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(Letture: Is 30, 18-26b; Sal 145/6; 2Cor 4, 1-6; Gv 3, 23-32a - V domenica di Avvento - anno C)
Avrei voluto preparare una bella riflessione per oggi, di quelle ponderate che impressionano l'uditorio e vellicano il narcisismo di chi le pronuncia. Ma, come la liturgia suggerisce, i piani di Dio sono diversi dai nostri, le torri della vanità crollano, la ri-velazione è tale solo per chi si perde.
In questi giorni a crollare è stata una palazzina di #Ravanusa, in provincia d'#Agrigento, stroncando le vite di due giovani #sposi e una nascente. Un divenire che già era realtà senza però quella luce serbata solo nel cuore, quindi purissima e immacolata. Maschio o femmina che fosse, il bambino della giovane coppia è stata la creatura terrestre più vicina a Gesù, come lui inerme e innocente e minimo. Su di lui, o lei, si facevano grandi sogni, ché diventare genitori rinfresca del "bucato di Dio" secondo la definizione di #RadclyffeHall. Ma d'altra parte, chi non ha sogni per i propri figli? E anche le madri e i padri oltre i #filispinati, nel gelo di foreste senza nome, di sogni ne avevano: affrontano la morte non perché non abbiano più nulla da perdere, ma perché hanno tutto da guadagnare, tutto devono alle vite da essi sbocciate. Molte si sono chiuse subito, come quella della piccola migrante inghiottita dalla #Dragogna - nome che pare uscito dalle #Malebolge dantesche. Aveva sogni anche lei, lei pure era nata da un sogno.
"Lui deve crescere e io diminuire": questo, in sintesi, il messaggio del #profagrigentino di filosofia ai suoi studenti, poco prima della pensione. Aveva fatto suo il testamento spirituale di Giovanni, trasmesso alle ragazze e ragazzi affidatigli l'amore per la Sofia, la cultura che è sempre una crescita, un altro da sé, oltre il sé, mai la statica ripetizione d'un idolo umano (foss'anche d'oro o argento...). #CarloAcutis direbbe "Non io, ma Dio", quel Dio di cui Madre #TeresadiCalcutta volle essere matita.
Il prof agrigentino aveva il senso del mistero. Era #ministrostraordinario della comunione, il suo ultimo gesto è stato quello di portare "Gesù ai malati", ha ricordato il #parroco, un uomo lindo e asciutto, dagli occhiali tondi, che sarebbe piaciuto a #GesualdoBufalino. Poi non ha aggiunto più niente, il volto sopraffatto da un'emozione impenetrabile. In realtà l'insegnante - si resta insegnanti tutta la vita, come i preti - consegnando "il corpo di Gesù" vi univa il suo, in tutta naturalezza, assieme a molti altri anonimi che per le vie allo stesso modo di #Mamadou, morto di freddo a Roma, e persino nelle proprie case - com'è accaduto a #Jenny, vittima dell'ennesimo #femminicidio a #Misterbianco - testimoniano il dolore innocente.Magari "non erano dei nostri", non tutti credenti, non tutti cristiani. Al tempo stesso, però, ci appartengono: chi non è contro di noi è con noi.
Avrei voluto scrivere altre cose o anche queste, ma in modo diverso; non ci sono riuscita. E malgrado lo sappia, che quelle anime ora sono "più splendenti di sette soli", non basta. Esse dovrebbero stare qui, su questa terra, e non v'è posto per consolazioni dolciastre.
Natale è pure questo, irrompere tra grida di disperazione. Perché dopo le stelle comete ci sono gli innocenti martiri, la fuga in Egitto, la passione, la croce.