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31.1.25

con il cuore e con la mente per essere felici


partendo sia dal ritrovamento mettendo in ordine la mia libreria e rilettura di una vecchia agenda agenda
smemoranda più precisamente quella 1994/1995:
Con il cuore e con la mente  (  foto   a  destra  )  
dal video sotto   estrapolato  dal film  
da Caro diario  di Nanni  Moretti   ho  incominciato  a     farmi     anzi   meglio  a  rifarmi   ancora  ,  perché   è direttamente  o  indirettamente      che me  le  faccio      sia   con  l'analista  e   poi  da  solo   da  prima   che   aprissi il  blog  e  poi  i  social )   queste  elucubrazioni  ....  ehm  ....     domande   come fanno     quest articolo della rivista Grazia  e    quest  altro  del sito  (  uno  d quelli  da me   consultati   per  il post   odierno  )


The lamenteemeravigliosa.it/ da me  rielaborato . 




   Esiste davvero una distanza insormontabile tra mente e cuore oppure sono due cose in una? Viene prima il cuore e poi la mente o viceversa? Chi vi guida nella ricerca della verità    e  alla  creazione della  nostra opera  d'arte  ? 
Lungo la nostra vita  \  opera  d'arte   affrontiamo infinite battaglie tra questi due poli che controllano i nostri sentimenti, emozioni, decisioni, successi e fallimenti. Ci troviamo a interrogarci di fronte a grandi dilemmi che finiscono con l’annullarci, fanno crollare la nostra coerenza e ci fanno sentire insicuri, perché la maggior parte delle volte non sappiamo fino all’ultimo se stiamo facendo la scelta giusta. Ed è
proprio quando dobbiamo prendere una decisione che entrano in gioco mente e cuore.Quale dei due dobbiamo seguire e ascoltare?
La verità è che nessuno di questi due elementi è migliore dell’altro e  non  possiamo  usarli  da  soli  . Non possiamo lasciarci guidare soltanto dal cuore , altrimenti verremmo travolti dagli impulsi e dalle voglie senza nessun controllo: c’è bisogno che la mente analizzi i nostri desideri in modo saggio e cauto, per evitare che i momenti di follia determinino la nostra fine. Tuttavia, non possiamo nemmeno seguire fedelmente la mente , altrimenti ci priveremmo della libertà di provare sensazioni e costruiremmo un muro che bloccherebbe il passaggio a tutte le emozioni e passioni che dobbiamo ancora scoprire e sperimentare.
Da questa breve descrizione,    da me  rielaborata   del già  citato
https://lamenteemeravigliosa.it/mente-o-cuore/
potete capire che non esiste o bianco o nero di fronte ad una scelta: si tratta piuttosto di un ampio ventaglio di grigi, di diversa intensità, che si riflettono in noi stessi. Non esistono due sfumature identiche, proprio come non esistono due persone uguali: per questo non c’è una regola fissa che valga per tutti, ma ognuno deve riuscire a conoscere e a saper utilizzare la propria. Dobbiamo imparare ad ascoltarci, a comprenderci, a conoscerci.
Se ci riusciamo, non ci saranno situazioni, decisioni, circostanze davanti alle quali non sapremo che cosa fare. Potremo sempre usare la nostra “regola”, quella creata appositamente per noi, perché estratta dal nostro cuore e la nostra mente. Ognuno di questi due poli ci avrà messo del suo, perché devono entrare in connessione senza creare conflitti: sono due parti di noi destinate a capirsi e collaborare, solo in questo modo riusciremo a essere davvero noi stessi.Fermatevi e imparate a conoscervi: è un percorso lungo, ma la meta è raggiungibile. Cercate la sfumatura giusta per voi e usatela come guida. È difficile, ma non impossibili se sarete fedeli e onesti con voi stessi. Sentite e sperimentate per riuscire a creare il vostro personale vincolo tra mente e cuore.Quando qualcuno\a  di noi unisce  cuore &mente  è  un eroe  in quanto la  logica   non basta    quando   ci  si mette  all'opera  Infatti  ma  ha   bisogno  di   sentimento  ( del  cuore  )  logica  ed  istinto   sono   dovrebbero essere   dentro  di noi    che  agiamo   con il  cuore  se  usiamo    solo l'emozioni  ed i sentimenti  o con la  mente  se  usiamo  l'istinto  o  la  razionalità . 



3.10.24

la mia sottile linea nera \ incubo in una notte buia e tempestosa

IL mio incubo  dell'altra  notte   Inizia  proprio come  la  storia  ( vedere   punti di riferimento  a  fine  post   )   dell'ultimo n   di Dylan Dog  ( sarà  perchè    avendo  letto   prima  d'andare  a  dormire      e  sono stato influenzato    ?  Mah  )


                 
  con  una macchia  d'inchiostro   sulla  pagina      della  " brutta "   di  un post    per  queste  pagine    che si espandeva    fino  a   di  ingoiare  i colori  del  mondo . Ogni  conflitto    ha  le  sue  cause   ma    quelli  interiori    sono  i più  difficili da  interpretare  .  Infatti    i pensieri   sembrano mobili pieni di spigoli   in cui  sbatti le  ginocchia  ad  ogni  passo .
 La  solitudine non assomiglia  a  una  casa   vuota  o  una  coperta  fredda  , ma   un diario   senza annotazioni  .  Un mio amico   intimo e   appassionato letterario   e  poeta   mi    dice  la  stessa battuta   usata   nel  citato   n  di Dylan dog  : << Sei triste   quando sei  da  solo perchè  sei in  cattiva  compagnia  >>  .   
 Decido  quindi  di uscire  sotto la pioggia a fare  un giro  . 
Camminando  assorto  nei  miei  pensieri  cioè filosofando  ed incurante  della  pioggia      che   man  manom aumentava    mi  sovviene l'affermazione  che  qualcuno ha  detto   che   interrogarsi   sul significato  e  sul  valore  della vità   è una  follia  .

