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3.1.13

L'occaso






Accarezzato

da onde di luce
scende, smorto
ed è tempo di quiete,
passo d'ala
su anni sospesi,
che ci sfiorano
come baci mai dati

2.11.12

Una battuta sbagliata di quel 2 novembre 1975 di Leonardo Pisani



Non riuscendo a trovare le parole per celebrare il 37 anni di questo evento lascio che a farlo sia questo scritto del mio contatto di facebook pubblicata da Leonardo Pisani il giorno Venerdì 2 novembre 2012 alle ore 8.32

 Una battuta sbagliata, avevo poco più di 6 anni quel 2 novembre del 1975. Sembra preistoria, la tv era la paleotelevisione alla Eco, due canali, i programmi iniziavano tardi e finivano prestoe la sera si andava a letto con carosello. Vivevamo in 5  in una casa a confine del mio quartiere natio “Lu Suritiedde” e quello medievale “Gret a rocc” : una camera da letto comune dove dormivamo tutti, compreso mia sorella di un anno.Si andava a scuola con il grembiule blue e fiocco rosso, le caramelle golia sostavano una lira, il gelato solo di domenica e l’arcobaleno era il più gettonato. I più“ricchi” semmai compravano  il camillino oppure la coppa rica all’amarena.

Era il tempo dei ciccio polenta, di patatine in busta, del superga o super santos, di Domenica In e delle lezioni di inglese in Tv, di Belfagor e di Gamma quei bei sceneggiati che non trasmettono più.
 I giocattoli quasi inesistenti, ma bastava un pallone di pezza per diventare Rivera o Mazzola, un barattolo per giocare a lu scatiliedde, una specie di nascondino aviglianese, e poi cerbottane con le canne di plastica da elettricista. Quando eravamo fortunati ci costruivamo i “carruozzi” o qualche capann rubando materiale edilizio con la  finta disattenzione dei muratori. Altri tempi, forse bei tempi.
Ma quella battuta sbagliata  degna della cattiveria dei bambini  me la ricordo, appena sentita la nostzia al telegiornale perchè mia madre mi mise un ceffone, anzi alla aviglianese nu “scurzone nand a gret ” in faccia – una veloce doppietta- e le parole :” nun s’ pazzeja cu chi more”. Da bimbo impertinente e vivace conoscevo quel nome, ma non sapevo ancora il valore della vita e della morte. Ora lo conosco e capisco quello schiaffo educativo. Era il 2 novembre e il telegiornale lento, con mezzo busto e studio in bianco e nero diede l’annuncio della atroce morte di Pier Paolo Pasolini.Una battuta sbagliata ed una storia sbagliata come cantava “l’artigiano delle parole”.



20.6.12

...senza titolo....







Stella d'oro,

stella fragile,

stella di quiete,
sorridi, una notte,
conforta i cuori sdruciti,
abbandonali
in una culla d'arpe.


28.6.09

IL VERSO.

IL VERSO.

 

…da un pensiero nasce il verso ,chi lo adatta in lunghezza ,chi con ermetismo…

è da tempo che volevo parlarvi ,a riguardo della forma poetica ,e qui,in questa mia piccola chiamiamola riflessione ,ve ne do esempio:

 

…la poesia ,come noi tutti sappiamo ,nasce in noi spontanea ,e strada facendo si inserisce e acquista forza in noi,arriva nel nostro sentire e ci regala i primi suoni,le prime rime,insomma ci fa scoprire un mondo fantastico ,che a mio dire non lo è…

 

…ognuno che scrive poesia adotta il suo stile,stile vuol dire : forma = contenuto….

c’è chi non segue la punteggiatura lasciando parlare alla sola strofa,chi va a capo usando sempre le maiuscole ,questo avveniva nei sonetti ,ora non più :spesso adottato  nelle prime due strofe di quartine ,seguono poi senza la maiuscola le altre due strofe di terzine …

c’è chi adotta l’ermetismo e ne fa a mio avviso indovinello, sintetizzando al massimo il verso ,con vocaboli meno usati nel linguaggio comune ,della comune gente ,forse è uno stile sorprendente ?io sinceramente non lo capisco,si vuole usare un linguaggio distaccato  e resta una chiave di lettura per pochi , a mio dire resta distaccato ,non affonda nelle menti comuni ,e cioè per la maggior parte della gente ,come anche molti di noi che scriviamo poesia ,rientriamo in una cultura media ,se non mediocre , un linguaggio che viene facilmente recepito ,altrimenti rimane uno sconcerto ,causato appunto, da versi chiusi ,che non danno vita e respiro al canto ,e quindi a questo credo che ci da più forza più grinta per esplorare il mondo poetico e se ne ricava una semplicità naturale…

