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1.9.24

Perini bronzo alle Paralimpiadi, ma è squalificato per un motivo assurdo: aveva un telefono in gara ., La vita di Ali Truwit stravolta dall’attacco di uno squalo che gli ha a amputato una gamba : lotterà per l’oro alle Paralimpiadi

Perini bronzo alle Paralimpiadi, ma è squalificato per un motivo assurdo: aveva un telefono in gara .

Giacomo Perini dopo aver conquistato il bronzo nel canottaggio alle Paralimpiadi è stato retrocesso, a causa di un motivo particolare: la presenza di un telefono nella sua imbarcazione.Dalla gioia incontenibile per la vittoria di una medaglia alle Paralimpiadi, alla delusione cocente per la  retrocessione all'ultimo posto. Giacomo Perini aveva conquistato il bronzo ai giochi di Parigi nel canottaggio, nella categoria Singolo PR1 maschile. Mentre festeggiava però ecco la doccia fredda da parte della giuria per un motivo molto particolare, ovvero la presenza di un telefono.Perini aveva sfoderato una grandissima prova riuscendo ad arrivare sul terzo gradino del podio. L'azzurro ai primi Giochi Paralimpici della sua vita, dopo l'amputazione della gamba destra a causa di un tumore osseo, ha portato a casa una medaglia che mancava all'Italia nel canottaggio alle Paralimpiadi dal 2008.Una soddisfazione enorme, anche perché conquistata dopo una prova di eccezionale livello agonistico. La celebrazione del risultato è stata interrotta dalla comunicazione ufficiale della Giuria che ha vanificato gli sforzi di Giacomo: "Nella finale del singolo maschile PR1, l'atleta dell'Italia è stato trovato a utilizzare apparecchiature di comunicazione durante la gara, in violazione della regola 28 e dell'Appendice R2, Bye-Law della regola 28.








 Di conseguenza, l'equipaggio è stato escluso dall'evento e viene classificato ultimo".In pratica, Perini avrebbe portato un telefono sull'imbarcazione. Per questo l'Australia ha presentato il ricorso ottenendo così riscontro positivo. La Federazione italiana dal canto suo ha provato a rispondere con un reclamo ufficiale: sul piatto i tabulati del telefono di Perini, per dimostrare che non ha utilizzato il dispositivo.La sua colpa sarebbe dunque stata solo quella di averlo dimenticato in barca. Questo il risultato al momento ufficializzato: 1. Gran Bretagna (Benjamin Pritchard) 9.03.84, 2. Ucraina (Roman Polianskyi) 9.14.47, 3. Australia (Erik Horrie) 9.23.37, 4. Israele (Shamuel Daniel) 9.36.94, 5. Francia (Alexis Sanchez) 9.46.60, EXC Italia (Giacomo Perini-CC Aniene)



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La vita di Ali Truwit stravolta dall’attacco di uno squalo: lotterà per l’oro alle ParalimpiadiAli Truwit ha perso una gamba a causa del morso di uno squalo. Un’esperienza terribile da cui, la nuotatrice ha saputo comunque riprendersi.


Una delle storie più curiose delle Paralimpiadi è senza dubbio quella di Ali Truwit. Questa ragazza 24enne proveniente dagli USA ha perso una gamba poco più di un anno fa, a causa del morso di uno squalo. Un'esperienza terribile da cui, la nuotatrice ha saputo comunque riprendersi: gareggerà infatti nei 100 metri stile libero sotto la Tour Eiffel lottando per l'oro.Una situazione impensabile 15 mesi fa quando Ali stava nuotando in mare aperto nei pressi delle Isole Turks, con una sua amica. Ad un certo punto ecco l'arrivo di uno squalo che ha preso di mira le due. Alla CBS Truwit ha raccontato: "Abbiamo preso a calci e spinto lo squalo, ma mi ha morso ad un piede. Il mio primo pensiero è stato: sono pazzo adesso o non ho più un piede. È stato un pensiero incredibilmente difficile per me. Ma poi siamo entrati subito in azione. In una frazione di secondo abbiamo nuotato per salvarci la vita”.







L'istinto di sopravvivenza, più forte del dolore, ha salvato la vita alle ragazze che hanno nuotato per 60 metri prima di mettersi in salto sulla barca: "Senza i nostri anni di addestramento, non sono sicura che saremmo riusciti a tornare sulla barca in mare aperto". Da lì il trasporto in aereo a New York, dove è stata operata tre volte, con la rimozione definitiva della parte inferiore della gamba sinistra, proprio nel giorno del suo 23° compleanno.




