Ci viene insegnato che studiamo per lavorare e non per accrescere la nostra cultura, per poi ritrovarci in un mondo del lavoro che ci chiede di ringraziare per l’opportunità di essere sfruttati, perché “è così che si fa esperienza”, e in cui dobbiamo augurarci di non essere una delle tre morti sul lavoro al giorno.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
20.5.22
genitore delega lo zio per dare una lezione a figlio di 16 ani omosessuale e l'ottimoi discorso all'università di Padova di Emma Ruzzon
Ci viene insegnato che studiamo per lavorare e non per accrescere la nostra cultura, per poi ritrovarci in un mondo del lavoro che ci chiede di ringraziare per l’opportunità di essere sfruttati, perché “è così che si fa esperienza”, e in cui dobbiamo augurarci di non essere una delle tre morti sul lavoro al giorno.
17.5.22
disinformazione sulla giornata del 17 maggio Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia
Capisco , anche se non concordo , l'essere contro il decreto Zan ed contro ( scettico sulle giornate celebrative , il non voler celebrare nelle scuole la giornata contro l'omotransfobia . Ma la malafede ed la disinformazione , nonochè l'uso strumentale per giustificare \ cercare appiglio contro il decreto o contro la circolare del ministro dell'istruzione cheha istituito nelle scuole anche se con ritardo quasi decennale tale giornata, ma non mi sta bene la disinformazione . Infatti l'istituzione dellla giornata del 17 maggio è antecedente a tale decreto. La Giornata internazionale cioè il 17maggio , contro l'omofobia, la bifobia, la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia, Transphobia) è una ricorrenza promossa dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l'Omofobia e la Transfobia è riconosciuta dall'Unione europea e dalle Nazioni Unite che si celebra dal 2004 il 17 maggio di ogni anno.
«Il Parlamento europeo [...] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell'Unione europea senza discriminazioni;»
(art 8)
«[...] condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli»
(art 10)
Nel 2009 la campagna IDAHO viene incentrata sulla transfobia, ed in particolare sugli atti di violenza contro le persone transgender. Il nome ufficiale diventa pertanto "Giornata Internazionale contro l'omofobia e la transfobia" (International Day Against Homophobia and Transphobia).
Nel 2015 viene aggiunta anche la bifobia negli obiettivi della campagna.L'Italia aderisce all'LGBTI Core Group dell'ONU, alla piattaforma Equal Rights Coalition e all'organizzazione intergovernativa Global Equality Fund.
10.5.22
modo raccapricciante in cui è stata ridotta Claudia Cecconcello, 53 anni di Alessandria. La “ragione” è nella sua semplice identità: donna e omosessuale.
Ogni volta che leggo ognuna delle 200 storie ogni anno come quella di Claudia Cecconcello (una ogni due
giorni), ripenso a quelli che, il 27 ottobre scorso, in Senato, nel voto decisivo per il Ddl Zan, avevano l’occasione storica di stare dalla parte della vittima e hanno scelto di proteggere il carnefice. Tra gli applausi del pubblico pagato.Andatelo a dire a lei che ”non era una priorità”.18.8.21
CHIACCHERATA INTERVISTA SUL DECRETO ZAN E SUL GENDER A CRISTIAN PORCINO
IO Indipendentemente da credente o non credente, visto che sei un filosofo e un docente, voglio chiederti cosa ne pensi di queste assurde dichiarazioni: << Mai andare oltre quello che ci è stato consentito, altrimenti si perde il concetto di essere umano >>. Così la senatrice della Lega Antonella Faggi ha concluso il suo intervento nel corso della discussione generale sul Ddl Zan nell'aula del Senato.
Secondo le femministe della vecchia guardia contrariamente al neo femminismo o il femminismo intersezionale (vedi il mio contatto Alice Merlo) andrebbe separata l'identità di genere (il cosiddetto gender) dal sesso, tu che ne pensi ?
Noto con rammarico che chi non condivide alcuni aspetti del Ddl Zan
si è arroccato ormai su posizioni ideologizzate. Intavolare un dialogo con qualcuno presuppone
l’intenzione di ascolto e io non vedo in certi ambiti alcun interesse in tal senso. Chi ostacola
l’approvazione di questo disegno di legge si rende purtroppo complice dei crimini d’odio. Certi
esponenti politici italiani guardano con benevolenza alle politiche omofobe e misogine di Russia,
Polonia e Ungheria. L’approvazione della legge Zan segnerebbe uno spartiacque tra chi è in prima
linea per la difesa dei suoi cittadini e chi invece reprime e annienta tutto ciò che non rientra in uno
stereotipo tradizionale di stampo eteronormativo. Bisogna tenere presente che quando nasciamo
non abbiamo un genere ma un sesso. In molti hanno una gran confusione in testa su questi termini
e li utilizzano erroneamente come sinonimi.
