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27.4.20

a volte per poter valutare meglio si usa l'attendismo . io ed il caso della nuova gestione del quotidiano la repubblica

Visto la gennuflessione acritica di Eugenio Scalfari  nell'editoriale  di  domenica    scorsa  di  Eugenio scalfari che vale  la pena di riportare  interamente ,  su  repubblica  


Molte cose sono avvenute nel nostro giornale in questa settimana assai vivace per il governo italiano, per l’Europa e per il mondo intero. L’avevamo già constatato domenica scorsa: il nostro è un mondo in allerta, con dittature di vario genere, federazioni, populismo, alleanze e guerre intestine. Insomma un periodo che non si vedeva da secoli nel nostro mondo. Il solo elemento che è universalmente diffuso è quello che si definisce con la particella denominata “se stesso”. Insomma è il nostro Io: quello è il nostro mondo e lo abbiamo già più volte indicato. Cartesio l’ha individuato filosoficamente con le tre parole fondamentali: «Penso, dunque sono». L’ho più volte ricordato in questi miei articoli domenicali, ma lo ripeto perché è quello che spiega tutto, definisce tutto, limita al minimo tutto. È creativo.
È l’Io e dobbiamo tenerlo presente dall’inizio alla fine di qualunque ragionamento e della vita che ciascuno in qualche modo e in qualche misura vive.
Il nostro giornale è anch’esso in una fase di notevole movimento. È cambiata in modo definitivo la società che l’ha comprato dai precedenti proprietari. Debbo dire che è un’azienda molto vasta sia nei luoghi sia nel tipo di attività che svolge in vari Paesi, a cominciare dal nostro.
IL primo intervento è stato il licenziamento del direttore Carlo Verdelli, che da oltre un anno dirigeva Repubblica , e l’insediamento di Maurizio Molinari, che era direttore della Stampa . Adesso lo è di Repubblica , subentrando a Carlo Verdelli.
Personalmente io ho la qualifica di Fondatore che figura in prima pagina sotto la testata del giornale.
Ripetiamo Fondatore. Non significa niente ma può invece essere importante. Il Fondatore (lo dice la parola) conosce o dovrebbe conoscere meglio di ogni altro lo spirito del giornale, il suo programma, la sua natura giornalistica e quindi politica.
Forse è venuto il momento di ripetere questa natura politica: si può definire liberal-socialista. Repubblica è nata nel 1976, siamo nel 2020 ma il nostro spirito, la nostra anima giornalistica non può cambiare: liberal-socialista. Naturalmente è una definizione complessa che va quindi precisata e mi scuserete se in qualche modo spetta al Fondatore di mantenerla senza alterarne il significato.
I liberal-socialisti hanno nell’anima i due valori di libertà ed eguaglianza e questi debbono rispettare i giornalisti che dirigono il giornale con questa collocazione. Se la proprietà non riconosce più questi valori vuol dire che il giornale non c’è più, è un altro oggetto che ha cambiato totalmente il soggetto.
Questo può avvenire, ma in tal caso spetta in primis al Fondatore di avvertire quanto è accaduto e trarne personalmente e collegialmente, se possibile, le conseguenze.
A me però, allo stato dei fatti, risulta che non sono cambiati. Il direttore uscente Carlo Verdelli, nei confronti del quale ho già detto che ho la massima stima professionale, questi valori li ha realizzati per tutto il periodo della sua direzione. Il nuovo direttore Maurizio Molinari appare esattamente nello stesso modo. Se così farà, il Fondatore ne sarà pienamente soddisfatto e lo dirà. In parte già lo dico, dopo aver analizzato la questione con Molinari. Vedremo il seguito.
Il liberal-socialismo è perfettamente in linea con le esigenze del mondo moderno, sempre che questo corrisponda al desiderio di un vasto pubblico che trae dal liberal-socialismo la realizzazione dei suoi valori, desideri, bisogni, ideali.
Abbiamo un governo in piena attività, presieduto da Giuseppe Conte. È sostenuto da una maggioranza numericamente notevole, politicamente un po’ meno: alcuni dei suoi sostenitori vanno e vengono, votano pro o non votano o addirittura in certe circostanze votano contro. Tuttavia i voti parlamentari che appoggiano Conte non sono diminuiti, finora anzi sono leggermente aumentati e hanno cambiato natura: Conte è abbastanza vicino al Partito democratico e comunque alle esigenze liberal-socialiste di cui abbiamo già fatto cenno. Non sono soltanto valide per la politica interna ma anche per quella europea e anzi, nel caso di Conte, liberal-socialista. L’Europa ha molto bisogno d’una politica di questo genere. Ne ha bisogno per rafforzare quei valori insieme ad altre nazioni dell’Unione europea come la Francia, la Spagna, la Grecia, e anche la Germania, sia pure con qualche variante.
