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30.12.23

l'intelligenza artificiale sostituirà l'uomo ? dipende da noi e da come la useremo Non giudichiamo ciò che non conosciamo, ma cerchiamo di comprenderlo!

i video sotto riportati di @kiko.co video emozionali e @storyimpactitalia
Hanno  ragione   i curatori di questo gruppo    perchè  L'uomo non potrà essere sostituito dall'intelligenza artificiale, potrà essere solo un utile strumento, ma gli esseri umani avranno sempre qualcosa che una macchina non avrà. 

 

Un’anima empatica, emotiva e sensibile, una coscienza che evolve continuamente acquisendo nuove consapevolezze. Questo è il vero progresso. Il mondo cambia, e con esso cambiano le opportunità !



Infatti   come  suggerisce   quest'altro video emozionale  di    story impact  






Non giudichiamo ciò che non conosciamo, ma cerchiamo di comprenderlo !Tante volte, davanti a nuove opportunità lavorative, soprattutto se legate al mondo digitale e tecnologico, tendiamo a chiuderci in noi stessi, a sminuire il valore di questi lavori perché non li comprendiamo appieno. Eppure, ciò che è nuovo non è necessariamente peggiore o meno significativo di ciò che è tradizionale o conosciuto. Siamo stati troppo abituati a giudicare la validità di un lavoro sulla base di quanto sia tangibile o fisico, dimenticandoci che la produzione intellettuale, creativa e innovativa ha altrettanto valore.Prendiamo, ad esempio, l'Intelligenza Artificiale. Questa meravigliosa innovazione tecnologica, un tempo impensabile, sta ora rivoluzionando il mondo in modi che non avremmo mai potuto immaginare. Chi lavora in questo campo non costruisce ponti o edifici fisici, ma crea soluzioni intelligenti, automazioni e sistemi capaci di apprendere e migliorare. Non dovremmo forse considerare anche questo un lavoro valido, forse addirittura fondamentale per il progresso della nostra società?Quindi l'importante è che non dobbiamo aver paura di confrontarci con l'ignoto. Piuttosto, dovremmo accogliere le opinioni di coloro che lo capiscono meglio, che ci possano guidare a capire e adattarci a questo mondo in continua evoluzione. Dobbiamo tenere gli occhi e la mente aperti, riconoscendo che anche il lavoro svolto al computer è un lavoro valido, degno di rispetto e di apprezzamento ma non per questo deve sostituire ed annulare anzi sostituire completamente quello umano.Bisogna   cercare   un  via  di mezzo  ed  integrare  i duesistemi    come ho fato io in alcuni post  e  come dimostra   l'articolo    da me citato  qui   di emiliano  morrone 

19.6.23

un vecchio e un giovane in una banca tra passato e presente di Roberta Brocciacia

 dal  gruppo  fb  Madre Terra e amici di ❤  di  Roberta Broccia

 


Ho passato un'ora in banca con mio padre, perché ha dovuto
trasferire dei soldi.
Non ho resistito a me stessa
e ho chiesto...
- Papà, perché non attiviamo il tuo
internet banking?
- Perché dovrei farlo? Ha chiesto...
- Beh, allora non dovrai passare
un'ora qui per cose come
il trasferimento.
Puoi anche fare la spesa online.
Sarà tutto così facile! ′
Ero così entusiasta di farlo entrare
nel mondo del Net Banking.
Mi ha chiesto: se lo faccio, non dovrò
uscire di casa...?
- Sì, sì ho detto. Gli ho detto come
anche gli alimentari possono essere
consegnati a porta ora e come
Amazon consegna tutto!
La sua risposta mi ha lasciato
la lingua legata.
Mi ha detto:
“da quando sono entrato in questa
banca oggi, ho incontrato quattro
miei amici, ho chiacchierato un po'
con lo staff che ormai mi conosce
molto bene.
Sai che sono solo...
questa è l'azienda di cui ho bisogno.
Mi piace prepararmi e venire in banca.
Ho abbastanza tempo,
è il tocco fisico che desidero."
"Due anni fa mi sono ammalato,
il proprietario del negozio da cui
compro frutti, è venuto a trovarmi
e si è seduto vicino al mio capezzale
e ha pianto.
Quando tua madre è caduta giù
qualche giorno fa mentre faceva
la passeggiata mattutina,
il nostro fruttivendolo locale
l'ha vista e ha subito preso la sua
macchina per portarla a casa
di corsa, perché lui sa dove vivo."
- Avrei quel tocco ′′umano′′
se tutto diventasse online?
Perché dovrei volere che tutto
mi venga consegnato e che mi
costringa a interagire solo
con il mio computer?
Mi piace conoscere la persona
con cui ho a che fare e non solo
il venditore.
Crea legami di relazioni.
Anche Amazon consegna tutto questo?"
La tecnologia non è vita...
Trascorri del tempo con le persone.l
Non con i dispositivi.

