Un evento che è diventato ormai una tradizione che continua da ben 22 anni e che vede protagonista un coro composto da oltre 60 membri, tra magistrati, avvocati e cancellieri.
Nardi racconta che la musica è una costante che lo accompagna fin dalla nascita: «Mia madre diceva che quando era incinta di me andava a prendere lezioni di pianoforte dalle suore». Un ricordo che sembra aver segnato il suo destino: «A 13 anni ho iniziato, perché vedere un pianoforte a coda mi emozionava. Avrei voluto fare il musicista» — dice il giudice che a Milano si è sempre occupato di diritto di famiglia. Tuttavia, il sogno musicale si scontrò con gli impegni accademici e professionali: «Nel frattempo avevo iniziato gli studi e il sogno svanì — ricorda Lucio Nardi —. Solo quando arrivai a Milano nel 1979, a 29 anni, mi venne voglia di riprendere quello che avevo lasciato. Chiesi un consiglio a un maestro di musica di Napoli, Vincenzo Vitale, e così iniziai a studiare con una sua allieva a Milano. Così nel 1983, a 33 anni, superai l’esame di pianoforte a Venezia». Trasferirsi da Napoli a Milano non fu semplice per Nardi, che ammette di aver vissuto momenti complicati: «La musica riuscì a farmi lottare anche contro la solitudine che in quegli anni era molto forte. Mi mancava Napoli, così decisi di fondare la Corale».
Fu proprio dalla sua passione per la musica e dalla voglia di costruire legami che nacque, nel 1988, la Corale Polifonica Nazariana, una realtà che ha visto il suo debutto davanti al pubblico proprio all’interno del Palazzo di Giustizia nel 2002, in occasione di un evento commemorativo dedicato ai giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli, uccisi per mano dei terroristi di Prima Linea durante gli anni di piombo. Da allora, l’ensemble è diventato un simbolo di connessione tra il mondo giuridico e quello artistico. «Nel 2003 ci fu il primo concerto per l’Anno giudiziario, ma è stato nel 2002 il primo vero evento per il ricordo dei giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli», spiega Nardi.
Tra i tanti ricordi legati alla Corale, c’è anche quello di Francesco Saverio Borrelli, storico capo del pool di Mani Pulite, che si cimentò nel coro per un anno e mezzo. Per Nardi, arte e giustizia non sono mondi distanti: «Il giudice e il direttore artistico forse non hanno tante cose in comune; ma è possibile mettere insieme arte e giustizia. Si può fare giustizia con arte, se fatta con il cuore. La musica è un modo per avvicinare le persone al nostro mondo». Il sogno per il giudice-direttore Nardi ora è di trasformare la Corale Polifonica Nazariana in uno dei simboli del Tribunale di Milano. «Non nascondo che dopo 37 anni di attività, il desiderio di portare la musica all’interno del Tribunale è ancora più forte di prima. Per questo vorrei trasformare la Corale nel simbolo del Palazzo di Giustizia di Milano e far passare il messaggio che in Tribunale non ci sono solo giudici che condannano, ma anche cultura e gioia».