A tal proposito vi consiglio la lettura di un libro illuminante scritto dalla sociologa Graziella Priulla
“C’è differenza”.
14.7.21
14 luglio Oggi moriva Lady Oscar, icona animata che gli omofobi del 2021 etichetterebbero come ‘indottrinamento gender’
Avevo visto sabato 10 su netflix il film ( a fine post l'url della mia recensione ) Marie Antoniette di Sofia Coppola la cosa sembrava chiusa li quando stamattina leggendo il giornale
all’ingresso di Montecitorio e album di figurine esorcizzatI dai vescovi della CEI.
Cristian a Porcino Ferrara
Editore | Lulu.com, 2018 |
ISBN | 0244660042, 9780244660048 |
Lunghezza | 170 pagine "Altro e altrove" raccoglie alcuni saggi dell'autore su diverse tematiche. Le riflessioni del filosofo impertinente sono pungenti, ironiche, polemiche, libere e toccano svariati episodi e personaggi come: George Michael, il testamento biologico, gli scandali in Vaticano, il ricordo di Lady D., l'assassinio di Giordano Bruno, la sessualità dei supereroi, il coraggio di Lady Oscar, l'omofobia, la parità di genere, l'infelicità, i programmi televisivi di Maria De Filippi, le canzoni di Francesco Gabbani e molto altro ancora. Porcino Ferrara c'invita ad andare oltre le apparenze e a soffermarci sul vero senso della vita. |
11.7.21
perchè il feminicidio e la sua cultura sono cosi pregnanti nel nostro paese ? perchè manca Un’educazione sessuo-affettiva cioè insegnare ad avere cura della relazione, delle emozioni
canzoni. suggerite
cosa manca al decreto zane non solo è Un’educazione sessuo-affettiva Non l’educazione sessuale ciò che serve. Ma insegnare ad avere cura della relazione, delle emozioni , del rispetto , della diversità , ecc eco perchè i femminicidi e la loro ideologia \ base culturale malata è ancora cosi radicata . Infatti Cosa manca? Un’educazione sessuo-affettiva Non è l’educazione sessuale ciò che serve. Ma insegnare ad avere cura della relazione, delle emozioni
Ha raggione quest' articolo preso da io acquasapone
Mer 26 Mag 2021 | di Enrico Molise | Attualità
È sbagliato parlare di educazione sessuale. O, meglio, non è quella che serve davvero. Si tratta invece dell’educazione sessuo-affettiva, che insieme alla componente tecnica, biologica, riguarda pure l’aspetto relazionale legato ai sentimenti, alle emozioni. Inoltre, la nostra società vive un paradosso: ha paura della violenza di genere, delle gravidanze indesiderate, della pedofilia, del bullismo e spesso crede che parlare di sessualità favorisca tutta una serie di comportamenti. «Gli studi scientifici ci dicono che l’educazione sessuo-affettiva è in grado di smorzare quegli avvenimenti e anche di ritardare l’età del primo rapporto, perché accresce la consapevolezza di sé». Anche questa volta il nostro punto di riferimento sull’argomento è Marilena Iasevoli, sessuologa romana che ci illustra il legame tra la mancanza di questo tipo di educazione e la violenza di genere. Parliamo di età. «I bambini non hanno una grande percezione delle differenze. Le avvertono in relazione a quello che ascoltano e all’educazione che ricevono e fino ai dieci anni i pregiudizi e gli stereotipi non si sono ancora solidificati. Ecco perché è importante dotarli di conoscenza, competenza, di valori che li aiutino a realizzarsi nel rispetto della dignità, propria e altrui. In questo modo per loro sarà possibile sviluppare delle relazioni paritarie, con empatia e rispetto, conoscendo i confini corporei, proteggendo sé stessi e gli altri». Come iniziare un discorso di educazione sessuo-affettiva con un bambino? «Le risposte devono essere calibrate in base all’età. Non si tratta di un approccio puramente informativo. Quando il genitore si ritrova davanti ad una domanda non deve farla cadere nel vuoto. Di solito, dai due ai sei anni, le domande riguardano la differenza tra il corpo maschile e quello femminile. Si può parlare anche di come riconoscere e gestire le emozioni, di cosa è possibile fare in pubblico e di cosa solo in privato; del fatto che possano ricevere i baci e le carezze solo dai genitori e magari da altri membri stretti della famiglia. Ma ogni cosa va trattata nel momento in cui viene fuori lo spunto ed è importante non dare informazioni ulteriori: a quell’età si accontentano. Poi, con i più grandi, occorre innanzitutto domandare se hanno già sentito o parlato con qualcuno di quelle cose e calibrare le risposte. Il genitore deve prepararsi con dei libri o rivolgendosi a uno specialista. Sono vicende dinanzi alle quali si ritroverà di sicuro». E per la discriminazione di genere? «Viviamo in una società in cui la donna ha sgomitato per svincolarsi dai ruoli che le sono stati cuciti