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20.11.08

Monsignor Casale: «La vita è relazione, basta accanirsi»

in "l'Unità" del 16 novembre 2008

«La vita è relazione, non un fatto biologico. Nel caso di Eluana siparla di stato vegetativo, e non è opportuno accanirsi». È l'opinione controcorrente di monsignor Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia. Che invita il Parlamento a esprimersi «con saggezza: una legge sultestamento biologico potrà evitare casi analoghi».


Il silenzio invocato da Beppino Englaro non è mai sceso. Anzi, si moltiplicano le pressioni per dissuadere il Friuli ad accogliere gli ultimi giorni di Eluana. Perché?«Noi in Italia ragioniamo di alti problemi dimenticando le persone. Ci schieriamo in partiti come guelfi e ghibellini tralasciando dilavorare per soluzioni concrete. Così la politica diventa difesaaprioristica di punti di vista».


Fa eccezione il governatore friulano Tondo, che comprende il doloredella famiglia. Pur facendo parte di uno schieramento, il PdL, contrario alla sentenza.


«È così, è vero. Il punto è che bisogna guardare la realtà di questagiovane da anni in una situazione difficile. E guardare la realtà del padre depositario della volontà da lei espressa in senso contrario all'accanimento terapeutico».


C'è chi mette in dubbio la volontà di Eluana: mancherebbe la «piena consapevolezza».


«Come si fa a dubitare di un padre che sembra persona seria e preoccupata? Come si può pensare che tiri in ballo una fandonia? Misembra così pregiudiziale tutto questo».


Secondo lei, le cure a Eluana configurano accanimento terapeutico?


«La questione di fondo è proprio se dopo tanti anni sia opportuno interrompere cure che sono un accanirsi sul corpo di una ragazza incoma irreversibile. Io credo di sì e che si debba lasciare agli interessati libertà di decidere in modo sereno».


Anche di interrompere l'alimentazione artificiale?


«La mia opinione è che la nutrizione forzata vada considerata come cura. Se non nella sostanza, almeno nella forma: viene erogata con tubicini, attraverso espedienti. È un'operazione non naturale ma collegata a interventi medici, solo grazie ai quali Eluana vive. Attardarsi dietro la distinzione tra terapia e alimentazione mi sembra, se non un sofisma, spaccare il capello in quattro».


Su questo sofisma presto dibatterà il Parlamento. Prevedibilmente, in modo aspro.


«Speriamo che ragioni con saggezza. Al di là degli scontri e delle posizioni precostituite. Servirebbe un sussulto di dignità perché unalegge sul testamento biologico potrà impedire casi del genere».


Non solo la politica ha opinioni restrittive. Anche la Chiesa si èfatta sentire in modo pressante. Dalla Santa Sede alla Cei ai movimenti più oltranzisti.


«La Chiesa si sente di dover difendere grandi principi e la primareazione è tenere fermo il cammino. Nella sua storia ci sono sempre stati due momenti: il primo per erigere una diga che fermasse riflessioni reputate pericolose per la vita sociale. Nel secondo momento sono arrivati riflessione e discernimento delle novità giuste da quelle sbagliate».


Significa che la Chiesa si aprirà sui temi bioetici?


«Faccio un esempio storico. Dopo Pio IX è arrivato Leone XIII con la Rerum Novarum. Di fronte ai grandi movimenti di opinione la Chiesa siè sempre comportata così».


Ha avuto contatti con il signor Englaro?


«No. Studio, lavoro, prego. Spero che la cosa si risolva con serenità. Non è una battaglia di opinione: è la difesa di chi soffre».


Si spegnerà una vita?


«La vita è relazione, non un fatto biologico. In questi casi si parla di stato vegetativo. Quella di Eluana non è una vita piena, è ridotta al minimo».


 

Soffrirà?




«Secondo i medici non dovrebbe».



