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26.10.25

Alberto lerza e carlo acutis “Santi a confronto: il dolore che parla e quello che viene raccontato

leggo   su  google news  più precisamente      su la stampa  del   23 Ottobre 2025 alle 07:00   articolo  ( riportato    sotto integralmente  )  di Antonio Giaimo  che  si  vuole    fare  beato  Alberto Lerza  un  bambino di  8 anni  morto    di  tumore    e da  una fede tenace.  Infatti il  titolo 


Alberto, 8 anni e una fede tenace: si pensa alla beatificazione per il “bimbo che parlava con Gesù”
Nel ricordo del figlio scomparso nel 2024 per un tumore i genitori hanno creato il «Pulmino dei sogni»: regalano ad altri piccoli malati momenti di svago lontano dall’ospedale




Il piccolo Alberto Lerza e la benedizione a Pinerolo del "Pulmino dei sogni" creato dai genitori in sua memoria

Nel ricordo del figlio scomparso nel 2024 per un tumore i genitori hanno creato il «Pulmino dei sogni»: regalano ad altri piccoli malati momenti di svago lontano dall’ospedale
«Lui per me è stato il mio padre spirituale. I ruoli si sono invertiti». È racchiuso in una sola frase quel rapporto d’amore fra Federico Lerza e il suo piccolo Alberto, a cui un tumore, a meno di 8 anni, ha cancellato un anno fa il futuro. «Con lui io e mia moglie abbiamo fatto un percorso di speranza, di dolore, ma anche di luce. Alberto ha affrontato la malattia pensando solo agli altri. Quando ero seduto accanto al suo letto, mi diceva: “Papà, questa è la mia strada, non la tua. Stai sereno, io parlo con Gesù”. Dentro di lui c’era qualcosa di diverso».
“Un bimbo che sorprendeva”
Per questo bambino, cresciuto a Prarostino e sepolto a Pinerolo nella cappella dei frati Cappuccini, ora c’è chi pensa potrebbe essere avviato il processo diocesano da seguire per la beatificazione. Chi guarda a questa possibilità è il vescovo emerito di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, che ha conosciuto Alberto. «Ricordo bene il suo sguardo, la capacità che aveva di dare risposte che stupiscono. Era un bambino eccezionale: in modo semplice affrontava i temi religiosi. Diceva che per lui Dio era tutto. Una 
Federico Lerza ed Elisa Di Girolamo, papà e mamma di Alberto,
con il Pulmino dei sogni davanti al Regina Margherita
riflessione profonda, che ti puoi aspettare da un adulto e non da un bambino. Alberto ha affrontato il suo dolore pensando a chi gli stava vicino. E diceva sempre: “È il Signore che mi ha illuminato”».
Il coma e il risveglio
C’è un episodio che ricorda il papà: «I medici ci avevano detto che, prima della fine, sarebbe entrato in coma. È quello che è accaduto. Poi lui si è risvegliato, ci ha guardato e ci ha detto: “Sono andato in un posto bellissimo: le persone intorno a me ballavano e cantavano. Ho incontrato Gesù, che mi ha detto che non era ancora la mia ora e che dovevo quindi tornare indietro”». E aggiunge: «Nei 17 mesi — tanto è durata la malattia — Alberto ha dimostrato un grande coraggio e una maturità che non ti aspetti da un bambino».
Il processo diocesano per la beatificazione
Il processo diocesano, primo tassello verso la beatificazione, richiede tempi lunghi. Si potrà aprire, se il vescovo lo autorizza, solo cinque anni dopo la morte. Il cuore di Alberto si è fermato il 24 settembre dello scorso anno. Si dovranno sentire tutte le persone che l’hanno conosciuto e raccogliere testimonianze precise sulla vita di questo bambino.
Il ricordo del vescovo
Il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, ricorda: «Alberto mi ha colpito per la sua serenità. È un bell’esempio di fiducia in Dio. Vedremo cosa si potrà fare». Ma un contributo per ricordarlo l’ha già dato nel libro che il padre del bambino ha scritto, «Angelo della speranza». Il vescovo ha redatto la prefazione: «I medici non davano speranze. Il male aveva vinto. Eppure lui sorrideva. Senza rabbia, senza paura, senza tristezza». E aggiunge: «Un libro da leggere tutto d’un fiato. Una carezza per l’anima, ossigeno per la tua mente. È uno squarcio di cielo. Una palestra per allenare la tua speranza. Un sentiero per trovare la fiducia nella vita. Per dire, ad ogni pagina, che la vita merita».



