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8.8.25

morte di Berengo Gardin un grande fotografo

Ho piantato  e i sono   commosso  per  la morte  di Berengo Gardina  . Lo scopri,quando ci regalano il libro fotografico Berengo Gardin  reportage  in sardegna  1968-2006  Imago  edizioni Raccolta ufficiale dei suoi scatti nell’isola, include immagini di paesaggi, vita rurale, tradizioni e architetture. Oltre  al suo modo di  fotografare   , la   scoperta più  grande     fu lo scoprire         che  fotografo        anche  mia  madre,allora  giovanissima    insegnante  di  prima nomina,nelle   scuole  di  elementari della  frazione  di  Rudalza   . 
 Da  tale  libro  seguito   poi  dalla  visione  dialre  sue  foto   e     dalla storia    dei  fotografi  e dele tecniche   appresa   alle  lezioni  di fotografia  per  l'ex associazione  la  sardegna  vista  da  vicino posso dire   che   nelle  sue   foto non solo quellle  sarde   c'è  <<  [...] l’artista impegnato, un uomo e una persona dall’umanità straripante e garbata in un momento storico in cui l’umanità è stata ufficialmente criminalizzata e il garbo è un motivo di sospetto  .[...]  Lorenzo Tosa - È morto Gianni Berengo Gardin. È morto un Maestro....>> 




 N,b   mi  scuso   per le pessime  foto  con il cellulare  .   per   vedere  meglio  andate  alle pagine  40-41  del  libro citato 

 Infatti Attraverso il suo sguardo ha immortalato una Sardegna sospesa tra passato e presente, mettendo in evidenza i tanti contrasti nel difficile processo di sviluppo . La sua attenzione è rivolta alla  gente comune, alla vita quotidiana, all’attività nelle campagne, ai ritmi del contesto rurale. Quadri sempre molto equilibrati e rispettosi. Andava alla ricerca di scenari nascosti e segreti a bordo di una piccola auto con la quale ha raggiunto molti paesi per incontrare le persone e dialogare con loro. Voleva conoscere nuovi mondi, lo slancio che lo ha sempre ispirato e accompagnato. Uno sguardo curioso. Anche i nuraghi hanno richiamato il suo interesse. “Segrete corrispondenze suscitano le foto di Gianni Berengo Gardin: i tre pastori della Marmilla piantati nella terra fin dalla preistoria rimandano ai bétili mammelluti di “Tamuli”, come la circolarità della Tomba dei giganti di “Coddu Ecciu” parla la stessa lingua del “ballu tundu” campestre a Lula”, ha scritto il giornalista Pasquale Chessa. Tanti viaggi e mostre in Sardegna: al Teatro Lirico e nella sede della Fondazione di Sardegna a Cagliari. Le sue fotografie sono memorie vive della sua vita e della sua straordinaria avventura professionale.  Ha raccontato la Sardegna e il mondo dimostrando che la fotografia è una grandissima e preziosa forma d’arte .  Allo  stesso  modo      ha  : <<  Coi suoi scatti, ha raccontato l’Italia in frenetica trasformazione, con le sue miserie e le sue bellezze dolenti. L’Italia “assassinata dalle crociere e dal cemento” >>   sempre  secondo  Tosa  <<  Lui che è stato il più acerrimo nemico delle maxi-navi che deturpavano la sua Venezia.Il sindaco Brugnaro a un certo punto lo aveva anche censurato per quegli scatti, perché mostravano ciò che loro volevano nascondere. Questo fanno gli artisti: mostrano, urticano, denunciano, sempre e orgogliosamente contro il potere. GBG ha raccontato l’Italia delle fabbriche, delle periferie, dei rom, dell’emarginazione, in cui lui indovinava per istinto la dignità, sapendo sempre dove trovarla.Non mancherà, Berengo Gardin, perché a 94 anni ha lasciato tutto quello che aveva da dire e da dirci. Ed è moltissimo. Un patrimonio non stimabile.Conserviamolo, in questi tempi miserabili.>>. Avendoi iniziato a dedicarsi alla fotografia agli inizi degli anni Cinquanta accumulando un archivio fotografico considerevole e documentando l’evoluzione del paesaggio e della società italiana fin dal dopoguerra. Fin dall’inizio focalizza la sua attenzione su una varietà di tematiche, spaziando dal sociale, alla vita quotidiana, al mondo del lavoro fino all’architettura e al paesaggio. Considerato un fotografo eclettico e apprezzato a livello internazionale, viene spesso accostato a Henri Cartier-Bresson per il lirismo della sua fotografia.Il suo modo caratteristico di fotografare e il suo occhio attento al mondo e alle sue diverse realtà gli permettono di spaziare dal reportage umanista all’architettura e al paesaggio, dall’indagine sociale alla foto industriale.Le fotografie di Berengo Gardin non si limitano a una semplice documentazione, ma cercano di cogliere l'essenza della Sardegna ( e  non solo  ) , la sua gente e le sue tradizioni, offrendo uno sguardo profondo e riflessivo sulla sua identità. Attraverso il suo sguardo ha immortalato una Sardegna e  un italia   sospesa tra passato e presente, mettendo in evidenza i tanti contrasti nel difficile processo di sviluppo

