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22.4.21

Ortueri, tra vitigni e graniti nel borgo che non si arrende allo spopolamento



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Al centro della Sardegna, nella Barbagia del Mandrolisai, si trova  Ortueri   paese (  unico  dei pochissimi  che  ancora   le mantengono )   con case di pietra e tradizione artigiana di una comunità che si rinnova con un'amministrazione giovane. Sugherete, asinelli e retaggio romano

da  repubblica   del 22\4\2021  per i video   e il resto della  galleria  fotografica lo trovate in qui  
Tra i vigneti e le foreste di sughero e lecci del Mandrolisai, sorge l’antico borgo medievale di Ortueri. Il paese, rinomato in tutta l’isola come la capitale degli estrattori di sughero, preserva con cura i saperi e il saper fare del passato contadino. Tuttora, presenta un ricco tessuto di attività agricole, zootecniche, vitivinicole, enogastronomiche e artigianali.



ORTUERI (Nuoro) - Qui l’azzurro non è quello del mare. La macchia di blu che si attraversa per arrivare a Ortueri, lasciata la strada statale 131 verso Abbasanta, è il fiume Tirso, il più importante della Sardegna. Ha piovuto tanto nei mesi scorsi, come non succedeva da anni, e il fiume è grosso, la strada che, passato Ula Tirso, si inerpica sulle colline della Barbagia del Mandrolisai si snoda in mezzo a un’esplosione di profumi e colori. La ginestra è già fiorita, il pero selvatico chiazza di bianco la campagna dove si intravvedono le vigne basse che fanno la fortuna di questa zona. Il panorama già vale il viaggio.
In questo giorno luminoso di zona arancione, sembra di entrare in un paese disabitato: il parcheggio semivuoto vicino al comune esibisce con orgoglio una grande fotografia con le maschere tipiche del carnevale, Is Sonaggiaos e S’Urzu, con campanacci e pelli di montone che richiamano le tradizioni agropastorali del borgo. Sonaggiaos e Urzu qui non si lanciano nelle loro forsennate scorribande soltanto a carnevale (a proposito, un carnevale in Barbagia è un’esperienza indimenticabile) ma anche durante la festa di Sant’Antonio Abate, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, una delle ricorrenze più sentite del paese.
Sa limba de mesanias
Un vicolo stretto tra case di pietra porta al Comune. Per via del Covid la segretaria si affaccia alla finestra bassa per parlare con una signora, il loro botta e risposta è in limba, la lingua sarda, nella variante conosciuta come limba de mesania, cioè “lingua di mezzo”. Maurizio Virdis, docente di linguistica sarda all’università di Cagliari, spiega che nel 2000 si era individuata nella limba de mesania la varietà che potesse rappresentare l’intera Sardegna, poiché ha caratteristiche sia del Sud, sia del Nord dell'isola (Ortueri è una sorta di “ombelico sardo”) e che “La lingua della Carta de Logu, la raccolta di leggi promulgata da Eleonora di Arborea nel 1392, si avvicina a questa variante”. “Oggi - dice ancora il professor Virdis – i parlanti sardo sono sempre meno e c’è una fortissima italianizzazione del lessico:  

tuttavia, se all’inizio della carriera chiedevo ai miei studenti se sapevano parlare il sardo, e in genere erano in grado, si risentivano un po’. Adesso, se lo chiedo la risposta è ‘Purtroppo no’
L'artigianato che diventa azienda
L’aneddoto di Virdis guida a capire la chiave per scoprire il meglio di Ortueri, cioè una radicata appartenenza al territorio, tipica del centro Sardegna, sfruttata con vivacità imprenditoriale. Con fatica, certo: dal 2000 al 2020 il paese ha perso il 25% dei suoi abitanti per invecchiamento o emigrazione, ma a governare i 1074 rimasti, dopo alcuni anni di commissariamento del Comune, ora c’è un sindaco, Francesco Carta, la cui lista Animu Ortueri ha un’età media di 33 anni. La vivacità del borgo la si scopre nella zona artigianale, dove i fratelli Crobu hanno trasformato l’arte di fabbro e ferratore di buoi, asini e cavalli del padre in un’azienda di infissi con 20 dipendenti, showroom a Oristano e Olbia e commesse ovunque. Mostrano uno dei loro lavori, un cancello in ferro con motivi ornamentali