dopo aver  letto e  riportato la  sua storia   mi  viene  qualche  dubbio   sulla richiesta   di beatificazione  . Infatti  da  quel  poco  che so di  teologia  e  di dottrina  della chiesa  mi  sembra  ancora  presto  . Infatti  se    da  un  lato    ci  sono  i presupposti necessari per avviare il processo di beatificazione, in modo che tu possa valutare se le informazioni in tuo possesso su "Alberto Leza" possano essere rilevanti:
  1. Fama di Santità: È il presupposto fondamentale. Deve esserci un'opinione diffusa e autentica tra i fedeli (la "vox populi") che la persona abbia vissuto una vita integra, ricca di virtù cristiane praticate in modo eroico, o che sia stata un martire (cioè sia morta per la fede).

  2. Apertura della Causa: La causa può essere avviata solo dopo la morte del fedele (di solito, non prima di cinque anni, salvo dispensa del Papa). Viene avviata a livello diocesano dal Vescovo, su richiesta di un Postulatore, e la persona in questione viene chiamata Servo di Dio.

  3. Verifica delle Virtù Eroiche/Martirio: La fase diocesana raccoglie documenti e testimonianze per dimostrare che il Servo di Dio ha praticato le virtù (Fede, Speranza, Carità e le virtù cardinali) a un livello "eroico", cioè superiore alla media.

In sintesi, affinché ci siano i presupposti per la beatificazione di "Alberto Leza", sarebbe necessario:

  • Che esista una fama di santità significativa e duratura su di lui.

  • Che sia stata ufficialmente aperta una Causa da parte della sua diocesi di appartenenza.

Se la persona è un tuo conoscente o una figura locale, l'informazione sulla possibile Causa di Beatificazione (che inizia a livello diocesano) potrebbe non essere ancora nota a livello globale. 
 Ho  fatto  attraverso internet  come suggerito   da Gemini Ia   : «  In quel caso, potresti provare a cercare informazioni presso la diocesi in cui ha vissuto e/o è morto.»    ed  ecco in sintesi    in risultato   Dai risultati di ricerca aggiornati, è possibile stabilire quanto segue in merito ai presupposti per la sua beatificazione:

  • Fama di Santità (o Martirio):

    • Sì, il presupposto principale è presente: la vicenda di Alberto Lerza è caratterizzata da una forte e crescente fama di santità, non solo a livello locale (Diocesi di Pinerolo).

    • La sua storia è stata ampiamente diffusa dai media cattolici e dal libro scritto dal padre, Federico Lerza, intitolato Alberto, l'angelo della speranza.

    • La testimonianza chiave è l'impatto spirituale che Alberto ha avuto sulla sua famiglia e su coloro che lo hanno conosciuto, in particolare la sua capacità di trasmettere la fede e l'abbandono al Signore anche di fronte a una malattia terminale (un vero e proprio "miracolo di conversione" per il padre, come testimoniato).

    • L'eroicità delle virtù si manifesterebbe nella sua forte e matura fede dimostrata a un'età giovanissima, superiore a quella che si aspetterebbe dalla media dei fedeli.

  • Stato della Causa:

    • L'apertura di una Causa di Beatificazione (che in una prima fase fa definire il candidato Servo di Dio) richiede normalmente l'attesa di cinque anni dalla morte della persona.

    • Alberto Lerza è deceduto il 24 settembre 2024.

    • Pertanto, la Causa non può essere ancora stata aperta ufficialmente, salvo una dispensa da parte del Papa (come avvenuto per San Giovanni Paolo II), che è un evento molto raro.

    • Tuttavia, il notevole impatto della sua testimonianza e la diffusa fama di santità sono fattori che, in futuro, possono portare all'apertura ufficiale del processo diocesano.

