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22.4.18

Wabi Sabi, quando la bellezza dell'imperfezione conquista l'arredo La concezione estetica che viene dall'Oriente applicata all'interior design: qualità artigianale, materiali naturali, imperfetti e asimmetrici



uno  dei tantoi articoli pubblicitatri presi dalla rete  


Nell'estetica giapponese tradizionale Wabi-sabi   è una visione del mondo incentrata sull'accettazione della transitorietà e dell'imperfezione, in cui la bellezza è appunto "imperfetta, impermanente e incompleta".


Wabi Sabi, quando la bellezza dell'imperfezione conquista l'arredo



 La traduzione dei due termini è complessa e nel corso dei secoli hanno cambiato significato persino nella lingua d'origine. Wabi si riferisce all'eleganza discreta, non ostentata e semplice.  Sabi rimanda alla bellezza che solo il passare del tempo può donare.
 


Ora l’estetica giapponese chiamata wabi-sabi si traduce nel campo dell’interior e nel décor in pochi pezzi ma di qualità artigianale, in materiali naturali le cui  “imperfezioni divengono elementi narrativi, che raccontano il vissuto specifico dell'artefatto, le sue peculiarità e l'uso che ne è stato fatto” spiega il libro Il valore dell'imperfezione. L'approccio wabi sabi al design "Attribuire valore all'imperfezione significa progettare prodotti capaci di invecchiare, di modificarsi, di essere riparati; significa stimolare il legame emotivo tra utente e prodotto, allungarne il ciclo di vita e, soprattutto, accettare la presenza di una variabile non controllabile che spesso "cambia il finale del racconto".
Wabi Sabi, quando la bellezza dell'imperfezione conquista l'arredo
Ma qual è nell'arredo questa 'variabile' incontrollabile? Prima di tutto la materia da cui viene ricavato il mobile - i 'difetti' naturali del legno diventano pregi – e poi la lavorazione artigianale che fa si che non esistano prodotti replicabili perfettamente, ogni pezzo è unico e irripetibile.Forme irregolari, eleganza, imperfezioni naturali, oggetti originali con una storia, sono dunque queste le parole d’ordine del wabi sabi associato alla decorazione di interni che si caratterizza anche per i materiali organici usati come il cotone, il legno, la carta o la pietra, forme semplici e colori tenui, spesso neutri.
Wabi Sabi, quando la bellezza dell'imperfezione conquista l'arredo
Wabi Sabi, quando la bellezza dell'imperfezione conquista l'arredo
Artigianale, unico, naturale, autentico, asimmetrico, materico sono queste le caratteristiche degli arredi Devina Nais, atelier di mobili di design per la zona giorno e notte, dove ogni pezzo viene prodotto, confezionato e rifinito in forma artigianale. Le materie prime vengono selezionate per la loro unicità, dove il “difetto” non viene considerato tale ma parte integrante dell'effetto finale che vuole ottenere. 


La lavorazione, che ricorda le tecniche e la meticolosità dei falegnami di un tempo, riesce a regalare ai modelli proposti un sapore dimenticato, che evoca piccole e grandi gioie da condividere. La nuova collezione ,che sarà presentata al Salone del mobile di Milano dal 17 al 22 aprile, è stata concepita con l'intento di creare uno stile unico per arredare tutta la casa con prodotti contraddistinti da giochi materici, grafismi e asimmetrie in cui domina il legno massello.
 

