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21.11.24

Il vero amore non è “tossico“: "Mai giustificare la violenza" La psicologa Lucia Beltramini: "Una coppia su dieci ha atteggiamenti sbagliati"

   non ricordo la  fonte     in quanto     come    mio  solito a  volte   salvo  e faccio cute  past  in fretta e i dimentico   di riportare  la  fonte   .  


Il percorso per arrivare a riconoscere il fenomeno della violenza di genere e la violenza domestica, la sua forma più nota, è stato lungo e tortuoso e tuttora i meccanismi sociali di minimizzazione e normalizzazione ostacolano l’emersione, e quindi l’attivazione, di interventi di protezione nei confronti delle vittime di questo fenomeno.
Quando si parla di violenza domestica, normalmente si guarda al mondo degli adulti o al mondo infantile, tralasciando una fase particolarmente delicata dello sviluppo: l'adolescenza. Ma cosa succede quando la violenza di genere entra nella vita di un/a adolescente? 

Adolescenti e violenza di genere tra pari

Il fenomeno della violenza di genere nelle relazioni tra pari (teen dating violence) è estremamente diffuso. Per teen dating violence si intendono tutte quelle forme di violenza di coppia tra adolescenti che riguardano una varietà di comportamenti che vanno dall'abuso fisico e sessuale a forme di violenza psicologica ed emotiva.I dati dell’Indagine Youth Risk Behaviour del Centro Statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), indicano che tra gli studenti delle scuole superiori statunitensi che hanno riferito di aver frequentato un/a coetaneo/a durante i 12 mesi prima del sondaggio:

  • Circa 1 su 12 ha subito violenza fisica;
  • Circa 1 su 12 ha subito violenza sessuale.

Alcuni/e adolescenti sono più a rischio di altri/e. Le studentesse sperimentano tassi più elevati di violenza fisica e sessuale rispetto agli studenti maschi. Studenti/esse che si identificavano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender o queer (LGBTQ) o coloro che non erano sicuri/e della propria identità di genere hanno sperimentato tassi più elevati di violenza fisica e sessuale negli appuntamenti rispetto agli studenti che si identificano come eterosessuali.Il fenomeno di Teen Dating Violence è un fenomeno molto diffuso in adolescenza. La Dottoressa Mara Morelli, ricercatrice presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma racconta: “Le ricerche ci dicono che gran parte degli adolescenti, quindi più del 50%, è stata coinvolta nel ruolo di vittima o di perpetratore di dating violence all’interno di una coppia, intesa nella sua forma fisica, sessuale, psicologica o relazionale, cioè isolare la vittima.” Tra le spiegazioni date c’è, da una parte la difficoltà a riconoscere le forme di violenza indiretta (controllo, possesso, gelosia), e dall’altra l’inesperienza. 

La online teen dating violence

Spesso si tende a sovrapporre la violenza di genere tra pari al bullismo, impedendo di identificare l’unicum di questo fenomeno, che lo differenzia anche dalla sua manifestazione in età adulta: nella maggior parte dei casi la violenza tra pari viene messa in atto (anche) attraverso le tecnologie digitali, considerando l’impossibilità della distinzione tra vita online e offline nell’esperienza degli/delle adolescenti. Per questo si parla di online teen dating violence.
La online teen dating violence può avere un profondo impatto sulla salute a breve e lungo termine. Le giovani vittime possono infatti:

  • sviluppare sintomi di depressione e ansia;
  • mettere in atto comportamenti malsani, come l'uso di tabacco, droghe e alcol;
  • mostrare comportamenti antisociali, come mentire, rubare, picchiare o mettere in atto altri atti di bullismo;
  • sviluppare ideazioni suicidarie.

La violenza di genere tra pari pone inoltre le basi per possibili futuri problemi relazionali, inclusa la violenza da partner intimo. Ad esempio, le giovani vittime di violenza di genere durante la scuola superiore sono più a rischio di vittimizzazione durante gli anni successivi. Parliamo di violenza di genere onlife tra adolescenti nella nostra indagine inedita realizzata in collaborazione con IPSOS, leggi l'articolo e approfondisci il rapporto, Adolescenti e violenza di genere onlife: le ragazze stanno bene?
Data la specificità dell’online teen dating violence che la differenzia dalla violenza di genere in età adulta, sarebbe fondamentale disporre di servizi dedicati che in Italia, tuttavia, non esistono. Questo porta a un rallentamento o addirittura un impedimento nell’intercettazione tempestiva di situazioni di otdv.