7.7.22

Lecco, toglie "con la forza" smartphone e tablet alla figlia: ora la madre dovrà svolgere lavori socialmente utili

leggedo    tale news   sotto riportata   mi viene  da    commentare   meglio un abuso simile che un figlio\a rincoglionato dal cellulare o finito nelle grinfie di pedofili . piena solidarieta alla mamma

da https://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/

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Lecco - Ha rischiato di costare caro a una madre lecchese la decisione di imporre alla figlia adolescente - con una determinazione tale da sfociare in una querela presentata dall’ex marito - una disconnessione forzata da web e social. Il tentativo di correggere la

ragazza, ritenuta troppo dipendente da cellulare e tablet, è quindi finito in un’aula del tribunale di Lecco e sfociato in una messa in prova della madre cinquantenne che ora dovrà svolgere 180 ore di lavori socialmente utili in un Comune della Brianza lecchese. L’accusa per la madre dell’adolescente - 15 anni all’epoca dei fatti - era di aver abusato dei metodi correttivi e di lesioni. In aula durante il dibattimento tra le parti non è stato trovato alcun accordo e anzi - alla specifica richiesta del giudice - non è stata ritirata la querela da parte dell’ex marito. L’episodio nel dicembre del 2018, quando la donna, dopo numerosi inviti alla figlia che trascorreva intere giornate nella sua camera tra cellulare e tablet, le ritira tutti i dispositivi: scoppia così una lite e la figlia finisce al Pronto Soccorso dell’ospedale di Lecco per aver riportato alcune contusioni. Il padre - separato da qualche mese - viene informato e sporge querela. I carabinieri raccolgono una serie di elementi e la donna viene mandata a processo. L’imputata, assistita dagli avvocati Maria Cristina Vergani e Roberta Succi rispettivamente del foro di Monza e Milano, non trova un accordo con l’ex marito, assistito dall’avvocato Nadia Invernizzi, che si è costituito parte civile e, nell’udienza di ieri davanti al giudice monocratico Paolo Salvatore, la scelta della giustizia cade sulla "messa alla prova".Nessuna condanna per quel gesto - aver ripreso con metodi forti la figlia minorenne - ma in cambio dovrà svolgere servizi di pubblica utilità. "Ho optato per questa scelta solo per evitare a mia figlia di essere chiamata a testimoniare in un procedimento che l’avrebbe vista contrapposta al padre", ha fatto mettere a verbale dell’udienza la 50enne che, prima di entrare in aula ha risarcito figlia ed ex marito. "Ho voluto uscire velocemente da questa situazione", è stato il suo unico commento al termine dell’udienza.

30.8.20

VECCHI METODI E NUOVE TECNOLOGIE POSSONO ANDARE D'ACCORDO ? SECONDO ME INTEGRANDOSI ED AGENDO INSIEME SI

il mio viaggio dei bilanci nell'avvicinamento a i 50 procede con questo post .
nonostante abbia conosca alcuni trucchetti dritte per leggere gli articoli bloccati se non ti abboni considero ancora , essendo nato ed formato da una determinata cultura ( anni 60\70 e cultura edononistica ed reflusso anni 80\90 )Immagini Stock - Pile Di Libri E DVD Su Disco Come Simboli Di Vecchi E  Nuovi Metodi Di Immagazzinamento Di Informazioni Image 5140678.   
a metà degli anni 70 , più  precisamente  44  anni fa,  considero i vecchi metodi  ancora utile   ed integrabili  con le   nuove  tecnologie  cioè   la  cosiddetta  rivoluzione digitale  .  Lo   so che  la generazione Y  o meglio  la millennial generation\ generation next   considerano    antiquati   o jurassici ma  