 Mi siedo su una  panchina   e mi  arriva un foglio di   giornale       contententi    queste  versi 

[....] 
Ci sono acque spinte alla gioia da venti mutevoli
E illuminate da cieli splendenti, tutto il giorno.
E poi il gelo, con un gesto, ferma le onde danzanti
E la loro vagante bellezza. E lascia una bianca
Immacolata gloria, un’intensa radiosità,
Una vastità, una pace luminosa, sotto la notte.

 di   Rupert Brooke (  1887  -  1915 )  poeta inglese    morto a  27  anni durante la prima  guerra  mondiale    noto  soprattutto per i suoi sonetti ispirati dalla guerra, tra i quali assai noti sono  : I morti e Il soldato ....  da https://musashop.wordpress.com/

  che     inizia  a  piovere   e    a  tuonare   . Che  scioccco   , sarà perchè   amo  la pioggerella   me  ne sto  li con intrizzito   e  con i vestiti umi  di fin quando   visto   che stava aumentando   decido      di  correre  a casa  . Quando viene in mio soccorso  una  donna .  E come  per  magia  dal sonno agitato sono passato   ad  un sonno più  calmo  . Stavo    .....   quyando   poi  è    suonata   la  sveglia     e  alle  tenebre    è  seguita  l'alba   .
  Al risveglio    e  durante  i primi minuti della  colazione    , anzichè dire  buongiorno ai  miei  e  dare  a  mangiare   al gatto , mi chiedevo   se  avrai  potuto innamorarmi  di una donna simile  .....  la cui differenza  d'età   era  irrilevante  , era   attraente certo   ma  soprattutto   aveva  una  particolare  vibrazione   e sensulità nella voce    che non riuscivo a  distinguere   con chiarezza ma  che  emanava  un senso i forza   e  di tranquillità   e serenità allo stesso tempo . Poi   la  voice  in sottofondo  dei  miei  e del tg  mattutino  mi riportano alla  cruda  realtà  .  Il  sole  è già sorto   devo finire  di fare    colazione       ed  iniziare  la mia  giornata    lavorativa   c'è    da mettere  paglia  e  foglie     per  evitare  che le piantine di  finocchi e dei cavoli vengano  coperti da  erba   . 

       punti di riferimento ( fumetti , canzoni , e altro   di cui  si accenatoe  citato nel post )
 

22.5.24

DIARIO DI BORDO N 52 ANNO II . Ingegnere cambia vita, si licenzia e molla tutto: «Giro il mondo in bicicletta» ., Ferite e vive per miracolo dopo incidente stradale si scattano un selfie sul bordo della strada ., ed altre storie