Forme online teen dating violence

La Dottoressa Morelli continua nel fornire un significato chiaro del fenomeno del teen dating violence, parlando delle forme e delle caratteristiche. Queste forme di violenza sono difficilmente riconosciute come tali: “Da un lato io ti controllo e dall’altro tu mi dimostri che io sono davvero importante al punto che io possa avere accesso alle tue informazioni private […] questa si chiama dating violence impersonation, cioè si va oltre la relazione, si acquisiscono tutti quei dati (come le password) che mi permettono di entrare nella tua vita a 360 gradi e queste appunto vengono confuse come dimostrazioni di impegno. C’è tutto un filone di ricerca che parla di sexual double standard per cui ci sono standard sessuali diversi per ragazze e ragazzi […] da una parte c’è la richiesta sociale alle ragazze di perseguire un modello iper sessualizzato e di mandare queste immagini, poi però nel momento in cui lo fanno vanno incontro a molta violenza rispetto ai ragazzi perché vengono viste come delle poco di buono, che non hanno valore o orgoglio […] per i ragazzi invece condividere le loro immagini viene visto come grande esempio di mascolinità.”

Come intervenire

Le buone pratiche a livello internazionale suggeriscono di sviluppare programmi che partano dal punto di vista di ragazzi e ragazze per comprendere come loro percepiscano la violenza nelle relazioni e, sulla base di questo, costruire un dialogo improntato sulla messa in discussione di stereotipi di genere che tutt’oggi influenzano le relazioni affettive fin dalla tenera età. 
Risulta essere prioritaria l’alleanza con gli ambienti scolastici e con i/le professionisti/e dell’aria sociale educativa e sanitaria e tutti gli attori che, per mandato professionale o informalmente, entrano in contatto con gli/le adolescenti al fine di sviluppare programmi efficaci di prevenzione ed intervento.
Ad esempio, negli Stati Uniti e in Inghilterra sono state create delle apposite linee telefoniche o siti web funzionanti h24 con la finalità di aiutare i/le giovani fornendo informazioni su come riconoscere segnali di pericolo nelle relazioni e a chi rivolgersi qualora il problema fosse già presente. In Italia, benché non sia dedicato specificatamente al fenomeno otdv, esiste il numero 114-Emergenza Infanzia del Dipartimento per le Politiche della Famiglia gestito da SOS Il Telefono Azzurro Onlus, che offre un servizio di tutela per bambini/e e adolescenti.
In generale, è fondamentale intervenire promuovendo l’alfabetizzazione emotiva nei giovani e nelle giovani: scarse abilità interpersonali, incapacità di immedesimarsi nella vittima e di riconoscerne i segnali di sofferenza, mancanza di consapevolezza e incapacità di gestione delle emozioni proprie e altrui, caratterizzano gli autori della violenza. Risulta quindi fondamentale promuovere negli/nelle adolescenti lo sviluppo di empatia, di abilità di comunicazione, negoziazione, tolleranza, capacità di regolazione delle emozioni, gestione della rabbia e risoluzione dei conflitti, nell’ambito di una più ampia educazione di genere. Data la specificità del canale attraverso il quale la violenza di genere tra pari si sviluppa, è inoltre fondamentale offrire a ragazzi e ragazze una formazione sulle competenze digitali e sull’uso consapevole delle tecnologie digitali. 
La nostra esperienza suggerisce quanto l’efficacia di un programma rivolto ai/alle giovani passi attraverso il loro coinvolgimento e la loro partecipazione e compartecipazione al disegno di interventi di prevenzione su queste tematiche. Il progetto DATE (Developing Approaches and Tools to End Online Teen Dating Violence) nasce in quest’ottica inserendosi nel gap di letteratura, progetti e interventi in campo di violenza di genere online tra pari
Viviamo in un tempo in cui la vita dei bambini è “datificata”, registrata e condivisa sul web. Approfondisci il tema sulla XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Tempi digitali” esploriamo le opportunità e i rischi che bambini, bambine e adolescenti stanno affrontando dentro la nuova rivoluzione dell’onlife e di una vita spesa tra reale e virtuale.
Infatti  
La “teen dating violence”, la violenza in una relazione di coppia tra adolescenti, è più reale e diffusa di quanto si pensi. "Già nel 2007 - spiega Lucia Beltramini, psicologa e psicoterapeuta - i dati di una ricerca sulla percezione di violenze di tipo fisico, sessuale e psicologico negli adolescenti avevano dimostrato che in più di una coppia su dieci erano presenti questi atteggiamenti. E tutte le ricerche successive, sia livello italiano che internazionale, hanno confermato questa realtà".
I ragazzi riconoscono i comportamenti violenti?
"Fanno fatica a capire dove mettere un limite, cosa è violenza e cosa non lo è. A volte, proprio perchè non c’è ancora una corretta educazione alle relazioni, la gelosia eccessiva o l’essere costantemente controllati non vengono visti come comportamenti problematici ma come segni di interessamento e amore".
Come intervenire?
"È necessaria un’attività di prevenzione e una corretta educazione rispetto agli affetti, a come si sta insieme e alla parità. Non dimentichiamoci che spesso la violenza appare più evidente quando porta delle conseguenze sulla salute. Attacchi di panico, pensieri negativi, isolamento sociale, possono essere i segnali che qualcosa non va in una relazione".
A chi spetta il compito?
"La prima agenzia educativa durante l’infanzia è la famiglia, poi crescendo, si aggiungono la scuola e altri gruppi di riferimento come l’allenatore, per chi fa sport. Più questi mondi lavorano insieme, con interventi a scuola, formazione agli insegnanti e momenti di riflessione con i genitori e le famiglie, maggiori sono le probabilità di avere esiti positivi".