[....]  non sempre ciò che è più avanzato è davvero più utile o amichevole. Quante volte ci siamo trovati alle prese con strabilianti innovazioni tecnologiche che però ci hanno fatto rimpiangere i cari,vecchi, semplici metodi del passato? Quando ad esempio per mettere in funzione un oggetto bastava aprire la scatola e accenderlo,senza dover sottostare a complicate procedure di connessione, autenticazione e gestione di password. Siamo pieni di novità hi-tech che in realtà non servono a nulla, senon a complicarci la vita e farcispendere più soldi. Molte auto hanno il “parcheggio assistito”, ma chi lo usa veramente? Quante famiglie hanno comprato l’Hoverboard (quell’aggeggio su due ruote in asse) ai figli per poi riporlo mestamente in cantina? L’altro giorno, a mio figlio Tommaso che leggeva un libro sul Kindle è sparito tutto. Aveva ragione Nadine Gordimer quando diceva che «i libri non hanno bisogno di batterie». In fondo, siamo tutti un po’ come Woody Allen:«Ho un rapporto catastrofico con la tecnologia:se passo sotto a un lampadario a gocce si mette a piovere

                     Umberto Brindani Oggi   n 35   3.9.2020 


Mi direte (  un fondo  di verità c'è )    che  avvicinandomi  a  50    sarò nostalgico Infatti  e  qui  racconto  una  mia  esperienza che  conferma  quanto dico  nel  titolo    del post  d'oggi   .  

vecchi metodi - Gazzetta di Reggio Reggio

Sui miei due  account  fb   ( I quello principale   2 quello secondario \  d'emergenza  ) e poi su  watzapp  mi    contatta  *****  chiedendomi se  ho  il n  di  cellulare o di telefono  di un contatto  comune   perchè  lui su fb  non riesce  a  contattarlo  .
Ora     avendo  abbandonato  o quasi l'account  fb secondario  (  lo uso in caso di blocco  del principale  o  quando devo vedere  account  che mi  hanno  bloccato )  non   saprei come rintracciarlo ed  ne  ho il suo  n  di telefono  fisso o cellulare  o il suo indirizzo    , cosi  pure  di  molti  contati di quello principale    in quanto   sui social  l'amicizia  vera  è  limita    a solo  pochi  sono amici veri   gli altri   sono  amici semplici  o  contatti  \   compagni distrada    -  viaggio . 
 Ecco che  gli  ho  ., ed  lui  mi  ha risposto con ------   cioè basito  , che  se   sapeva  il  suo  inditrizzo di dove abita  o  dei suoi genitori  oppure  cerca   il suo  cognome  nell'elenco telefonico   ,   ci si mette  un  po'    ma  alla  fine    con il sistema dei sei gradi  di separazione si può  riuscire   a  rintracciarlo  oppure  a  conoscere    qualcuno\a  che  ti dice    il n   o  ti  da  il nome  dei genitori   o  dei suoi parenti  Effettivamente    l'uso del metodo   vi sembrerà assurdo , ma  ho avuto  modo  di provare  tale  sistema  e di riuscirci     di persona  , quando    cercai   di  contattare , il n di cell  era  sbagliato  ed  non conoscevo il n  fisso di un  collega  .
Quindo morale  della  favola    non demonizziamo  i  vecchi sistemi  ,  che  se  integrati  ed  uniti alle  nuove  tecnologie  posso risultare  efficaci  o ìed  ci possono aiutare   tantissimo .  