La sua attenzione è rivolta alla  gente comune, alla vita quotidiana, all’attività nelle campagne, ai ritmi del contesto rurale. Quadri sempre molto equilibrati e rispettosi. Andava alla ricerca di scenari nascosti e segreti a bordo di una piccola auto con la quale ha raggiunto molti paesi per incontrare le persone e dialogare con loro. Voleva conoscere nuovi mondi, lo slancio che lo ha sempre ispirato e accompagnato. Uno sguardo curioso. Anche i nuraghi hanno richiamato il suo interesse. “Segrete corrispondenze suscitano le foto di Gianni Berengo Gardin: i tre pastori della
Marmilla piantati nella terra fin dalla preistoria rimandano ai bétili mammelluti di “Tamuli”, come la circolarità della Tomba dei giganti di “Coddu Ecciu” parla la stessa lingua del “ballu tundu” campestre a Lula”, ha scritto il giornalista Pasquale Chessa. Tanti viaggi e mostre in Sardegna: al Teatro Lirico e nella sede della Fondazione di Sardegna a Cagliari. Le sue fotografie (  vedere   foto a  destra  )  sono memorie vive della sua vita e della sua straordinaria avventura professionale.  Ha raccontato la Sardegna e il mondo dimostrando che la fotografia è una grandissima e preziosa forma d’arte


23.5.25

La scomparsa di Sebastião Salgado, fotografo di fama mondiale, segna una grande perdita per il mondo della fotografia e della cultura

La scomparsa , come  ho  già  scritto nel   titolo  , di Sebastião Salgado, fotografo di fama mondiale,
segna una grande perdita per il mondo della fotografia e della cultura .
Salgado era noto per il suo lavoro documentaristico, in particolare per le sue potenti immagini in bianco e nero che raccontavano storie umane e sociali .
La sua eredità vivrà attraverso le sue opere, che continueranno a ispirare generazioni di fotografi e appassionati d'arte  . un ottimo fotografo  . viidi per la  prima volta   le sue foto  e  conobbi la sua  storia e  la sua  tecnica  fotografica   al corso  organizzato   all'associazione  fotografica    la  sardegna  vista 
da  vicino  -  Seguitata prima dal diìocumentario il sale della  terra  e   poi  dalla mostra sul  suo lavoro  genis  tenutasi al palazzo diucale  di genova nel lontano 2016  .   
Nelle sue  opere   e  nella  sua attività     sono state frutto  di uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro.La mostra    di Genesi  che  visitai  a  Genova  è nata  da  quello che  ricordo   della lettura  dell panello espositivo   da un viaggio alla scoperta della bellezza nei luoghi più remoti del Pianeta, durato 8 anni e  il  frutto di questa curiosità sono le oltre 200 fotografie esposte in mostra, opere d’arte che ci raccontano con sguardo straordinario ed emozionante luoghi che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.




