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21.6.23

storie d'amore e d'amicizia . La sindaca e il suo vice si sposano e lui si dimette ., Furono scambiate in culla: una delle due ragazze mazaresi si sposa, ad accompagnarla all’altare i due papà

 

  da  REPUBBLICA    del  20\6\2023 


La sindaca sposa il suo vice, e lui si dimette. E' un matrimonio benedetto dalla politica quello avvenuto a Pietravairano, piccolo comune dell'Alto-Casertano, tra la prima cittadina Marianna Di Robbio (in carica dal 2019) e il suo vice, nonché assessore della sua giunta Aldo Zarone, celebrato qualche giorno fa, che ha provocato tanto entusiasmo nella comunità, e nessuna polemica. Anche perché Zarone, con un post su facebook, ha subito annunciato la rinuncia "all'incarico di vice sindaco e assessore".



"Tale decisione - ha spiegato - la ritengo non solo doverosa (in ragione delle prescrizioni di legge) ma anche opportuna sotto il profilo politico e personale dopo essere convolato a nozze con Marianna Di Robbio. Nel mio ruolo di consigliere di maggioranza conserverò le deleghe e continuerò a lavorare con impegno e dedizione assieme agli amici amministratori, nell'esclusivo interesse del nostro splendido territorio, del nostro amato paese. Con il cuore ancora colmo di gioia ed emozionato come il primo

giorno, vi ringrazio per avermi voluto in modo forte in Consiglio Comunale e per averlo praticamente dimostrato nel farmi essere il vicesindaco più giovane e votato del nostro paese. Vi saluto con affetto".Una bella storia d'amore, celebrata anche sui social, con la coppia che già nel giugno dello scorso anno fece parlare di sé con l'annuncio della nascita del primo figlio, con tanto di ecografia mostrata in foto e la scritta, dedicata da Zarone alla Di Robbio. "A te, a noi, alla mamma che sarai! Ti sceglierei altre milioni di volte".Una bella storia d'amore, celebrata anche sui social, con la coppia che già nel giugno dello scorso fece parlare di sé con l'annuncio della nascita del primo figlio, con tanto di ecografia mostrata in foto e la scritta, dedicata da Zarone alla Di Robbio. "A te, a noi, alla mamma che sarai! Ti sceglierei altre milioni di volte".

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Venticinque anni dopo lo scambio, genitori e figli, rimasti uniti in unica grande famiglia, hanno accompagnato all'altare Caterina Alagna. Presente anche l’altra ragazza, Melissa Foderà
una delle due ragazze mazaresi si sposa, ad accompagnarla all’altare i due papà





Venticinque anni dopo lo scambio, genitori e figli, rimasti uniti in unica grande famiglia, hanno accompagnato all'altare Caterina Alagna. Presente anche l’altra ragazza, Melissa Foderà

MAZARA DEL VALLO 
 Due papà, due mamme e quattro sorelle per una sposa all'altare. Si è sposata ieri nella basilica Cattedrale di Mazara del Vallo Caterina Alagna, una delle due bambine mazaresi scambiate in culla la notte tra il 31 dicembre del 1997, quando sono nate a quindici minuti di distanza l'una dall'altra, tra le 23 e le 23,15, all'ospedale cittadino "Abele Ajello".
Venticinque anni dopo lo scambio in culla genitori e figli, rimasti uniti in unica grande famiglia, hanno accompagnato all'altare Caterina. A precedere l'entrata della sposa sono state tutte le sorelle in veste di damigelle: Perla e Lea, le sorelle di sangue della sposa, e Melissa Foderà, l'altra bambina scambiata in culla, insieme alla sorella Sofia. A seguire Caterina, sottobraccio ai due papà, che si chiamano entrambi Francesco, le due mamme Marinella e Gisella.
Quella delle due bambine è una storia delicata che ha reso, dopo tanto dolore, le due bambine inseparabili e le due famiglie in simbiosi. Una storia che ha ispirato anche un film, "Sorelle per sempre". Per tre anni, dopo che le due famiglie tornarono a casa dall'ospedale con una bambina non loro, le piccole sono cresciute con le famiglie invertite. È all'asilo che si manifesta l'impensabile: una delle maestre solleva i sospetti dettati dalle somiglianze.
A una delle mamme venne consegnata una bambina: "Questa non è mia figlia". "Ma le somiglia come una goccia d'acqua", replicò la maestra. La donna guardando la piccola venne assalita dai sospetti. Da qui l'esame del sangue che conferma che la piccola non è sua figlia. Viene, così, informata l'altra famiglia e viene eseguito un secondo esame con il riscontro choc: anche il gruppo sanguigno dell'altra bambina non è compatibile con quello della famiglia con cui sta crescendo.
"Nessun dubbio, c'è stato un errore", disse il primario Antonino Adamo "è stata colpa dell'involontario scambio delle tutine. Il giorno di Capodanno di tre anni fa c'era una certa confusione nel reparto". Complice dell'errore anche l'assenza dei braccialetti per identificare i neonati, sostituiti con un cartoncino appeso alla culla perché terminati. Il primario venne reputato responsabile dello scambio e venne condannato a otto mesi.
Per le due famiglie, che casualmente abitano nello stesso quartiere e da qui la scelta dello stesso asilo, l'incubo si trasforma in "mutuo soccorso". Iniziano a frequentarsi, a familiarizzare a sostenersi nel dolore, in attesa che il Tribunale dei minori si pronunci per accertare la verità, con l'esame del Dna, che poi porterà a stabilire il ritorno delle piccole nelle famiglie naturali.
Le due bambine, ognuna delle due somiglia ai genitori veri, iniziano a legarsi e con loro i quattro genitori. Una sorta di strategia, consigliata dai medici e dagli psicologi, per rendere il meno traumatico possibile il nuovo e definitivo scambio.