15.9.16

miracolo un padre che non cede alle pression del figlio di 1o\11 anni che gli chiede il celluare



Ecco una storia di quando una proibizione o rifiuto è salutare e non repressivo ed aiuta a crescere ed affrontare meglio la vita nel bene e nel male










Caro giovanotto,
ormai è deciso: comincerai la scuola media senza il telefonino nello zaino correndo il rischio (che forse è una certezza) di ritrovartiin minoranza rispetto ai tuoi compagni.
Ti chiederai perché. E la risposta che tante volte ho incassato da mio padre ("perché lo dico io") probabilmente non ti basterà. E allora devi sapere che quando sei arrivato, ormai undici anni fa, sono spariti i coltelli che prima stavano in bella vista sul banco della cucina, nelle prese elettriche abbiamo infilato i tappi di plastica e un cancelletto sulle scale ha impedito che tu prendessi il volo durante le tue prime esplorazioni a "quattro zampe".
Poi è venuto il giorno della bicicletta e prima di togliere le rotelle siamo andati in quel parcheggio chiuso alle auto a provare (e riprovare) se davvero è possibile stare in equilibrio su due centimetri di gomma. Solo molto tempo dopo, con il casco in testa e le regole fondamentali del codice della strada in mente, sei potuto scendere dal marciapiede.
E ora chiedi il telefonino. A me, che so cosa vuol dire tenerlo nella tasca posteriore dei pantaloni e avere la (falsa) impressione di sentirlo vibrare ogni momento tanto suona di continuo. A me che controllo la posta ogni minuto e - per lavoro - dovrei pure stare attento a ciò che accade su Facebook, Twitter o Whatsapp. Compulsivo è una parola che avrai tutto il tempo di imparare, per il momento goditi la vita e preparati - come si deve - al gran giorno in cui anche tu ti presenterai al mondo con la tua identità digitale (di questo si tratta) nel taschino.
La vita è piena di soglie da superare e questa può aspettare. Con tua madre abbiamo pensato a lungo quale potrebbe essere un buon motivo per metterti un telefono nello zainetto e non ce n'è venuto in mente nessuno. E se mai ti venisse il dubbio che è una questione di fiducia sappi che la fiducia non si dimostra affidando ai figli un cellulare, magari con il gps attivato - come è possibile fare - per sapere in ogni momento dove sei.
Prima di conoscere il mondo virtuale, credimi, bisogna conoscere quello reale. Quando tornerai a casa con un occhio nero perché avete litigato nel cortile della scuola (speriamo di no) forse sarai pronto per affrontare una chat digitale che può essere molto (ma molto) più violenta. Quando più persone comunicano senza vedersi in volto (come avviene sui social network) le cose possono prendere una piega molto brutta ed essere artefice di uno di questi"drammi digitali", piccoli o grandi che siano, può essere terribile quanto esserne vittima.
Mi dicono che ci sono chat di ragazzini che fanno suonare il telefono 400-500 volte al giorno. Con tante distrazioni sarebbe un peccato diventare grande senza aver imparato come si accende un fuoco, giusto per citare una delle cose che a tuo padre danno più soddisfazione. Senza contare che saper tagliare la legna con l'accetta ti tornerà utile quando scoprirai (perché lo scoprirai) cos'è lo stress digitale.
Se ti fa paura l'idea di restare fuori da quei gruppi sappi che è un problema di ogni generazione. Ai miei tempi il problema, banale, era tra chi entrava in discoteca e chi restava fuori. Per voi è tutto molto più complicato. Sembra facile, ma bisogna aver conosciuto il mondo di persona, almeno un po', prima di essere capaci di esplorarlo, nei suoi angoli e nelle sue profondità, tenendo in mano un schermo da 5 pollici.

Mi complimento  e  sono d'accordo   con  il genitore  esiste una vita reale che i nostri figli (o per me nipoti) devono imparare a prima a vivere e non è di per se stessa una cosa facile.Ci sarà tempo per tuffarsi nella vita virtuale una volta imparato a sopravvivere ai pericoli di quella reale. Ecco perchè non sono d'accordo che gli si regali o gli si dia il cellulare a 10\11 ed in alcuni casi a 8\9 meglio a 14 . Oppure se proprio gli si deve dare che ciò avvenga con giudizio e preparandoli prima . Ovvero come dice un commento all'articolo : << ( ... )n sarebbe meglio insegnargli ad avere un uso corretto di tutto quello che è tecnologia ..?. aspetta che gli altri compagni si ritrovino al cinema o al parco mettendosi d'accordo col telefono e lui a casa solo perché nessuno l'ha contattato ... i figli bisogna accompagnarli nella crescita non proibire per facilitarci e non avere problemi .>>

17.1.16

Prova dal cellulare adesso posso pubblicare anche dal celulare .

