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All'inseguimento di un sogno: la chitarra è meglio di una laurea .o un cantante conta più d' un laureato ? la storia di roberto Palamas

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le  coincidenze  della  vita  .  Avevo appena  finito  di  copiare  l'articolo che  trovate  sotto     , che nel  in canna  nello stereo  , inizia   l'avvelenata  di  Guccini  .  E  proprio  ascoltando   e  canticchiando questi  versi  : (....)  Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,  mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante: (...)  continua  su angolotesti.it  : mi  è venuta  la  domanda  elucubratoria  :  visto   che  secondo  Palmas   la chitarra è meglio di una laurea non  è  che  rispetto  a Guccini  un laureato conta più d' un cantante, i tempi stando  cambiando  adesso sono  gli artisti  più importanti dei laureati  ?   a  voi  la  risposta   l'unione  sarda  Edizione di domenica 06 ottobre 2013 - Cronaca Regionale (Pagina 11) All'inseguimento di un sogno: la chitarra è meglio di una laurea di GIORGIO PISANO Da   http://robertopalmas.bandcamp.com

ma un sogno fatto due volte è un bisogno o qualcosa di recondito ?

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oggi mi sono fatto  anch'io la stessa domanda Ma mentre  cervcavo dentro di me  una risposta ecco arrivarla  dalla compagna di strada di facebook Kar Karalis è di certo una verità svelata. un bisogno talmente forte che anche il sogno lo svela con le ombre. bisogna saper interpretare i sogni ripetuti . credo che siano un aiuto un'arma a nostro favore . peccato siano sfuggenti e scomodi

Frammenti di un sogno

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Frammenti di un sogno ( notte del 18 Ottobre 2000)   Ugo Arioti ………………………………………………………………………………………………………… Era una casa di legno, forse una baita, immersa in un giardino di agrumi e ulivi. Fuori era buio e il vento faceva sentire la sua voce. Io stavo seduto a un tavolo di legno. Di fronte a me stavano un uomo ed una donna di giovane aspetto, mi sembrava di essere in famiglia. Ricordo che stavamo parlando, ma non ricordo di cosa. Quello che mi colpì fu il fatto che dalla finestra vicino al tavolo dove si conversava si vedeva solo buio, e io sentivo freddo alle spalle, come uno spiffero di vento che penetrava dalla spalliera della panca in legno su cui stavo seduto. Poi si fece un po’ più chiaro fuori e vidi che la casa marciava, come fosse lo scompartimento di un treno, stavamo viaggiando e fuori dal “finestrino” il paesaggio della notte scorreva veloce. In fine arrivò una bambina bionda, di sei o sette anni. La piccola si era svegliata, forse, a causa del vento e veniva verso la mamma p