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7.11.21

New York alla maratona numero 50 con Larry Trachtenberg superstite della prima volta che ha promesso di correre per l'amico Jim Isenberg ora paralizzato che vi partecipo'

canzoni consigliate
 Frank Sinatra - Strangers In The Night
            "            - That's Life



 
Oggi domenica 7 novembre è andata in scena la Maratona di New York 2021. La 42,195 km più famosa, iconica e prestigiosa al mondo torna dopo due anni e si preannuncia spettacolo nella Grande Mela con tantissimi big pronti a darsi battaglia per la vittoria a Central Park. Purtroppo . causa il travel ban che ha vietato vista la pandemia di COVID-19 la trasferta ai podisti provenienti dal resto del mondo. la folla di amatori alla partenza sul Ponte di Verrazzano, l'edizione dei 50 anni è stata contenuta . Oggi si riprende, ma dovendo fare ancora i conti con il maledetto virus: all’ormai tradizionale partenza dal ponte di Verrazzano, a Staten Island, saranno in circa 33.000, suddivisi in cinque ondate, tutti vaccinati o con tampone effettuato nelle ultime 48 oreMa non è della maratona in se che voglio parlare oggi ( per quello trovate qui su https://www.oasport.it e alla    voce   :    Maratona  di New York    su https://it.wikipedia.org/    una guida completa per sapere tutto sulla Maratona di New York ) ma    di tale storia    ad essa  collegata    quella  di  Larry Trachtenberg  uno dei partecipanti   ala  prima edizione   ( vedere  vide  sotto     per  chi  capisce  l'inglese )  che    corre   per l'amico    Jim Isenberg, partecipante  anche  lui   alla  prima  maratona  di Ny   ma    che   essendo paralitico    non puo'  parteciparvi 



oppure  leggere  l'articolo    sotto 

 
                                               all'epoca     


                                                                    oggi


  
  da  repubblica del  6\11\2021  
New York alla maratona numero 50 con Larry, superstite della prima volta
                               di Emanuela Audisio