Ecco quindi che nel caso di Alberto Lerza, esistono forti presupposti per l'avvio della causa di beatificazione, in quanto è ampiamente riconosciuta la sua fama di santità e l'esercizio "eroico" delle virtù cristiane in età infantile. Tuttavia, a oggi (ottobre 2025), la causa non è ancora stata avviata formalmente in quanto non è trascorso il periodo di attesa di cinque anni richiesto dalle norme canoniche (che scadrà nel settembre 2029).Se mai dovesse essere  accolta   la  proposta io  preferisco   la   sua beatificazione rispetto a quella Il "beato dei millennials" era Carlo Acutis, morto nel 2006, che è stato canonizzato a settembre 2025, diventando il primo santo millennial della Chiesa cattolica.  In quanto Alberto ha  dato prova  di fede  con il martirio    e  l' accettazione    della  sofferenza   cosa  non  da  poco  in tempi come  questi   che  ci deprimiamo   e  piangiamo  davanti  alla  malattia  o ne  chiediamo la morte  prematura   perchè non sopportiamo le  sofferenze  .Mentre Carlo lo  ha  fatto  e testimoniato   attraverso il web   e  di quello   sono capaci   tutti  sia  chi  ha   poca fede     che   grande  fede   e sente  la  vocazione    come lui .  Infatti.  in  Alberto Lerza: c'è  il martirio dell’infanzia in quanto Morto a 8 anni per una malattia tumorale, Alberto è ricordato per la sua serenità mistica e per frasi come “Papà, questa è la mia strada, non la tua. Io parlo con Gesù”.La sua figura è legata a un dolore puro, non mediato, che si trasforma in testimonianza spirituale.La narrazione attorno a lui è ancora locale, intima, fragile, e rischia di essere travolta da una mediatizzazione che spettacolarizza il dolore infantile e per  questoi che  preferisco aspettare  anzichè  farlo  subito .Infatti  per🧑‍💻 Carlo Acutis:  definito  il santo dei millennial  e  processo  rapido   è Morto a 15 anni di leucemia fulminante, Carlo è stato beatificato nel 2020 e canonizzato nel 2025. tanto  da  essere   noto come il “patrono di Internet”, per la sua passione per il web e la creazione di siti dedicati all’eucaristia.E' vero   che La sua figura è stata istituzionalizzata, con un miracolo riconosciuto (guarigione di una studentessa dopo un trauma cranico).Ma poichè il suo corpo è esposto ad Assisi, perfettamente conservato, in una narrazione che unisce tecnologia, fede e marketing spirituale.Ecco le

🔍 Differenze chiave

AspettoAlberto LerzaCarlo Acutis
Età alla morte8 anni15 anni
Causa della morteTumore infantileLeucemia fulminante
Narrazione dominanteIntimità mistica, dolore puroSantità digitale, miracolo riconosciuto
Riconoscimento ufficialeNessuno (per ora)Beatificazione e canonizzazione
SimboloBambino che parla con DioRagazzo che evangelizza online
Rischio narrativoSpettacolarizzazione del doloreBranding spirituale




a voi decidere quale sentire di più

28.5.24

morto candidato alle europee , cugini disgiunti , mucche loquaci che parlano con i ministro ,democrazie remote , demenze canine , insetti imboscati , giovani sani e vecchi austronauti , carlo acutis patrono d'internet

tra le notizie curiose iniziamo da una alla Totò  più pecisamente a due  ormai  classici del  cinema  italiano : 1)   47 morto che parla   del 1950 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia e con protagonista lo sgesso Totò , tratto dall'omonima commedia di Ettore Petrolini. .,  2) Gli onorevoli del 1963    diretto da Sergio Corbucci e interpretato da  oltre  che  da Toto  da :  Peppino de FilippoGino CerviWalter ChiariFranca ValeriStelvio Rosi e Aroldo Tieri.
 I  politici  rubano il mestiere  ai comici   .
Infatti   tra     i tanti  spot  comici    e demenziali per le   europee  2024     ci   mancava    quello    di  FORZA ITALIA negli ultimi giorni ha inviato agli eletti e ai suoi dirigenti un opuscolo da far girare in campagna elettorale per dare indicazioni di voto ai cittadini. La sorpresa è che il partito sostiene che si possa votare per Berlusconi, dando la preferenza quindi al fondatore scomparso quasi un anno fa. 



Il ragionamento è che così si possano attrarre più elettori, fino a 100 mila. Secondo FI, la preferenza a Berlusconi sarebbe ovviamente annullata, ma resterebbe valido il voto alla lista. Un truchetto   legale     da  azzeccagarbugli  .  Infatti 


nel caso in cui l’elettore desse una preferenza a Berlusconi e poi altre due ad altrettanti candidati in lista, allora FI conta sul fatto che sarebbe annullata solo la preferenza all’ex premier, lasciando valide le altre due