Ortueri, le immagini del borgo, del suo territorio e delle sue tradizioni































Foto di Pierluigi Dessì


grande bellezza, e dicono con orgoglio di lavorare tutto lì, nel capannone, riuscendo a mantenere prezzi competitivi anche se la loro filiera è tutta italiana.
Case di pietra e progetti per il futuro
I graniti, appunto. La bellezza del paese è in questa pietra e nei basalti con cui si costruiscono le case basse, con cortili interni. Qui veniva anche il grande scultore Pinuccio Sciola per farsi intagliare i graniti da scolpire, e la punta di Pedrarba, su cui svetta Sa conca ‘e s’Isteddu, è lì a ricordare quanto è antica questa terra, quanto è vicino, in questa giornata limpida, il massiccio del Gennargentu, con Punta Lamarmora, la vetta più alta della Sardegna, che si scorge all’orizzonte. Sul paese si staglia invece il campanile della chiesa parrocchiale di San Nicolò, di cui dicono con orgoglio: “Con i suoi 38 metri è il secondo più alto della Sardegna, superato soltanto da quello di Mores, alto 47 metri”. Delle origini medievali del borgo resta poco, così come non ci sono significativi resti di epoca nuragica, ma sono molte le testimonianze di una stabile presenza romana. A tre chilometri dall’abitato la necropoli di Pedra Litterada, dove fu ritrovata anche una pietra con dedica agli dei Mani, è emblematica di quanto avvenuto in molti siti romani della Sardegna, saccheggiati per recuperare materiale da costruzione.E infine, la bellezza di questo, come di tanti altri borghi sardi, sta nella sua gente. Non è necessario aspettare le manifestazioni come Cortes apertas tra settembre e ottobre, o Autunno in Barbagia, qui le persone, anche se ti hanno appena conosciuto, ti invitano in casa e ti fanno assaggiare gli asparagi selvatici appena colti e s’ortau, una variante del salsiccione da cuocere, aromatica e profumatissima, mettono in tavola il pane fatto in casa a forma di mezzaluna dicendo con orgoglio che il lievito madre era della nonna e ha più di cento anni di vita. La bellezza sta nella passione con cui i ragazzi dell’amministrazione raccontano che sono tornati dagli studi universitari “in continente” per prendersi cura del borgo e mostrano con orgoglio, all’interno del parco dell’asino sardo di Mui Muscas, le strutture per le quali hanno progetti turistici sostenibili.  E quel “noi”, con cui parlano dei loro progetti, risuona dell’antica cultura comunitaria dei pascoli sardi e di una nuova consapevolezza della ricchezza della loro terra. 


10.10.19

meglio le mappe tradizionali o quelle internet ? il caso Google maps vietato in barbagia , troppi turisti dispersi nel Supramonte




Articolo completo e altri servizi nel giornale in edicola e nella sua versione digitale
"Non usare Google Maps", in Sardegna arrivano i cartelli salva-turistiA Baunei, in Sardegna, molti turisti in cerca delle spiagge più suggestive non riescono a raggiungerle per colpa di Google Maps: l'app suggerisce di percorrere stradine sterrate in mezzo alla natura, peccato che sia possibile attraversarle solo a piedi o con dei fuoristrada. Così il comune sardo ha installato diversi cartelli stradali che sconsigliano l'uso dell'app ai viaggiatori. Nei mesi estivi molti automobilisti sventurati sono stati recuperati grazie all'aiuto non solo delle forze dell'ordine, ma anche dei pastori locali che pascolano nel Supramonte. A cura di Roberta Lancellotti
la news   ha  fato scalpore     che   anche  i media  nazionali    se  ne   sono occupati



Sardegna, spuntano i cartelli anti Google Maps: «Non seguite il navigatore»
10 ottobre 2019 -
Nel Comune di Baunei troppi i turisti ingannati dal navigatore di Mountain View. E l’amministrazione locale corre ai ripari


In tanti, in troppi, si sono avventurati lungo le strade di campagna, rimanendo intrappolati e costringendo persone del luogo e Vigili del Fuoco a fare gli straordinari per tirarli fuori dai guai.
Per questo motivo il Comune sardo di Baunei (NU) ha deciso di installare dei cartelli che invitano gli automobilisti di passaggio a non seguire le indicazioni di Google Maps.
Pare, infatti, che il navigatore di Mountain View abbia tracciato come transitabili i difficili sterrati del Supramonte percorribili invece solamente a bordo di 4x4, che sono diventati per via dei suggerimenti errati del navigatore una trappola per turisti.
«Sono decine gli interventi effettuati dai vigili del fuoco e pastori locali, per aiutare i malcapitati visitatori del nostro Supramonte, in seria difficoltà, indirizzati da Google maps su queste carrarecce e sterrati con camper e semplici utilitarie. Consigliamo sempre di informarsi su regole e prescrizioni da seguire prima di avventurarsi nel nostro territorio», ha annunciato l’amministrazione locale contestualmente all’installazione dei cartelli nelle strade per Margine direzione Bidonie-Trekking per Cala Luna e strada per Us Piggius, direzione Baccu Linnalbu-Goloritzè.

Ora    non bisogna  condannare    e mappe   informatiche   perchè   hanno  pregi  e  difetti . Usarle con criterio . Infatti ho usato Google Maps per entrare nella 131, la superstrada che percorre tutta la Sardegna, e nonostante mi trovassi vicinissimo mi portava in una strada secondaria. Consiglio a tutti di usare Waze, l'ho usato spesso nei paesini di provincia per lavoro e ti fa percorrere sempre le strade più sicure e veloci. Waze è aggiornato costantemente dagli utenti.Oppure https://www.openstreetmap.org/ un progetto comunitario per la cartografia chiamato che permette a tutti gli utenti di aggiungere e/o modificare i tracciati. Da alcuni anni e' molto valido e ci sono applicazioni per la navigazione molto complete

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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