
- https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell%27Heysel
- Heysel, la tragedia annunciata.https://youtu.be/0F3v0JLT5fA
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Roma, 13 marzo 2024 – Quasi 23 anni dopo i drammatici pestaggi del G8, a Genova esplode un altro caso Diaz: senza violenze fisiche, ma dal forte portato evocativo. Gli studenti del collettivo Pertini si rivoltano contro il dirigente scolastico Alessandro Cavanna per l’ammissione della polizia a una giornata di orientamento lavorativo post maturità. Scelta che scatena la rabbia studentesca. Perché gli ambienti della Diaz restano gli stessi insanguinati dalla "macelleria messicana" evocata dal vice questore Michelangelo Fournier nel processo seguito alla brutale repressione su attivisti e operatori media del Genoa Social Forum (63 dei quali ricoverati in ospedale con lesioni anche gravissime) nella drammatica notte del 21 luglio 2001.
“Fuori la polizia dalla Diaz", recita il cartello appeso ai cancelli dell’Istituto comprensivo Diaz-Pertini-Pascoli (e subito rimosso). Gli studenti spiegano che la propria iniziativa è "per la libertà di espressione, contro la militarizzazione delle scuole". "Dopo le cariche della polizia contro gli studenti di Pisa, Firenze e Napoli – prosegue il volantino –, rifiutiamo che la polizia, proprio in una scuola simbolica come la nostra, possa venire a fare lezione, come se niente fosse". "Le divise danno i numeri, diamo i numeri alle divise, fuori la polizia dalla Diaz", punge un altro striscione finalizzato al controllo civico degli agenti in piazza. E subito i ricordi della città corrono alla sciagurata irruzione alla Diaz di 346 poliziotti (supportati da 149 carabinieri) il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani. Le condanne confermate in Cassazione ad alti dirigenti di polizia, anche per la "consapevole preordinazione di un falso quadro accusatorio" che giustificasse il blitz, sigillano una vicenda che, secondo la Suprema corte, "ha gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero".
Video correlato: Pisa: I ragazzi all'uscita da scuola raccontano la carica della polizia (Dailymotion)
Con simili premesse, non era difficile ipotizzare una rivolta dei ragazzi, tanto più in una stagione di crescente ritorno alle manifestazioni di piazza e all’impegno sui grandi temi internazionali. Pur nel rispetto del "dissenso", la dirigenza scolastica prova a ridimensionare i fatti, addirittura accusando gli studenti di scarso tempismo. Il presidente si dice infatti "sorpreso", perché i ragazzi sarebbero stati "informati diversi giorni fa dell’incontro e delle modalità, avrebbero potuto parlarmi prima e avanzare eventuali lamentele". In ogni caso, "nessun poliziotto è arrivato a scuola a fare lezione – puntualizza il dirigente scolastico –: durante la giornata sono stati allestiti alcuni spazi per raccontare diverse professioni, la carriera nelle forze dell’ordine era una di queste ma non c’erano agenti presenti". Solo due formatori in abiti civili.
Il collettivo Pertini reagisce comunicando obiettivi che vanno oltre la vicenda: "Vogliamo promuovere un’educazione mirata alla valorizzazione degli ambienti scolastici come luoghi di pace e accoglienza, dove poter coltivare un pensiero critico che ci consenta di mettere in discussione ciò che viene proposto dalle istituzioni". E subito arriva la solidarietà della Rete studentesca: "Noi comprendiamo l’azione degli studenti e delle studentesse del Pertini e la supportiamo nella misura in cui fa prendere coscienza delle violenze da parte dello Stato su quei cittadini e quelle cittadine che dovrebbe avere il primario scopo di tutelare". Inevitabile, nel contesto evocato, anche il richiamo agli incidenti di Pisa "in cui studenti e studentesse privi e prive di qualsivoglia intento violento hanno ricevuto ingiustamente e smodatamente le cariche delle forze di polizia".
Il licenziamento
Il fatto si è verificato lo scorso autunno e l’allontanamento della donna è avvenuto nel mese di novembre, quindi prima dell’enorme ondata di licenziamenti che ci sono stati a Trigoria nel periodo successivo. Nella lettera di licenziamento inviata da Lorenzo Vitali, legale dei Friedkin, si evidenzia che la diffusione del video ha compromesso la possibilità di mantenere un ambiente di lavoro sereno, proprio a causa della visione del filmato da parte di molti componenti dello staff e dei giocatori dell’A.S. Roma. La donna è stata subito allontanata dal centro sportivo, con la società che ha evitato di commentare la vicenda.
Il retroscena
Sempre secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano, sarebbe arrivata anche l’ammissione del calciatore, che in una riunione avrebbe confessato in lacrime di aver sottratto il video dal cellulare della donna. L’ex dipendente si è rivolta a un legale, Francesco Bronzini, che sta provando a negoziare un reintregro della sua assistita in società, contestando anche il fatto che il calciatore non avrebbe ricevuto alcun tipo di sanzione. Una vicenda destinata a fare rumore.