 Nnon è  mai troppo tardi per  cambiare  vita  e  rimettersi indiscussione  



Alex Battiston© Anthology

SAN VITO - Mollare tutto e fare il giro del mondo. Un pensiero che fa capolino nella mente di molte persone, almeno una volta nella vita. Alex Battiston lo sta facendo davvero, in sella alla sua bici. Classe 1985, il viaggiatore è originario di Sesto al Reghena. Dal borgo si era poi trasferito nella vicina San Vito, ma da una decina di anni la sua vita è in Finlandia. A portarlo nel nord Europa, la sua tesi di laurea incentrata sull'automazione. Alex è un ingegnere meccatronico e con i suoi studi si era guadagnato un'ottima posizione lavorativa a Helsinki. Un incarico che negli anni gli ha dato molte soddisfazioni, e che non ha lasciato a cuor leggero. Qualche settimana fa, la scena quasi da film. L'incontro con il capo per comunicare «mi licenzio e mi metto in viaggio». «È stata una scelta difficile racconta Alex -, ma avevo questo sogno da tanti anni e non volevo aspettare ancora. La cosa bella è che sono stato non solo compreso, ma anche appoggiato. Hanno capito tutti il valore che ha per me questa esperienza». 150 mila chilometri da percorrere su quello che da sempre è il suo mezzo preferito, alla scoperta di culture diverse, bellezze naturali, sapori e profumi di ogni parte del globo. Un tour che richiederà più di tre anni. E soprattutto un cambio d'abitudini radicale, dalla quotidianità "tradizionale" del lavoro in azienda, a quella nuova e a volte imprevedibile dell'avventura.
LE TAPPE
Ma da buon ingegnere, Alex è organizzato: tenda, materassino, fornello a gas da campeggio, piccoli attrezzi per la bici, telefono e pc, e lo stretto necessario per spostarsi in sicurezza. Il viaggio è cominciato qualche giorno fa dalla Finlandia, con un traghetto per arrivare a Tallinn, capitale dell'Estonia, e cominciare a pedalare «tra foreste - spiega Alex -, piccole città e gemme quasi sconosciute che meritano di essere viste». In questi giorni continua il tragitto in direzione sud-ovest, che toccherà, oltre ai Paesi baltici, la Polonia, la Slovacchia, l'Austria e la Slovenia. In Italia non mancherà la tappa in Friuli Venezia Giulia, per salutare la famiglia, e poi via per la Francia, l'Andorra e la Spagna. Terminata la parte europea del tour, sarà il turno dell'Africa, un momento molto atteso dall'ingegnere, che pensa al deserto del Sahara, e ai colori e alle ombre delle foreste tropicali. Pedalerà lungo tutta la costa occidentale del continente nero per poi risalire a est e arrivare in Etiopia. Seguiranno i soggiorni in alcuni Paesi del Medio Oriente, in India, Bangladesh, Thailandia, Malesia e Indonesia. E giù, fino all'Australia. «Un "must" - commenta Alex per chi come me ama i deserti». Il ciclista raggiungerà poi il Sud America e si sposterà verso l'emisfero Nord. Argentina, Cile, Bolivia, Perù e Colombia. E ancora Panama, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Guatemala, Messico, per finire con gli Stati Uniti, da percorrere da ovest a est.
SUL SUO SITO
L'itinerario di Alex è pubblico, si possono leggere tutte le tappe sul suo sito, World On Bicycle. Nel portale, così come nei suoi canali social, l'ingegnere condivide foto e video della sua avventura. Scrive e parla in inglese, così da rendere i suoi contenuti fruibili per un pubblico più ampio possibile. Alex non nasconde di avere un ulteriore sogno: trasformare la sua passione in un lavoro, proprio grazie all'ausilio dei social media. Una passione che gli ha trasmesso il nonno Felice, «che mi ispira - spiega - ogni volta che conquisto una salita», e che nel tempo è cresciuta. Il desiderio di affrontare in bici sfide sempre più ardue è stato alimentato anche dal mondo del web, caro all'ingegnere. «Ho fatto i primi viaggi in Irlanda, Scozia, Islanda e Toscana - conclude - spinto da alcuni video visti su YouTube. Ora vorrei anch'io motivare altre persone, ispirarle a inseguire i loro sogni. Tutto si può fare, basta volerlo».


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leggendo   su https://www.fanpage.it/  la  vicenda      riporta  sotto  

Mi chiedo e mi sono sempre chiesto ( vedere il precedente post : << perchè non dobbiamo diffondere ulteriormente e non ho guardato ed diffuso il video della pompa di benzina di brescia o dintorni >> d'appassionato fotografo , io che volglio sempre cogliere l'attimo e fare foto da bastard inside 😇😂 agli amici senza chiedere di mettersi in posa , perché c'è un bisogno così costante di scattare una foto di tutto ciò che facciamo. Stiamo raggiungendo un livello ridicolo ed esagerato solo per attirare l'attenzione"? .

Ferite e vive per miracolo dopo incidente stradale si scattano un selfie sul bordo della strada
È accaduto in Messico, dove due ragazze gravemente ferite dopo un incidente stradale si sono scattate un selfie sul bordo della strada in attesa dei soccorsi.

                             A cura di Davide Falcioni

Scampate alla morte per miracolo dopo un terribile incidente stradale hanno trovato la voglia e il modo di scattarsi un selfie. Sta facendo discutere l'immagine scattata in Messico di due donne insanguinate, gravemente ferite e sedute su un marciapiedi intente a scattarsi una fotografia dopo essere state protagoniste di uno schianto nel quartiere Lomas del Mirador della città di Cuernavaca.
L'incidente è avvenuto sabato sera: nella foto scattata da un passante si vedono due ragazze sedute sul
bordo di una strada con lo smartphone in mano, intente a scattarsi un selfie mentre tutto intorno gli altri occupanti della vettura incidentata erano intenti a chiamare polizia e ambulanza. L'auto sulla quale viaggiavano intanto era ribaltata in mezzo alla strada con i finestrini rotti. Il sospetto delle forze dell'ordine è che lo schianto sia avvenuto a causa dell'eccessiva assunzione di alcol da parte della persona al volante.
Stando a quanto riferiscono i giornali locali entrambe le ragazze protagoniste del selfie avrebbero riportato ferite gravi e sarebbero state condotte in ospedale insieme agli altri tre occupanti della vettura. I dettagli dell'incidente non sono stati resi noti e le autorità messicane stanno ancora indagando, tuttavia online si è scatenato un acceso dibattito sulla "scena del selfie"


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9.3.24

8 marzo : festa, commerazione ? o festas e commemorazione ?