Conte è su questa linea che tende a realizzare soprattutto un appoggio monetario e occupazionale.
Conosciamo molto bene questo tipo di politica che fu per otto anni il centro del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Il presidente del Consiglio non ha una competenza specifica sulla Bce ma comunque è fortemente interessato ai risultati che quell’Istituzione realizza, o meglio ha realizzato poiché attualmente la politica di Draghi non è rispettata come dovrebbe dalla signora Christine Lagarde.
Giuseppe Conte segue con molta attenzione la politica monetaria europea, è fortemente contrario ai “sovranisti” che in Europa abbondano, a cominciare dalla politica della Lega di Matteo Salvini. Se vogliamo esprimerci adottando un vocabolario significativo, possiamo definire il sovranismo come una politica di destra, populista e a suo modo rivoluzionaria.
Giuseppe Conte sembra stare al gioco con notevole abilità e soprattutto la esplica in una fase dove la politica non solo italiana ma mondiale è condizionata dal coronavirus. Probabilmente ci sarà un notevole mutamento con l’arrivo del caldo estivo: i vincoli imposti dalla pestilenza saranno alquanto allentati, negozi e alberghi saranno parzialmente riaperti. Ovviamente questi mutamenti migliorerebbero le politiche economiche dei vari Stati. Insomma, il mondo sta cambiando: finora la situazione di ciascun abitante era fortemente peggiorata. Si spera in un’inversione di tendenza che realizzi miglioramenti diffusi.
La storia del nostro pianeta conosce molto bene queste varianti dei valori ideali che determinano e sono determinati dal genere umano. Quando mi capita di esaminare gli alti e bassi della nostra esistenza penso sempre a quella che la mitologia definì l’arca di Noè. Portò a spasso tutti e dovunque.
L’arca era un luogo mobile che ospitava tutte le creature rappresentanti del genere vivente: gli umani, gli animali di ogni genere e specie, i vegetali.
Insomma la vita. Ogni tanto qualcuno fuggiva dall’arca e non tornava mai più, oppure altre creature arrivavano e vi restavano.
È naturalmente una favola quella dell’arca, ma significativa e anche divertente. La cosa interessante è che scoppiò anche una specie di guerra interna all’arca. Noè espulse i cattivi e continuò ad ospitare i buoni. Un paradiso, il bene e il male. Ma a quel punto si cessò di parlare di Noè, l’arca scomparve ma altre simbologie si fecero strada.
L’uomo e la sua storia variano di continuo e c’è sempre, come abbiamo più volte osservato, un Dio e un uomo.
L’uomo si racconta e racconta anche Dio: l’abbiamo ricordato più volte in questi articoli di giornale, ma la storia è quella, la mitologia è quella, l’arte è quella.
Pensate a Dante Alighieri, a Cavalcanti, a Petrarca, a Boccaccio, a Michelangelo, a Giotto, a Raffaello, a Caravaggio, a Leonardo da Vinci, a Tiziano. Ci sarebbe da raccontare ancora, ma lo facciamo troppo spesso.
Il nostro giornale non trascura questi aspetti della storia e della mitologia. Il nostro Robinson è specializzato in questi racconti. Mi auguro che il nuovo direttore s’interessi a fondo anche di queste favole fortemente significative. Un giornale quotidiano è una favola?
Vi farò una confessione: a me le favole piacciono molto perché ho vissuto una parte della mia vita come una favola, questo significa poesia.
Che c’è di meglio? Faccio molti auguri a Carlo Verdelli per le nuove e positive avventure giornalistiche che certamente avrà, e analoghi auguri faccio a Maurizio Molinari. Repubblica è un fiore all’occhiello sempre fresco dopo quarantaquattro anni. Prima dei cento non si può appassire.
Il giornale che ho fondato incarna valori che non sono cambiati in 44 anni di vita. La sua anima si ispira al liberal-socialismo
ai nuovi padroni/proprietari di repubblica, nell'editoria di di domenica, credo aspetterò prima di smettere di rinunciare :
1) all'abbonamento trimestrale gratuito regalato da iostoacasacoop ., 2) quello ad un euro al mese per il i contenuto extra del sito . Ma sopratutto di comprarla visto che : la compro anzi la compriamo in famiglia da quando è nata., ci hanno scritto e ci scrivono ottimi giornalisti e commentatori ed opinionisti anche se ma questo è difetto di tutti i giornali e tv italiane 