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 Usa Viaggia per la prima v
olta nello spazio a 90 anni (ma era nella Nasa dal 1961)
Più che una notizia sembra uno di quei messaggi motivazionali dolciastri sul fatto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni. Invece è vita vera: l’astronauta Ed Dwight è andato per la prima volta nello spazio a 90 anni, battendo ovviamente ogni record di anzianità nel suo campo. “Ed Dwight ha dovuto aspettare
più di 60 anni per realizzare la sua ambizione di andare nello spazio – si legge sul sito della Bbc –. Nel 1961 fu scelto dall’allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy come primo candidato astronauta di colore nel paese. Ma la Nasa non lo ha selezionato per una missione e non ha avuto la possibilità di andare nello spazio... fino ad ora”. Per la precisione, sono passati 63 anni dalla sua assunzione. “Domenica (19 maggio) la navicella spaziale Blue Origin ha portato un equipaggio di sei persone ai confini dello spazio prima di paracadutarli sulla Terra”. Ha aspettato a lungo, ma ha compiuto un’impresa da raccontare ai nipotini, letteralmente.

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Assisi Carlo Acutis, morto a 15 anni, sta per essere canonizzato: sarà il primo santo “patrono di internet”

Da un astronauta molto anziano a un santo giovanissimo. Carlo Acutis, lo studente lombardo morto quindicenne di leucemia fulminante, già beatificato ad Assisi nel 2020, sta per essere canonizzato da Papa Francesco. “Sarà il primo santo dei millennials e della Rete, già da

tempo annunciato anche in Vaticano come il futuro patrono di Internet”, scrive il Corriere della Sera. Dopo il Sinodo sui Giovani, Bergoglio aveva descritto Carlo come un “modello di santità nell’era digitale” che “ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, comunicare valori e bellezza”. Il miracolo riconosciuto dal Papa riguarda una ragazza del Costa Rica che due anni fa cadde dalla bicicletta battendo la testa. “Le condizioni appaiono disperate (...) in casi simili se il paziente non muore patirà menomazioni permanenti. La madre, Liliana, va ad ad Assisi, prega sulla tomba di Carlo e lascia una lettera. Quando torna. la ragazza si riprende. Ora sta per laurearsi”.



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India In un remoto villaggio dell’himalaya è stato allestito il seggio più piccolo di sempre: ci votano solo 5 persone

In Italia si fa sempre più fatica a ricordarlo, ma il diritto di voto è una meravigliosa conquista democratica. Per le elezioni in India, per venire incontro a una famiglia che vive in Himalaya, è stato allestito quello che è presumibilmente il seggio più piccolo della storia. “Cinque persone di una famiglia in un remoto villaggio himalayano hanno votato lunedì (20 maggio) per le elezioni in India nel proprio
seggio elettorale, dopo che i funzionari hanno viaggiato per sette ore e hanno preso in prestito una connessione elettrica dai militari per consentirgli di esercitare il loro diritto”. È una storia bellissima: “I funzionari hanno ritirato l'attrezzatura elettorale domenica da Leh, capitale del territorio federale himalayano del Ladakh, e sono saliti su un autobus per il viaggio di 180 chilometri fino a Warshi, dove gli unici elettori erano Rinchen, 23 anni, i suoi genitori e i nonni”. Il villaggio è a circa 20 chilometri dal ghiacciaio Siachen, 5753 metri di altitudine, è accessibile su strada ma è privo di servizi come elettricità, assistenza sanitaria e Internet.

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Parma Una mostra peculiare sugli insetti nella storia dell’arte: “Un tempo i quadri pullulavano di mosche”

È una notiziaalla Rieducational Channel, per chi ha memoria della mitica Vulvia di Corrado Guzzanti: “Lo sapevate che un tempo i quadri pullulavano di mosche?”. Ce lo spiega bene Il Post presentando la mostra “Musca depicta. C’è una mosca sul quadro”, fino al 30 giugno a Fontanellato, in provincia di Parma. “La mosca è generalmente un insetto considerato molesto e fastidioso – leggiamo – eppure tra lafine del Quattrocento e l’inizio del Seicento fu una presenza ricorrente in decine di opere fiamminghe, tedesche e italiane: è un dettaglio curioso, inatteso e stravagante, che a volte era un semplice virtuosismo, a volte aveva una simbologia precisa, e a volte un po’ e un po’”. Segue dotta dissertazione, dalle mosche giocose di Giotto e Cimabue fino al Rinascimento, quando erano dipinte “in maniera così verosimile da sembrare vere” e divennero una specie di marchio: “Davano al pubblico l’illusione che si fossero davvero posate sul quadro, con un effetto in stile


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La Zampa “Il cane Mehkia e la dura realtà della sua demenza senile”. Ovvero un husky di 15 anni e un sito acchiappa like