Cosi sarà  più  aggiornato  e  cosi   rispondo  alle domande   e alle obbiezioni   (  o almeno  ad  alcune d''esse  in particolare   questa  :   come mai  il tuo   facebook  ed a volte twitter   sono diversi da     questa pagina   di blog    ) che mi vengono inviate  continuamente all'email  che  ho messo    qui  sul  blog    per  chi volesse   contattarmi     redbeppe@gmail.com  o   su Facebook  quando  pubblico    alcuni post  del blog  .

26.1.15

Non temo l’iphone che ho con me, temo l’iphone che è dentro di me

 

 La tecnologia non si rivela solo uno strumento utile a renderci la vita più facile, è un modo per cercare e ottenere conoscenza, bisogna solo imparare a fermarsi

  di Maria  Fioretti 25\1\2015









Riconosco l’iPhone come naturale prolungamento del mio braccio. Immaginare una vita senza, sarebbe un po’ come immaginare una vita senza amore. Terribile.
Riconosco che effettivamente si sta creando una discreta confusione tra soggetto e oggetto, nel senso che non si capisce più dove finisca la tecnologia e cominci l’uomo.
Sommersi dalla necessità di amministrare e fronteggiare una massa di nozioni enormi, perdiamo lentamente la cultura dell’io, rinunciando al processo conoscitivo e prendendo per buono tutto quello che viene dalla tecnologia. Ma esiste realmente questa necessità di recuperare il valore del soggetto rispetto a tutti gli oggetti di cui non possiamo più fare a meno? Potrebbe essere necessaria nell’epoca contemporanea una critica alla ragione tecnologica? Il progresso ha portato ad un generale miglioramento delle condizioni di vita, ovviamente l’approccio allo sviluppo tecnologico deve restare critico, pena il rischio dell’uniformità sociale. I fatti e le informazioni si moltiplicano, di conseguenza anche i canali a cui accedere, i nuovi media gestiscono totalmente la nostra esistenza online. Siamo in pieno caos, in balia della relatività e dell’indeterminatezza, della confusione del pensiero e dei valori. Inevitabilmente destinati a non comprare più un libro o ad andare in edicola, neanche al supermercato.
Servirsi della tecnologia senza rinunciare alla razionalità è la certezza alla quale aggrapparsi nel macrocosmo di questo terzo millennio, gelido e arrogante, che ci vuole tutti in solitudine a fissare schermi luminosi. La vita quotidiana viaggia ormai ad una velocità precedentemente impensabile e questo ha determinato profonde conseguenze sul pensiero e sulla cultura in genere. Il dramma reale è come adattarsi a tutto questo, accettando i limiti della tecnologia, senza rinunciare alle nostre capacità.
Si dimostra sempre più complicato far capire alla nonna che non posso mettere via lo smartphone perché ho urgenza di rispondere ad una mail mentre sono a tavola, perché mia nonna risponde ancora e solo ai tempi della natura.
Esiste un profondo contrasto tra le infinite possibilità del mondo tecnologico e il nostro essere comunque umani, ci saranno sempre più elementi del progresso che ci completano e ci modificano. Dobbiamo essere continuamente elastici, capaci di adattare noi stessi a circostanze sempre più moderne.
Questo non è necessariamente un male.
La tecnologia non si rivela solo uno strumento utile a renderci la vita più facile, è un modo per cercare e ottenere conoscenza, bisogna solo imparare a fermarsi quando si è soddisfatti, quando si pensa di aver momentaneamente migliorato l’approccio alla realtà facendo uso di uno strumento, evitando la dipendenza.
Lasciare che la tecnologia ci prosciughi l’anima sarebbe sbagliato quanto negarne le potenzialità in quest’era di riproducibilità tecnica, la vita biologica con i suoi bisogni di chiarezza e di intellegibilità non deve perdere il suo valore, ma non deve fermarsi o peggio fare passi indietro. In sostanza viaggiare di pari passo, uomo e tecnologia, soggetto e oggetto, fino a contaminarsi, perché l’una non è più possibile senza l’altra, accelerazione delle percezioni, forme nuove di convivenza inevitabili e necessarie.