E voi? Festeggiate la donna o i diritti della donna?I discorsi sul genere polarizzano ancora molto l’opinione pubblica. E questa è già la prova di quanto siamo tutti prevenuti e di come non ci consideriamo uguali.
L’uguaglianza deve partire dalla mentalità del privato prima ancora che dallo Stato. Infatti   dopo il mio  speciale  sull'8  marzo  e    il post   <<  Donna,vita, libertà contro la cultura della guerra e della morte /e basta retorica alla mimosa…. >>  di Pier Luigi Raccagni  e  qello di Cristian   Porcino che   sono   , sopratutto  il primo  ,   anche   una  risposta  a chi  vedendo   la mia  fotodella manifestazione     d'ieri   (  la  trovate  fra quelle    messe nel mio reportage   ) mi  chiede   : << Ma cosa c'entrano quelle bandiere con la giornata dell'8 marzo ?  >> . Ecco quindi  che  i dubbi  già  espressi  prima di  me  da  questi video  di story  impact  italia   ( I   II  )   mi  risuonano   nella mente    .Ed  ho  qui  deciso     di    riprorli .  Per  voi la  festa  delle  donna   è   un giorno di festa   o  commemorazione   ? voi  cosa ne pensate  avete  festeggiato  ,  commemorato , o  festgeggiato   commerando  ?    c'è  la parità   dei sessi  oppure  dobbiamo  ancora  arrivarci   scrivetelo se  vi  va  nei  commenti  . 

11.11.23

smettere di farsi le seghe mentali è un illusione ma a volte ci si riesce da soli altri volte con l'aiuto indiretto d'altri

google

Infatti  come  da  titolo     dopo    aver  visto  il    video   delle  pagine  \  account  che  seguo

       la  cui  (  io almeno  l'ho  interpretato  cosi   ) La cui morale di questo video che hai voluto trasmetterci, è che dobbiamo credere in noi stessi e amarci. E stare a sentire di più ciò che ci suggerisce l'angioletto 😇o  il diavoletto 😈.Ecco  quellòo che  mi   è  sucesso qualche  giorno  fa  . M'ero
immedesimato    nella  vicenda  della    protagonista  di BLANCA  II    che  deve  << prendere  dlorose  decisioni    durissime  e di  come   non sia  facile  ma purtroppo  nolenti o volenti   esse  vadano prese >>
Ecco   che  il mio  giudice  interiore   mi  chiede  : 

<<     vero  quello  che  doici  . ma  come  fare >> .
Io  : <<  accettarle  >>
 Lui  : << Ok  ma  come >> 

Gli ho risposto       che non mi và  di fare   questo   gioco  e  lucubtratorio del botta  e risposta . E  che  basta  guerra  interiore    cerco un atimo  di pace  .  E  lui  come  come se  l'avessi ucciso \  messo a  tacere    per  magia ha  smesso    di  tormentarmi   .  Credo  che   abbia   capito ,   almeno  fiuno alla prossima  volta   che   Non si  può    semre  a  combattere   contromi  nostri  giudici interiori  .  Ma  cvredere  in noi 




29.10.23

ogni passo è un passo avanti

  mi faccio    la  stesa  domanda   e mi  do  la stessa   risposta    della  nuova  pubblicità   di calzedonia  “Ci dicono che per andare lontano, bisogna andare sempre avanti. Ma che significa, avanti?”.  Ora    mi direte ma non  avevi come  dichiarato in : << a volte basta poco per smettere di elucubrare inutilmente ( le seghe mentali ) >> smesso  di  farti   seghe  mentali  ? .
 Diciamo  che  sto  provando  a  smettere  ,  almeno per   quelle  inutili   tipo  quella  del post precedente  . ma   Questa domanda mette in discussione il concetto stesso di progresso e ci invita a considerare che spesso “andare avanti” significhi superare limiti invisibili e cliché che ci ostacolano nel percorso verso la nostra vera realizzazione.  Infatti la campagna “Ogni passo è un passo avanti”  : << avanti può essere un cambio di rotta , una discesa , o addirittura un passo indietro perchè avantgi può essere in qualsiasi direzione basta che ci orti dove vogliamo arrivare >> .
N.b
se dovessi , causa problemi auditivi gravi,averlo trascitto male sotto c'è il vide della pubblicità in questione .

 esprime il desiderio di evadere dai modelli preconfezionati e mette al centro le scelte individuali e l’importanza di superare i confini imposti dalla società.  Se Calzedonia continua a sostenere l’individualità di tutte le donne, invitandole a fidarsi delle proprie risorse interiori,  lo stesso  discorso   vale anche  per  noi  uomini

Calzedonia, la nuova campagna 2023 "Ogni passo è un passo avanti"

 

 Secondo  https://www.wondernetmag.com/  del   23\10\203        da  cui  ho presoanche la  foto      sopra    <<  Con la nuova campagna 2023, Calzedonia offre un nuovo punto di vista a tutte le donne. Pone l’attenzione su nuovi orizzonti in cui avanzare non è limitato dalle direzioni imposte dalla società. Calzedonia celebra i molteplici modi in cui le donne affrontano il viaggio della vita, sottolineando che quando si tratta di realizzazione personale, qualsiasi direzione intrapresa è sempre la giusta. Ogni passo che facciamo ci porta più vicini alla nostra autentica realizzazione.>>Perchè qualsiasi scelta, se consapevole e convinta, può essere uno strumento per avanzare nella vita

11.1.23

Qual è il confine fra adattamento e piegamento?


