l'euforia per un evento storico una squadra Africana che arriva per la prima volta quasi in finale ha fatto , sottoscritto compreso , dimenticare come il governo Marocchino tratta le popolazioni del Saharawi
E poi risoluzioni su risoluzioni alle Nazioni Unite per condannare o stabilire: quella lunga striscia di terra ottenuta dalla Marcia Verde organizzata nel 1975 dal padre dell’attuale re marocchino andava riconosciuta? O invece avevano ragione i saharawi che combattevano l’invasore oltre il muro di 2.700 chilometri eretto dai marocchini? Era la perfetta battaglia ideologica di Davide (poche decine di migliaia di saharawi esuli) e Golia, per una terra che custodisce il primo giacimento di fosfati al mondo, oltre mille chilometri di rive atlantiche pescose e poco sfruttate, i diritti calpestati di un popolo. Ma, varcato il millennio, la bandiera saharawi (così simile a quella dei palestinesi, altra causa ormai sfumata) non ha resistito al vento dellastoria: la “sinistra” l’ha ammainata e il colpo di grazia l’ha dato Trump chiudendo decenni di balletti diplomatici e dando ragione al Marocco, partner strategico e in cambio della normalizzazione dei rapporti con Israele. C’è rimasta male solo l’algeria, e il pugno di resistenti nell’oasi pietrosa di Tindouf. Chiedete chi erano i saharawi.
giù le mani dal valoroso popolo Saharawi”, lo slogan risuonava nelle manifestazioni de sinistra (quando c’era); solidarietà, aiuti, centinaia di bambini del piccolo popolo del Sahara Occidentale ospitati (soprattutto nelle regioni rosse), delegazioni in visita nella capitale in esilio delle genti che si opponevano alla conquista da parte del Marocco, nell’oasi algerina di Tindouf. Incongrui igloo di cemento nella pietraia desertica a 15 ore di jeep dal confine del loro paese usurpato; dentro abitazioni, scuole, celle dei rari militari marocchini catturati decenni prima dai soldati del fronte Polisario (affiliato all’internazionale socialista).