  Ha  descritto Il mondo come era, il mondo come è. La terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. Questo è lo scopo e il valore del  suo   straordinario progetto  . Confermo  quanto  ho detto      da qualche parte  su  quyesto blog  : <<  E' come    trovarsi  in quei luoghi    e  con  quella  persone ed  animali    che lui  ha  fotografato   .  Egli  è  riuscito  a  bloccare  il mondo  e  la  sua  diversità   prima   della  sua  distruzione  e  della   scomparsa   >> . Un uomo  d'immensa generosità  . Infatti , sono cose  che   capitano  una  volta  su  un milione nella  vita    , egli  ha regalato gratuitamente    100 foto per inaugurare il locale  . « Sono Salgado, so che mi state cercando. Cosa posso fare per voi?». È iniziata così la telefonata con cui uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi ha regalato a tre giovani un sogno impossibile: esporre nel nascituro caffè letterario Binario 49 di Reggio Emilia 100 foto tratte da una sua retrospettiva che racchiude 30 anni di reportage realizzati nell’Africa sub-sahariana. Scatti mai visti prima in Italia, che immortalano gli effetti devastanti di guerre, carestie, malattie e deforestazioni.
Tematiche molto care a Salgado, che ha preso a cuore il progetto di Claudio Melioli, Khadija Lamami e **Alessandro Patroncini **di creare un incubatore di economia solidale in un quartiere - quello della stazione di Reggio - da sempre zona franca; un guazzabuglio di emarginazione e disillusione in cui gravitano balordi, pusher e giovani extracomunitari senza identità e futuro.
«Quando ho visto la chiamata da Parigi non capivo chi fosse» ci ha raccontato Claudio. «Salgado si è presentato e ci ha chiesto di spiegargli il nostro progetto. È nata subito una buona energia. Siamo rimasti in contatto e, quando eravamo a buon punto per l’inaugurazione del Binario 49, ci siamo risentiti. E ora eccoci qui, pronti per la mostra, che si chiamerà Africa, e si   è  tenuta   dal 9 febbraio al 24 marzo  del 2019  ».Dopo 10 anni da ricercatore astrofisico all’Università di San Paolo, Claudio  Melioli è tornato in Italia, nella sua città natale, con tanta voglia di fare. Poco più di un anno fa ha deciso di partecipare a un bando pubblico indetto dal Comune di Reggio per la bonifica e riqualificazione degli spazi abbandonati al 49 di via Turri, coinvolgendo l’associazione «Casa d’altri». È così che ha conosciuto Kadija Lamami, marocchina di origini e italiana d’adozione: «Il nostro obiettivo era quello di rigenerare uno ambiente urbano e creare reti sociali. Arrivati qui abbiamo rimesso in piedi tutto, usando per gli arredi vecchie strumentazioni delle ferrovie regalateci dalla Regione Emilia-Romagna. Volevamo sanare un quartiere dalla pessima reputazione e fare in modo che l’integrazione arrivasse anche in periferia».   ......    continua    su  : Se il più grande fotografo di viaggi ti regala 100 foto per inaugrare il locale    di Vanity Fair Italia


di  cui riporto     qui sotto   il  loro comunicato sutale  evento 
 
Si è spento il cuore di una delle prime persone che ha creduto, dopo di noi, in Binario e nel quartiere stazione.Binario49 non sarebbe questo luogo se non fosse iniziato tutto da questa idea folle di portare la sua bellezza, i suoi occhi e la sua passione, a Reggio Emilia. Non possiamo che ringraziare infinitamente oggi, come allora, Salgado e tutta la sua famiglia.Oggi è una giornata doppiamente brutta per questo mondo.

11.4.21

come riprendersi da un urto della vita il caso di Michela Medda .

 Conoscevo , per le  sue  foto   e  la   sua   vicenda    di cronaca  ritornatami in mente     con  questo articolo    della nuova  Sardegna    del  6\4\2021 , la protagonista   della storia   che  mi  accingo  a  raccontare    tramite intervista  \ chiacchierata     .