da  google

bella la domanda di Giorgio Pisano vedi titolo del post .la  risposta   dipende da caso a caso a  caso   e  da  persona  a persona  . 
Per  alcuni\e   non  c'è  nessunoi confine .E' la stessa parola vista da una visuale differente ma che alla fine vede l'individuo adattarsi a seconda delle circostanze che possono essere, in quel momento, positive o negative x chi si interrelazioni.  Per  altri  Il confine è il "bisogno" e la "dignità". Mi PIEGO quando ho bisogno, mi ADATTO quando non viene toccata la mia dignità.
Un  confine labile  o  di  difficile   marcatura    visto  che alcuni  commenti      al post  di  Giorgio pisano  
  

 
 
Valentina Viaggiu
Confine a volte impercettibile: in una relazione pensi sia necessario adattarsi, ma poi, a distanza di tempo, ti rendi conto fosse mero piegamento.
 
Nino Stagi
Il confine è la sopravvivenza....
L'adattamento può aiutarti a superare le ostilità...
Il piegamento invece le subisce con rassegnazione..
Lo spiega benissimo il film la vita è bella...
Anche nei momenti più difficile il sapersi adattare può rendere le ostilità più facili d'affrontare

 

Visto    che  un  altro  commento     dice

Maurizio Porceddu
Adattarsi è una cosa piegarsi totalmente un’altra dare il proprio pensiero sempre non è da tutti quindi il confine è dove vogliamo essere secondo il proprio stile di vita.

 


Ora Nel mio caso mi barcameno fra e due opzioni , ovviamente senza vedermi e cercando il più possibile di manenere la mia dignità e il mio spirito critico ed il mio libero  arbitrio quando adeguarmi o quando no
 
  Infatti  concordo  con  Frida Sam Laped ; << Un piegamento rende succubi, l'adattamento è intelligenza, che si basa appunto sulla capacità di adattarsi alle situazioni.>>.Ecco  che nell' adattamento vedo difficoltà, sofferenza, rinuncia. Ma anche disponibilità, generosità, empatia, crescita  , pluralismo   ed  apeura     culturale  ....  non perdi la tua personalità, ti metti in discussione e contestualmente migliori o   hai  la  conferma  se  la  strada intrapesa  è giusta  : in parole  povere  sei soddisfatto  e  arrichito  .
Nel piegamento generalmente   perdi di vista te stesso: ovvero  sei frustrato soprattutto    quando avviene   passivamente  .Infatti  il mio motto  è  sempre in viaggio anche dentro se stesso . padrone di niente servo di nessuno se non di se stesso



18.7.20

inizio a riordinare i pensieri per i 50 anni

 in sottofondo   Zitti zitti (il silenzio è d'oro)- Aereoplani Italiani

Era  un po   che   non  scrivevo  di  me   o condividevo  con   voi cari lettori \  cari lettrici,  o meglio anime  che  passate di  qua  , ma   visto il mezzo del cammin della  vita  (  i 50 anni )    sentito la  necessità  di rimettere ordine  nel percorso  fin qui fato e decidere  cosa  tenere  e cosa  buttare   ed  quindo riordinare  i miei pensieri .
Il silenzio: Uno spazio dell'anima (Einaudi. Stile libero extra) di [Erling Kagge, Maria Teresa Cattaneo]
Infatti leggendo " il  silenzio  uno spazio  dell'anima "   di Eerling  Kagge  [  copertina  a sinistra   ]  Sto imparando  a  riscoprire  il silenzio  ed  a non vederlo quando lo incontro  quindi   a    viverlo  come un'anomalia invece di apprezzarlo,    cioè  a  sentirmi  a disagio. Ad  immergermi in un silenzio interiore, oltre che esteriore  a   vederci   un immenso tesoro e una fonte di rigenerazione che  ni  tutti possediamo a cui è però difficile attingere, immersi come siamo dal frastuono e nella  routine della vita quotidiana. In modo  che  quando  vada   a  concerti   di   di musica   sinfonica  ( ma  non solo    visto  che  come  dice  l'autore  stesso   e   come   si scopre   ascoltando musica  a  360 gradi senza preconcetti aprioristici    esso si trova   anche   se  in maniera  diversa    in   generi  e  composizioni i  video sotto  )  riesca   a capire  meglio le pause  \ i silenzi  ed  applaudire  quando devo applaudire   e non fuori  luogo  .
Ma che cos'è il silenzio? Dove lo si trova? E perché oggi è più importante che mai? Queste sono le tre domande che Kagge si pone ( e che noi tutti dovremo potrci ) e trentatre sono le possibili risposte che il libro offre. Trenta tre riflessioni scaturite da esperienze, incontri e letture diverse, e tutte animate da un'unica certezza: che il silenzio sia la chiave per comprendere più a fondo la vita. Oltre che viaggiare \ rilassarsi o evadere \ meditare 



  senza  droghe  ed  alcool  .  Anche  se   essa  è  la  più complessa    perchè  capita   che  ti vengono alla mente  pensieri  , rimorsi  , rimpianti  ,  ecc  .  Ma


Monito terrorista che la retta è per chi ha fretta
Non conosce pendenze smottamenti rimonte
Densamente spopolata è la felicità
Preziosa
La felicità è senza limite e viene e va
Viene
Viene e poi se ne va