Federica Fantozzi


1.9.06

Senza titolo 1422

Dopo  aver letto questa  news  mi chiedo  se  il nostro paese  è unos tato laico  o  uno stato  creatico  per nopn dire  servo (  ziraccu    come  diciamo dala mie pareti  )  del Vaticano   cioè dele  gerarchiè ecclesiastiche  ? 
Ecco  a voi la news   traetene   voi le conclusioni 


'Associazione padri separati contro la sentenza: ''Neanche stessimo a Kabul''

Cassazione: il catechismo prevale sul diritto di vedere i figli


Annullata la condanna ad una madre, che non aveva rispettato la disposizione del tribunale che stabiliva che il marito vedesse la figlia nello stesso giorno della catechesi



Roma, 31 ago. (Adnkronos/Ign)


Le lezioni di catechismo prevalgono su  tutto,anche sul diritto dei genitori separati di vedere i loro figli. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione annullando la condanna inflitta ad una madre romana di 46 anni, che non aveva rispettato la disposizione del giudice civile che, in sede di separazione, aveva disposto che il padre vedesse la figlia minore nello stesso giorno in cui la parrocchia aveva fissato la lezione di catechismo. Per la Suprema Corte, le decisioni dei parroci in materia di catechismo sono insindacabili e dunque le disposizioni del giudice in materia di visita devono cedere il passo a quest'ultime.


Scrivono i supremi giudici della Sesta sezione penale, nella sentenza 27613, che ''le lezioni di catechismo sono collettive in quanto interessano i ragazzi di ambo i sessi di una determinata fascia d'età appartenenti ad una parrocchia e l'organizzazione di esse (giorno, orario) è stabilita dal clero preposto alla parrocchia in questione compatibilmente con gli impegni dei sacerdoti che le impartiscono ed agli impegni scolastici dei ragazzi che debbono seguirle''. Di diverso avviso erano stati i giudici del Tribunale di Roma (luglio 2004) e della Corte d'appello della capitale (dicembre 2005) che avevano condannato la mamma ad una multa di 800 euro (pena sospesa in appello) per elusione dei provvedimenti del giudice in sede di separazione.

Come si evince dalla sentenza la madre, pur facendo seguire le lezioni di catechismo alla figlia nello stesso giorno in cui il padre Vittorio avrebbe dovuto vederla, si accordava comunque con l'ex marito per ''recuperare il mancato incontro''. Ciò nonostante la donna era stata denunciata ugualmente dal consorte e condannata sia in primo che in secondo grado per il reato previsto dall'art. 388 del Codice Penale. Una condanna ritenuta da lei ingiusta. Di qui il ricorso alla Cassazione che è stato giudicato ''fondato''. In proposito, i supremi giudici, bacchettando i colleghi del giudizio di merito, sottolineano che il comportamento di quella madre ''non è sorretto dal dolo''.

Piazza Cavour, che ha annullato la sentenza di condanna perché il fatto non costituisce reato, ricorda ancora che ''in tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile, concernente l'affidamento di un figlio minore, il motivo plausibile e giustificato che può costituire valida causa di esclusione della colpevolezza, anche se non deve configurarsi l'esimente dello stato di necessità, deve comunque essere stato determinato dalla volontà di esercitare il diritto-dovere di tutela dell'interesse del minore, in situazione che non abbia potuto essere devoluta al giudice per eventuale modifica del provvedimento''. Da qui l'accoglimento del ricorso della mamma che aveva preferito che la figlia prendesse parte alle lezioni di catechismo piuttosto di farla stare con il padre nello stesso giorno.
Sulla sentenza della Cassazione si alza la protesta dei padri separati. ''In uno Stato laico, tutto ciò che riguarda la religione di pochi (o di molti) dovrebbe essere secondario rispetto alle leggi nazionali che riguardano tutti, senza distinzione di religione - evidenzia Giorgio Ceccarelli, presidente dell'associazione. ''La Cassazione -insiste Ceccarelli- neanche stessimo a Kabul, decide che gli impegni religiosi sono prioritari rispetto a quelli civili tra padre e figlio come stabilito da sentenza di un Tribunale Italiano''.

non sapevo che mettere un manifesto antifascista pacifico e senza offesa fosse reato

  non sapevo che esporre ( per giunta è nipote di una medaglia d'oro della resistenza ) un manifesto pacifico d'antifascis...