 

…questa sempre naturalmente e teoricamente resta una mia esperienza nel campo poetico ,non tralasciando la bellezza di chi adotta ermetismo,gia in altri post,lasciati nel mio blog ,espongo teorie di come la vedo io per queste forme…

e come già accennato anche sulla metrica poetica ,definito da me l’alfabeto della poesia! qui alcuni seguono alla lettera ,la sua forma educativa ,ed io ne sono convinto della sua utilità,convinto che un frutto maturo ne bisogna raccogliere il succo,quindi a mio dire ,il tutto non è dettato da un obbligo letterale ,la metrica è semplicemente una formula creata per dare insegnamento ,e da questo insegnamento ognuno di noi attinge il suo bisogno di sapere ,la famosa conoscenza….

 

…la poesia ,come detto rimane oggetto individuale ,si dice spesso: ma io scrivo di getto! ed è vero ciò…questo getto viene fuori spontaneo ed è una ottima partenza,col tempo si sa anche elaborare questo getto…e quindi resta un inizio a fare poesia ,sarebbe dispiacevole fermarsi,cosa che accade sovente ,vuoi perché è solo un attimo di pensiero dedicato alla donna amata, vuoi perché pubblicata su siti letterari dove il commento si fa feroce ,e si rischia che  quel getto iniziale va a morire ,a fermarsi ,perché uno stronzo qualsiasi non ha capito chi vuole iniziare un percorso poetico ,quindi si bloccherebbe un bello che sta per nascere ,ed è da questa forma gettale che cominciano a nascere i primi passi verso la poesia …

 

…battutina: ci sentiamo poeti ,parola grossa! perché si pensa l’impossibile ,al grande poeta,e noi chi siamo?direi che il tempo da ragioni e risultati …

 

…passiamo ai suoni ,alle assonanze :

abbiamo detto ,ho detto! che diverse sono le forme che alcuni adottano ,una firma che ne diviene uno stile personale ,come dire:

questa è la mia poesia e il mio modo per cantarla ,ed io ne sono convinto di questo,sono d’accordo ,però poi resta il parere singolare di ognuno di noi e come la vede ,ma che comunque in ognuna ne debbano affiorare i suoni,più che praticati nella scrittura,vanno sentiti ,mi spiego meglio:

il suono poetico rientra tra i livelli naturali del sentire ,ed è importante esprimerli in poesia ,da questi nascono le assenze che a sua volta fanno e danno ritmo alla musica del canto ,la cosiddetta musicalità!

qualcuno si chiede cosa sono questi suoni ?ve ne do esempio:

quando ascoltate una canzone ,la voce del cantante in essa sentite la musica che accompagna le parole e ne fa melodia ,mentre in poesia al massimo potete sentire una voce che declama poesia ,e in quella voce ,si sente la tonalità,gli alti e i bassi per dare tono a quel verso e figurarlo musicalmente ,solo con un solo strumento (LA VOCE) questi eventi succedono rari ,ma non perché questa arte antica è riservata ai pochi ,a una classe sociale di alto rango,no ! è che se   da un’arte non si ricavano denari ,questa rimane per i pochi appassionati …

 

….resta comunque semplice la lettura ,vi comprate un libro di poesie,che spesso in librerie sono sempre pochi ,o andare in blog e siti letterari ,qui si arriva alla differenza,e cioè: prima si è parlato di toni di voci ,quindi suoni uditivi e più vicini e diretti,mentre ora si va a parlare di una LETTURA VISIVA direi quindi diversa dai suoni uditivi ,leggendo la lirica possiamo seguire il verso e nella NOSTRA lettura visiva ne concentriamo e ricaviamo musica dove la mente le assimila ,(questi sono i suoni )…

 

…seguo col dirvi ,che tutto prosegue naturalmente ,infatti chi recepisce questo dono ,nel tempo ne concerta  sempre più praticità nel elaborare poesia ,dando la sua maggiore completezza poetica e di forma strutturale ,questo particolare,ma che particolare non lo è , oltre che è una forma d’arte ,viene chiamata scienza ,nascita naturale della fabella ,favella dei cantastorie ,raffinata nel tempo e confortata da ogni individuo che esplora il mondo della conoscenza ,della naturale vita,questa viene chiamata :la scala naturale…

