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23.5.25

La scomparsa di Sebastião Salgado, fotografo di fama mondiale, segna una grande perdita per il mondo della fotografia e della cultura

La scomparsa , come  ho  già  scritto nel   titolo  , di Sebastião Salgado, fotografo di fama mondiale,
segna una grande perdita per il mondo della fotografia e della cultura .
Salgado era noto per il suo lavoro documentaristico, in particolare per le sue potenti immagini in bianco e nero che raccontavano storie umane e sociali .
La sua eredità vivrà attraverso le sue opere, che continueranno a ispirare generazioni di fotografi e appassionati d'arte  . un ottimo fotografo  . viidi per la  prima volta   le sue foto  e  conobbi la sua  storia e  la sua  tecnica  fotografica   al corso  organizzato   all'associazione  fotografica    la  sardegna  vista 
da  vicino  -  Seguitata prima dal diìocumentario il sale della  terra  e   poi  dalla mostra sul  suo lavoro  genis  tenutasi al palazzo diucale  di genova nel lontano 2016  .   
Nelle sue  opere   e  nella  sua attività     sono state frutto  di uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro.La mostra    di Genesi  che  visitai  a  Genova  è nata  da  quello che  ricordo   della lettura  dell panello espositivo   da un viaggio alla scoperta della bellezza nei luoghi più remoti del Pianeta, durato 8 anni e  il  frutto di questa curiosità sono le oltre 200 fotografie esposte in mostra, opere d’arte che ci raccontano con sguardo straordinario ed emozionante luoghi che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.




  Ha  descritto Il mondo come era, il mondo come è. La terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. Questo è lo scopo e il valore del  suo   straordinario progetto  . Confermo  quanto  ho detto      da qualche parte  su  quyesto blog  : <<  E' come    trovarsi  in quei luoghi    e  con  quella  persone ed  animali    che lui  ha  fotografato   .  Egli  è  riuscito  a  bloccare  il mondo  e  la  sua  diversità   prima   della  sua  distruzione  e  della   scomparsa   >> . Un uomo  d'immensa generosità  . Infatti , sono cose  che   capitano  una  volta  su  un milione nella  vita    , egli  ha regalato gratuitamente    100 foto per inaugurare il locale  . « Sono Salgado, so che mi state cercando. Cosa posso fare per voi?». È iniziata così la telefonata con cui uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi ha regalato a tre giovani un sogno impossibile: esporre nel nascituro caffè letterario Binario 49 di Reggio Emilia 100 foto tratte da una sua retrospettiva che racchiude 30 anni di reportage realizzati nell’Africa sub-sahariana. Scatti mai visti prima in Italia, che immortalano gli effetti devastanti di guerre, carestie, malattie e deforestazioni.
Tematiche molto care a Salgado, che ha preso a cuore il progetto di Claudio Melioli, Khadija Lamami e **Alessandro Patroncini **di creare un incubatore di economia solidale in un quartiere - quello della stazione di Reggio - da sempre zona franca; un guazzabuglio di emarginazione e disillusione in cui gravitano balordi, pusher e giovani extracomunitari senza identità e futuro.
«Quando ho visto la chiamata da Parigi non capivo chi fosse» ci ha raccontato Claudio. «Salgado si è presentato e ci ha chiesto di spiegargli il nostro progetto. È nata subito una buona energia. Siamo rimasti in contatto e, quando eravamo a buon punto per l’inaugurazione del Binario 49, ci siamo risentiti. E ora eccoci qui, pronti per la mostra, che si chiamerà Africa, e si   è  tenuta   dal 9 febbraio al 24 marzo  del 2019  ».Dopo 10 anni da ricercatore astrofisico all’Università di San Paolo, Claudio  Melioli è tornato in Italia, nella sua città natale, con tanta voglia di fare. Poco più di un anno fa ha deciso di partecipare a un bando pubblico indetto dal Comune di Reggio per la bonifica e riqualificazione degli spazi abbandonati al 49 di via Turri, coinvolgendo l’associazione «Casa d’altri». È così che ha conosciuto Kadija Lamami, marocchina di origini e italiana d’adozione: «Il nostro obiettivo era quello di rigenerare uno ambiente urbano e creare reti sociali. Arrivati qui abbiamo rimesso in piedi tutto, usando per gli arredi vecchie strumentazioni delle ferrovie regalateci dalla Regione Emilia-Romagna. Volevamo sanare un quartiere dalla pessima reputazione e fare in modo che l’integrazione arrivasse anche in periferia».   ......    continua    su  : Se il più grande fotografo di viaggi ti regala 100 foto per inaugrare il locale    di Vanity Fair Italia


di  cui riporto     qui sotto   il  loro comunicato sutale  evento 
 
Si è spento il cuore di una delle prime persone che ha creduto, dopo di noi, in Binario e nel quartiere stazione.Binario49 non sarebbe questo luogo se non fosse iniziato tutto da questa idea folle di portare la sua bellezza, i suoi occhi e la sua passione, a Reggio Emilia. Non possiamo che ringraziare infinitamente oggi, come allora, Salgado e tutta la sua famiglia.Oggi è una giornata doppiamente brutta per questo mondo.

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