 
 Ricordo d'aver letto   a suo tempo   dell'incidente   accadutogli   ma   non immaginavo  , che     le  conseguenze  dell'incidente    fossero state  cosi   gravi  . Ed  ecco  che  essendo  appassionato  di fotografia  e  di   fotografia e  avendo visto   le  sue    foto    ,  ed  il  suo  stile 


Mi chiamo Michela e sono una fotografa professionista specializzata in fotografia di matrimonio e in ritrattistica. Vivo e lavoro in Sardegna, ma sono disponibile anche per servizi in tutta Italia e all’estero. Nel mio periodo di formazione è stato fondamentale il
contatto con la natura, di cui ogni suo elemento diventava un soggetto da intrappolare nei miei primi scatti. Nel corso degli anni ho maturato una particolare passione per la tecnica
dell’autoritratto, sviluppandola in tutte le sue particolari forme e peculiarità. Da anni porto avanti vari progetti che mi hanno condotta nel 2014 a partecipare alla Rassegna fotografica “Camponogara fotografia” nel Veneto, esponendo una tesi sul Self-Portrait analizzandolo sotto l’aspetto tecnico, emotivo e psicologico .

 

                                     dal suo facebook  https://www.facebook.com/michelapurple


ma  soprattutto colpito   oltre    che dalle sue foto non solo  quelle professionali    ( trovate in questi  collegamenti ipertestuali   dii suoi album istangram :  1) michelapurple ., 2)  michelamedda_studio  .,  3)  michelamedda_weddings  da  cui  ho preso insieme   a quelle    del suo  sito   le  foto     per l'articolo   in particolare  questa sezione del  sito https://www.michelamedda.it/blog/  )  e      dalla  sua   grandissima  forza  di volontà  e  il  suo  spirito    tenace  ed  ostinato  come  dimostra   questa  intervista  da lei  rilasciata , che mi  da  la  forza  di  andare  avanti   per lottare  contro i miei problemi di salute invalidanti  ,  ho deciso di farne   un articolo intervista  che  spazierà   su  di lei   a  360   gradi    cioè non soltanto     sulle  sue ultime  vicende   . 
 Ma  prima    qualche   altro   cenno   su di lei   ,  perchè    sarebbe  troppo banale  e frustante per me  e  per  lei   fare  un articolo solo sulla  sua vicenda  . Infatti  hi diviso  l'intervista  in due  parti 


si  vede     che    con i suoi scatti   tende  ad  esaltare la spontaneità delle emozioni ponendo particolare attenzione alla composizione e alla ricerca dell'attimo giusto, lavorando con discrezione senza forzare nelle pose e sfruttando la luce ambiente
 Infatti     gli  << piace raccontare il matrimonio  >>    e  non solo    << attraverso immagini spontanee dove gli sposi non vengono messi in posa ma fotografati in modo non invasivo con uno stile più vicino al reportage foto-giornalistico che permette di cogliere attimi, momenti ed espressioni in modo molto naturale. >>  Un metodo non   invasivo e  stressante     far  si che  i  soggetti    e le persone  che  fotografa  si sentano    a loro  agio senza essere  obbligati  a mettersi in posa     cioè   << senza sentire la presenza di un “intruso”. >> . Mi piace  lo stile    da   "semi-reportage" nel   realizzare qualche scatto di coppia   e non  più creativo e scenico  al fine di ottenere fotografie d'impatto, fotografie che in un servizio di "reportage puro" non sarebbe possibile ottenere. Infatti come   si descrive    sempre  sul  nel suo  sito  <<  [...] La mia missione è quella di realizzare immagini con il giusto mix di autenticità e creatività, in cui gli sposi possano riconoscere loro stessi e rivivere la gioia della giornata. >>   dichiarazione    che  trova     conferma      sia  dalle sue foto sia dalle risposte alle mei domande all'intervista   fattagli    .
 Ma ora lasciamo che sia l'intervista a parlare


1) autodidatta o hai fatto qualche scuola ?