 

…vi faccio esempio di significato:

prendete una scala,e salite su, gradino per gradino ,mentre salite vedete più luce,sentite più aria,vedete più cose…poi dall’alto vedete il basso e ne noterete differenza,e questa naturalezza che sale…sale…col tempo nelle menti ha il suo sviluppo le sue maggiori funzioni ,si distingue dunque la differenza nel proprio io ,ed è un crescere cosciente che da e si ha emozioni ,seguendo una propria volontà ,e ai grandi poeti ,questi restano solo che i primi maestri che con il loro insegnamento danno seguito a chi come noi fa poesia.,quindi non mi allargo la bocca dicendo ,ho letto pinco palla …no! ma con naturalezza e farina del proprio sacco si può continuare un percorso sinceramente ….

 

…come detto e mi ripeto:tutti quelli che come me amano la poesia seguono l’istinto naturale ,la bellezza di fare la buona e bella poesia…

 

…a tutti un caro abbraccio .

Giovanni Maffeo

poetanarratore.

30.4.09

Quando due poeti si incontrano


Nicola Brunialti: "Che emozione scrivere per Renato Zero"


"Cosa penso di Zero interprete? Beh, a parer mio solo due tipi di cantanti si prestano a eseguire brani altrui: quelli molto intelligenti o quelli negati per la composizione. Anche se in entrambi i casi occorre lo stesso coraggio: ammettere il proprio limite presuppone un grande senso di autocritica. Ovviamente, Renato appartiene alla prima schiera". Parola di Nicola Brunialti, pubblicitario e scrittore per l'infanzia il quale, assieme al musicista Giancarlo Colonnello (autore di Non ho l'età e di molti jingle pubblicitari), ha regalato al celebre cantautore Dormono tutti, la delicata ninna-nanna che chiude il nuovo album, Presente.




Brunialti, classe 1972, ha all'attivo quattro libri: due di filastrocche (La mucca fa bee e A Natale fanno pace), una vicenda illustrata sul bullismo - La maledizione del lupo Marranno - e il romanzo Pennino Finnegan e la fabbrica di baci, storia d'un bambino che vive in un mondo chiamato Semprefreddo, dove baci, abbracci e carezze si comprano al supermercato perché la gente ha scordato come si dimostra l'amore. Una storia "diversa" per esortare i giovanissimi a non temere i propri sentimenti e a non vergognarsi dei gesti d'affetto. "I bambini - spiega - provano ancora curiosità, a differenza degli adulti. E sono ottimisti: si aspettano ancora un mondo in cui avvenga sempre un lieto fine. Ma non si fanno fregare: sono bassi, ma non stupidi. Ognuno è una storia, un'isola. Ognuno ha già caratteristiche precise. Devi imparare il loro linguaggio per toccarne i cuori. Ma vietato fingere. E' come se uno tentasse d'improvvisare l'inglese in Gran Bretagna senza conoscerne una parola. Gli inglesi lo capirebbero subito. Così i bambini: si accorgono se sei sincero".

- Dai bambini a Renato Zero il passo sembrerebbe, più che lungo, improbabile.

"E invece mi sono accorto che nessuno avrebbe potuto cantare la mia filastrocca risultando credibile quanto lui".

"In ogni caso - prosegue Nicola - qualcosa di tipicamente zeriano si trova anche lì: il parlato introduttivo, il lamento e il commento 'devo aver schiacciato un pisolino' si devono a lui e inseriscono una ironia meravigliosa all'interno di una poesia molto tenera".

"Renato è l'autore, secondo me, della più bella canzone della musica pop italiana: Il cielo. Ed è l'autore di altre decine di pezzi storici, entrati di diritto nella storia della nostra musica, che hanno segnato i tempi, trattando argomenti sempre spinosi, anticipando spesso i tempi, parlando sempre con una irrinunciabile ironia, nascondendo le lacrime dietro un gioco (Triangolo è una canzone triste dal punto di vista dell'amato, che si trova di fronte un terzo incomodo). Lui ha avuto da sempre l'umiltà, l'onestà d'animo e, perché no, l'intuito di capire quando un pezzo aveva valore, quando gli si cuciva perfettamente addosso. E non ha sbagliato mai. Pensando a Il carrozzone [originariamente scritto per Gabriella Ferri, n.d.r.], nessuno potrebbe contraddirmi...".