., ha ottime pagine culturali ed artistiche specialmente il sabato con Robinson e D

23.7.19

post dedicato a chi mi chiede : << Mi auguro la guerra civile in Italia, o noi o loro... Con chi ti schieri Giusè? >>

rispondo   cosi


                          Immagini tratte dai film "Miracolo a Sant'Anna" e "L'uomo che verrà"

ecco il testo



"Alba la presero in duemila il dieci ottobre
e la persero in duecento il due novembre dell'anno 1944" (Beppe Fenoglio, I ventitré giorni della città di Alba)

Anche la disperazione impone dei doveri E' un problema di spazio
E l'infelicità può essere preziosa

Non si teme il proprio tempo
In selvaggia parata
Non si teme il proprio tempo
E' un problema di spazio
Ragioni personali
Geniali dilettanti
Una questione privata
Una questione privata
Geniali dilettanti
Ragioni personali
In selvaggia parata
Occorre essere attenti per essere padroni
La facoltà di non sentire
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Di se stessi occorre essere attenti
Un canto partigiano al Comandante Diavolo
Luogo della memoria pomeriggio di festa
Giovane umanità antica fiera indigesta
Cielo padano plumbeo denso incantato incredulo

Non temere il proprio tempo
La facoltà di non sentire
E' un problema di spazio
Non temere il proprio tempo
E' un problema di spazio
In selvaggia parata
Geniali dilettanti
Ragioni personali
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Una questione privata
La possibilità di non guardare
Il buon senso la logica i fatti le opinioni
Le raccomandazioni
Di se stessi occorre essere attenti
Occorre essere attenti per essere padroni
e scegliersi la parte dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte
Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
Occorre essere attenti occorre essere attenti
Comandante Diavolo Monaco Obbediente
Mai come ora...
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
La mia piccola patria dietro la Linea Gotica
Sa scegliersi la parte...

30.6.19

non è più tempo dei moderati ma d'agire e di schierarsi , viva la vida muerte alla muerte

Avevo appena finito di leggere il ( nel tempo di un informazione veloce cannibale) prolisso e logorroico ma per questo incisivo meno  incisivo   proclama  che trovate qui di risposta  all'appello di Cacciari    ( uno di quei pochi      se  non l'unico con un po'  di senno   del centro sinistra  )  che   trovate  qui    quando    non  riesco a spiegarmi il perchè (  a volte capita 🤔😂🤣😄 )  mi è venuta  in mente  questa  canzone  ed  in particolare   questa strofa





Non è più tempo di lamentarsi 

E di chiamare pubblici gli affari privati 

Non è più tempo dei moderati 

Sempre fermi al centro senza voglia di cambiare 
Politicanti, gente che tace 
Tempi di guerra, ma in un tempo di pace 
Sogni precari da consumare 





Sea-Watch, lettera al cattivista di LUCA BOTTURA

 che  lo so è prolissa  e logorroica   ma  vale  in quanto  nuda  e cruda  , diretta  , non  utopistica   vale la pena di  pubblicarla  interamente   in quanto    è ua  estensione di quella  canzone

(reuters)