 Completamente autodidatta.
 2) come mai visto il tuo potenziale artistico hai scelto di specializzarti , ovviamente senza fossilizzarti in esso, nel settore matrimoni ?
 Quando ho iniziato a fotografare, nel 2009, mi occupavo principalmente di fotografia naturalistica, in particolare macrofotografia. Purtroppo per mantenere una Partita IVA e pagare le tasse non è stato possibile continuare con quel genere fotografico. Ho iniziato quindi a specializzarmi nel reportage di matrimoni e nei servizi fotografici di maternità e famiglia. Il reportage è senza dubbio il mio genere fotografico preferito ma la situazione covid mi ha permesso di riavvicinarmi alla fotografia naturalistica e sono felice per questo. Il primo amore non si scorda mai!
3) una domanda che faccio sempre ad amici fotografi professionisti , vedendo gli altri account instagram oltre quello ufficiale \ professionale , ti vedi di più fotografa o antropologica ?
Sicuramente antropologica.
 4) scatti d'stinto o in modo razionale , oppure come mi sembra dalle tue foto in entrami i modi ?
Esatto, in entrambi i modi. Dipende dalla situazione e dal tipo di lavoro commissionato. 5) automatico o manuale ? Sempre e sono in manuale. Sono io a decidere come deve uscire una foto, non la macchina fotografica. 6) analogico digitale ? Sono nata con il digitale. Colleziono macchine fotografiche analogiche ma ho sempre scattato in digitale. 7 ) . quando fai una foto ad una persona gli dici pronto oppure scatti all'improvviso ? Anche qui dipende, se sto lavorando ad un servizio di moda ovviamente dovrò gestire le pose. Ciò che però più mi piace e mi riesce meglio è senza dubbio la fotografia spontanea.

ora veniamo alla   seconda  parte  ovvero   alla sua vicenda di rinascita dopo l'incidente ( vedere  screen short dell'articolo della nuova   riportato   all'inizio del post ) 


1) oltre in te stessa dove hai trovato la forza per non finire in sedia a rotelle ? Ho trovato la forza in me stessa e sicuramente nella voglia di riprendere a fare il mio lavoro. 2) come hai influito sulla tua attività avere un invalidità ? Non è facile, ma il corpo si adatta. Sicuramente ho dovuto ridurre drasticamente la mole di lavoro e soprattutto i carichi. Ho dovuto alleggerire gli zaini di lavoro e per fare questo ho dovuto cambiare tutta l’attrezzatura optando per macchine fotografiche, obiettivi e cavalletti più leggeri. Inoltre non posso più correre e non sono più agile e forte come prima. Durante i matrimoni si corre parecchio, letteralmente. 3) sei credente o spirituale ( come penso vedendo le tue foto non professionali ) Né l’uno né l’altro. 4) hai fatto tutto da sola o hai avuto aiuti ed incoraggiamenti ? L’aiuto più grande l’ho avuto dalla fisioterapista e dall’educatore postulare che hanno seguito per undici mesi la mia riabilitazione e riatletizzazione. Gli incoraggiamenti li ho aviti senza dubbio dalla mia Community su Instagram. In famiglia invece tendevano a demotivarmi costantemente o farmi notare e pesare la mia zoppia o il fatto che io non volessi più riprendere a guidare. 5) di solito quando si sceglie un cammino per sciogliere un voto si sceglie quello di Santiago di compostela , tu invece hai scelto quello meno noto , ma non per questo intriso di storia , identità ed cultura come di santa barbara ? Ho scelto il cammino di Santa Barbara perché è l’unico che in questo momento posso fare in pandemia. Appena si potrà farò sicuramente quello di Santiago e altri Cammini italiani. Non cammino però per motivi religiosi ma solo perché mi piace stare da sola in mezzo al nulla e perché voglio dimostrare alla mia gamba che, anche se con qualche difficoltà e dolore in più, può fare le stesse cose che fanno le altre gambe (e anche di più).

8.4.18

Giro... vedo film ... vedo gente... mi muovo... conosco... faccio cose...leggo



parafrasando un famoso un famoso   film morettiano vi temngo agiornati   su di me  , facendo contenti  😁😘😜🤪  chi  mi  chiede    che  fine ha  fatto il tuo diario personale  .

 vedo  oltre report  , rai  storia  , ulisse   di piero angela  anche dei film  , l'ultimo La battaglia di Hacksaw Ridge   in streaming   in quanto risale  al 2016 . 


