colonna sonora Sheryl Crow - Run Baby Run - Live Acoustic Piano - 1995
avrei potuto riempire il post d'oggi con più storie , ma il troppo stona e poi ormai i blog sono in declino ( ma io continuerò ad usarlo ci sono affezzionato , dopo 13 anni ) a scapito dei social, e qundi prferisco riprtarne uan ma significativa . Per le altre potete seguire , ma anche no , mettendo mi piace sulla nostra ( ci scrivono anche daniela e criap ) pagina di facebook https://www.facebook.com/compagnidistrada oppure sulla mia bacheca https://www.facebook.com/redbeppeulisse1
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Quaranta giorni, quaranta maratone: Goina è ad Atene
La straordinaria impresa del ballerino e podista triestino che ha corso per 1699 km partendo da piazza Unità
di Luca Saviano
TRIESTE. Con l'acido lattico nelle gambe e Bruce Springsteen nella testa, Giacomo "Gigi" Goina ha portato a termine una vera e propria impresa. Dopo essere partito da piazza Unità e aver corso per 1699 chilometri, il ventisettenne triestino ha raggiunto il cuore di Atene.Dopo quaranta giorni durante i quali ha coperto la canonica distanza di una maratona ogni ventiquattro ore, ovvero 42 chilometri e 195 metri al giorno, ha abbracciato mamma Rita dopo aver oltrepassato il traguardo virtuale di piazza Syntagma. «Cause tramps like us, baby, we were born to run», canta Bruce Springsteen in "Born to run". Un testo che tradotto significa più o meno «Che i vagabondi come noi, baby, sono nati per correre».
L'iniziativa, che più di qualcuno ha definito «folle», non a caso ha preso il nome di una delle più amate canzoni del Boss. Come Springsteen in "Born To run", anche Goina ha voluto votare i propri sforzi alla causa dell'inclusione e della pacifica convivenza: «Nobody wins unless everybody wins», nessuno vince se non vincono tutti. E così è stato.
I due, infatti, hanno accompagnato Goina passo dopo passo, in bicicletta e a bordo di una vecchia Opel Corsa. Insieme hanno superato le difficoltà e sempre insieme hanno goduto di ogni nuova conoscenza e di ogni nuovo panorama incontrato. Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia: una sottile linea è stata virtualmente tracciata sull'asfalto dalle scarpe del giovane triestino. «Non ho mai pensato di mollare - le sue parole -, anche se non sono mancati i momenti di difficoltà».
Uno di questi, dopo 7 giorni di corsa, aveva messo a dura prova il terzetto. «Il fisico si stava adattando allo sforzo continuato - continua Goina - e anche il gruppo, evidentemente, aveva bisogno di trovare un suo equilibrio. Il corpo mi chiedeva uno stop, ma la testa non ne voleva sapere. Abbiamo deciso di fermarci per un giorno, È stato un grande insegnamento: nello sport, come nella vita, non ha senso andare con i paraocchi contro i mulini a vento».Alessandro, che in qualche occasione ha corso con l'amico, e Ana, alla quale è stato affidato il compito di documentare l'intera impresa, non sono state le uniche presenze al fianco del maratoneta. «Nella mia testa c'è sempre stata la mia ragazza Cecilia - confida -, ma sono stato accompagnato anche dalla croce, proprio nel senso cristiano del simbolo».Goina riporterà a Trieste una Opel Corsa piena di ricordi, fra i quali hanno trovato posto il tramonto visto dalla spiaggia di Baska Voda, in Croazia, e i boschi selvaggi di Llogara, in Albania, ma anche e soprattutto i mille incontri fatti lungo la strada.E adesso? Goina, che si è diplomato all'Accademia di danza contemporanea Paolo Grassi di Milano, è atteso da una intensa stagione di spettacoli, anche se la testa è già orientata a un altro ambizioso obiettivo: «Ho in mente di organizzare una corsa in memoria di Mitja Gasparo, un amico che è scomparso quasi tre anni fa».