addosso, soprattutto legati alla procreazione e alla cura della casa. Purtroppo questo processo non è andato avanti allo stesso modo in molti uomini, che non hanno metabolizzato pienamente questo cambiamento culturale. Così accade che la violenza venga usata per dominare la donna e per “difendersi” dalla percezione che la mascolinità sia stata minata. Ma anche molte donne hanno interiorizzato questo ruolo e non riescono a uscirne. Così ai figli si può spiegare perché due persone stanno litigando, sottolineare l’importanza della comunicazione e il rispetto dell’altro. I bambini e i ragazzi tendono a imitare, quindi osserveranno e replicheranno alcune dinamiche familiari. È anche possibile cogliere l’occasione di vedere insieme dei cartoni animati e dei film sull’inclusività». Quindi si rischia di arrivare alla violenza di genere o a subire anche azioni meno violente perché alla base c’è una mancata educazione sessuo-affettiva o anche solo affettiva? Riguarda pure il non volersi bene? «L’educazione sessuo-affettiva comprende la socialità, le relazioni fisico-corporee, il rispetto di sé e degli altri, la consapevolezza di quando poter dire di sì e quando fermarsi; ma anche la capacità di cogliere i segnali verbali e non-verbali. In assenza, si può arrivare alla violenza di genere, perché, chi non ha avuto nessun tipo di apprendimento sulla relazione con gli altri e sulla gestione dei conflitti, non sa cosa voglia dire affrontare una relazione, sessuale o meno, in termini di scambio equo, paritario e rispettoso. Ed è anche una questione di volersi bene, perché è legata alla crescita dell’autostima. Chi non ce l’ha è probabile che si ritrovi in una relazione in cui abusa o viene abusato. Nel primo caso perché vuole sentirsi forte; nel secondo perché ha una bassa considerazione di sé e crede di meritare quel comportamento. La mediazione degli adulti è fondamentale, perché può spiegare al bambino una determinata situazione, evitando che partecipi in maniera scorretta». La responsabilità è familiare? «Non sarebbe giusto dare questa responsabilità esclusivamente all’educazione familiare o delegare l’informazione a quello che possiamo trovare su Internet. Non possiamo pensare che tutti i genitori siano consapevoli e che tutti abbiamo gli strumenti adatti. Dovrebbe essere responsabilità dello Stato, con l’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva tra le materie di insegnamento, da non affidare ai docenti delle materie scientifiche. Con loro è possibile parlare di come è fatto il corpo umano, ma occorre inserire delle figure specializzate in materia per guardare a tutti gli aspetti che sono legati al corpo, e quindi alle relazioni, ai limiti e al rispetto». |
22.6.21
l'italia schiacciata tra il vaticano che richiama l'ambasciatore per il decreto zan Letta che si lamenta perchè i giocatori della nazionale non si sono inginocchiati
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere.
Un livello di sottopiano questo che si credeva fosse un politico serio nonostante fosse nipote di Gianni Letta, all'anagrafe Giovanni Letta un Berlusconiano di ferro invece è un solo un cialtroncello che impone l'ennesimo oltraggio alla libertà di scelta. Per cosa poi? Per dire al bidè americano che l'Italia e gli italiani sono fedeli.
6.5.21
ma i media sanno occuparsi solo di quello che dice fedez trascurando che ci sono leggi come quella della bigenitorialità che non tutelano dal femminicidio
Va bene che il decreto Zan , è importante dipende da punti di vista , ma non capisco perchè i media e i vari movimenti ( salvo rari casi ) che di solito aderiscono alle giornate del 8 marzo e del 25 novembre, ignorino che Il problema reale, l'emergenza prioritaria è questa roba qua : Donne mezze morte ( quando non vengono uccise fisicamente ) e uomini che dicono che sono cadute dalle scale
Non è che potete sfrangiare le gonadi con il bacio di Biancaneve ,Zan, Fedez e tutto il corredo medio di notizie, fingendo indignazione ad intermittenza, ignorando completamente e volutamente che questo è il problema reale. Donne che non vanno protette in quanto "minoranza", (siamo maggioranza), ma in quanto nascere femmine in un sistema patriarcale è una penalità. Va smantellato il sistema di dominio patriarcale, lo stesso che odia le minoranze o quanto non sia convenzionale e funzionale al sistema. Poi sia chiaro evviva Biancaneve, evviva Zan e Fedez e qualsiasi altra cosa serva a confrontarsi e andare avanti. Ma quando in questo paese si parlerà realmente di violenza, e se ne parlerà come priorità, pretendendo rivoluzioni culturali, legislazione adeguate e la piena attuazione della convenzione di Istanbul ?