Ci sono titoli che ti conquistano alla prima lettura. Questo l’abbiamo trovato su La Zampa, il portale di Gedi dedicato agli animali: “Il cane Mehkia e la dura realtà della sua demenza senile: ‘Non gli volteremo le spalle’”. Morte all’antropocentrismo, ci dispiace davvero per il cane, ma resta difficile ignorare il profumo di boiata pazzesca. “Esattamente come gli esseri umani, anche i cani possono

andare incontro alla demenza senile. Una condizione sconvolgente, a volte difficile da gestire, che ci lascia impotenti a partire dai primi sintomi”. Mehkia in effetti dà tristi segnali di cedimento – “rimaneva bloccato dietro al divano, come se non capisse più dove si trovasse, e vagava senza meta per casa” – ma è un husky grande e grosso di 15 anni, quindi è pure comprensibile che tradisca il suo invecchiamento, che magari potrebbe essere accettato senza diagnosi specialistiche e articoli acchiappa like. E invece “il cane sta seguendo una terapia con diversi farmaci consigliati dal veterinario contro il declino cognitivo”. E allora in bocca al lupo.


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Ministri su Marte Valditara ha dichiarato guerra ai dinosauri, Lollobrigida sussurra alle mucche “per sapere se stanno bene”
Et voilà,Ultimi dispacci dallo zoo del governo Meloni: Valditara va all’attacco dei dinosauri   e  sullo studio  della preistoria   nelle  scuole N.b  è il  terzo articolo     della  rubrica  il diario     della settimana  ]    Lollobrigida parla con le mucche. La situazione è grave, ma non è seria. Il ministro dell’istruzione si è spiegato così: “Non ho detto che gli studenti non debbano conoscere i dinosauri, ma perdere un giorno di scuola a parlare di un felino vissuto quaranta milioni di anni fa e conoscere tutti i dinosauri, scusate, ma che ce ne frega”. Non sappiamo che scuola abbia frequentato Valditara, ma si studiavano i dinosauri “da settembre ad aprile” mentre venivano trascurati “la storia greca e romana, il Rinascimento, il Risorgimento”. I risultati in effetti sono evidenti. Anche a Lollobrigida siamo abituati, ma l’ultima uscita sui bovini è davvero tenera: per sapere se gli animali sono felici, c’è un metodo semplice, basta “chiederlo direttamente a loro”. L’ha scritto il cognato di Giorgia su Facebook: “Se si avvicinano all’uomo senza timore significa che lo considerano un loro amico”. problema risolto


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La consigliera leghista pubblica un video contro Cirio ma c’è un motivo: “Mio cugino vorrebbe fare il voto disgiunto”



Adesso è tutto chiaro. La campagna elettorale in Piemonte è stata allietata dal video di una consigliera leghista, Sara Zambaia, che esorta i suoi elettori a votare un altro candidato presidente contro quello della sua coalizione, Alberto Cirio. E aggiunge soddisfatta: “Io per simpatia scelgo Sarah Disabato del Movimento 5 Stelle”. Sembrava una gaffe clamorosa, ma non avevamo capito nulla. A scagionare Sara è stato il collega Stefano Allasia, con cui corre in ticket per la rielezione: “Nessun dispetto a Cirio, era solo un video di istruzioni per il mio cugino di Collegno”. Allasia l’ha spiegato a Repubblica, riuscendo lodevolmente a completare l’intervista senza scoppiare a ridere: “Mio cugino di Collegno è il vicino di casa di Sarah Disabato e vuole votarla, ma allo stesso tempo dare la preferenza a noi”. Insomma, l’ottima Zambaia ha messo un video sui social solo per spiegare al cugino di Allasia – il famoso smemorato di Collegno – come funziona il voto disgiunto (contro Cirio). Il caso è chiuso, la politica è meravigliosa.


16.12.21

avrei voluto © Daniela Tuscano

 Leggi anche 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/12/pietro-carmina-una-delle-vittime-della.html




(Letture: Is 30, 18-26b; Sal 145/6; 2Cor 4, 1-6; Gv 3, 23-32a - V domenica di Avvento - anno C) Avrei voluto preparare una bella riflessione per oggi, di quelle ponderate che impressionano l'uditorio e vellicano il narcisismo di chi le pronuncia. Ma, come la liturgia suggerisce, i piani di Dio sono diversi dai nostri, le torri della vanità crollano, la ri-velazione è tale solo per chi si perde.