7.2.22

4nonni, 6 bisnonni e una trisnonna che ha 100anni più di lui HA DUE ANNI E PUÒ CONTARE SU UN ESERCITODI PARENTI. «SONO TUTTI AI SUOI PIEDI, CE LO VIZIANO», DICE IL PAPÀ. E PENSARE CHE QUEL BIMBO NON DOVEVA NASCERE ...

   che invidia leggendo quest articolo ,  io  che ho conosciuto appena   i miei prozii  e prozie  

  • Oggi 
  • Di Alessandro Penna - foto Fabio Serino/Massimo Sestini © RIPRODUZIONE RISERVATA


  • L’albero genealogico più bello d’Italia cresce alle porte di Alezio (Lecce), al secondo piano di una casetta che sta di fronte alla pescheria MobyDick. L’ultima foglia, il ramo più alto, si chiama Andrea
    Roberto, ha 2 anni e corre dappertutto seminando risate e monellerie. La radice ha un secolo esatto in più, si chiama Cosima ed è la trisnonna. Andrea e Cosima sono divisi da 100 anni e uniti da natali… spenturati, come dicono in Salento: sono “sbocciati” entrambi in pandemia, Andrea alle soglie del Covid (febbraio 2020), Cosima al centro della Spagnola (novembre 1919).In mezzo a loro, ci sono i genitori del piccolo - Sara e Manuel Ferilli - e una batteria di nonni, termine che qui include anche bis e trisnonni, da record: sono addirittura 11! «Sia io sia mio marito abbiamo i genitori, e fanno quattro. Io poi ho ancora i quattro nonni ( bisnonni del piccolo, ndr) e la bisnonna Cosima, Manuel purtroppo ha “solo” due nonni», elenca Sara. «E sono tutti ai piedi di Andrea», dice tra l’orgoglio e il lamento Manuel («Me lo viziano!»), mentre i nonni annuiscono all’unisono e solo il signor Fernando, brigadiere della Guardia di Finanza nominato Cavaliere della Repubblica da Sergio Mattarella, tenta una difesa: «Che vuole, è piccolo…». 
    das https://bari.repubblica.it/cronaca/2022/01/06/news/salento_bambino_11_nonni-332832082/



    Quando c’è tutto questo assembramento di parenti, è fisiologico che scoppino rivalità e piccole gelosie, ma qui filano tutti d’amore e d’accordo. «Io faccio la parrucchiera ad Alezio, Manuel l’operatore socio- sanitario a Taviano: così, per tenere Andrea i nonni fanno i turni», spiega Sara. «La mattina sta da me»,



    si inserisce Antonella, nonna paterna, 51 anni. «E il pomeriggio me lo prendo io», completa Irene, l’omologa (e coetanea) materna. I bisnonni piombano a casa dell’una o dell’altra per dare man

    forte: insomma, non servono tate e i nonni assicurano anche un discreto welfare («Riempiono Andrea di regali e soldi», dice Manuel). La domenica, quando è possibile, si sta tutti insieme, «anche se il Covid ha reso tutto più difficile». E Cosima? «Ad agosto l’abbiamo dovuta portare in un centro per anziani, col Coronavirus avevamo paura, lì è più protetta», dice Sara. «La vado a trovare tutti i giorni», racconta la signora Irene, «e lei si guarda i video di Andrea e si commuove: vorremmo portarle il piccolo, ma lui non può entrare perché ovviamente non è vaccinato». 





















    Il miracolo, però, non sta in questa famiglia “lunga” e piena di amore. Il miracolo è che Andrea sia nato. «Durante una delle prime visite, la ginecologa mi disse che non vedeva più l’embrione, e che dovevo fare il raschiamento», ricorda Sara. «Lo fissammo per un lunedì pomeriggio», ma la mattina i coniugi Ferilli fecero un controllo da un primario della zona. Al ricordo, alla mamma di Andrea si spezza la voce: «Ci disse le parole che più belle che noi e tutti i nonni abbiamo mai sentito. “Lo sente, signora, il cuoricino? Il bimbo c’è”».


    «Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

      corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...