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2.4.16

cosa non s fa per amore

enezia

Si fa un selfie e il cellulare finisce in canale. Si cala e lo recupera

Un turista americano le ha provate tutte per riavere lo smartphone regalatogli dalla fidanzata. "Meglio affrontare i canali di Venezia che una donna arrabbiata". Tutti i casi più curiosi: dagli anelli di fidanzamento alle fedi: un "tesoro" sott'acqua

VENEZIA. Un selfie di troppo e il cellulare di ultima generazione appena comprato finisce, ahimè, in canale. Per recuperarlo ecco cosa non si fa.
È successo a un turista americano venerdì 1 aprile: mentre si faceva un selfie da un sandolo nel campiello dei Meloni ha perso il telefonino da 900 euro nel canale.
Grazie all'aiuto del cuoco del ristorante “La Rivetta”, Roberto, che gli ha prestato una improbabile, ma efficace, muta da sub lo ha recuperato.


Ecco le curiose immagini inviateci dal nostro lettore Matteo Napoletano che ha ripreso la coraggiosa “spedizione” dell’uomo nei canali del centro storico.
«Quel telefono me lo ha regalato la mia fidanzata», ha spiegato il ragazzo, 28 anni, residente a Brooklyn, «ho preferito affrontare qualsiasi pericolo che dover aver a che fare con una fidanzata arrabbiata durante la nostra vacanza a Venezia. Ora lo metto in acqua dolce e poi lo asciugo. E speriamo bene».
Non è la prima volta che un oggetto di grande valore sentimentale finisce in canale. In uno degli ultimi casi era capitato a una coppia di ragazzi: lui aveva deciso di dichiararsi durante la loro vacanza a Venezia e per farlo aveva voluto presentare il suo anello di fidanzamento sotto il ponte di Rialto, ritenendolo uno tra i luoghi più romantici al mondo: neanche a farlo apposta l’anello era però sfuggito dalle mani della ragazza emozionata ed era finito in acqua. Davanti alle lacrime di lei, disperata, i vigili del fuoco hanno compiuto una “operazione di salvataggio del matrimonio in programma”, immergendosi in canal grande e recuperando il prezioso pegno d’amore.

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26.1.15

Non temo l’iphone che ho con me, temo l’iphone che è dentro di me

 

 La tecnologia non si rivela solo uno strumento utile a renderci la vita più facile, è un modo per cercare e ottenere conoscenza, bisogna solo imparare a fermarsi

  di Maria  Fioretti 25\1\2015









Riconosco l’iPhone come naturale prolungamento del mio braccio. Immaginare una vita senza, sarebbe un po’ come immaginare una vita senza amore. Terribile.
Riconosco che effettivamente si sta creando una discreta confusione tra soggetto e oggetto, nel senso che non si capisce più dove finisca la tecnologia e cominci l’uomo.
Sommersi dalla necessità di amministrare e fronteggiare una massa di nozioni enormi, perdiamo lentamente la cultura dell’io, rinunciando al processo conoscitivo e prendendo per buono tutto quello che viene dalla tecnologia. Ma esiste realmente questa necessità di recuperare il valore del soggetto rispetto a tutti gli oggetti di cui non possiamo più fare a meno? Potrebbe essere necessaria nell’epoca contemporanea una critica alla ragione tecnologica? Il progresso ha portato ad un generale miglioramento delle condizioni di vita, ovviamente l’approccio allo sviluppo tecnologico deve restare critico, pena il rischio dell’uniformità sociale. I fatti e le informazioni si moltiplicano, di conseguenza anche i canali a cui accedere, i nuovi media gestiscono totalmente la nostra esistenza online. Siamo in pieno caos, in balia della relatività e dell’indeterminatezza, della confusione del pensiero e dei valori. Inevitabilmente destinati a non comprare più un libro o ad andare in edicola, neanche al supermercato.
Servirsi della tecnologia senza rinunciare alla razionalità è la certezza alla quale aggrapparsi nel macrocosmo di questo terzo millennio, gelido e arrogante, che ci vuole tutti in solitudine a fissare schermi luminosi. La vita quotidiana viaggia ormai ad una velocità precedentemente impensabile e questo ha determinato profonde conseguenze sul pensiero e sulla cultura in genere. Il dramma reale è come adattarsi a tutto questo, accettando i limiti della tecnologia, senza rinunciare alle nostre capacità.
Si dimostra sempre più complicato far capire alla nonna che non posso mettere via lo smartphone perché ho urgenza di rispondere ad una mail mentre sono a tavola, perché mia nonna risponde ancora e solo ai tempi della natura.
Esiste un profondo contrasto tra le infinite possibilità del mondo tecnologico e il nostro essere comunque umani, ci saranno sempre più elementi del progresso che ci completano e ci modificano. Dobbiamo essere continuamente elastici, capaci di adattare noi stessi a circostanze sempre più moderne.
Questo non è necessariamente un male.
La tecnologia non si rivela solo uno strumento utile a renderci la vita più facile, è un modo per cercare e ottenere conoscenza, bisogna solo imparare a fermarsi quando si è soddisfatti, quando si pensa di aver momentaneamente migliorato l’approccio alla realtà facendo uso di uno strumento, evitando la dipendenza.
Lasciare che la tecnologia ci prosciughi l’anima sarebbe sbagliato quanto negarne le potenzialità in quest’era di riproducibilità tecnica, la vita biologica con i suoi bisogni di chiarezza e di intellegibilità non deve perdere il suo valore, ma non deve fermarsi o peggio fare passi indietro. In sostanza viaggiare di pari passo, uomo e tecnologia, soggetto e oggetto, fino a contaminarsi, perché l’una non è più possibile senza l’altra, accelerazione delle percezioni, forme nuove di convivenza inevitabili e necessarie.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...