- Beh, anche Un uomo da bruciare, Spalle al muro, Un altro pianeta... e io aggiungerei la recente Spara o spera: queste ultime tre composte da Mariella Nava.

"Certo, sono pezzi di diritto 'suoi' pur se realizzati da autori...

- ...quasi sempre da autrici: anche questo è interessante.

"Vero, autrici e autori che in quel momento hanno saputo leggere nel suo intimo in modo chiaro e potente. Ci vuole umiltà, appunto. E intuito. Per quanto mi riguarda, poi, cosa dovrei dire? Un cantante del suo livello che inserisce nel suo album, un album così importante dopo tre anni d'attesa e ad un punto così speciale della sua vita, un motivo scritto da uno come me, che non è certo un 'paroliere' di professione? Uno che ha il coraggio di aggiungere alla sua opera una filastrocca, con una splendida musica, con parole poetiche, ma pur sempre una filastrocca? Speriamo non si sia sbagliato proprio questa volta!"

- Ma come è nato precisamente questo brano? In modo casuale, o si pensava già di farne l' "epilogo" dell'album?

"Il brano lo proposi io a Renato, incontrandolo una sera al ristorante. Lui conosceva già Mauro Mortaroli, il socio con cui scrivo da anni le pubblicità (fra cui quella del Paradiso Lavazza e del vigile Persichetti con De Sica). Avevo sempre sognato di farglielo sentire. Lui si dimostrò subito disponibile all'ascolto. Poi avvenne il miracolo, anche grazie alle insistenze di suo figlio Roberto che s'innamorò del pezzo. Puoi immaginare la mia emozione: come affermo sempre...'in dreams we trust!'"


Nicola Brunialti legge Pennino in una scuola romana. In basso: un'immagine tratta dal suo album fotografico.



- Il pubblico di Zero si aspetta sempre il "gran finale" con un pezzo "a effetto", invece questo è un brano "minimalista", secondo me in linea con l'album...

"Penso rappresenti la conclusione ideale d'un disco che si apre con la campanella di inizio lezioni e percorre la lunga giornata di un'esistenza, simile poi a tante altre. Una giornata in cui si incontra l'amore, la fatica, il ricordo, il medico, gli amici, la fede. E che termina con una voce augurante la buona notte. Chi desidererebbe un giorno migliore?"

- Il miglior giorno della nostra vita... [risate]

"Sì, in un certo senso è proprio così" [risate].

- In Dormono tutti molti hanno trovato affinità con Rodari. A me sembra di ravvisare anche qualche eco pascoliana, senza bamboleggiamenti però (che Arbasino definiva "antesignani di Iva Zanicchi", comunque entrati nella cultura popolare). La scrittura è raffinata. Che ne pensi?

"Beh, le affinità con Rodari sono evidenti, è uno dei miei autori preferiti. Da bambino conoscevo a memoria quasi tutte le sue filastrocche. Storie divertenti che contenevano mondi interi. Anche dietro i vocaboli più semplici. E indimenticabili le filastrocche surreali, i cui i gatti se ne vanno in giro con cartoccetti di prosciutto e i cavalli parlano. Poi amo molto uno scrittore fantasy americano, Jonathan Carroll. Con lui devi abbandonare la razionalità e calarti in mondi in cui i cani pedalano sul triciclo e chiacchierano coi loro padroni. Ma dalla mia biblioteca non può mancare Stefano Benni, quello della Compagnia dei Celestini più di tutti!"

"Anche il richiamo a Pascoli, tuttavia, mi lusinga (e mi imbarazza!). Credo che in un caso di rima baciata, apparentemente banale, sia riuscito, come Rodari e, forse, come Pascoli, a trovare parole e rime nuove. Abbinamenti spiazzanti: dormono i baci dentro le bocche, i salti dentro i ginocchi, i numeri dentro le dita, i pesci nel letto del fiume. Insomma, ho cercato un salto più lungo del solito. Non dormono solo le gomme dentro gli astucci, ma dormono anche le giostre aspettando i bambini. Ma il culmine dello 'spiazzamento' l'ho trovato nel finale: è come scaturito da sé, perchè la canzone sembra conclusa e invece la voce aggiunge che i sogni sono gli unici a restare alzati, mentre tutte le cose vanno a dormire, per far compagnia a chi dorme. Mi sembra molto poetico".

