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24.10.24

«Bullizzato perché obeso, il prof mi chiamava "polpetta". Ora corro una mezza maratona ogni giorno: ho perso 30 chili»

Da questo individuo dovremmo tutti imparare, lui non si è arreso ed anzi ha dimostrato a tutti di che pasta era fatto. Ci vorrebbe più gente così, gente che prende le critiche, ed invece di farsi abbattere da esse, ne ottiene uno stimolo in più per migliorare. Tra i professori si annidano spesso dei bulli senza empatia e sensibilità


 «Bullizzato perché obeso, il prof mi chiamava "polpetta". Ora corro una mezza maratona ogni giorno: ho perso 30 chili» corriere adriatico • 9 ora/e • tramite msn.it 




 Un passato di bullismo a causa del suo peso, ma ha reagito e usa il suo presente per ispirare gli altri a fare altrettanto, per diventare gli artefici dei propri successi e urlare che «i limiti esistono solo nella nostra testa». Per questo, il 24enne Marco Matteazzi ha sfidato se stesso: corre ogni giorno una mezza maratona, per un totale di 100 giorni. Ha già alle spalle 2.300 chilometri, dal suo paese d'origine, Altavilla Vicentina, fino a Lisbona (Portogallo). Da una parte c'è il riscatto del bambino che era, dall'altra il desiderio di dimostrare che la forza di volontà permette di raggiungere i traguardi che ci poniamo. 
La sfida di Marco
«Quando ho iniziato, non ero un runner. In tutta la mia vita avevo corso 21 km solo una volta, e ora mi ritrovo qui, con delle ultramaratone alle spalle e ogni giorno messo alla prova come non mai. Ogni passo è stato una sfida, ma è proprio nelle difficoltà che ho trovato la forza di continuare. La verità è che ognuno di noi può superare i propri limiti, basta avere il coraggio di affrontarli», scrive Marco Mattazzi sul suo profilo Instagram, chiamando a raccolta tutti coloro che desiderano correre con lui gli ultimi 3 chilometri del suo viaggio

Passare quel traguardo avrà il sapore di vittoria, sia per se stesso che per ciò che ha passato quando era un bambino. In un'intervista al Corriere della Sera, Marco parla delle difficoltà avute a scuola a causa della sua forma fisica: «Un insegnante mi chiamò, una volta, “polpetta”. Da allora sono diventato lo zimbello della scuola». E senza neppure potersi affidare ai professori, la vita accademica è stata difficile e ha reagito chiudendosi ancor più in se stesso.Il rendimento di Marco ne ha risentito, e dop la seconda bocciatura ha passato un periodo in una scuola privata. Quando è stato il momento di tornare al liceo per l'ultimo anno, «avevo paura a tornarci, l'ansia di rivivere quello che avevo già vissuto mi logorava. Ma volevo superarla. Nell'estate tra la quarta e la quinta superiore ho deciso di dimagrire. Ho perso 30 chili. Ho ricominciato la scuola e quell'anno è andata bene».
Poi ha iniziato a leggere libri sulla crescita personale, ed è stato ispirato. Così è nato il progetto attuale, la volontà di correre 21 chilometri ogni giorno, per 100 giorni, e dimostrare che è possibile raggiungere i propri obiettivi. Il sogno di Marco, però, non finisce al traguardo: «Sogno di avviare una mia azienda. Vorrei comprare una pizzeria e chiamarla con il nome della pizzeria che avevano i miei nonni a Vicenza: Pizzeria California».