare a lavorare nella sua tenuta. La missiva originale non è sopravvissuta. Al contrario, la risposta che Jourdon scrisse è stata conservata, resa pubblica da un quotidiano di Cincinnati e per questo divenuta celebre.
Leggendo il contenuto, si possono notare diversi peculiarità; spunti di riflessione se volete. Anzitutto l’oramai libero Jourdon sembra contento di ricevere le attenzioni del colonnello. Penna alla mano, prosegue descrivendo la sua vita a Dayton, che scorre lenta ma serena, normalmente insomma, come quella di un comune cittadino americano. Poi dice grazie a chi ha potuto assaggiare il novizio sapore della libertà (un maresciallo generale di Nashville).




ex schiavo tombe di Jourdan e Amanda Anderson

Ma è con l’attacco “…mi sono sentito spesso a disagio nei vostri confronti” che Jourdan dà il via ad un capolavoro di ironia mordace. Dopo il sottile rimprovero, l’ex schiavo si finge disposto a tornare, ad una condizione però: il pagamento retroattivo dei salari non ricevuti nei 52 anni di lavoro non retribuiti. Praticamente chiede gli arretrati per lui (32 anni di lavoro) e la moglie (20 anni di lavoro).Segue l’estratto integrale del testo: “Mandy dice che avrebbe paura di tornare da voi senza qualche prova che siate disposti a trattarsi in modo giusto e gentile. Abbiamo concluso di testare la vostra sincerità chiedendovi di mandarci i salari per il tempo che vi abbiamo servito” – prosegue l’ex schiavo – “Confidiamo che il buon Creatore vi abbia aperto gli occhi sui torti che voi e i vostri padri avete fatto a me e ai miei padri, facendoci faticare per voi per generazioni senza ricompensa”.
Slave Humor, umorismo schiavile, in tutta la sua magnifica spontaneità. Per molti anni ci sono stati dubbi sull’autenticità della lettera. Qualcuno ha ipotizzato che fosse stata scritta da un giornalista bianco come pezzo satirico. Tuttavia, ricerche storiche – alcune delle quali recentissime – hanno confermato l’esistenza reale di Jourdon Anderson e di sua moglie Amanda.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...