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24.11.25

la libertà educativa è ancora libertà se mette a rischio la crescita dei figli?





La storia della famiglia del bosco è complessa. Nessuno mette in dubbio l'amore dei genitori, ma non basta. Oltre ai diritti ci sono i doveri. Doveri che, secondo il tribunale, la coppia ha disatteso per lungo tempo nonostante la vicenda del bosco sia in continua evoluzione vedi le minacce alla giudice che ( non credo che abbia preso una simile decisione a cuor leggero ) . la storia della cosiddetta famiglia del bosco, una vicenda che ha spaccato l'Italia tra umanità e propaganda. Ma fermiamoci  un  attimo  : quello che la famiglia affronta non è questione di qualche settimana. L'ultimo anno dei coniugi è stato costellato di fughe, avvertimenti dei servizi sociali e richieste di regolarizzazione dal tribunale. Non tre bambini rapiti in tre giorni, ma una misura estrema, frutto di mesi di tentativi di compromesso come dicono nolte fonti ( vedere post precedente e Un anno di battaglie tra avvertimenti, fughe e richieste di denaro - il Giornale Infatti ha applicato la legge togliendo i figli genitori . E le conseguenti strumentalizzazioni e la Jacquerie d 'esse scatenate e le divergenze d'opinioni (niente di male anzi ben vengano nell'ambito civile e democratico )
 


eccone alcune  fra  le  più interessanti  

Buongiorno per tutto il giorno. La storia a triste fine della famiglia del bosco conferma due aspetti dell'Italia 2025, l'ipocrisia del potere e l'invasività del sistema pubblico, che danno lezione di vita, in questo caso togliendo i figli ai genitori, ma ignorano la condizione generale dei minori, esposti senza difese alla piovra gigante del capitalismo contemporaneo, causa di perversioni e di guai.

Comunque, per sintetizzare: se han tolto i figli a questi due, non è perché "i giudici sono cattivi", ma perché vivevano in condizioni pessime. 
E in Italia non si possono far crescere i minori in condizioni pessime.
Il resto è la solita becera propaganda!

Mi restano  oltre i dubbi espressi nel post precente , aperte  e    mi s'  aggiungono   in  contemporanea  all'evoluzione  della  vicenda , altre  domande . In particolare   quella  del titolo   e    questa  « Crescere i figli è sempre un atto di libertà, ma anche di responsabilità.  La coppia inglese che ha scelto il bosco come scuola e la natura come maestra  ci ricorda che la libertà non è mai assoluta: è un filo teso tra il diritto dei genitori  e il bisogno dei bambini di cure, istruzione, socialità.  È qui che la parola “libertà” si incrina, diventando domanda:  quanto possiamo spingerci oltre senza trasformare l’utopia in isolamento ?  » Ad esse   insime  a    quelle      che  mi  vengo fatte   , visto che nel post precedente su tale questione mi sono limitato ad esprimere solo dubbi ed a chiedere il vostro parere , chiesto cosa ne pensi della vicenda della casa nel bosco di Chieti. Fra le richieste spicca una lettera come questa     

xxxxx@xxxxx
redbeppe@gmail.com 

holetto suisociale     che  critichi e    condanni   la  scelta  della  famiglia  inglese    che  ha  scelto     di far vivevere  in libertà i  propri figli   . [ ... ] ma  come  esaltativi     chi  come  questa    famiglia   fa  tali  scelte  .  E  spesso  racconti  storie  di eremitaggio   \  fughe  dal mondo  e  ora esalti   i  giudici  criminali    che  distruggono famiglie  ?  insomma  da  che  parte  stai ?                                                                                                                                                        francesca  [  ovviamente   nome  di fantasia  ] 



Inizialmente stavo per rispondere a tali domande come questi due post , dello scrittore educatore nel carcere dell'Asinara dal 1985 al 1998. Attualmente è Direttore coordinatore di area pedagogica presso la Casa di Reclusione di Alghero. Laureato in Pedagogia presso l'Università di Sassari, ha collaborato in percorsi di formazione presso la Facoltà di Giurisprudenza e Scienze dell'Educazione della stessa università. Svolge dal 1983 il suo lavoro presso il Ministero di Grazia e Giustizia, dove ha collaborato presso l'Istituto Superiore Studi Penitenziari e la Scuola di Formazione di Romache riassumono il mio pensiero in merito alla vicenda

 e


poi mi è, arrivata l'email che leggete sopra e quindi mi sono deciso \ sono riuscito a elaborare un mio pensiero . Lo  faccio    rispondendo    contemporaneamente   all'email .