15.7.24

il caso Morgan di - francesca pili

 E ancora tanti, troppi, uomini (ominicchi — senza alcuna educazione sentimentale, affettivamente immaturi, incapaci di affrontare i propri limiti e i propri fantasmi, e di avere delle relazioni adulte, equilibrate, sane, funzionali, paritetiche, insomma: degne di essere definite tali, che dovrebbero lavorare su loro stessi, trovare l'umiltà e il coraggio di mettersi in discussione, riconoscere la dannosità e decidere di decostruire certi schemi comportamentali, spesso di genere, atavici e precostituiti, in vari casi pure farsi aiutare da professionisti, e

invece cercano di rivalersi sulle donne con le quali intrecciano o vorrebbero intrecciare dei rapporti —, ché gli uomini dovrebbero essere un'altra cosa), come Marco Castoldi, noto Morgan, pensano che le donne non appartengano solo a se stesse, non siano esseri pienamente senzienti, autodeterminati e autodeterminanti, che hanno il diritto di fare le proprie scelte, non siano libere, ma un loro possesso, un oggetto di cui disporre a piacimento, non accettano un "no" come risposta, e, se questo arriva, iniziano a perseguitarle con mille forme di abusi, dallo stalking, al revenge porn, ai ricatti e dalle minacce di rovinare loro reputazione e carriera, l'esistenza, a quelle di far loro, oltre che psicologicamente ed emotivamente, pure fisicamente del male (Morgan, con amici, parlava neanche tanto velatamente di voler per forza avere dei rapporti sessuali — «devo svuotarmi le palle» dice, che importa ciò che vuole o non vuole lei — con Angelica Schiatti, con la quale aveva avuto una breve frequentazione a singhiozzo, terminata da anni, sebbene lei certo non desiderasse la stessa cosa, sebbene lei non volesse proprio avere a che fare assolutamente nulla e in alcun modo con lui, insomma, diciamolo chiaro: parlava di volerla stuprare, e aveva pure affittato una casa vicino alla sua per poterla perseguitare meglio — una vicenda aberrante, terrificante, da pelle d'oca), rendono la loro vita impossibile, un incubo continuo, sentirsi braccate, avere costantemente paura, non sentirsi più libere di vivere, di amare, di fare ciò che vogliono, di andare dove vogliono, di frequentare chi vogliono, di essere ciò che sono, spesso perseguitano anche le persone che stanno accanto a queste donne: amici, amiche, amicə, compagni, compagne, compagnə o parenti (in questo caso, il compagno di lei, il cantautore Calcutta, e la madre).Uomini che non hanno capito, o, meglio, che non riescono ad accettare, che non intendono accettare, che una donna è libera, non è un loro possesso, che amare significa condividere un pezzo di strada, che può essere breve o lungo, durare pure una vita, con lei, ma nella piena libertà, nel pieno rispetto della persona, degli spazi, dei tempi, della volontà, delle passioni, dei desideri, nella piena fiducia; che l'amore, quello vero, è libertà, non catena, e coercizione, senso del possesso, prevaricazione, violenza, abuso, manipolazione, ricatti, minacce.L'amore non è mai limitazione della vostra né dell'altrui libertà.Se non volete che una donna, che la vostra compagna di vita, così come qualunque altra donna, sia libera, se pensate di avere il diritto di pretendere, di decidere per lei, di costringerla a qualcosa, di controllarla, di cambiare il suo modo di essere, non l'amate, non l'avete mai amata, non sapete nemmeno cosa sia l'amore. Scappate lontane anni luce da un uomo che crede che donna libera sia sinonimo di donnaccia (e che crede nel concetto stesso di donnaccia), che pensa che una donna libera sia un pericolo o una minaccia, anziché ciò che naturalmente, per sua natura è, per vostra natura siete, per nostra natura siamo, innanzitutto come esseri umani, esattamente come ogni essere umano, proprio come lui — se poi lui non è libero, ma imprigionato da se stesso, dalle sue paure, dalle insicurezze, da traumi mai voluti affrontare, la responsabilità non è certo vostra: voi potete stargli accanto, rassicurarlo, ma il percorso di liberazione di e da se stesso, nel modo utile, spetta a lui, e, se non vuole farlo, non è e non deve diventare una vostra responsabilità: andatevene, non siete la sua terapeuta; scappate lontane anni luce da un uomo che cerca di manipolarvi per farvi sentire sbagliate, indegne, colpevoli di chissà che, per convincervi che, se non gli lasciate limitare la vostra libertà, in qualsivoglia modo, non lo amate veramente, e, magari, meritate pure di essere, in qualche modo, a vari livelli, "punite". Se davvero vi ama, se vi stima, se vi rispetta, dovrebbe amare prima di tutto proprio la vostra libertà, dovrebbe trovare a dir poco meravigliosa la vostra libertà, che è ciò che vi rende, perché vi permette di esserlo, esattamente quello che siete; dovrebbe amare, stimare, rispettare la vostra autenticità, le vostre peculiarità, la vostra individualità, la vostra personalità, la vostra unicità, la vostra vita.Non può mai volervi subordinata, in alcun modo, in nessuna cosa, non può desiderare che proprio e soprattutto con lui non vi sentiate libere.Dovrebbe essere felice e orgoglioso che siate una donna libera. Dovrebbe voler condividere questa libertà con voi. Dovrebbe volere che siate libere, e felici. Dovrebbe voler essere libero, e felice, insieme a voi.Scappate lontane anni luce da uomini che vi trattano come una loro proprietà e vorrebbero spacciarvelo per amore: l'amore non è mai, mai, mai possessione. L'amore con questo schifo non c'entra nulla.E quanta gente sa, e tace, e copre uomini del genere, fino a che, spesso, non è troppo tardi (e siamo già alla violenza finale, l'ultimo atto, nient'altro che la punta di questo enorme iceberg: il femminicidio), in questa maledettissima società patriarcale, ancora così terribilmente maschilista e misogina! Siete complici!
E questo vale sempre: https://www.facebook.com/share/p/iPetZUwr6wThyGBg/