28.4.17

Essere costretti a vivere in carrozzina non è una sentenza di morte, è solo attraversare il mondo con un altro punto di vista, la storia di Luca Paiardi e Danilo Ragona

anche se molto spesso le storie riportate da concitra sono troppo zuccherose e melenese come d'altrond e quelle storie che parlano solo con il cuore o tropppo con il cuore e poco con la ment e , sono un ottimo spunto di riflessione , e soprattutto contribuiscono a far si che certe storie non siano solo ai margini  o   si parli  di  loro   solo quando   si h  successi olimpici  osi  è  Vip     come  Zanardi

Luca Paiardi e Danilo Ragona in una tappa del loro viaggio
Luca Paiardi e Danilo Ragona in una tappa del loro viaggio
Grazie alla segnalazione di Selene Baiano e Francesca Mariotti
Essere costretti a vivere in carrozzina non è una sentenza di morte, dicono questi due ragazzi: è solo attraversare il mondo con un altro punto di vista, più basso… Forse avete già sentito parlare della storia di Luca Paiardi e Danilo Ragona, due amici torinesi che da quasi vent’anni vivono in carrozzina.“Quasi vent’anni in piedi e quasi vent’anni seduti. Sappiamo bene com’era la vita prima e stiamo lavorando perché la vita oggi e la vita dopo sia sempre più facile, per tutti. Migliore”. Luca e Danilo hanno avuto un incidente che non avevano ancora compiuto vent’anni. Da allora sono in sedia a rotelle. Luca è diventato architetto, ha continuato a giocare a tennis e a suonare: è il bassista degli Stearica. Danilo è un progettista e designer che si dedica oggi molto alle tecnologie in sostegno della disabilità.
Per Luca Paiardi e Danilo Ragona lo sport è parte integrante del "viaggio"
Per Luca Paiardi e Danilo Ragona lo sport è parte integrante del "viaggio"
Da tre anni hanno fatto della loro vita un manifesto di intenti: sono loro stessi il progetto che vogliono realizzare. Girano l’Italia unendo sport, avventura, musica, solidarietà. Potete vederli nel loro sito. Quest’anno, il terzo, saranno fino a dicembre in viaggio dal Piemonte alla Basilicata passando per la Sardegna. Con una novità: vogliono arrivare in Spagna e forse in altri paesi d’Europa.Durante la scorsa edizione del viaggio avevano lanciato una raccolta di fondi per acquistare uno speciale furgone per Danilo Neri, rimasto tetraplegico a 17 anni. Il furgone è arrivato e Danilo si unirà a loro in una delle tappe: quella di luglio, a Sestriere. In ogni tappa c’è sempre un momento in cui si fa sport insieme agli altri e uno in cui si visitano le unità spinali del luogo. Le unità spinali sono il posto dove chi ha avuto un incidente può ricominciare a vivere.Lo sport è il compagno della riabilitazione. “Oggi però lo sport per noi è diventato soprattutto il nostro modo di raccontare che un’altra vita è possibile: ogni tipo di sport, anche estremo. L’esempio e la testimonianza che vogliamo dare a tutti coloro che si trovano nella nostra condizione è semplice. Se lo puoi pensare lo puoi fare”. Quest’anno l’obiettivo del loro viaggio è (anche) quello di comprare alcune carrozzine da donare alle più importanti unità spinali d’Italia.“La nostra associazione no profit si chiama B-free, sostiene e sviluppa progetti sull’eliminazione delle barriere architettoniche. Possiamo e vogliamo andare ovunque, la sola differenza è che noi vediamo il vostro e il nostro mondo da un angolo diverso. Seguiteci”. Se non di persona, che sarebbe meglio, anche su Facebook. ‘Viaggio Italia’. Seguiamoli.

26.2.17

piccole cose ed insignificanti per gente normale grandi cose e intense per gente speciale