22.12.12

Svanhild la bambina che volo con l'aquila un esempio di bufala che diventa verità

Leggendo questo articolo  preso  da  http://www.criptozoo.com/it/ mi  chiedo come mai la  gente  a  volte  sottoscritto compreso    creda  a panzane del genere  ma  poi  m'accorgo  che mi sto facendo la consueta  sega  elucubrazione  \ mentale  perchè  ho già  la  risposta  che   è .....  (  non ve  la  dico   subito altrimenti che  cavolo  lo faccio a  fare  questo  post  ,  la  trovate  a fine post .


Le aquile rapitrici tra leggenda... e realtà?  da Lorenzo Rossi 19.12.12  



La prima fotografia conosciuta di un'aquila reale nell'atto di predare del bestiame
Photo: KETTS NEWS
Era il 28 febbraio del 2011 quando il The Telegraph pubblicò l'impressionante fotografia di un'aquila reale(Aquila chrysaetos) nell'atto di volare v a con un agnello ghermito tra gli artigli. L'immagine (in verità più di una) fu scattata da un anonimo birdwatcher presso l'isola di Mull (facente parte delle isole Ebridi scozzesi) e destò ben presto aperti dibattiti tra gli ornitologi. Ad alimentare gli animi non fu tanto la questione se un'aquila reale fosse in grado o meno di trasportare in volo un agnello di piccole dimensioni (impresa assolutamente alla sua portata, potendo gli esemplari più grandi trasportare in linea teorica sino a 4,5 kg per lunghe distanze), quanto invece se l'agnello fosse o meno già deceduto prima di essere portato via dal massiccio rapace.
Ad ogni modo le foto dell'anonimo birdwatcher (di cui possiamo ammirare qui sotto un secondo scatto), risultano ad oggi le uniche immagini conosciute che documentano una predazione di un'aquila reale a del bestiame domestico.


La notizia non tardò a fare il giro del mondo e ben presto molti si domandarono se anche ben altri tipi di predazioni, saltuariamente attribuite a questo grande uccello, potessero avere delle fondamenta reali: gli attacchi in cui le vittime sono dei bambini.
Racconti del genere, soprattutto risalenti al passato, sono in effetti abbastanza impressionanti e hanno molto colpito l'immaginazione umana. Uno dei casi più tristemente famoso è quello che si dice avvenne nel 1838 presso la regione di Valais, nelle Alpi Svizzere, quando una bambina di 5 anni, Marie Delex, sarebbe stata portata via da un'aquila gigantesca mentre era intenta a giocare con un amico presso un crinale. Le grida del bambino superstite, sebbene ignorante dall'imponente predatore, furono udite da alcuni pastori che accorsi sul posto non trovarono altro che una scarpa di Marie ai bordi del precipizio. Il suo corpo, orrendamente mutilato e giacente su di una roccia distante circa 1 km dal luogo del rapimento, fu ritrovato due mesi dopo da un pastore.
Un altro caso sorprendente, che  .... (  continua  qui   ) 