Si lo sono ancora , ciascun di noi è libero di fare le proprie scelte e di vedi il film citato nel post precedente , crescere ed educare i propri figli come vuole \ preferisce vivere a contatto con la natura, autonomia educativa, indipendenza economica o consumatori acritici e schiavi o omologati al sistema o liberi \ autonomi oppure metà e metà con uno spirito critico come suggerito come sempre nel post precedente che ti e vi consiglio di leggere \ rileggere . è diritto fondamentale. Ma quando questa viola la dignità e ti disumanizza creandoti traumi isolamento sociale, mancanza di servizi essenziali, rischio di privare i bambini di opportunità educative e sanitarie. non è più libertà rischia di compromettere i diritti fondamentali dei bambini.Quindi penso che sia una faccenda troppo seria per essere lasciata alle opinioni da bar o alla propaganda politica dei Salvini di turno. Che ormai purtroppo sono la stessa cosa. Privi di ogni argomento, nel tentativo di distogliere l’opinione pubblica dai veri e tragici problemi irrisolti di questo Paese, Meloni, Salvini, Nordio e i principali esponenti di governo o della destra estraparlamentare si sono lanciati come “influencer” sul caso del giorno - addirittura lanciando una raccolta firme - pur di sparare la loro dose di bestialità e veleno sui giudici, colpevoli, secondo loro, di “aver strappato i figli a una coppia di bravi genitori”. Come se i magistrati fossero tutti dei sadici che godono nel separare dei bambini da mamma e papà per il semplice gusto di farlo. Sarebbe bastato leggersi le carte per rendersi conto che la realtà è ovviamente molto diversa. Nessuno si è svegliato una mattina e ha deciso di dare tre bambini in affido, per altro insieme alla madre. Non funziona così. Sono 13 mesi che esperti, tecnici e assistenti sociali - non @GiacominoParodi su Facebook - indagano, studiano attentamente il caso, hanno effettuato controlli, cercato in tutti i modi un contatto coi genitori, ottenendo in risposta sempre un atteggiamento per nulla collaborativo, se non peggio. E in questi 13 mesi nessuno dei giudici o degli assistenti sociali ha mai messo in discussione lo stile di vita dei genitori in quanto tale - non è la loro funzione - semmai hanno sempre e soltanto valutato le condizioni di tutela dei minori, costretti di fatto a vivere al freddo, senza acqua corrente, senza gas, senza andare a scuola e privi di ogni contatto sociale, le cui conseguenze sullo sviluppo emotivo e cognitivo possono essere enormi. Questo è il tema. E solo questo. E no, non c’entra nulla con i campi rom, dove furbescamente la destra sta cercando di dirottare l’attenzione in un parallelismo insensato col solito benaltrismo di quart’ordine che tanta presa fa sui propri elettori. E, già che ci siamo, se invece che inglesi e australiani fossero uno egiziano e l’altra etiope, potete star certi che i Salvini i Pillon non avrebbero mai urlato allo scandalo, anzi, sarebbero in prima linea ad attaccarli con la bava alla bocca, al grido di “non si adeguano alle nostre tradizioni” e via con la solita propaganda razzista. Perché il problema non è lo straniero ma quanto straniero e di che colore. A nessuno sano di mente e con un briciolo di empatia fa piacere vedere dei bambini separati (temporaneamente) dai genitori. Ma usare una storia così delicata per cavalcare la pancia delle persone e vomitare cattiverie e falsità contro chi, in un contesto tutt’altro che facile, ha applicato con serietà la legge e fatto il proprio mestiere, è qualcosa che non è accettabile da massimi esponenti del governo italiano. Anche se non mi aspettavo nulla di meno e niente di diverso. A questi tre bambini auguro il meglio possibile. Che non tocca né a me né a Salvini né a @fragolina76 stabilire, ma a chi di dovere. E menomale. Quanto a noi, meritiamo una classe politica migliore di questa e un dibattito più serio di così.Ecco quello che penso di questa storia. Ma   sorattutto    conconcordo  con   il commento  di  

Giuliano Sala
In una questione così delicata è necessario muoversi con discrezione e non amplificando per proprio interesse politico e partitico l’azione della Giudice che, come tutti i giudici minorili si muovono sempre a tutela dei minori e inoltre su segnalazione e relazione dei Servizi Sociali comunali. Mi chiedo e chiedo a tutti i soloni che oggi si indignano con la giudice per aver affidato i ragazzi ad una struttura protetta ( dove tra l’altro c’è anche la mamma): quali attacchi avrebbe subito la Giudice qualora non avesse ottemperato alla relazione dei servizi sociali e fosse successo qualcosa ai ragazzi? Non oso pensare


sulla    bachca  di  lorenzo tosa  



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