- Il recupero dell'"infanzia" (e forse d'una determinata infanzia quasi rarefatta nel tempo, penso all'uso di certi sostantivi che rievocano un mondo scomparso, gli astucci, le cartelle ecc., o a taluni diminutivi e/o vezzeggiativi) da parte d'un adulto rimane pur sempre un'operazione intellettuale quindi può risultare onesta o disonesta, semplice e profonda oppure opportunistica e banale. Fortunatamente, non ravviso nel testo un rimpianto per il "bel tempo andato" quanto piuttosto un recupero di ciò che conta nella vita, una rincorsa per guardare avanti. Insomma non vi trovo una dolciastra e convenzionale nostalgia.

"Hai ragione, forse la nostalgia emerge nella scelta di alcune parole, scelte per raccontare un mondo fatto di cose semplici. Il mio intento era quello di parlare di un momento magico, quello in cui si mollano le difese e ci si abbandona nelle braccia dei sogni. Cosa c'è di più splendido o di più stupefacente del peso di un bambino che si abbandona fra le tue braccia, quando 'crolla' dal sonno? Ho voluto regalare a loro, e a tutti gli adulti che si addormentano con più o meno fatica, una nuova ninna-nanna. Per i bambini sarà un dolce ricordo quando saranno grandi. Per i grandi è un dolce ricordo di quando erano piccoli".

- Hai detto che Presente è un album molto importante nella carriera di Zero. In questo periodo il Nostro è davvero molto presente, in tv e in radio, ma si ha l'impressione che i motivi profondi non siano meramente promozionali...

"Renato era da subito molto elettrico, pieno di energia, convintissimo del suo lavoro. Ogni tanto mi faceva ascoltare uno stralcio di canzone e gli brillavano gli occhi. Sono sicuro che avvertiva la particolarità di questo disco e credo che l'averlo meditato così a lungo l'abbia aiutato a scegliere il meglio di tutte le meraviglie concepite. Poi si è circondato di persone davvero speciali, grandissimi musicisti, ognuno dei quali ha portato il suo particolare tocco. Li ho visti provare e trovare insieme le sfumature giuste per ogni composizione, con Renato che dirigeva tutto. Davvero una grande esperienza, soprattutto per uno zerofolle come me!"

- La domanda sorge spontanea: conti di scrivere ancora per Renato?

"Sarebbe davvero un grande onore, Renato è un uomo speciale per noi, che con lui, con le sue canzoni, con le sue parole siamo cresciuti. Forse sarebbe chiedere troppo ai sogni. Ma i sogni sono gratis, come l'amore..."

- Prossimi appuntamenti?

"Il 15 maggio il mio Pennino Finnegan sbarcherà alla Fiera del Libro di Torino. Ma se volete conoscere le date del mio "tour" potete iscrivervi al fan club di Pennino su Facebook. Vi aspetto!".


Daniela Tuscano

22.6.08

Come Penelope!

 





 
dipinto by Jacqueline Schulte





L’amarti fa parte del cammino
tortuoso, quasi ossessivo.
Giungi ad ogni mio impulso,
rabbia sprigiona l’anima
verso ogni fuoco nemico.
Tenerezza verso i tuoi pensieri più contorti
sofferti.
Ascolta la lontananza dei tempi.
L’uomo tenace sa giungere alla meta
ascoltando il cuor unito.
Come Penelope
attese il suo Ulisse !




by  donatella  camatta

18.6.08

Senza titolo 626

Marina di Ragusa


   Estate alle porte.


Rigagnoli attoniti
rovistano gli stagni
bagnandosi di sole
discende la luna
dall'altipiano
mentre i fiori
ripescano i colori
e i volatili garriscono
s'invera così
l'arrivo
di una nuova estate.

14.6.08

Sarà un piacere!

 



 



deaa



dipinto  by  Clara Frankenberger



     





 



M’inchino,


nelle  sfumature del colore


e


dolci volti nascosti


fra  petali di fiori.


Sarà un piacere


muovere cuore


e


mente


con dinnanzi


il  tuo  dipinto…


adesso il nome  tuo


si mischierà con il mio


avvolgendosi


di presunzione


che  solo l’anima


dell’arte può  donare




              by  donatella  camatta

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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