potrebbe  interessarvi
http://ilcamminodelperdono.eu/

Canzone  suggerita   è pane  e  sale  di  zucchero 

I due video più popolari e condivisi nei  giorni scorsi , sui  giornali di informazione on line e  su  i social  , sono stati i seguenti: quello dei Nas girato da una telecamera a circuito chiuso dell’Ospedale Loreto mare di Napoli in cui si vedono dipendenti strisciare anche venti badge di colleghi, infermieri radiologi medici, che così risultavano presenti ed erano invece, per esempio – è un dato reale, il caso di un primario – a giocare a tennis. Ciascuno di noi è stato o ha avuto parenti in ospedale, un ospedale pubblico, e ha anelato l’incontro anche fuggevole, anche in corridoio, con il medico curante oppure  in  ufficio pubblico o segreteria   e  sa  di cosa  si parla  .  Non servono commenti, mi fermo qui  altrimenti scado   nei (spesso mi capita  ) nel populismo  e  nel qualunquismo sterile    \  malpancismo  . Il secondo mostra due dipendenti di un supermercato di Follonica, amena località della toscana marittima, che filmano ridendo due donne sorprese a frugare nei cassonetti e da loro chiuse a chiave nella gabbia dei locali dell’immondizia. Non essendo frugare nei cassonetti qualcosa che si possa desiderare per piacere, che non si faccia se non in casi di estremo bisogno, anche in questo caso non direi altro ci  ha  già  pensato qualcuno  con un suo editoriale     e  c'è ancora  qualcuno\a    che  non ha  mandato  come si  diceva  un tempo  il cervello all'ammasso   e  che  risponde    colpo  su  colpo  😄😇😛  a  Salvini    e  ai  suoi seguaci  



Giuseppe Scano ha condiviso il post di Daniele Sensi.
Lidl potrà anche licenziare i due dipendenti. Ahinoi, non potrà licenziare l'impunita, inaccettabile, strumentale disumanità di Matteo Salvini.
Commenti
Serra MaryeRino Se Lidl , si permette di licenziare i dipendenti, perderanno un cliente da almeno svariati centinaia di € mensili........già inviato mail alla Lidl italia.........

Augusto Gal non avrei mai immaginato una deriva sociale di queste dimensioni . Istigare certi elementi peraltro deboli a delinquere è da incoscienti . speriamo che la gente prenda le distanze da queste derive sociali.

Lorenzo Mattana Siamo messi male, ormai il razzismo va di moda ed è sdoganato. Ma per quanto mi riguarda il messaggio che questi due hanno fatto bene a rinchiudere le due rom, a fare il video e sbeffeggiarle, non passerà mai. Idolatrarli per un gesto quanto meno di cattivo gusto (per essere clementi) non mi sembra da persone civili e di buon senso.

(  vedere  in merito   i mie post sulle palme e i banani in piazza duomo a Milano ) : mi rimetto -- come suggerisce Concità de Gregorio su repubblica  del  25\2\2017 ---- a sette secondi di riflessione silenziosa, se potete. Molte migliaia di condivisioni on line, hai visto questo, like.
In quanto  non trovo  le parole   anzi  : <<   Ho perso le parole ....ho perso le parole di fronte alle ingiustizie, alle guerre....ho perso le parole di fronte a troppi politici corrotti e corruttori, che ci stanno togliendo giorno dopo giorno sogni, speranze e futuro.....ho perso le parole...... >> ( il commento di Robin Hood   a  questo    video di  ho perso le parole  di Luciano Ligabue  )   quindi   non riuscendo   a dirla  con parole mio  concordo  con   il mio amico  




Stamane, appena accesa la radio, ho sentito l'audio di risate di uomini che sovrastavano urla di donne. Non riuscivo a capire di che si trattava, tanto più che li percepivo come suoni scomposti e fastidiosi.
Solo poi il giornalista ha riportato la notizia di questi dipendenti della Lidl di Follonica che hanno rinchiuso due donne rom trovate a rovistare tra i cassonetti: riprese, irrise e, ovviamente, subito condivise sul web.
Io non mi riconosco più in questa (dis)umanità. ne ho orrore.
Io so che questa è la banalità del male.
Io, stamattina, ho pianto.