Un bellissimo    film  che dovrebbero vedere  anche i nazionalisti   anche  se  sarà duro per  loro  vedere  che  si  può " serive  la patria  "   anche senz'armi  . 
  Un  ottima  recensione  che  condivido è questa   di https://www.wired.it/play/cinema  che  afferma  : <<   il film   Hacksaw Ridge è un capolavoro, ma va affrontato senza pregiudizi .La retorica della guerra e dell’eroismo hanno tutta un’altra luce quando le affronta Mel Gibson, una che risplende di anticonformismo   . >>  Un   film bellissimo   anche  se  girato  (   ci sono cascato 😪😢non sono riuscito a tenere  separato  l'artista    dal suo privato )   :  dall'antisemita , razzista  , misogino  , Mel Gisbon
Esso   si basa   sulla storia vera del medico dell’esercito americano, Desmond Doss. L’uomo, un obiettore di coscienza che rifiutava l’uso delle armi, fu insignito della Medaglia d’Onore dal Presidente Harry S.Truman

Leggo   oltre  i quoridiani   di tutto . In questi giorni   ho  letto ,  in quanto  ho dimenticato  , non ricordo  dove ,  e  quindi lasciandolo a metà  ,  il libro di  jonny  di  Beppe  fenoglio  , questi due  libri  

due  fumetti  

Risultati immagini per orfani   sam n9

non riporto nessun commenti   aspetto che  sia  finita  la serie   per dare  un giudizio .gobale   sia ala  serie orfani  \  sam  , sia   all'intera  saga  Orfani    che si cncluderà salvo speciali  per  coprire  (  coperti dal romanzo Ringo: Chiamata alle armi Edizioni Multiplayer ) in versione   fumettistica    i buchi  di sceneggiatura  .


 Una donna sola nel vecchio West… Una donna giovane e attraente circondata da uomini rozzi e brutali, in un mondo governato dalla Legge della Colt. Non è una vita facile e Angela lo sa bene. Per questo ha imparato a muoversi in fretta, a blandire e sedurre, ma anche a colpire duro se ce n’è bisogno… Tutte qualità che le saranno utili quando – in seguito alla morte del marito – si troverà a vestire i panni dello sceriffo !

Un fumetto western  bellissimo  . non banale , non mitizzato(  o  almeno lo  è solo in parte  , cosa rara  quando si parla di un periodo storico   ormai  diventato mito e leggenda   )  anche  se  è latente       la nostalgia   epica  della frontiera  e del selvaggio west . Un  un western  non maschilista,  dove le  donne hanno un ruolo di  primo piano  rispetto alla  vulgata  (  storica  ,cinematografica  , ecc  )  che  le  fa passare  in secondo  piano   salvo eccezioni come  questa
 dellottimo sito   farwest.it    .
 Praticamente  si   è riusciti a mettere    su carta     e  addattarlo  al  femminile   il  film il Grinta   .  Difficile stabilire quale  versione  se  :  quella  del 2010 dei  fratelli Coen ., oppure   i due  classici  (  quello del 1969 e  il sequel   del 1975 )   con John Wayne affiancato da Katharine Hepburn. 
Un a scenggiatura postuma di  paolo morales   anche  se è    un western un po'   convenzionale .  una storia   bellissima  ed  intensa  , uno  dei pochi tentativi   di rottura  e  di decostruzione  del carattere  sessista   che  fa passare in secondo piano le donne  del west  

 due  libri  



Chi ha  ucciso  Rino  Gaetano  Il coraggio di raccontare: un'indagine tra massoneria ...  di Bruno Mautone  (  trovate  nell'archivio del blog  la mia  intervista   a Bruno   sul  suo   precedente  libro  “Rino Gaetano - La tragica scomparsa di un eroe"   )  . Un  libro meticoloso  ed approfondito   che  ha  lasciato  ,  di solito  ha  un carattere  ( vedere  la minaccia di denuncia   per  il libro precedente  ) spigoloso   ,   la  sorella  Anna  Gaetano  .  