La  notizia  , di cui  trovate  il  il video     sopra   è  palesemente falsa (   anche un mezzo  cieco  smiley e poco  esperto di grafica   come  me   se  n'accorge   )   per il fatto che : 1)   come dice  l'articolo sopra  riportato  , a   Montreal c'è la neve già da un mese, la quale non appare però nelle riprese, e sembra davvero molto difficile che se un avvenimento del genere si fosse realmente verificato nelle scorse settimane, sia giunto alle orecchie dei media e della Rete, soltanto oggi.. 2)  dai commenti   al  video sulla pagina di repubblica  in particolare   quello  di o BorgognoAlessandro Borgogno  : <<  Io c'ero tre giorni fa, e l'ho scritto da subito. Ma non epr motivi tecnici. Il filmato è fatto molto bene e ormai si può fare qualunque cosa anche senza che sia riconoscibilie. Molto più semplicemente (e poco tecnologicamente) ho subtio portato una serie di elementi che rendevano molto poco probabile l'avvennimento. Dalla specie di aquila ritratta nel video, al luogo, alla situazione, al fatto che una cosa del genere si sarebbe saputa anche da altre fonti e non solo da un video su yotube, da alcuen regole basilari del comportamento animale, etc etc etc... >>
Mi ha  lasciato  incredulo \ meravigliato , forse  perchè  sono abituato ai  bla  bla  bla  fra  i complottisti  e  gli  anti complottisti  che per porre fine al dibattito che si era scatenato  sulla rete, tra gli esperti di computer grafica che avevano già "fiutato" il falso e chi, invece, riteneva possibile l'attacco testimoniato dal video.  ci  sia  voluta un'ammissione di "colpa" in piena regola  da  parte  degli stessi autori . Quattro ragazzi ventenni che l'hanno ideato: Normand Archambault, Loic Mireault, Antoine Seigle e Felix Marquis-Poulin. Tutti quanti studenti di animazione 3D al NAD Center di Montreal. Il loro professore gli aveva dato un compito: "Create un falso video in grado di diventare reale". E loro, grazie all'esperienza nella computer grafica, lo hanno svolto alla perfezione. "Siamo senza parole - affermano i ragazzi all'indomani del fake che ha tratto in inganno i media di tutto il mondo - Non pensavamo che potesse accadere tutto questo". E rivelano, poi, come è nata l'idea del filmato: "Abbiamo analizzato YouTube e ci siamo accorti che gli animali e i bambini sono i protagonisti dei video più cliccati". Il portavoce del NAD Center in cui studiano i ragazzi aggiunge: "Sia l'aquila sia il bambino sono stati creati con l'animazione in 3D e solo successivamente sono stati inseriti nel filmato originale".Ma  soprattutto il  fatto  che Nessuno, però, aveva fornito le prove necessarie per definirlo con certezza un falso per porre fine al dibattito che si era scatenato ieri sulla rete, tra gli esperti di computer grafica che avevano già "fiutato" il falso e chi, invece, riteneva possibile l'attacco testimoniato dal video. Nessuno, però, aveva fornito le prove necessarie per definirlo con certezza un falso. E intanto il filmato dell'aquila continua a "volare" su YouTube, dove ha superato i 16 milioni di visualizzazioni. 
Quindi  si  può desumere   come  l'ornitologia  moderna  ..... L'ORNITOLOGIA moderna è in concorrenza con la mitologia *  e  di come  evadere e basta  anzichè cercare u compromesso  fra fuga \  fantasia   e realtà  si preferisce  credere  alle  bufale 


  da  repubblica  online  

La fortuna dei falsi sul web
L'ultimo episodio è il video di un rapace che prende un bimbo: subito milioni di contatti ma era un fake. Dagli spot per prodotti inesistenti agli scoop-burla, ecco che ricorre a internet per i suoi scherzi globali