NEW YORK — L’America non è più senza fiato. Lunedì riapre i confini. E domani torna a respirare con lui. Per dimostrare che si torna alla normalità. Servono i polmoni di Larry. E la sua faccia screpolata dal vento. È l’unico sopravvissuto: a 50 anni di corsa, a una stravaganza ormai stile di vita, alla tradizione di una città che non dormiva mai, ma che la pandemia ha reso più debole. Si chiama Larry Trachtenberg. È l’ original finisher . In mezzo secolo ha fatto meglio di Forrest Gump: ha corso, ha smesso, ha ripreso. Nel 1970 era uno dei 127 che si buttò a fare i quattro giri di Central Park, la prima maratona di New York, 1 dollaro d’iscrizione, un solo rifornimento d’acqua. Al traguardo arrivarono in 55. Lui finì 32° in 3 ore 22’ 4”.
la  targhetta    ricevuta
Trachtenberg, 67 anni, viene dal Queens, N.Y, ma vive in Oregon. «È la prima volta che corro da pensionato, strano essere l’unico sopravvissuto ». Lo è, tra 1.288.005 partecipanti è l’unico che può dire: io c’ero. «All’arrivo mi scolai sei lattine di soda. Faceva caldo quel 13 settembre, mi diedero una targa-ricordo e tutto finì lì. Non pensavo fosse una gara storica». Lo era. A piedi nudi nel parco non ci andava nessuno, gli edifici erano pieni di graffiti, la droga si vendeva alla fontana di Bethesda. Quella prima maratona servì per dire che il parco doveva rinascere. E questa cinquantesima serve allo stesso scopo: dimostrare che la città torna a correre dopo la pandemia e l’annullamento dell’anno scorso.
Con Larry ce n’era anche un altro. Jim Isenberg, 70 anni, che arrivò 25°, con il numero 64 attaccato con la spilletta. Ma Jim non può correre. Questa è una storia di vite parallele: strangers in a race , canterebbe Frank Sinatra. Isenberg nel 70 aveva 19 anni, studiava a Princeton, aveva già corso quattro maratone. Arrivò in città in corriera, pagò 1 dollaro e 80 di biglietto, e si presentò alla partenza dove c’era anche Trachtenberg, sedicenne. Larry non aveva mai corso quella distanza, non sapeva come ci si allenava, aveva lavorato in un campo estivo, dove per stare in forma faceva su e giù su un tratto di autostrada. «Alla vigilia feci tutto quello che non bisogna fare, tipo eccedere nello sforzo, però ero veloce e tenni il ritmo basso». Un anno dopo Trachtenberg e Isenberg si ritrovarono insieme in squadra a Princeton nella gara di cross-country e scoprirono di aver corso entrambi a New York. Si dissero che sarebbe stato bello rifarlo 50 anni dopo. «Promesso?». Tutti e due sono diventati insegnanti, Jim si è laureato in fisica, Larry si è dedicato agli studenti che hanno bisogno di aiuto. Entrambi a Eugene, in Oregon. Isenberg era quello più fissato con le maratone, ne ha corse 143 fino al 2017, e in più facendo collezione di maglie e numeri di iscrizione. In attesa della 50ª a New York. Nel dicembre 2017 Jim con la famiglia andò per lavoro in Australia e fece un bagno a Bondi Beach. Un’onda lo capovolse, si ruppe le vertebre C2 e C3, smise di respirare. Trachtenberg ebbe la notizia via mail: «Il dottore non lasciava speranze. Io mi aggrappavo alla parola paralisi parziale». Invece era permanente.
Isenberg da allora è tetraplegico, vive sotto un ventilatore per 20 ore al giorno, usa un Dps per tradurre la sua voce e comunicare. È ancora attivo nel dare consigli al suo amico Larry che domani torna sulla strada per la sua prima maratona in 43 anni. E pagando 295 dollari di iscrizione. «Non sono messo bene, ho problemi al femore e ho una valvola cardiaca calcificata, ma i dottori mi hanno dato il permesso, sento molta responsabilità perché avrò gli occhi addosso. Non so se ce la farò fino alla fine, partirò con il quarto gruppo, quello sulle 4h e 26’, mi piacerebbe molto passare a Long Island, dove sono nato. E poi ho Jim con me, che mi guida, lui ha studiato la tattica e il ritmo che dovrò tenere». Sarà Isenberg, l’uomo che non corre più, a spingere Trachtenberg, l’uomo che corre ancora. Se lo erano promesso: tra 50 anni.


30.5.17

Quaranta giorni, quaranta maratone: da trieste ad atene

   colonna sonora  Sheryl Crow - Run Baby Run - Live Acoustic Piano - 1995


 avrei  potuto   riempire  il post  d'oggi con  più  storie   , ma  il troppo stona   e poi  ormai i  blog  sono in declino  ( ma  io  continuerò ad  usarlo   ci sono affezzionato  ,  dopo  13  anni  )   a  scapito dei social,  e  qundi  prferisco    riprtarne  uan  ma  significativa  .  Per  le altre  potete   seguire  , ma  anche  no  ,  mettendo  mi piace   sulla  nostra  (  ci  scrivono anche  daniela  e  criap )  pagina di facebook https://www.facebook.com/compagnidistrada oppure sulla mia bacheca https://www.facebook.com/redbeppeulisse1

Quaranta giorni, quaranta maratone: Goina è ad Atene
La straordinaria impresa del ballerino e podista triestino che ha corso per 1699 km partendo da piazza Unità
                               di Luca Saviano





