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21.6.25

“Sta picchiando me e mamma”: ragazza disabile chiede aiuto su Whatsapp e fa arrestare il papà violento ., Diceva Cicerone “Summus ius, summa iniura”, estrema giustizia, estrema ingiustizia”.,

  Un uso    consapevole  della  tecnologia  e  dei social  

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Succede a Caivano, nella provincia di Napoli, dove i carabinieri hanno arrestato un uomo di 43 anni per aver aggredito moglie e figlia. È stata la ragazza a chiedere aiuto in una chat di gruppo.Pugni e gomitate alla moglie e alla figlia, affetta da una grave disabilità; è stato però proprio il coraggio della ragazza, appena 16enne, che ha chiesto aiuto via Whatsapp, a permettere l'arresto del papà violento. Accade a Caivano, nella provincia di Napoli, dove i carabinieri, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 18 giugno, hanno stretto le manette intorno ai polsi a un uomo di 43 anni
L'uomo stava guidando la proprio auto sulla strada che collega Caivano a Crispano; a bordo anche la moglie, una donna di 46 anni, e la figlia 16enne. Quella che sembrava una giornata qualunque si è però repentinamente trasformata in un incubo per le due donne: il 43enne comincia a colpirle con violenti pugni e gomitate al volto. Nonostante il dolore, la ragazza è riuscita a rimanere lucida e a chiedere aiuto, riuscendo a inviare agli amici, in una chat di gruppo su Whatsapp, la loro posizione in tempo reale; gli amici, che aveva appena lasciato, hanno subito capito la gravità della situazione e hanno allertato il 112.I carabinieri della stazione di Caivano, grazie alla posizione Gps, sono riusciti in poco tempo a intercettare l'automobile con a bordo i tre: bloccato dai militari dell'Arma, il 43enne è stato arrestato e portato nel carcere napoletano di Poggioreale.


 Le due donne, invece, sono state accompagnate in ospedale, riportando lesioni giudicate guaribili in 10 e 7 giorni.

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“Si commettono spesso ingiustizie a causa di una cavillatrice troppo sottile e in realtà maliziosa interpretazione delle leggi”, scriveva Cicerone nel 44 avanti Cristo. Nel dopo Cristo, anno 2025, la “cavillatrice”” ha aperto le porte del carcere di Sollicciano, non proprio una comoda pensione, a un uomo di 94 anni, Renato Cacciapuoti. Data l’età, come la giustizia giusta avrebbe suggerito e il pannolone sostenuto, potevano tenerlo tranquillamente ai domiciliari magari con l’obbligo di controllare i lavori stradali. Il signor Renato non aveva mai rubato niente e meno che mai accoltellato qualcuno; 15 anni fa era stato condannato a 4 anni e 8 mesi per bancarotta. Il tempo passa senza che a nessuno passi per l’anticamera del cervello di chiedere una pena alternativa, ragion per cui alla scadenza dei termini, il magistrato emette l’ordine di arresto senza considerare i 94 anni anche se in salute. La notizia va in cronaca, i media alzano il volume finché al sesto giorno la “cavillatrice” trova il cavillo e in un pater senza gloria il vecchietto viene trasferito in un altro carcere dove un altro magistrato gli concede i domiciliari. Accade quando la scienza giuridica svirgola e guarda più alla lettera che alle persone fino a dimenticare il famoso detto: “Summus ius, summa iniura”, estrema giustizia, estrema ingiustizia”: Cicerone, duemila anni fa.  

Infatti quest  editoriale sull'unione  sarda  del 21\6\2025    sembra  confermare      questa  notizia 


Al termine di un colloquio nel carcere di Bancali con il suo assistito, Alfredo Cospito, lo ha salutato stringendogli la mano e dando due baci sulle guance.Per questo il difensore dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini, è stato segnalato all'ordine degli avvocati dal direttore del penitenziario di Sassari. Il fatto risale al 9 maggio scorso.




«Tenuto conto della caratura criminale dei soggetti ristretti presso il reparto 41 bis di questo istituto - si legge nella comunicazione inviata il 5 giugno dal direttore - ed il significato intrinseco che può avere tale saluto, si chiede di valutare se il comportamento dell'avvocato sia deontologicamente corretto, anche al fine di dare le opportune indicazioni al personale di Polizia Penitenziaria che con abnegazione e professionalità assicura la vigilanza dei detenuti sotto posti al regime di cui all' 'art. 41 bis».Immediata la replica del legale: «Verso Alfredo Cospito ho manifestato empatia umana salutandolo con una stretta di mano e con due bacetti sulle guance. Lo saluterò sempre con affetto in quanto non intendo rendermi complice della sua deumanizzazione, delle politiche di annientamento del detenuto».Il caso commentato anche da Francesco Petrelli, presidente delle Camere Penali: «Quando anche nella valutazione dei gesti non si ha più attenzione a quelle che sono le radici stesse dell'umanità e al rispetto della dignità dell'uomo vuol dire che si è perso contatto con il valore universale della sofferenza. Mentre da una parte si cerca di restituire umanità ai condannati dall'altra si ritiene invece che la disumanizzazione del detenuto possa era un valore positivo da perseguire. Il Regolamento Rocco del 1930 vietava di rivolgersi al detenuto con il proprio nome, siamo a un passo da quella idea».


 concludo      questo  post  sulla  giustizia   con  un  iniziativa     particolare  fatta  alla marina    un  quartiere   del  centro  storico  di  Cagliari  dove  d'anni  regna   la   malamovida     che affronta    il  tema  della  malamovida   in  modo creativo   ed  originale   senza  scadre  i  coprifuoco  ,   eliminazione  panchine  , controlli d  polizia    ecc  . 

Cagliari, alla Marina una tavolata di quartiere contro la malamovida

Residenti e non chiamati a partecipare in piazza Sant’Eulalia, diventata uno dei luoghi simbolo del degrado nel fine settimana
Tavolata di quartiere in piazza Sant'Eulalia
Tavolata di quartiere in piazza Sant'Eulalia



Una tavolata di quartiere contro la malamovida. La stanno organizzando attraverso il passaparola, reale e sui social, i residenti della Marina, a Cagliari. L’appuntamento è per sabato prossimo, 28 giugno, in piazza Sant’Eulalia, punto di ritrovo di giovanissimi e diventata uno dei simboli del degrado del rione, soprattutto nel fine settimana.«La tavolata», scrivono gli organizzatori, «è aperta alla partecipazione di abitanti, commercianti, simpatizzanti del quartiere Marina e abitanti degli altri quartieri della città. La comunità educante non ha limiti geografici e per crescere deve nutrirsi di ogni contributo possibile».Si partecipa portando «qualcosa da mangiare o da bere, un piatto, una posata e un gioco».

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...