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25.4.25

la resistenza non è solo il 25 aprile ma lottare tutti i giorni , la resisenza è ....

 


“Il 25 aprile non una festa comunista”.E dei liberali. E dei socialisti, e dei cattolici e degli azionisti e dei democratici e di chiunque abbia combattuto contro la dittatura per la libertà. E, se chiunque può dire, pensare e scrivere una tale bestialità storica è esattamente grazie al 25 aprile e alla Liberazione. “Il 25 aprile non è una festa ormai superata”.Sì, superata da chi ha sdoganato il fascismo in politica, nella società, dai nostalgici che lo ricordano e lo rievocano, da chi ha giurato sulla Costituzione e la stupra ogni giorno, da chi ha i busti del duce in casa, da chi al fascismo strizza l’occhio e ritira la mano.E nessuno che ricordi mai la più semplice delle verità: il fascismo non è un’opinione, è un crimine.“Il 25 aprile non è di tutti”.E non è per tutti, ma per chi conosce la Storia, la la Costituzione, la Dignità. Ma, in fondo, anche chi si può permettere oggi di non festeggiare il 25 aprile può farlo proprio perché il 25 aprile ESISTE. Perché il contrario di fascismo non è comunismo ma democrazia. Quella di cui tanti oggi godono senza meritarla.

23.3.23

Addio a Lucy Salani, unica donna trans sopravvissuta ai lager nazisti

 
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C’è un soffio di vita soltanto”: il doc sulla storia di Lucy, la transessuale sopravvissuta a Dachau
Una vita simbolo di Resistenza
 
  da  
iO Donna  23 MARZO 2023
STORIE E REPORTAGE

Addio a Lucy Salani, unica donna trans sopravvissuta ai lager

Lucy Salani è stata testimone diretta di uno dei momenti più bui e tragici della storia del '900: costretta a guardare l'orrore, ha saputo resistergli con forza e coraggio ineguagliabili
di SIMONA SIRIANNI





«Sono stato bambino, figlio e figlia, soldato, disertore e prigioniero, madre, prostituta e amante. Ma qualsiasi persona sia stata, posso dire con convinzione di essere stata sempre me stessa».
Aveva 99 anni ed era l’unica donna transessuale sopravvissuta ai lager: Lucy Salani si è spenta ieri, quasi centenaria, a Bologna dove viveva.

 frame    video  Lucy Salani, l’unica trans sopravvissuta ai lager

Nata come Luciano Salani a Fossano, nel 1924, era cresciuta a Bologna come uomo omosessuale. Antifascista, dopo aver disertato sia l’esercito fascista italiano che quello nazista, è stata deportata a Dachau nel 1944.
Per tutta la vita ha raccontato gli orrori dell’Olocausto ed è considerata dal Movimento Identità Trans l’unica persona transessuale italiana a essere sopravvissuta alle persecuzioni fasciste e naziste.





Lucy Salani in una foto di scena tratta dal documentario di Gianni Amelio “Felice chi è diverso” presentato al Festival di Berlino (Ansa)


«Lucy è stata una giovane poetessa e donna transgender riuscita a sopravvivere all’orrore del campo di concentramento nazista di Dachau. La sua vita è simbolo di Resistenza e di memoria storica. Il ricordo di Lucy vive nei nostri cuori e ci spinge a lottare con ancora più forza per affermare l’immenso valore dell’autenticità delle nostre vite» scrive nel suo commiato social l’Arcigay.
Una vita in salita
Una vita tutt’altro che facile quella di Salani che, avversata anche all’interno della famiglia, ha cominciato da subito a dover fare i conti con la grande storia a causa del suo orientamento sessuale.
Erano gli anni della Seconda Guerra mondiale e il suo destino fu quello di essere arruolata nell’esercito
La deportazione a Dachau come soldato disertore
Impossibile per lei sostenere quell’impegno, tanto da cominciare una lunga serie di diserzioni e fughe e vita nell’Italia occupata, prima di essere deportata come soldato disertore in varie località del nord Italia e poi a Dachau.
Alla fine della guerra, però, sopravvissuta al lager, Salani rientra in Italia a Bologna precisamente e dagli anni Ottanta ci rimane per tutta la vita.
Lo scorso settembre, a Milano, durante la prima festa dei Sentinelli in occasione della mostra, “Homocaust” che raccontava appunto le storie di persone passate dai campi di concentramento in quanto omosessuali, Salani aveva raccontato quanto fosse stato terribile durante il fascismo essere transessuale.
«Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Alla fine mi hanno sparato, ma sono sopravvissuta. La mia paura più grande allora? Di essere viva»
La sua drammatica vicenda è raccontata sia nella biografia di Gabriella Romano «Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale», pubblicata nel 2009 da Donzelli Editore. Sia nel documentario “Essere Lucy” realizzato da Gabriella Romano.
Lucy Salani: «Fiera di essere un intruglio»
E tra il 2020 e il 2021 Matteo Botrugno e Daniele Coluccini girano un altro documentario dal titolo “C’è un soffio di vita soltanto” che racconta le tappe dell’intera esistenza di Salani.
Una vita esempio di combattimento, attaccamento, rivendicazione di quanto fatto, con una grande certezza: essere fiera di essere «un intruglio».
«Se questo pianeta mi ha concepito così non l’ho chiesto, è la natura che si è ribellata, non so, era indecisa fra l’una e l’altro, e sono uscita io».

Procuratrice Ancona, 'non tutti i casi di violenza sono uguali'

© Provided by ANSA (ANSA) - ANCONA, 04 DIC - "Questa storia lascia l'amaro in bocca, non si possono trattare tutti i casi di violen...