Ogni uno di noi ha un dettermnato desiderio prima di morire . Ad esempio c'è chi come Lauren Hill giocatrice di basket doi terza categoria sognava da sempre di poter giocare una partita di campionato di basket professionistico ma un tumore maligno al cervello allo stadio avanzato e inoperabile.
A Lauren restano pochi mesi di vita.una grave malattia , un tumnore al cervello gli lo impedisce . Ecco che il Ncaa, National Collegiate Athletic Association (la
lega universitaria americana) c gli oo realizza. Qui maggiuori dettagli
Ma la storia che mi ha colpito di più e che voglio raccontarvi è quella di una donna olandese di 78 anni, malata terminale che ha chesto ed ottenuto come su ultimo desiderio di vedere la mostra di Rembrant .
AMSTERDAM – Il suo ultimo desiderio prima di morire era di vedere il suo pittore preferito, il più amato: Rembrandt. Voleva vederlo esposto al RijksMuseum di Amsterdam, dove i pittori fiamminghi sono i protagonisti indiscussi. Ed è riuscita a realizzare il proprio sogno"Prima
di morire, vorrei vedere la mostra di Rembrandt". Questo l'ultimo
desiderio di una donna olandese di 78 anni, malata terminale. Un sogno
che ha potuto realizzare grazie alla Stichting Ambulance Wens,
associazione con sede ad Amsterdam, fondata da un ex autista di
ambulanze, che si occupa di assistenza ai pazienti ormai incurabili,
cercando, per quanto possibile, di rendere più "dolci" e dignitosi i
loro ultimi momenti di vita.IL merito dei volontari della Stichting Ambulance Wens
(la Fondazione Ambulanza dei Desideri), un’associazione olandese che
permette ai malati terminali di andare nei posti che vogliono per
realizzare il loro desiderio, trasportati in barella, ben coperti, a
bordo di un’ambulanza.
L’associazione ha anche un profilo twitter su cui vengono pubblicati gli aggiornamenti con tanto di foto dei malati portati in giro, e non solo ai musei, ma anche allo stadio, a dei concerti e via dicendo.
E così questi "angeli" hanno prelevato l'anziana dal suo letto, conducendola in barella al Rijksmuseum della capitale olandese, permettendole di ammirare da vicino le opere del suo pittore preferito. Le foto del commovente ultimo desiderio esaudito hanno fatto il giro del mondo. Infatti
l'idea è dell' associazione di Rotterdam: Stichting Ambulance Wens. Che tradotta sta per Fondazione Ambulanza del desiderio , nata nel 2007 è quella raccogliere l’ultimo sogno delle persone malate terminale e cercare di esaudirlo. Sono dotate di ambulanze gialle, grazie alle quale i volontari possono portare i malati ovunque. Molti scelgono di vedere il mare, di passare qualche mezz’ora in spiaggia, pur distesi sulle barelle.
Ma a scorrere il sito si scopre che la varietà dei desideri non conosce perimetri. Ultimamente più persone hanno chiesto di poter vedere l’eccezionale mostra che il Rijksmusem di Amsterdam ha dedicato a Rembrandt. E così le foto dei pazienti in barella davanti ai capolavori del grande maestro olandese hanno iniziato a fare il giro del mondo. Come questa di un’anziana signora che si gode lo stupendo autoritratto con tavolozza e pennello in mano. Non è un quadro scelto a caso, perché con questo autoritratto dipinto nel 1660, oggi conservato a Kenwood. Era forse la prima volta nella storia che un pittore si rappresentava con gli arnesi stessi del mestiere, per affermare in modo preciso la propria identità. La destra è nell’ombra, la sinistra regge invece tavolozza, pennelli e stecche. In realtà la mano non si vede. Sembra quasi che sia diventata una protesi e che l’identità di quella mano consista negli strumenti usati per dipingere. Insomma guardando questo quadro non si vede solo un capolavoro, in un certo senso si incontra Rembrandt di persona.
Perché una persona prima di morire vuole vedere un’opera come questa? Per assaporare l’emozione, certamente. Ma forse perché la pittura quando raggiunge questa grandezza ci parla anche della vita oltre la vita. Fa vibrare una dimensione della persona che non è più stretta nell’orizzonte temporale ma è proiettata verso un tempo che non passa. Quadri come questi suggeriscono la dimensione di un destino; un destino che c’è, che non è muto, che non ha capolinea. Forse quadri così aiutano ad andare oltre il proprio morire.
L’associazione ha anche un profilo twitter su cui vengono pubblicati gli aggiornamenti con tanto di foto dei malati portati in giro, e non solo ai musei, ma anche allo stadio, a dei concerti e via dicendo.
E così questi "angeli" hanno prelevato l'anziana dal suo letto, conducendola in barella al Rijksmuseum della capitale olandese, permettendole di ammirare da vicino le opere del suo pittore preferito. Le foto del commovente ultimo desiderio esaudito hanno fatto il giro del mondo. Infatti
l'idea è dell' associazione di Rotterdam: Stichting Ambulance Wens. Che tradotta sta per Fondazione Ambulanza del desiderio , nata nel 2007 è quella raccogliere l’ultimo sogno delle persone malate terminale e cercare di esaudirlo. Sono dotate di ambulanze gialle, grazie alle quale i volontari possono portare i malati ovunque. Molti scelgono di vedere il mare, di passare qualche mezz’ora in spiaggia, pur distesi sulle barelle.
Ma a scorrere il sito si scopre che la varietà dei desideri non conosce perimetri. Ultimamente più persone hanno chiesto di poter vedere l’eccezionale mostra che il Rijksmusem di Amsterdam ha dedicato a Rembrandt. E così le foto dei pazienti in barella davanti ai capolavori del grande maestro olandese hanno iniziato a fare il giro del mondo. Come questa di un’anziana signora che si gode lo stupendo autoritratto con tavolozza e pennello in mano. Non è un quadro scelto a caso, perché con questo autoritratto dipinto nel 1660, oggi conservato a Kenwood. Era forse la prima volta nella storia che un pittore si rappresentava con gli arnesi stessi del mestiere, per affermare in modo preciso la propria identità. La destra è nell’ombra, la sinistra regge invece tavolozza, pennelli e stecche. In realtà la mano non si vede. Sembra quasi che sia diventata una protesi e che l’identità di quella mano consista negli strumenti usati per dipingere. Insomma guardando questo quadro non si vede solo un capolavoro, in un certo senso si incontra Rembrandt di persona.
Perché una persona prima di morire vuole vedere un’opera come questa? Per assaporare l’emozione, certamente. Ma forse perché la pittura quando raggiunge questa grandezza ci parla anche della vita oltre la vita. Fa vibrare una dimensione della persona che non è più stretta nell’orizzonte temporale ma è proiettata verso un tempo che non passa. Quadri come questi suggeriscono la dimensione di un destino; un destino che c’è, che non è muto, che non ha capolinea. Forse quadri così aiutano ad andare oltre il proprio morire.