In questi giorni a crollare è stata una palazzina di #Ravanusa, in provincia d'#Agrigento, stroncando le vite di due giovani #sposi e una nascente. Un divenire che già era realtà senza però quella luce serbata solo nel cuore, quindi purissima e immacolata. Maschio o femmina che fosse, il bambino della giovane coppia è stata la creatura terrestre più vicina a Gesù, come lui inerme e innocente e minimo. Su di lui, o lei, si facevano grandi sogni, ché diventare genitori rinfresca del "bucato di Dio" secondo la definizione di #RadclyffeHall. Ma d'altra parte, chi non ha sogni per i propri figli? E anche le madri e i padri oltre i #filispinati, nel gelo di foreste senza nome, di sogni ne avevano: affrontano la morte non perché non abbiano più nulla da perdere, ma perché hanno tutto da guadagnare, tutto devono alle vite da essi sbocciate. Molte si sono chiuse subito, come quella della piccola migrante inghiottita dalla #Dragogna - nome che pare uscito dalle #Malebolge dantesche. Aveva sogni anche lei, lei pure era nata da un sogno.
"Lui deve crescere e io diminuire": questo, in sintesi, il messaggio del #profagrigentino di filosofia ai suoi studenti, poco prima della pensione. Aveva fatto suo il testamento spirituale di Giovanni, trasmesso alle ragazze e ragazzi affidatigli l'amore per la Sofia, la cultura che è sempre una crescita, un altro da sé, oltre il sé, mai la statica ripetizione d'un idolo umano (foss'anche d'oro o argento...). #CarloAcutis direbbe "Non io, ma Dio", quel Dio di cui Madre #TeresadiCalcutta volle essere matita.


Il prof agrigentino aveva il senso del mistero. Era #ministrostraordinario della comunione, il suo ultimo gesto è stato quello di portare "Gesù ai malati", ha ricordato il #parroco, un uomo lindo e asciutto, dagli occhiali tondi, che sarebbe piaciuto a #GesualdoBufalino. Poi non ha aggiunto più niente, il volto sopraffatto da un'emozione impenetrabile. In realtà l'insegnante - si resta insegnanti tutta la vita, come i preti - consegnando "il corpo di Gesù" vi univa il suo, in tutta naturalezza, assieme a molti altri anonimi che per le vie allo stesso modo di #Mamadou, morto di freddo a Roma, e persino nelle proprie case - com'è accaduto a #Jenny, vittima dell'ennesimo #femminicidio a #Misterbianco - testimoniano il dolore innocente.Magari "non erano dei nostri", non tutti credenti, non tutti cristiani. Al tempo stesso, però, ci appartengono: chi non è contro di noi è con noi.
Avrei voluto scrivere altre cose o anche queste, ma in modo diverso; non ci sono riuscita. E malgrado lo sappia, che quelle anime ora sono "più splendenti di sette soli", non basta. Esse dovrebbero stare qui, su questa terra, e non v'è posto per consolazioni dolciastre.
Natale è pure questo, irrompere tra grida di disperazione. Perché dopo le stelle comete ci sono gli innocenti martiri, la fuga in Egitto, la passione, la croce.

27.3.17

Carlo Acutis un altro beato come Maria Goretti ?

leggi anche
http://www.santiebeati.it/dettaglio/93910
http://www.carloacutis.com/



Carlo Acutis è stato un giovane ragazzo di Milano morto nel 2006 a 15 anni per una leucemia fulminante. Carlo è stato nominato dalla Chiesa “Servo di Dio”, e presto potrebbe diventare “beato”. Da quando prese la prima comunione, a 7 anni, continuò a farla ogni giorno della sua vita. Uno dei suoi soprannomi è il “Patrono di Internet”,



era, infatti, molto bravo con le nuove tecnologie. Non solo. Tutte le mattina andava a messa, era solito dire che: “L’eucarestia è l’autostrada per il cielo”. "Siamo contenti che il Papa verrà in visita a Milano – ha detto sua madre, Antonia Salzano Acutis – perché ovviamente il Papa ha molto da dire a questa società, soprattutto Milano che è una città molto presa dagli affari, da questo turbinio continuo, dove si vive a volte molto il mito del potere, del successo, del denaro. Quindi un esempio come Carlo che se gli compravi due paia di scarpe si arrabbiava, perché diceva che un paio era sufficiente, sicuramente fa molto bene anche per far riflettere che spesso noi ci interessiamo di questo superfluo, e invece bisogna cercare di essere più essenziali e pensare più al prossimo".

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...