Esistono altri mondi di cui si parla meno, che circolano meno on line ma che ci sono, formidabili, nella realtà , ma  che   se  non ci sono   vip  o personaggi dello  star  system   nazionale  ed  internazionale   passano  in secondo piano  e  vengono  " censurati   e   nascosti "  nelle pagine  interne   di cronaca  o edizioni locali  .
Ecco  due  storie  . La prima    tratta    della  rubrica http://invececoncita.blogautore.repubblica.it
del 25\2\2017

(..... ) 

Leggo la mail di Gabriele Parrillo che mi invita alla quarta edizione del Cammino del Perdono. Un titolo che da solo mitiga un poco il disagio dello stare in questo mondo suscitato dall’eco dei due video di oggi, domani ce ne saranno altri due. Il Cammino del Perdono non è niente di religioso, non nel senso confessionale. E’ proprio – è stato negli anni - una salita a piedi verso il Castello di Canossa. 

Risultati immagini per il cammino del perdonoNon so se ricordate dalla scuola: l’imperatore attese tre giorni e tre notti, scalzo e con un saio, di essere ricevuto e perdonato dal Papa con l’intercessione di Matilde. Andare a Canossa, si dice.
Un sacco di gente, ma proprio tanta, parte ogni anno e sale, sale, ciascuno per i suoi motivi, su fino alla cima del monte, fino alla cripta a cielo aperto e lì ascolta suonare, danzare, recitare. Shakespeare, Pascoli, Kafka, Lorca. Quest’anno il Cammino non sale ma scende, mi scrive Parrillo, giù nella cripta del Duomo di Reggio Emilia “e dentro noi stessi, cercando un cielo”. Sabato prossimo 4 marzo, alle nove di sera: Luigi Lo Cascio leggerà la lettera al padre di Kafka, Daniela Savoldi suonerà il violoncello, ci saranno canti e danze di Ambrose Laudani e del maestro Hal Yamanouchi, grandissimo coreografo.
C’è un’incredibile quantità di persone, mi raccontava qualche giorno fa Padre Marino del Convento francescano della Regola, Valle Santa, provincia di Rieti, che arriva ogni giorno a chiedere di fermarsi coi frati qualche tempo. Ragazzi con gli zaini, giovani coppie in viaggio di nozze, donne sole, gruppi. Ci sono più di seimila persone che solo lì, in quel luogo nascosto e magnifico, ogni anno camminano lungo i sentieri di San Francesco portando con sé il libretto della Regola dei Frati minori. La prima regola dice: vivere ‘sine proprio’, senza nulla di proprio. Non cercano qualcosa fuori di sé né una vocazione, no – dice padre Marino - cercano, in primo luogo, silenzio. Calma, condivisione. Mi piaceva raccontarvelo, oggi. Piccole cose, esistono anche queste.

La   seconda   presa  qualche  giorno  fa  da  l'unione  sarda

CRONACA » FRANCIA



Merah senior: "Giro la Francia a piedi per espiare le colpe di mio fratello terrorista"

Lunedì 20 Febbraio alle 14:56 - ultimo aggiornamento alle 16:59

Abdelghani Merah
Abdelghani Merah, il fratello maggiore di Mohamed, il killer di Tolosa che nel 2012 uccise tre militari, tre bambini e un insegnante in una scuola ebraica, sta attraversando la Francia a piedi.
Una sorta di ammenda per le colpe del fratello e, allo stesso tempo, un modo per predicare "l'uguaglianza contro il razzismo" e la necessità di combattere l'Islam estremista.
Partito da Marsiglia, Abdelghani percorre, zaino in spalla, dai 25 ai 40 chilometri al giorno e dorme di notte ospite di enti di assistenza e associazioni.
"Cammino per dare l'esempio ai giovani musulmani, che oggi ascoltano più la propaganda Isis dei consigli della polizia".
Dopo gli attentati e l'uccisione di Mohamed ha scritto un libro, intitolato "Mio fratello, il terrorista".
Mohamed Merah
Mohamed Merah

e riportata  su   https://www.facebook.com/compagnidistrada/  appendice  Facebookiana   del blog
Non son  che altro dire se non per lasciarsi  con questa  canzone ora  in oda   alla radio







emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...