In pratica   l'autore    c'indica  la strada   a noi decidere  se percorrerla  uguale   o  in modo diverso   o  uguale  ,  attivo  o passivo  , lasciarci  avvolgere   o reagire  .  Perché cercare il silenzio   non vuole dire  voltare  le  spalle al mondo  e  sfuggire  alle  proprie responsabilità  ,  ma    capirlo  ed   osservarlo  nelle  sue sfaccettature  positive  o negative     che   siano  .  E  capire     che esso  non  è  solo   un vuoto inquietante   che  da  origine  ad  elucubrazioni mentali  o  a volte proigetti interessanti   ma  l'ascolto    dei suoni  interiori che   abbiamo  sopito  






concludo    con   questa recensione     trovata  su  Amazzon 

Recensito in Italia il 16 marzo 2019
Acquisto verificato
Una lettura appassionata e rilassante sul silenzio. Sottovalutato dalla maggior parte di noi, potrebbe essere la cura naturale per molti problemi della vita quotidiana. La riflessione è divisa in capitoli e in ogni capitolo emerge una particolare attitudine dell’autore sulla meditazione silenziosa. Consiglio a tutti questo meraviglioso scritto e aggiungerei che può realmente aiutarci in questo mondo super-rumoroso.


  non  so  che  altro  dire  se  non  



19.4.19

a volte basta poco per non pensare ai cialtroni dei nostri politicanti eletti in regione e riflessioni varie



Vasco Rossi - Basta Poco


Risultati immagini per basta pocoVedendo  ieri  sera     Raffaella Carrà    che  intervistava  Riccardo Muti    mi chiedo :  Ma gli intellettuali ed  artisti  italiani    non  conformi al  sistema   anziché  emigrare   o  andare  a ricoprire  incarichi  all'estero  farebbero meglio a lottare 🤼in Italia anziché esportare la cultura italiana all'estero e farcela clonare   contro : i muri di gomma, i mulini a vento , burocrazia , analfabeti se mi culturale ,ed altri vizi italiani   ?
Dopo questa elucubrazione mentale , me n'è venuta , dopo la vittoria della La Dinamo ( squadra di basket sarda )  che  ha  conquistato l'accesso alla sua prima finale europea ed entra nella storia. 
Infatti  Meno male che ci sono la dinamo Sassari (basket ) il vino anzi i vini ( visti i premi nazionali ed internazionali ricevuti dalla sardegna in ambito vinicolo ), e le birre artigianali sarde   che ci tirano su contro questi cialtroni che sono da sue mesi dalla vittoria alle regionali che non riescono a fare una giunta . E i problemi della continuità dei trasporti con la penisola s'aggravano

23.12.18

la risposta è nel vento

  canzone  consigliata  
una delle mie tante elucubrazioni \ seghe mentali destinate a finire nel vento a che serve creare \ vivere se la tua opera viene ditrutta e tu devi semore ricostruire , villipesa o usata d'altri magari spacciandola per propria ?
   credo che  la  risposta   ,  per  il momento  ,    ,  sia    qui   in questa  canzone  in particolare  in queste  rime  qua 



Ma c'è un gioco da fare e una ruota che riparte E un vagabondo sa che deve andare avanti. in fondo non è niente È la vita È la vita soltanto

24.11.18

seghe mentali e riflessioni varie



Ogni tanto mi vengono in mente delle elucubrazioni \ seghe mentali che dovrebbero essere " lasciate morire " cioè non cisi dovrebbe soffermare sopra e lasciarle libere nel vento . Ma stavolta deciso di bloccarla e di fermarla mettendovela per iscritto .




Da ragazzo , ed ora lo faccio di nuovo , chiedevo cosa è puiù costruttiva l'utopia o l'illusione ?
Come al solito l'altra parte di me , quella che lotta per   eliminarle  , in quanto   da quanto ho  appreso dalla lettura    di  Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita di  Giulio Cesare Giacobbe libro di pubblicato da Ponte alle Grazie nella collana Saggi
Risultati immagini per come seghe mentali

 che solo le più dure vanno eliminate  le  altre  le   sue  può ridurre    e  poi  se   vuoi    eliminarle , mi  dice   :  << ma  che  razza    domande    ti  fai   ? logico  che  sai   analizzi le  due   definzioni  

utopia
/u·to·pì·a/
sostantivo femminile
Quanto costituisce l'oggetto di un'aspirazione ideale non suscettibile di realizzazione pratica.
"è un'u. la perfetta uguaglianza tra gli uomini"
PARTICOLARMENTE
Ideale etico-politico destinato a non realizzarsi sul piano istituzionale, ma avente ugualmente funzione stimolatrice nei riguardi dell'azione politica, nel suo porsi come ipotesi di lavoro o, per via di contrasto, come efficace critica alle istituzioni vigenti.
Origine
Nome coniato da Thomas More nel 1516, con le voci greche ū ‘non’ e tópos ‘luogo’; propr. “luogo che non esiste”
Ulteriori   approffondimenti   https://it.wikipedia.org/wiki/Utopia