A poco a poco, Ali Truwit è tornata in piscina anche se non ha mai avuto il coraggio di nuotare nuovamente in acque libere: "Ho avuto molti giorni bui da superare, ma sono viva e quasi non lo ero più. L’ultima volta che ho sentito il rumore dell’acqua, stavamo nuotando per salvarci la vita. Ricordo l'intero attacco; sono stata cosciente per tutto il tempo. Quindi è stato difficile anche solo sentire di nuovo il rumore dell’acqua e non avere ricordi dell’attacco”.

31.7.22

Il cellulare: simbolo non più di uno status ma della dimensione esistenziale, del mutamento antropologico ormai avvenuto. La morte di Alika Ogorchukwu di Carmen Pellegrino

 



Non volevo vederlo quel video. L'ho visto.
Un uomo inerme è morto ammazzato da un altro uomo, poi quest'altr'uomo gli ha pure preso il cellulare. Il cellulare: simbolo non più di uno status ma della dimensione esistenziale, del

mutamento antropologico ormai avvenuto. La morte di Alika Ogorchukwu (chiamiamolo con lo stracazzo di nome seguito dal cognome, non nigeriano, non mendicante trentanovenne), come tante altre, conferma una delle modalità del morire all'epoca dei social su cui postare presto i propri sensazionali video mentre, ripetiamolo, un uomo inerme - inerme - muore ammazzato da un altro uomo che, forse, quel giorno non aveva altro da fare per la sua rabbia repressa che ammazzare un uomo inerme che chiede l'elemosina tenendosi da presso la stampella che lo aiutava a camminare.
Quelli intorno, cellulare alla mano, riprendono, gli dicono di smetterla, sembrano suggerire: ti sei sfogato abbastanza, mo' basta, arrivano le guardie, uè uè tu lo ammazzi...E quello infatti lo ammazza.
Si dirà: be' vorrei vedere te davanti a una scena del genere, avresti fatto lo stesso, saresti rimasta a guardare, che potevi fare?
Ha ragione la scrittrice Grazia Verasani quando più o meno dice che siamo una società di gente che guarda il vicino dallo spioncino, ne conta entrate e uscite, ma la sua vita non gli riguarda, se gli succede qualcosa fatti suoi.
No, io non sarei rimasta a guardare. Cominciamo a dirlo che non si può sempre restare a guardare. Che se non si interviene mentre un uomo uccide un uomo inerme stiamo omettendo soccorso. Io non sarei rimasta a guardare, lo voglio dire e me ne assumo la responsabilità. Almeno un calcio nei reni glielo avrei dato e lo so che avrei corso il rischio di finire come Alika Ogorchukwu, ma a quel punto non me ne sarebbe fregato niente.
La paura della violenza, della fame, o di ogni altro male estremo, è una malattia dell'anima. Questa nota di Simone Weil la portai con me a Genova, nel 2001. E sempre per non "farmi i fatti miei" ancora mi curo un braccio e un ginocchio.
No, non sarei rimasta a guardare, lo so con certezza.
Eppure anch'io "tengo famiglia", ma i fatti miei non mi interessano più davanti a un uomo inerme che viene ucciso mentre chiede l'elemosina da un altro uomo a cui quel giorno giravano così.

7.7.22

Lecco, toglie "con la forza" smartphone e tablet alla figlia: ora la madre dovrà svolgere lavori socialmente utili

leggedo    tale news   sotto riportata   mi viene  da    commentare   meglio un abuso simile che un figlio\a rincoglionato dal cellulare o finito nelle grinfie di pedofili . piena solidarieta alla mamma

da https://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/

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Lecco - Ha rischiato di costare caro a una madre lecchese la decisione di imporre alla figlia adolescente - con una determinazione tale da sfociare in una querela presentata dall’ex marito - una disconnessione forzata da web e social. Il tentativo di correggere la

ragazza, ritenuta troppo dipendente da cellulare e tablet, è quindi finito in un’aula del tribunale di Lecco e sfociato in una messa in prova della madre cinquantenne che ora dovrà svolgere 180 ore di lavori socialmente utili in un Comune della Brianza lecchese. L’accusa per la madre dell’adolescente - 15 anni all’epoca dei fatti - era di aver abusato dei metodi correttivi e di lesioni. In aula durante il dibattimento tra le parti non è stato trovato alcun accordo e anzi - alla specifica richiesta del giudice - non è stata ritirata la querela da parte dell’ex marito. L’episodio nel dicembre del 2018, quando la donna, dopo numerosi inviti alla figlia che trascorreva intere giornate nella sua camera tra cellulare e tablet, le ritira tutti i dispositivi: scoppia così una lite e la figlia finisce al Pronto Soccorso dell’ospedale di Lecco per aver riportato alcune contusioni. Il padre - separato da qualche mese - viene informato e sporge querela. I carabinieri raccolgono una serie di elementi e la donna viene mandata a processo. L’imputata, assistita dagli avvocati Maria Cristina Vergani e Roberta Succi rispettivamente del foro di Monza e Milano, non trova un accordo con l’ex marito, assistito dall’avvocato Nadia Invernizzi, che si è costituito parte civile e, nell’udienza di ieri davanti al giudice monocratico Paolo Salvatore, la scelta della giustizia cade sulla "messa alla prova".Nessuna condanna per quel gesto - aver ripreso con metodi forti la figlia minorenne - ma in cambio dovrà svolgere servizi di pubblica utilità. "Ho optato per questa scelta solo per evitare a mia figlia di essere chiamata a testimoniare in un procedimento che l’avrebbe vista contrapposta al padre", ha fatto mettere a verbale dell’udienza la 50enne che, prima di entrare in aula ha risarcito figlia ed ex marito. "Ho voluto uscire velocemente da questa situazione", è stato il suo unico commento al termine dell’udienza.