Dai, che adesso sei contento.
La figlia di papà, la zecca rossa, la rasta… hai visto come stava bene sulla macchina della Gdf?
Ti è piaciuto vedere l’agente che le spingeva la testa verso il basso, come si fa coi criminali veri?
Tu, bandierino social, fenomeno da tastiera, concentrato di livore, quello che “aiutiamoli a casa loro” e poi se li aiutano “ma perché non si fanno i cazzi loro?”.
E anche tu, giornalista più o meno celebre, che la sera in tv metti la giacca e la cravatta, partecipi al grande talk unico in cui tutto formalmente sembra normale, e invece inocula paura solo per trarne un misero tornaconto personale.
E tu, pompiere intellettuale, diportista a morale alterna, che – per carità – mica è sessismo, se le augurano di finire impalata per una parte precisa del corpo. Sono i social cattivi. Ma poi sui social sgangheri, vilipendi, ti accanisci sui deboli.
E pure tu, carne da cannone della propaganda, del gioco al ribasso sempre e comunque, del buono trasformato in buonista per potergli dare del coglione.
Tu che “ordine e disciplina”, ma per gli altri.
Tu che quando c’era l’Apartheid… beh, lo diceva la legge. Che quando l’amico del duce gasava le sue vittime… beh, c’era una legge. Che quando un partito truffa lo Stato… eh, aspetta un attimo… “la legge è uguale per gli altri”.
Sei contento, dai. Tanto contento.
Ora che una ragazza che per 1500 euro al mese ha rischiato la galera, l’ha trovata, mentre le davi della figlia di papà…

Siamo un Paese più equo, meritocratico, moderno.
Ricco. Soprattutto onesto.
Non abbiamo più quattro Regioni – a crescere – in mano alla ‘ndrangheta, alla camorra, a Cosa Nostra.
Tuo figlio non dovrà emigrare perché lo sorpassa qualche raccomandato, e ti dà fastidio solo perché non sei tu.
I tuoi concittadini non ti metteranno più le mani in tasca tenendosi nella medesima 180 miliardi l’anno, quelli con cui tuo figlio lavorerebbe al Mit di Roma. Che sarebbe più ricco e famoso di quello di Boston.
Nessuno ti ruberà più il lavoro.
Nessuno insidierà le tue donne. Potrai insidiartele da solo, come sempre. Appunto perché pensi siano tue.
Nessuno commetterà reati. Anche se… lo sai che gli immigrati regolari in carcere, percentualmente, sono MENO degli italiani ?
E quando ti accorgerai come sempre che ti hanno preso per i fondelli, che il tuo Capitano poteva ridistribuire i migranti in Europa ma non si è mai presentato per chiederlo, perché gli servono così, gli servi così, impaurito e ubbidiente… sarai ancora una volta quello che non sapeva, che se c’era dormiva, come in quel vecchio film di Toto e Fabrizi: “Sempre stato anti, io”.

Quel giorno forse un po’ ti vergognerai.
O forse no.
Perché questo è forse l’unico caso nella storia in cui il problema potrebbe davvero essere ben altro.
Ma la verità è che il problema sei tu

Ecco quindo che  non è più tempo dell'attendismo e della rassegnazione ma è ora di schierarsi .Basta con la logica ne con loro ne contro d contro i loro o ne con lo stato ne con le br come si diceva una volta . E ora di scegliersi la parte siamo ormai alla linea gotica usciamo d'essa . se mi hanno reso un tipo poco simpatico 



perchè mi sembra un predicatore un motivo ci sarà
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7.4.19

riflessioni politiche sul nuovo attendismo da parte della sinistra e non solo

Solo una traumatica batosta che si prenderà alle Europee potrebbe ( ma ormai ho perso la speranza perché generalmente chi è partito incendiario vedi l'm5 è arrivato pompiere oppure non ha né coraggio ne responsabilità vedi quello che è successo  
https://www.galluranews.org/comitato-civico-essere-cittadini-chiude-dopo-oltre-10-anni-lattivita-dellassociazione/# al il #comitatocivico di #tempioPausania ) consentire alla sinistra delle persone delle persone d'avviare un radicale e vitale ( o almeno credo ) ricambio di rappresentanza ma soprattutto di prassi per le future elezioni e non solo
GALLURANEWS.ORG
In data 02/04/2019, il Consiglio Direttivo del Comitato Civico ESSERE CITTADINI di Tempio Pausania, con decisione
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