illuṡióne
Vocabolario on line
illuṡióne s. f. [dal lat. illusio -onis «ironia» (come figura retorica) e nel lat. tardo «derisione», der. di illudere: v. illudere]. – 1. In genere, ogni errore dei sensi o della mente che falsi la realtà: un remo immerso nell’acqua dà l’i. di esser piegato; il pittore crea con la prospettiva l’i. della profondità; i. dei sensi, della fantasia, dell’immaginazione. In psicologia, ogni percezione della realtà falsata dall’intervento di elementi rappresentativi associati allo stimolo sensoriale così strettamente da essere considerati di natura oggettiva e riferiti all’oggetto che il soggetto crede di percepire (distinta quindi dalla allucinazione, che è invece la percezione di una realtà totalmente inesistente); i. da disattenzione, affettive, ottico-geometriche, dovute rispettivamente a un insufficiente stimolo sensoriale, a particolari stati emotivi, al contrasto tra ciò che si vede e la realtà fisica dell’oggetto (per es., una serie di linee effettivamente parallele che invece appaiono variamente convergenti o divergenti; v. fig. a p. 772). 2. Inganno della mente che consiste nell’attesa di un atto o di un fatto destinato a rimanere irrealizzato, nel concepire speranze vane, nel formarsi un’opinione inesatta (in genere troppo ottimistica o favorevole) su persone o cose, nel dar corpo a ciò che non ha consistenza reale: vivere, pascersi d’illusioni; cullarsi nell’i.; distruggere, dissipare un’i.; non ci facciamo illusioni e guardiamo in faccia la realtà; e seguito da complemento o da prop. oggettiva: vivere nell’i. di un futuro migliore, di poter cambiare il mondo; scròllati di dosso l’i. che siano gli altri a dover pensare a te. 3. ant. Derisione: la i. di Cristo (Cavalca).


hai gia risposta  e sai  già qual  è  quella  costruttica e quedlla distruttiva 
ok  grazie  

Dopo  aver , per  l'emnnessima  volta  ,   sviscerato  questa mia    sega mentale     , ecco altre riflessioni   

  • E' inutile stare  al mondo  e  riflettere  sul  su starsi   se non prendi delle responsabilità
  • quando una cosa ed una persona    non ti da' niente  o  ti  dà solo  negatività lasciala   prima  che   sia  troppo tardi  e  diventa  più complicato  e  difficvile  uscirne   \  liberarsene  
  • le paure  vanno affrontate      cosi fanno meno   paura  
  •  i ricordi    devono  ad  andare  avanti  non bloccarti  facendoti  cadere nella  nostalgia  e  nel rimpianto 
  • non sempre  sei tu a cercare  i guai ma  sono loro  che  cercano te   quindi non  farti venire  problemi  dandoti addosso 
  •  ci sono vittorie  che valgono come una sconfitta





9.9.17

sulla strada [ dev'essere la strada a cercare noi o noi. a cercare la strada ]

 in sottofondo   \  musica  consigliata




Ora in un momento di tregua fra il maldi denti \ mai.l di testa sono riuscito a trovare gli appunti sulla mia moleskina cosi da riprendere il mio post sospeso e di cui vi avevo fatto cenno qui sul blog ( non chiedetemi quando perchè non ho scritto le date esatte , ricordo solo che era tra luglio ed agosto ) . Il tema era questo dobbiamo essere noi a cercare la strada o la strada a cercare noi ?
Dipende proprio come l'omonima  cvanzoned     sotto riportata

Dipende, da che dipende,
da che punto guardi il mondo tutto dipende
Dipende, da che dipende,
da che punto guardi il mondo tutto dipende





se vuoi vivere una vita passiva o attiva oppure cercare una via di mezzo . Io preferisco la via di mezzo perchè nella vita




  a volte è la vita \ la strada a trovare te  ed  ad  offriti  l'occasione  se percorrerla  con droghe  o  con la mente  oppure   con il potere  che  noi  abbiamo    dell'immaginazione  e della  fantasia



22.6.17

dev'essere lo stato a ricordare o gli interessati ? dubbi sulla proposta di alessandra berardi sorella della sequestrata cristina bverardi


anche  se   voi  credete  assolti    siete lo stesso coinvolti 

in questi  giorni su  siti  e  giornali  locali  ed  alcuni flash  d'Ansa  ed  aaenzie  (  destinati   al  90  %  a   essere regalati in cronaca   locali    anzichè nazionale   e quindi ad essere  dimenticati   e  sostituiti  d'altre  notizie   , spesso frivole  )   d'informazione  è comparsa  questa  news  

Ricordiamo, raccontiamo, intitoliamo strade per vittime dei sequestri di persona (Alessandra Berardi)
  da http://sardegna.admaioramedia.it/   del  20 giugno 2017