Ma è soprattutto figli\e "sequestrati " dal padre e dalle Istituzioni che avallano la tutela ad oltranza della patria potestà. Un concetto normato da una legge, quella della bigenitorialità, che nelle mani di un violento diventa diritto di vita o di morte, e esercizio di potere e controllo.
Ragazzi che non possono avere il suo documento d'identità. Quindi non può andare nemmeno alla gita della Parrocchia o scolastica . Ora, se non fossimo in Pandemia, se fossimo in tempi normali a tali ragazzi sarebbero preclusi i concorsi musicali nelle più importanti città italiane, le gite con la scuola, i viaggi nella penisola e all'estero, i normali movimenti di un adolescente, insomma. E quindi << [...] nemmeno io potrei muovermi, perché dove andiamo io e mia figlia, senza mio figlio? Perché così vuole il padre. [...] continua qui in questo suo post >> ( testimonianza di Patrizia Cadau , vedere gli estr di cui ho già raccontato la sua vicenda qui sul blog .Vicenda, per la 💩 che riceve e che gli viene continuamente gettata addosso solo per aver avuto il coraggio di dire basta ed ribellarsi alle violenze in continua evoluzione come dimostrano gli estratti di due recenti post , sopra riportati e come dimostra il suo account facebook https://www.facebook.com/patrizia.cadau in continua evoluzione ed aggiornamento ) .
Un orco è orco sempre. Misero, banale, stupidissimo e miserabile ma in questo protetto dalle istituzioni, senza tutela alcuna delle vittime.
La tutela della responsabilità genitoriale del padre violento, vale quando c'è da fare un dispetto al figlio\a . I figli hanno bisogno di un intervento medico Serve il consenso del violento. Devono andare dallo psicologo per elaborare le ferite della violenza esercitata su di loro oltre che sula madre dal violento? Serve il consenso del violento. << Che poi, guardate la gravità: una bambina o un bambino hanno necessità dello psicologo per parlare della violenza subita, ma serve l'autorizzazione del mostro, a cui magari non si vuole fare sapere nulla per evitare ulteriori ritorsioni >> ( sempre dalla testimonianza di Patrizia cadau ) La madre deve prendere gli assegni familiari che servono al figlio ? Serve il consenso del violento. Ecco quindi che in questo la legge è precisa: serve il consenso del violento, punto, che è presunto tale fino a quando non ci scappa il morto o s e tutto va bene quindici anni di processo. La responsabilità genitoriale a senso unico nei casi di violenze in famiglia e femminicidio però, dice che il padre debba contestualmente preoccuparsi della cura della prole. Invece, e qui la legge fa spallucce, il violento non paga un centesimo. Essendo un abusante , quando va bene , ovviamente, poco gli importa di sapere come vivono i suoi figli o peggio di dover contribuire per nutrirli e farli crescere.I soldi, letteralmente rubati alla prole, vengono usati per altri scopi tranne che per i figli.Il cui carico grava esclusivamente sulla madre.Insomma, non solo questi violenti sono legittimati ad essere tali come violenti nella loro indole più evidente. Ma la giurisdizione si è organizzata per permettere a queste bestie di continuare ad esercitare abusi che apparentemente sono meno gravi.Come se limitare la libertà di movimento dei suoi figli e della moglie possa sembrare meno grave. << La libertà, capito? Voi che vi lamentate per il covid e chissà quando torneremo a viaggiare liberamente. Sappiate che io e i miei figli dobbiamo comunque aspettare il compimento del diciottesimo anno di uno dei due. Ce ne mancano 5. E non sapremo >> sempre dalla testimonianza di Patrizia << mai cosa vuole dire fare una gita noi tre insieme. Sono felicissima che si parli di diritti civili, tanto. Però a noi vittime di violenza, a noi madri e figli imprigionati, quando ce li riconoscete ? Quando ci liberate dalla violenza ? >>
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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