28.9.15

IMPARIAMO COME SI GODE LA VITA DAGLI ANZIANI


Questa immagine sta facendo il giro del web ed è stata condivisa migliaia di volte su Twitter.
E' stata scattata al Boston Globe quando i fan attendevano l'arrivo di star del cinema come Johnny Depp, Kevin Bacon e Dakota Johnson.  Vediamo se  capite    il perchè del titolo   è perchè     è diventata  virale
Stiamo rasentando la follia, invece di vivere i momenti, cerchiamo solo di immortalarli....e loro passano e non ritornano indietro..... meditiamo.....
Infatti  come  dice  Roberto Reginali  commentando   la  news    presa  dala  pagina fb   del'unione sarda  d'oggi      : <<       questa piccola e anziana signora, nella sua semplicità da prova di possedere un cervello e di saperlo usare meglio di tutti i restanti presenti messi assieme.Lunga vita a lei. >>
  Vero Daniele Fois un  conto  è  fare  una  foto  o  un video  un aòltro   è  come dici   tu  vivere  <<   la realtà di come la gente si sta ipnotizzando ad una società finta mentre la nonnina e l'unica a capire come va la società malata  >>


Questa notizia    mi  ha  fatto ritornare  in mente : 

questa    lettera  scritta    a repubblica   del 27\9\2015 

In fila al supermercato avevo pensato di cedere il mio posto a
un anziano signore.Con un sorriso mi ha risposto: «Grazie, non
ho fretta, mi godo il piacere della lentezza. Nell’era dei nano secondi
e delle tecnologie più avanzate, anche voi giovani dovreste riscoprire
i pregi del vivere lento. Quando è possibile naturalmente!
Ma perché avete fretta anche in vacanza prenotando
un pedalò, al parco comprando un gelato ai vostri bimbi
o in fila per visit re un museo?».
Non ho saputo rispondere.


e  questa  vignetta   di Silvia Ziche  tratta    topolino n  3108 



                                                       immagine da outducks.org

26.1.15

Non temo l’iphone che ho con me, temo l’iphone che è dentro di me

 

 La tecnologia non si rivela solo uno strumento utile a renderci la vita più facile, è un modo per cercare e ottenere conoscenza, bisogna solo imparare a fermarsi

  di Maria  Fioretti 25\1\2015









Riconosco l’iPhone come naturale prolungamento del mio braccio. Immaginare una vita senza, sarebbe un po’ come immaginare una vita senza amore. Terribile.
Riconosco che effettivamente si sta creando una discreta confusione tra soggetto e oggetto, nel senso che non si capisce più dove finisca la tecnologia e cominci l’uomo.
Sommersi dalla necessità di amministrare e fronteggiare una massa di nozioni enormi, perdiamo lentamente la cultura dell’io, rinunciando al processo conoscitivo e prendendo per buono tutto quello che viene dalla tecnologia. Ma esiste realmente questa necessità di recuperare il valore del soggetto rispetto a tutti gli oggetti di cui non possiamo più fare a meno? Potrebbe essere necessaria nell’epoca contemporanea una critica alla ragione tecnologica? Il progresso ha portato ad un generale miglioramento delle condizioni di vita, ovviamente l’approccio allo sviluppo tecnologico deve restare critico, pena il rischio dell’uniformità sociale. I fatti e le informazioni si moltiplicano, di conseguenza anche i canali a cui accedere, i nuovi media gestiscono totalmente la nostra esistenza online. Siamo in pieno caos, in balia della relatività e dell’indeterminatezza, della confusione del pensiero e dei valori. Inevitabilmente destinati a non comprare più un libro o ad andare in edicola, neanche al supermercato.
Servirsi della tecnologia senza rinunciare alla razionalità è la certezza alla quale aggrapparsi nel macrocosmo di questo terzo millennio, gelido e arrogante, che ci vuole tutti in solitudine a fissare schermi luminosi. La vita quotidiana viaggia ormai ad una velocità precedentemente impensabile e questo ha determinato profonde conseguenze sul pensiero e sulla cultura in genere. Il dramma reale è come adattarsi a tutto questo, accettando i limiti della tecnologia, senza rinunciare alle nostre capacità.
Si dimostra sempre più complicato far capire alla nonna che non posso mettere via lo smartphone perché ho urgenza di rispondere ad una mail mentre sono a tavola, perché mia nonna risponde ancora e solo ai tempi della natura.
Esiste un profondo contrasto tra le infinite possibilità del mondo tecnologico e il nostro essere comunque umani, ci saranno sempre più elementi del progresso che ci completano e ci modificano. Dobbiamo essere continuamente elastici, capaci di adattare noi stessi a circostanze sempre più moderne.
Questo non è necessariamente un male.
La tecnologia non si rivela solo uno strumento utile a renderci la vita più facile, è un modo per cercare e ottenere conoscenza, bisogna solo imparare a fermarsi quando si è soddisfatti, quando si pensa di aver momentaneamente migliorato l’approccio alla realtà facendo uso di uno strumento, evitando la dipendenza.
Lasciare che la tecnologia ci prosciughi l’anima sarebbe sbagliato quanto negarne le potenzialità in quest’era di riproducibilità tecnica, la vita biologica con i suoi bisogni di chiarezza e di intellegibilità non deve perdere il suo valore, ma non deve fermarsi o peggio fare passi indietro. In sostanza viaggiare di pari passo, uomo e tecnologia, soggetto e oggetto, fino a contaminarsi, perché l’una non è più possibile senza l’altra, accelerazione delle percezioni, forme nuove di convivenza inevitabili e necessarie.

