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16.12.21

convivere o continuare a lottare con il tuo handicap ? io ho scelto di conviverci e l'accettarlo

 
La  risposta  alla mia auto  elucubrazione mentale     di tipo marzuliano     cioè  farmi  le  domande   e  darmi le risposte    è confermata  da    questa email   e dal botta  e  risposta  che n'è  scaturita  


“Ciao Ulisse 
Ti racconto la mia storia.
Ma tu sei sorda ? Sì.

Se mi hai risposto, non puoi esserlo.Quando mi trovo in una situazione come questa, mi viene sempre voglia di tirare un pugno. Poi mi pongo delle domande e provo a darmi delle risposte. Mi chiedo come mi vedono gli altri, cosa pensano. Per tanti anni ho nascosto a me stessa la mia sordità, dietro i capelli, fingendo che tutto andasse bene. Finché mi sono accorta che stavo vivendo solo a metà. Allora ho deciso di reagire. Ho iniziato a chiedere di ripetere quando non sentivo, a dire di parlare più forte, o più lentamente. Tutti si stupiscono quando faccio vedere l’impianto, perché l’unica sordità che conoscono è quella affiancata al mutismo. Quindi, per la gente, se sei sorda non dovresti saper parlare bene, né sentire quello che ti dicono, lavorare, guidare la macchina, dare gli esami da sola. Quando mi dicono così, vorrei gridare e far sapere a tutti quello che mi porto dietro. Anni di sofferenze, di sforzi, di giornate intere passate davanti allo specchio, cercando di posizionare la lingua nel verso giusto attraverso un cucchiaino che spesso mi faceva salire la nausea, giornate intere a guardare il movimento della mia bocca per vedere se era corretto, a fare gli esercizi che la logopedista mi assegnava.  Giornate intere per cercare di essere quella che sono.  Da due anni ho l’impianto cocleare, è come essere nata una seconda volta.  Da quando sono uscita allo scoperto, provo a parlare, a far capire alla gente la diversità di ognuno di noi, perché la disabilità non va classificata.  Ho sempre visto la mia sordità come un nemico da annientare.  Mi sono ostinata a essere quella che non sono, fino a quando ho capito che per sconfiggere davvero il nemico, avrei dovuto amarlo. E così è stato.

                   Grazie di cuore per l'attenzione  Antonella  


Cara   Antonella 
Sfondi  una porta    aperta  . Anch'io   sono sordo   per  il 90 % è  capisco  benissimo  la  tua situazione  pur  non avendo per mia rinuncia    la protesi  . Ho dovuto  rinunciare  perchè  : 1)    sarebbe stata  tutta  interna  e quindi c'è  la  paura   che  si possa guastassi o  sorga  qualche  problema   debbano   martoriarmi     ., 2)   perchè la prima  parte    , andata bene   , dell'intervento è  stata pesante   e   per     mettermi tale protesi  dovrebbero  riaprirmi    di nuovo  con il rischio , come  nell'intervento precedente   che toccando il nervo  ,  mi creino o provvisoriamente  o  definitivamente  una paralisi facciale   .
Quindi ho deciso d'accettare  , ulteriormente  che  a destra   non sento   in  quanto  l'orecchio  è  un orecchio chiuso    visto che la malattia precedente  ,  nonostante  diversi interventi , mi abbia  " mangiato  tutto l'apparato uditivo  interno . 
Ho  affrontato in passato e  continuo  ad  affrontarlo tutt'ora   il tuo  stesso problema  .  Infatti  nello scrivere  la  la  tesi di laurea   ho faticato parecchio per  il problema  degli spazi   tra  una parola  è l'altra . Infatti sul  web  nei News groups  ,   venivano  sopranominato la  pistola  del  web    perchè  scrivevo   con spazi molti    ampi  . 

Coraggio     non sei sola  


4.2.18

cosa è la vita ? di © Daniela Tuscano

Cosa è la vita? Forse il mio passo incerto. L'occhio frugale. Il ticchettio d'una pendola. Un davanzale fiorito. Una scoperta, un rimprovero e una tenda. È uno smarrimento perché son qui, a quest'ora del giorno. E mi oltrepassa, a volte immensa, a volte chiusa in una mano. O in un stanza rosa. O in un silenzio senz'attesa, colmo solo di sguardi. 
Non so che sia lavita. Lo saprò domani, quando s'allontana. Larimpiangerò, mormorando un addio. O forse non lo capirò mai. Le sarò dentro. Un lungo mare senza ricordo.