20 giugno – 19 ottobre 1987: la voce strozzata di mia madre, al telefono, che diceva qualcosa di assurdo: “Hanno preso Cristina”. E io che non capivo, mi rifiutavo di capire.
Stamattina, trent’anni esatti dal sequestro di nostra sorella Cristina, tenuta dai banditi per quattro mesi tra le forre dell’Ogliastra, liberata dall’eroica Squadra Catturandi della Polizia di Stato. Sequestro seguito da attentati e da altre disgrazie e paure e malattie per la mia famiglia, e ovviamente dai segni di quell’esperienza per Cristina. Dei colpevoli, solo il telefonista fu catturato e ha scontato la pena. Per il resto, fascicolo di indagine riaperto solo nel 1998, ricerche tardive, esame del Dna inattendibile per pronta distruzione della maggior parte dei reperti da parte di un giudice, cattiva conservazione dei reperti analizzati. L’ideatore e basista-colletto-bianco e i latitanti – sua manovalanza criminale – individuati, anche grazie alla perspicacia e alla tenacia di nostro padre: ma nulla di fatto a loro carico, per mancanza di prove, tanti anni dopo.
Resta la felicità che lei sia tornata, e che tante persone buone ci siano state vicine. Molti sequestrati non sono tornati mai, altri sono ritornati in condizioni terribili. E in Sardegna, neanche una strada – a quel che mi risulta – intitolata alle “Vittime dei sequestri di persona” (i sequestrati, le loro famiglie, la comunità). Non una lapide con i nomi delle persone sequestrate e mai ritornate, morte per gli stenti o uccise durante la prigionia. Dovremmo invece ricordare una per una tutte quelle persone, vittime innocenti di una pratica terribile che, se scandalizzava le coscienze vigili, veniva spesso presa come un’usanza locale inestirpabile e non proprio deprecabile da menti confuse e confusamente ideologizzate; e con una colpevole moderata attenzione da parte della stampa nazionale, che trattava i sequestri quasi come fenomeni endemico-folclorici, fino a tutti gli anni ’80.
Il sequestro è stato anche un freno potentissimo allo sviluppo imprenditoriale del centro Sardegna: l’aveva detto e scritto mio padre, che per il suo innovativo operare per il progresso di quella collettività, ha pagato prezzi altissimi. Il sequestro, per chi aspetta il proprio caro, mette alla prova cuore, mente e corpo: è una morte-in-vita; e anche la felicità che si prova al suo rientro, così estrema e persistente – circa un anno di umore alle stelle senza un solo momento di malumore – è logorante per i nervi, e ti lascia stremato. Dovremmo ricordare ad alta voce quelle stagioni efferate, quel mezzo secolo crudele che ha sparso lacrime, sangue e fango per la nostra terra bellissima. Ricordiamo, raccontiamo, intitoliamo strade, incidiamo lapidi, e pronunciamo i nomi delle vittime dimenticate.

Alessandra Berardi


ed     dalla nuova  sardegna   del  21 giugno 2017

Cristina: «Spero non scelgano una via zozza e abbandonata. Dopo 30 anni sono serena»
Nel 1987 Cristina Berardi aveva ventisei anni, faceva l’insegnante ed era fresca di nomina alle scuole medie di Tertenia. Da qui tornava, in direzione Nuoro, il 20 giugno al termine di una mattinata...

Nel 1987 Cristina Berardi aveva ventisei anni, faceva l’insegnante ed era fresca di nomina alle scuole medie di Tertenia. Da qui tornava, in direzione Nuoro, il 20 giugno al termine di una mattinata di scrutinii, quando con la sua auto trovò la strada sbarrata nei pressi di Villagrande. I banditi la fecero scendere con la forza e la tennero in una tenda sui monti per quattro mesi esatti. Fu ritrovata da una pattuglia della polizia durante una battuta nel territorio di Arzana il 19 ottobre dello stesso anno. Il rapimento lasciò segni soprattutto psicologici sulla donna nuorese, che pochi anni dopo denunciò come lo Stato le chiedesse di ritornare a insegnare nei luoghi del sequestro, proprio in una scuola ad Arzana, nonostante lei avesse chiesto l’avvicinamento a Nuoro. Un trasferimento che rifiutò anche per evidenti motivi di sicurezza (la sua famiglia continuò a subire intimidazioni dopo il sequestro). 
Tra i tanti commenti all’appello di Alessandra Berardi, sorella di Cristina, in cui si chiede al sindaco di Nuoro di intitolare una via o una piazza alle vittime dei sequestri di persona, c’è anche il suo: «Se il sindaco decidesse di intitolare una via agli ex sequestrati spero che non ce ne dedichi una di quelle zozze, incolte e abbandonate. Oggi dopo 30anni sono serena e nel pomeriggio andrò in carcere a festeggiare la vincita al concorso dei libri tattili realizzati con i suoi ospiti». Oggi infatti Cristina continua a lavorare come insegnante e opera come volontaria a Badu ’e carros. 
Per il suo sequestro, nonostante anni di indagini e numerose piste seguite, è stata individuata e condannata una sola persona, che però avrebbe avuto il ruolo marginale di telefonista della banda. Dopo aver trascorso 15 anni in carcere, nel settembre 2011 fu trovato privo
di vita in una via appartata di Nuoro. Cristina Berardi pubblicò un necrologio in cui esprimeva le proprie condoglianze alle sorelle dell’uomo. «Ha avuto un ruolo marginale nel mio sequestro. E per quel ruolo marginale, se pur grave, ha pagato. A differenza di tutti gli altri». (p.me)

Ora IO penso  , rispondendo alla domanda  fatta   nel  titolo  del  post  ,  che  :

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...