 Altro   e  Altrove  del compagno di viaggio    Cristin Porcino 

Risultati immagini per altro e altrove cristian porcino



trovate qui sul blog una mia unervista ed alcuni suoi scritti . Un libro che raccoglie alcuni saggi dell’autore su diverse tematiche. Le riflessioni del filosofo impertinente sono pungenti, ironiche, polemiche, libere e toccano svariati episodi e personaggi come: George Michael, il testamento biologico, gli scandali in Vaticano, il ricordo di Lady D., l’assassinio di Giordano Bruno, la sessualità dei supereroi, il coraggio di Lady Oscar, l’omofobia, la parità di genere, l’infelicità, i programmi televisivi di Maria De Filippi, le canzoni di Francesco Gabbani e molto altro ancora. Porcino Ferrara c’invita ad andare oltre le apparenze e a soffermarci sul vero senso della vita.



E per concludere visto che faccio mlti errori di punteggiatura e di grammatica oltre che di spazie configurazione \ impaginazione del testo , oltre frasi fatte ed banalità assortite qui e sul mio facebook . Il libro di Claudio Giunta : Come non scrivere: Consigli ed esempi da seguire, trappole e scemenze da evitare quando si scrive in italiano
da https://books.google.it/ << Al lavoro: schede, memorandum, presentazioni. A scuola: temi, tesine, relazioni. Nel privato: post su Facebook, email personali, chat sul cellulare. Sarà anche l’epoca degli audiovisivi e della comunicazione in tempo reale, ma non abbiamo mai scritto tanto. E più dobbiamo scrivere, meno sembriamo capaci di farlo. Ma, mette subito in chiaro Claudio Giunta all’inizio del libro, «non s’impara a scrivere leggendo un libro sulla scrittura, così come non s’impara a sciare leggendo un libro sullo sci. Bisogna esercitarsi: cioè leggere tanto (romanzi, saggi, giornali decenti), parlare con gente più colta e intelligente di noi e naturalmente scrivere, se è possibile facendosi correggere da chi sa già scrivere meglio di noi». E quindi? Non potendo insegnare come si scrive, Claudio Giunta prova a spiegarci come non si scrive, passando in rassegna gli errori, i tic, i vezzi, le trombonerie e le scemenze che si trovano nei testi che ogni giorno ci passano sotto gli occhi: dall’antilingua delle circolari ministeriali alle frasi fatte dei giornalisti, dal gergo esoterico degli accademici e dei politici al giovanilismo cretino della pubblicità... Ma in questo slalom tra sciatterie e castronerie Giunta trova per fortuna il modo di contraddire la sua dichiarazione iniziale, perché insegnare Come non scrivere significa anche dare delle utili indicazioni su come si scrive: per ogni cattivo esempio se ne può trovare uno buono da opporgli, per ogni vicolo cieco argomentativo c’è una via di fuga creativa, e spesso basta un punto e virgola per risolvere una frase ingarbugliata. In questo anti-manuale spregiudicato, arguto e divertente, nella tradizione di Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco ma aggiornato all’era di Google, scopriamo che per scrivere bene bisogna ripartire da un po’ di affetto per la nostra bistrattata lingua italiana, ma soprattutto bisogna tenere a mente poche regole di buon senso: se scriviamo lo facciamo perché qualcuno ci legga, capisca quel che vogliamo dire e, se possibile, non si annoi a morte. Sembra facile, no? «Un vademecum istruttivo e divertente.» - Paolo Di Stefano, Corriere della Sera «Il bello scrivere? Imparalo da Borg.» - la Repubblica «Un anti-manuale che insegna a scrivere in modo corretto passando in rassegna gli errori, i tic e i vezzi dei testi che incontriamo ogni giorno... Ci aiuta a comunicare in maniera veloce ed efficace senza essere mai banali.» - Donna Moderna «Un testo ricchissimo in cui ragiona con autorevolezza, umorismo e senza arroganza su che cosa sia la lingua e come la trattiamo.» - Il Foglio «Sono convinto che la paura sia alla radice di quasi tutta la cattiva scrittura.» Stephen King «Se conosci la cosa di cui vuoi scrivere, le parole verranno da sole.» Catone il Censore «Ho letto il tuo racconto. Non mi sembra male, ma devi smetterla di usare troppi aggettivi.» Roald Dahl «La impegna di più un set con Lendl o un set con McEnroe?» «Mi impegna tutto, anche un set con mio nonno.» Bjorn Borg >>


Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...