© Daniela Tuscano
Commenti

18.1.15

cosa è peggio una morte a 15 anni per un male incurabile o non avere giusta in vita per una piccola storia (di burocrazia) ignobile ?

non so, come  dicevbo dal titolo ,   cosa è peggio se la morte per un male incurabile ( o difficilmente curabile ) di una 15 enne promessa dello sport ( il volley \ paallavolo in questoi caso ) ne  avevo parlato  anche  nelle pagine di questo blog   ma  trovate  l'articolo anche  in questo  url   http://goo.gl/yYdKLj o questa situazione che sotto vado a  riortare

 da  http://www.articolotre.com/2015/01/

Maurizio e l’Inps: una piccola storia (di burocrazia) ignobile

inps 

L.Q.-Pensione sospesa e da restituire, perché “indebitamente” percepita.
E' questa la “sentenza” che pesa come una spada di Damocle sulla testa di Maurizio -nome di fantasia-, 76enne della provincia di Torino.
Colpevole” di essere stato abbandonato dalla moglie.
E che, per questo, dovrà restituire i soldi presi in questi ultimi anni.
Era il 2010, quando Maurizio andò in pensione, quando ormai le energie lo stavano abbandonando e, pur volendo, non sarebbe riuscito a proseguire con il proprio impiego.
Era benestante: oggi è malato e vive in una casa popolare con la sua famiglia. A  fine mese, non faticano ad arrivarci: semplicemente, non ci arrivano. Tante, le bollette non saldate. “O paghiamo, o mangiamo”, spiega la famiglia.
Lo stesso si dica per l'affitto: “Non possiamo pagarlo”.
Una situazione drammatica, gravata ora dall'ennesima assurdità burocratica.
Maurizio non è sempre stato in Italia: per molto tempo, ha vissuto in Francia. Qui s'è sposato, ha trovato lavoro, ha vissuto per venticinque anni. Infine, lasciatosi con la coniuge, è rientrato nel suo paese d’origine, dove ha conosciuto la sua attuale compagna e ha avuto tre figli, di cui uno ancora iscritto alla scuola dell'obbligo.
Gli altri due non hanno stipendio: in tempo di crisi non è facile. L'unica entrata, oltre alla pensione di Maurizio, è quella della attuale compagna, che ogni mese riesce racimolare qualche centinaio di euro al mese per sopravvivere. Della moglie, nessuno ha mai più saputo niente.
L'Inps, però, la vede diversamente: Maurizio è ancora sposato con lei e, dunque, pretende da anni di conoscere i redditi della “familiare”. E, fin dall'inizio, ogni tentativo di chiarire la questione si è rivelato inutile.
“Ci siamo mobilitati da subito”, spiega la famiglia. “Abbiamo spiegato la situazione all'Inps, alla Caaf, ai sindacati, ad avvocati, assistenti sociali, ovunque. Siamo andati addirittura dai carabinieri per denunciare l'abbandono del tetto coniugale da parte della coniuge: sembrava l'unica soluzione atta a dimostrare che Maurizio e la moglie non hanno mai più avuto rapporti dal '92 a oggi”.
Non ha funzionato: il reato di abbandono, in Italia, non esiste più. Pertanto non è denunciabile e, quindi, dichiarabile.
Identicamente, non è servito neanche recarsi dal giudice di Pace: “Ci dissero che non era di loro competenza”.
L'ultima strada era la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà: in cui si spiegava come Maurizio non avesse neanche idea di dove si trovasse la moglie e come lei non volesse farsi trovare. Niente da fare, tutto respinto: serviva dimostrarlo con le carte.
Cinque anni di cavilli e meandri burocratici, labirinti e rimbalzi da un ufficio all'altro. Finché, nei giorni scorsi, proprio mentre Maurizio si trova in ospedale, il triste epilogo: la famiglia ha ricevuto una raccomandata dall'Ente di previdenza sociale, in cui si legge che “l'Istituto è tenuto a sospendere l'erogazione della quota di prestazione collegata al reddito e a procedere alla revoca della medesima prestazione percepita”.
Non solo: qualora non si consegnino i redditi della moglie o si dimostri la separazione tra i due entro il 28 febbraio 2015, “la prestazione collegata al reddito verrà definitivamente revocata e saranno recuperate le somme indebitamente corrisposte”.
“Le abbiamo provate tutte”, sottolineano ancora i parenti. “Per gli stessi motivi, avevamo anche perso gli assegni familiari.”
“Come possiamo dimostrare di non avere rapporti con questa donna, non avendoli? E' un paradosso”, concludono. “Senza i soldi della pensione di Maurizio, costretti anche a restituire i precedenti, ci troveremo presto in mezzo a una strada.”
E tutto per colpa di una burocrazia spietata e ottusa.