di VITTORIO ZUCCONI







ERA il 1984 quando il mondo rise della "beffa di Modigliani", le tre teste false ripescate da un canale di Livorno. Lo scherzo, si direbbe oggi, diventò "virale", fece il giro del mondo, generò scandalo e possibili arresti. E fu ben poca cosa, in fondo una burla di provincia, rispetto all'alluvione di falsi, di "fake", che oggi, trent'anni dopo, galleggia sull'oceano di Internet.
un estratto   dal video 
E che il caso dell'"Aquila e del bambino" ha riproposto. Quando tre ragazzi del Centro di Montreal per l'animazione cinematografica in 3D hanno prima diffuso su YouTube la clip di un'aquila che ghermisce un bambino in un parco e poi hanno ammesso di averlo creato in studio, l'intera e immensa videoteca globale è tornata sotto accusa e sospetta. Anche se esperti di "Cgi", di animazione computerizzata e di effetti speciali hanno impiegato poche ore per smascherare il falso, magari semplicemente notando che quella specie di aquila non vive nella zona di Montreal e che le ombre erano sbagliate, almeno venti milioni di persone lo hanno visto e milioni di madri hanno rabbrividito. Non è accaduto, non potrebbe neppure accadere, ha comunicato il Centro di Montreal, ma la discussione si è subito spostata dal rischio dei bambini attaccati dai rapaci al rischio di essere ghermiti dai falsi e dagli inganni visivi che infestano la Rete. Siamo tutti bambini, di fronte all'aquila del falso video.Non è stata certamente Internet a scoprire e sfruttare le infinite possibilità della falsificazione e dell'illusione ottica e la professione del falsario è antica. Ma il caso dell'"Aquila e del bambino" ha ripetuto quello che molti utenti e frequentatori della Rete preferiscono ignorare: che Internet è egualmente fonte di ogni possibile verità e di ogni possibile menzogna. Tutto ciò che è visibile è falsificabile. Qualsiasi studente di computer graphic può organizzare la propria Beffa Modigliani grazie alla velocità e alla potenza del più umile pc di oggi.Ci sono interi siti porno costruiti sulla sovrapposizione di volti celebri sulle spalle di protagonisti veri di acrobazie erotiche e oscenità assortite. Video con Ufo e alieni sono tra i prediletti e alcuni, come quello costruito nel cielo di Haiti, sono specialmente "autentici". Divenne celebre la sequenza di una madre che esplode colpi contro il figlio in un passeggino, protetto da una lastra antiproiettile che non esisteva altro che nella finzione video. E abbondano sequenze "girate" in luoghi ultrasegreti, come la sempre ghiotta "Area 51" nel Nevada. Pattugliare i siti, vegliare su YouTube che riceve 70 minuti di nuove clip ogni minuto richiederebbe, qualcuno ha osato calcolare, tra i quattro e cinquecento anni di tempo, secolo più secolo meno e comunque l'utilizzatore finale è generalmente disarmato di fronte al possibile falso. Il meccanismo psicologico difensivo della "sospensione della incredulità" che scatta quando entriamo in un cinema o guardiamo uno spettacolo televisivo o teatrale sapendo benissimo che né vampiri, né zombie, né hobbit o maghetti esistono, fatica a proteggerci dalla illusione che quei filmati siano autentici, come fu il primo, ingenuo pezzettino di Jawed Karim, uno dei creatori di YouTube oggi inghiottita da Google, nello zoo di San Diego.I media tradizionali, i cosiddetti mainstream, nella loro ricerca di pubblico contribuiscono alla confusione e accreditano il falso. Dal "Gattino Bonsai", infelice e inesistente felino allevato in bottiglia per miniaturizzarlo, alle "Scie Chimiche", panzane, scherzi, invenzioni rigurgitano anche sotto le bandiere di media rispettabili, che abdicano alla propria funzione di filtro per avere contatti. Avviene anche di peggio, come nel caso della Fox News di Murdoch o della augusta Cnn sorprese a mandare in onda immagini di violenza e di sommosse di strada girate in un Paese e attribuite a un altro, per "effetto".Sono la rapidità e la diffusione offerte dai nuovi strumenti a dare una qualità nuova a questo genere di fake, di invenzioni. La potenza del "Visto con i miei occhi" oltrepassa la diffidenza verso la parola scritta e conduce a effetti perversi. Un'università britannica ha dimostrato che soggetti cavia chiamati a raccontare un evento che hanno vissuto in prima persona cambiano la loro versione dopo avere visto un filmato dello stesso avvenimento falsato e ricostruito ad arte.In molti, quando uscì il devastante video di Mitt Romney che irrideva al 47 per cento di americani, si chiesero subito se quella ripresa amatoriale, attribuita a un cameriere, fosse un altro, un ennesimo falso. Non lo era. Ma le possibilità di inganni sono infinitamente superiori alla capacità del pubblico di vedere il trucco. Il mondo della politica, come da tempo quello della pubblicità, non può essere molto lontano dal capirlo e dallo sfruttarlo. Sesso, bugie, potere e YouTube.

 con esiti più o meno disastrosi  (  vedere  le dittature  del  novecento )  e  mandare il cervello in cassa integrazione e  rifugiarsi  nell'illusione  e nella  fantasia  . Insomma un ritorno al medioevo proprio come  evidenza   lo studioso esperto del medioevo  Jacques Le Goff  sia in questa recente intervista  sull'ultimo venerdì di repubblica  : << (....)  <<  in tutte  le  società e  in tutte le  epoche   l'umanità ha  bisogno   di mantenere  un contatto fra il reale e l'immaginario .Veda  il più recente  successo della fantascienza   non solo  fra  gli sprovveduti   (...)  >>  e in  uno dei  suoi libri più noti ed importanti  Le Moyen Âge aujourd'hui, Léopard d'Or, 1998

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emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...