1.6.24

L’OMICIDIO-SUICIDIO NON È UN FINALE TRAGICO, MA IL GESTO DI UN CODARDO di Marilisa D'Amico, pro-re"rice Unimi e del Sito internet: ovd.unimi.it


come  ho   spiegato nel  post precedente sempre sul femminicio \ violenza di genere   riporto  o  rielaboro  intrerventi    non miei   su  tali argomenti  .
L'artiolo  di  questione  è come specificto  nel titolo  della  dottoressa  marialisa  D'amico  .

  
 fonte   il   Giallosettimanale    



In uno degl ultimi casi (  almeno  fin ora  )  femminicidio \ violenza  di genere   si verifica   la dinamica dell’omicidio-suicidio . Essa  in particolare quando si parla di femminicidio, riflette una profonda incapacità da parte dell’uomo di accettare l’autonomia e le scelte della propria partner .
 Questo tipo di scenario mette in luce un elemento che, come è ormai noto, rappresenta una costante nei casi di femminicidio: il controllo dell’uomo verso la donna. Il marito, come molti altri uomini che si sono trovati in situazioni simili, ha percepito la perdita di controllo sulla moglieo  sul partner come un affronto insopportabile, reagendo con violenza estrema. L’atto di uccidere la propria compagna e poi togliersi la vita non è assolutamente un segno di disperazione romantica. Piuttosto, una simile decisione può essere interpretata come un’estrema manifestazione di egoismo e di codardia, ovvero un modo per sfuggire alle conseguenze legali e morali del proprio gesto. La tendenza ad attribuire una dimensione tragica a tali eventi distoglie l’attenzione dal vero problema, cioè il forte radicamento culturale di tutte le forme di violenza di genere. Per questo motivo diventa fondamentale cambiare il modo di documentare questi episodi e riconoscere che dietro ogni femminicidio c’è un retaggio di disuguaglianza di genere e di percezione della donna come proprietà dell’uomo. Questa distorsione culturale deve essere affrontata attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e adottando politiche pubbliche più mirate, volte ad assicurare una sempre maggiore protezione delle donne vittime di violenza domestica. In de!nitiva, il femminicidio-suicidio di Piossasco non dovrebbe essere visto come un episodio di amore disperato del marito !nito in tragedia, ma come l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di alcuni uomini di saper riconoscere il ruolo paritario della donna nell’ambito della relazione affettiva. Riconoscere questo ruolo è il primo passo per affrontare e prevenire la violenza di genere, promuovendo una cultura di rispetto e di uguaglianza”.

8.6.22

senza parole davanti all'ennesimo stavolta doppio femminicidio


La vittima del primo femminicidio è Lidia Miljkovic, 42 anni, ammazzata a colpi di pistola. Un'ordinanza del 2019 vietava all'assassino di avvicinarsi a lei. L'uomo aveva armi ed esplosivi

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...