8.6.14

A 8 ANNI PROMETTE: "PAPÀ, TI REGALERÒ L'AUTO DEI TUOI SOGNI". E MANTIENE LA PROMESSA -

alcuni di voi i mi chiedono  , ma  come non ci aprli più  di te  , ma racconti solo storie , alcune discutibili altre belle   ed interessanti  .

Ora  , non li biasimo  , ma  non riesco  a  trovare il coraggio  d'aprirmi direttamente   e preferisco  farlo  in maniera  indiretta raccontando appunto    storie  ed  aneddoti  .
Eventi e  fatti   che  trovo  in rete  o  sui  giornali spazzatura ( per  usare un  eufemismo )   come li chiamano i miei  o  frivoli   come li chiamo io ,  o  usate a  differenza  di me     dai media  embed  per  distrarre   da news  importanti  o  quando non hanno altre  news o per  alcuni sono insignificanti  ( ecco perchè  i tag  , incredibile ma vero , bellezza  ai margini , storie , le storie , ecc  )

Dopo   questa   risposta  . ecco una   , stavolta   contenente  in maniera diretta   , cosi  i "  fautori  "  di  tale richiesta  saranno soddisfatti  ,  un mio dubbio interiore  . Proprio  come la  storia  , la  più bella

 per  il  numero speciale dedicato agli 80 anni di Paperino


"come possiamo distinguere i ricordi dai sogni se esistono entrambi soltanto nella nostra mente?

 un sunto per chi non volesse leggersi tuitta la storia  



la storia
  da  www.leggo.it  

Sabato 7 Giugno 2014
WHASHINGTON - Aveva solo otto anni quando promise al suo papà che avrebbe realizzato per lui uno dei sogni della sua vita: gli avrebbe regalato per il suo 57eseimo compleanno una
Chevrolet del 1957. Quel bambino è stato di parola, e la sua promessa è diventata realtà: Michael King è riuscito davvero a parcheggiare una Bel Air azzurra nel garage di casa. "Mio padre - ha raccontato nella spiegazione che accompagna su Youtube il video del momento della consegna del regalo - ha sempre sognato di avere una Bel Air del 1957, ma è cresciuto in una famiglia povera con sette bambini". Il video è stato postato il primo giugno, ma ha commosso tantissime persone."Mio padre non pensava che avrebbe mai realizzato il suo sogno, ma ne parlava in continuazione", ha scritto il figlio modello. "non ho mai dimenticato la promessa che ho fatto a otto anni".

1.2.14

seme o radice ?

E' il mettere radici che rovina . il circondare di siepi il campo , e di mura le città e di confini la terra .E di egoismo il cuore e d'interessi personali il proprio dovere di vita . Don Sirio Politi 1920 - 1988 . E' per questo che sono ancora in cerca di definizione se sentirmi seme o radice .

20.11.08

Monsignor Casale: «La vita è relazione, basta accanirsi»

in "l'Unità" del 16 novembre 2008

«La vita è relazione, non un fatto biologico. Nel caso di Eluana siparla di stato vegetativo, e non è opportuno accanirsi». È l'opinione controcorrente di monsignor Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia. Che invita il Parlamento a esprimersi «con saggezza: una legge sultestamento biologico potrà evitare casi analoghi».


Il silenzio invocato da Beppino Englaro non è mai sceso. Anzi, si moltiplicano le pressioni per dissuadere il Friuli ad accogliere gli ultimi giorni di Eluana. Perché?«Noi in Italia ragioniamo di alti problemi dimenticando le persone. Ci schieriamo in partiti come guelfi e ghibellini tralasciando dilavorare per soluzioni concrete. Così la politica diventa difesaaprioristica di punti di vista».


Fa eccezione il governatore friulano Tondo, che comprende il doloredella famiglia. Pur facendo parte di uno schieramento, il PdL, contrario alla sentenza.


«È così, è vero. Il punto è che bisogna guardare la realtà di questagiovane da anni in una situazione difficile. E guardare la realtà del padre depositario della volontà da lei espressa in senso contrario all'accanimento terapeutico».


C'è chi mette in dubbio la volontà di Eluana: mancherebbe la «piena consapevolezza».


«Come si fa a dubitare di un padre che sembra persona seria e preoccupata? Come si può pensare che tiri in ballo una fandonia? Misembra così pregiudiziale tutto questo».


Secondo lei, le cure a Eluana configurano accanimento terapeutico?


«La questione di fondo è proprio se dopo tanti anni sia opportuno interrompere cure che sono un accanirsi sul corpo di una ragazza incoma irreversibile. Io credo di sì e che si debba lasciare agli interessati libertà di decidere in modo sereno».


Anche di interrompere l'alimentazione artificiale?