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Invece di fare interrogazioni a destra e manca dovevi pensarci prima di candidarti se sapevi che c'è queto regolamento eticamente discutibile .
Il sindaco di Terricciola ha una relazione e una figlia con l’assessora. Niente di strano fin qui. Per lo statuto statuto del piccolo Comune toscano però, non è consentito. Così Giulia Bandecchi, compagna di Mirko Bini, è costretta a dimettersi. Il caso è stato innescato da un esposto dell'opposizione. Per l'articolo 49 dello statuto «non possono contemporaneamente far parte della Giunta comunale ascendenti e discendenti, fratelli, coniugi, affini di primo grado, adottandi e adottati». Per questo, l'assessora (legata al PD) si è rivolta con una lettera a Giorgia Meloni chiedendole di intervenire. «Difenda le donne e le mamme in politica», avrebbe scritto.
Il caso è cominciato con un’interrogazione parlamentare (poi ritirata), presentata al ministero dell’Interno dall’onorevole di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, che aveva ricevuto segnalazione dai consiglieri comunali di opposizione della lista “Terricciola sicura”. L’assessora con delega all’urbanistica e ai lavori pubblici ha presentato le dimissioni e nella prossima seduta del consiglio il sindaco dovrà nominare un altro assessore, una donna, riporta La Nazione. «Nel settembre 2023 – spiegano dalla lista di opposizione Terricciola SiCura – abbiamo presentato una istanza al Prefetto riguardante la presunta violazione dello Statuto comunale e del Testo Unico degli Enti Locali relativa alla composizione della giunta comunale di Terricciola, che include due persone conviventi. Attualmente nessuna interrogazione è in discussione presso la Camera dei deputati».
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Giovanni Lodetti, il ricordo dei ragazzi che giocavano a calcio con ‘Ceramica’: “Quel patto tacito per rispettare la sua riservatezza” I funerali del campione milanista a Caselle Lurani e il ricordo di Stefano Zuffi, uno dei ragazzi che condividevano con lui "il puro piacere per il gioco" a parco Trenno
di Lucia Landoni
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di Lucia Landoni
Fattoria Capre e Cavoli
Perché nei santuari gli animali smettono di essere numeri per diventare individui, ciascuno con un proprio nome e una storia.A Cantù (nel Comasco) si trova il rifugio NelloPorcello, che prende appunto il nome da Antonello, il primo cucciolo di suino arrivato nella struttura nel 2017: in questo “piccolo angolo di mondo dove individui di diversa specie convivono e lottano fianco a fianco contro ogni forma di discriminazione”, come lo definiscono i gestori, vivono una trentina di animali fra maiali, capre, pecore, conigli, cani e gatti.
Rifugio Nello Porcello
Sono invece circa 40 gli ospiti di Oasi Fortuna, rifugio di Chiari (nel Bresciano) che accoglie una mucca, un bue, maiali vietnamiti, capre, pecore, asini, tacchini e oche e si definisce “un luogo di liberazione dalla produttività a cui la società in cui viviamo costringe e incatena gli animali non umani di ogni specie”.
Oasi Fortuna
Ci sono poi strutture lombarde che non fanno parte della Rete dei Santuari di Animali Liberi, ma ne condividono la mission: per esempio Ca’ Romoletto di Galbiate (nel Lecchese), così chiamata in onore del primo ospite, l’asino Romoletto. Arrivato nel 2013 in gravi condizioni di salute quando aveva già 35 anni, l’asino si è poi ripreso grazie alle cure ricevute ed è vissuto per altri sette anni.Oggi il rifugio ospita una quarantina di animali fra asini, mucche, capre, pecore, maiali, galline, anatre, tacchini, cani e gatti.Spostandosi nel Comasco, a Castelmarte si trova Il Vecchio Faggio onlus: nata come pensione per animali, si è poi trasformata in rifugio che attualmente accoglie una quindicina fra cavalli, alpaca, maiali, capre, pecore, cani e gatti. “Tutti salvati da situazioni orribili, dalla morte e dal dolore” sottolineano i gestori.
Il vecchio Faggio
Provengono invece dai laboratori gli ospiti de La Collina dei Conigli odv, centro di recupero con sede a Monza (ma anche a Torino e a Genova) che si occupa di regalare una nuova vita a conigli, cavie, ratti, topi e piccoli roditori: “Molti di questi animali vengono impiegati in sperimentazioni da cui possono uscire – spiegano dalla onlus – Noi li ospitiamo nelle nostre strutture e cerchiamo per ciascuno di loro una nuova casa”.
Concordo con questo commento . A volte la famosa blogger scantona Patrizia Cadau 1 0 a p r i l e a l l e o r e 1 3 : 5 6 ...