TRIESTE. Con l'acido lattico nelle gambe e Bruce Springsteen nella testa, Giacomo "Gigi" Goina ha portato a termine una vera e propria impresa. Dopo essere partito da piazza Unità e aver corso per 1699 chilometri, il ventisettenne triestino ha raggiunto il cuore di Atene.Dopo quaranta giorni durante i quali ha coperto la canonica distanza di una maratona ogni ventiquattro ore, ovvero 42 chilometri e 195 metri al giorno, ha abbracciato mamma Rita dopo aver oltrepassato il traguardo virtuale di piazza Syntagma. «Cause tramps like us, baby, we were born to run», canta Bruce Springsteen in "Born to run". Un testo che tradotto significa più o meno «Che i vagabondi come noi, baby, sono nati per correre».
                   da  https://www.facebook.com/42x42borntorun/photos/

L'iniziativa, che più di qualcuno ha definito «folle», non a caso ha preso il nome di una delle più amate canzoni del Boss. Come Springsteen in "Born To run", anche Goina ha voluto votare i propri sforzi alla causa dell'inclusione e della pacifica convivenza: «Nobody wins unless everybody wins», nessuno vince se non vincono tutti. E così è stato.

Da Trieste a Atene: la sfida di 42 maratone in 42 giorni consecutiviGiacomo Goina, 30anni di Trieste, è partito da Piazza Unità per raggiungere piazza Syntagma, nel cuore di Atene, entro il 28 maggio. Vuole correre per più di 1700km, attraversando 7 stati, portando un messaggio di inclusione e convivenza. Ha abbracciato la disciplina della corsa nell'ottobre 2016. Storia a cura di Luca Saviano, video: Lillo Montalto Monella



«Non sarei potuto arrivare ad Atene senza il sostegno di Alessandro Sciotto e Ana Blagojevic - spiega l'atleta che corre per il Gs San Giacomo - Non sempre le dinamiche di gruppo sono state facili da gestire, in questi 40 giorni, ma è anche superando queste difficoltà che sento di essere cresciuto».



I due, infatti, hanno accompagnato Goina passo dopo passo, in bicicletta e a bordo di una vecchia Opel Corsa. Insieme hanno superato le difficoltà e sempre insieme hanno goduto di ogni nuova conoscenza e di ogni nuovo panorama incontrato. Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia: una sottile linea è stata virtualmente tracciata sull'asfalto dalle scarpe del giovane triestino. «Non ho mai pensato di mollare - le sue parole -, anche se non sono mancati i momenti di difficoltà».

Immagine profilo della pagina...
Immagine profilo della pagina Facebook 42x42borntorun. Foto: Ana Blagojevic
Uno di questi, dopo 7 giorni di corsa, aveva messo a dura prova il terzetto. «Il fisico si stava adattando allo sforzo continuato - continua Goina - e anche il gruppo, evidentemente, aveva bisogno di trovare un suo equilibrio. Il corpo mi chiedeva uno stop, ma la testa non ne voleva sapere. Abbiamo deciso di fermarci per un giorno, È stato un grande insegnamento: nello sport, come nella vita, non ha senso andare con i paraocchi contro i mulini a vento».Alessandro, che in qualche occasione ha corso con l'amico, e Ana, alla quale è stato affidato il compito di documentare l'intera impresa, non sono state le uniche presenze al fianco del maratoneta. «Nella mia testa c'è sempre stata la mia ragazza Cecilia - confida -, ma sono stato accompagnato anche dalla croce, proprio nel senso cristiano del simbolo».Goina riporterà a Trieste una Opel Corsa piena di ricordi, fra i quali hanno trovato posto il tramonto visto dalla spiaggia di Baska Voda, in Croazia, e i boschi selvaggi di Llogara, in Albania, ma anche e soprattutto i mille incontri fatti lungo la strada.E adesso? Goina, che si è diplomato all'Accademia di danza contemporanea Paolo Grassi di Milano, è atteso da una intensa stagione di spettacoli, anche se la testa è già orientata a un altro ambizioso obiettivo: «Ho in mente di organizzare una corsa in memoria di Mitja Gasparo, un amico che è scomparso quasi tre anni fa».

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...