17.12.11

le mie contraddizioni natalizie


Questo post è nato da  una discussione  sulla mia bacheca  di Facebook 


Ancora non sento l'atmosfera natalizia è normale ?
 ·  · 
  • Anastasia TaglioliFrancesca Pedroni e altri 4 piace questo elemento.

    • Angela Pia Lecis Saba xkè è natale tra un po? bohhhhhh
      domenica alle 9.25 ·  ·  2

    • Marinella Marini io spero arrvi in fretta il 7 gennaio
      domenica alle 9.33 · 

    • Angela Pia Lecis Saba il natale + bello nn è qll scritto in rosso nel calendario, ma qnd riusciamo a vivere bene qualsiasi giorno dell'anno.......ora di rosso mi sa ke ci sono solo i conti in banca di tnt gente, altrokè 25 dicembre!!!!!!
      domenica alle 9.55 ·  ·  2

    • Sara Canu ‎...Idem anche se è già qualche anno che non sento quell'emozione nel cuore...o forse come dice Angela sarà per i nostri conti in rosso e quel pò di timore nel futuro incerto. speriamo che stà crisi si dissolva come neve al sole in primavera.
      domenica alle 9.57 ·  ·  2




Lo  so  che  mi contraddico  con quanto detto  in alcune puntate  della mia  guida  sul natale  ( 1  2  ma  è stato più  forte di me  perchè , come  tutti d'altrone  credenti e non credenti   sono un peccatore

     

             
                           
e quindi   chiedo  scusa



            
Le contraddizioni in questione   sono avvenute per  quanto riguarda  gli auguri   e l'aver  partecipato  alla mostra de presepi di mia zia vedere post  precedente.
Nel primo caso  , quello  degli auguri vedere primo url    mi sono  detto a tutti o  a nessuno  , siamo a natale (  e poi aVevo la promozione wind  150  sms  e  150 minuti che  scadeva  il  20  dicmbre  )  anche  se non li biasimo  ,aisposto  lcuni di quelli a cui l'ho mandato mi hanno  risposto   che per la crisi   non sentono ancora  l'atmosfra  natalizia  e  << chizzulanu  [ traduzione letterale p0mattiniero ] ., ma non è un po' troppo presto ? ., ma manca  ancora  un po'  .,  ecc  >>;  altri  gli hanno graditi  senza  osservazioni  critiche  \  ironiche  .
Nel secondo caso  quella dei presepi   , secondo url   sono andato  alla  6° edizione di "Natale è una stella" di mia  zia  (  www.amicidimonica.it )  vedete  qui  sotto  una  foto  di una edizione  scorsa



ero li vicino , di ritorno da una  commissione  ai miei "vecchi " e stavo per  accellerare iin maniera  da non cadere in tentazione ma mi sono ritrovato  davanti l passo   quando   mio zio ( in realtà   non mi è  niente di dritto  perchè  è solo li  , cugina di mio padre ) .Allora  sono entrato precisando  che non ci  volevo venire   perchè a causa  del lutto  vedere post  precedenti ma poi  avvo cambiato idea . E lei  << bravo  ha fatto benissimo  . ti capisco , ma  vrnire qui  è come  andare in chiesa  >>

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...