«La mia opinione è che la nutrizione forzata vada considerata come cura. Se non nella sostanza, almeno nella forma: viene erogata con tubicini, attraverso espedienti. È un'operazione non naturale ma collegata a interventi medici, solo grazie ai quali Eluana vive. Attardarsi dietro la distinzione tra terapia e alimentazione mi sembra, se non un sofisma, spaccare il capello in quattro».


Su questo sofisma presto dibatterà il Parlamento. Prevedibilmente, in modo aspro.


«Speriamo che ragioni con saggezza. Al di là degli scontri e delle posizioni precostituite. Servirebbe un sussulto di dignità perché unalegge sul testamento biologico potrà impedire casi del genere».


Non solo la politica ha opinioni restrittive. Anche la Chiesa si èfatta sentire in modo pressante. Dalla Santa Sede alla Cei ai movimenti più oltranzisti.


«La Chiesa si sente di dover difendere grandi principi e la primareazione è tenere fermo il cammino. Nella sua storia ci sono sempre stati due momenti: il primo per erigere una diga che fermasse riflessioni reputate pericolose per la vita sociale. Nel secondo momento sono arrivati riflessione e discernimento delle novità giuste da quelle sbagliate».


Significa che la Chiesa si aprirà sui temi bioetici?


«Faccio un esempio storico. Dopo Pio IX è arrivato Leone XIII con la Rerum Novarum. Di fronte ai grandi movimenti di opinione la Chiesa siè sempre comportata così».


Ha avuto contatti con il signor Englaro?


«No. Studio, lavoro, prego. Spero che la cosa si risolva con serenità. Non è una battaglia di opinione: è la difesa di chi soffre».


Si spegnerà una vita?


«La vita è relazione, non un fatto biologico. In questi casi si parla di stato vegetativo. Quella di Eluana non è una vita piena, è ridotta al minimo».


 

Soffrirà?




«Secondo i medici non dovrebbe».



Federica Fantozzi


16.8.07

Sul valore dell'esperienza (e della vita)

    Il dottor Rogé ha bevuto il suo calvados. Il suo gran corpo s'affloscia, le palpebre gli s'abbassano grevi. È la prima volta che vedo il suo viso senza occhi. Sembra una maschera di cartone, come quelle che si vendono oggi nei negozi. Le sue guance hanno un colore rosa orribile. La verità m'appare d'un tratto: quest'uomo morirà presto. Di sicuro lo sa anche lui; basta che si sia guardato ad uno specchio: di giorno in giorno rassomiglia sempre più al cadavere che sarà. Ecco che cos'è la loro esperienza; ecco perché mi son detto tante volte che odora di morte: è la loro ultima difesa. Il dottore vorrebbe pur credervi, vorrebbe mascherarsi l'insopportabile realtà: ch'egli è solo, che non ha capito nulla, che non ha passato; con un'intelligenza che gli s'intorbida, e un corpo che si sfascia. E allora egli ha apprestato ben bene, ha ben sistemato e imbottito il suo piccolo delirio di compensazione: dice a se stesso che progredisce. Il suo pensiero ha delle falle? Vi sono momenti in cui il cervello gira a vuoto? è perché il suo giudizio non ha più l'impazienza della gioventù. Non capisce più quel che legge nei libri? Ma è perché è così lontano dai libri, ormai. Non può più fare l'amore? Ma l'ha fatto. Aver fatto l'amore è molto meglio che farlo ancora: a distanza, si può giudicare, si può confrontare, si può riflettere. E in quanto a quell'orribile viso di cadavere, per poterne sopportare la vista sullo specchio si froza di credere che vi siano impresse le lezioni dell'esperienza.


tratto da: Jean-Paul Sartre, La nausea, Einaudi, 2007, pagg. 97-98

26.6.07

perchè lo chiamiamo passato








Naneddu Meu  cantato dalla Corale  Rossini  di Sassari (preso dai video di Loi Salvatore)


ma è difficile
far passare il passato
ma il passato non passa
perchè lo chiamano  passato se non  passa mai ? 


scritto inedito di  Fabrizio  de  Andrè


La Fondazione De André raccoglie gli scritti inediti del cantautore


Alcuni frammenti di scritti inediti del cantautore Fabrizio De André sono stati trovati e raccolti.
“I ragazzi della Fondazione De André stanno facendo un lavoro molto impegnativo per catalogare i tanti materiali tra appunti scritti, aforismi e altro ancora”, ha dichiarato la vedova del cantautore Dori Ghezzi, che ha poi continuato: “Escludo ci sia materiale con cui ricostruire un eventuale disco mancato di Fabrizio: sono molti, invece, gli scritti 'sopravvissuti' ai traslochi”. (Fonte il quotidiano  La Repubblica del 25\6\2007 )


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...