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17.3.23

Un viandante sulle tracce dell'Altrove. Giuseppe Scano intervista il Prof. Cristian A. Porcino Ferrara



 1) Questo altrove è diverso dal precedente oppure è la continuità d’esso ?


«Sicuramente ti riferisci al mio libro precedente "Altro e Altrove" uscito nel 2018, ma la mia ricerca della Verità è quotidiana e costante. Sono sempre proiettato in quell'altrove che fa parte della mia vita. Esiste ovviamente un filo conduttore che lega i miei lavori ma "Sulle tracce dell'altrove" indaga nella mia vita con spietata sincerità e imparzialità. Non lo avevo mai fatto prima per paura delle conseguenze emotive e alla fine ho vinto le mie insicurezze»



2) Dici che il parlare non è comunicare allora cosa sarebbe? Se ho ben capito stai rifiutando e mandando a ramengo la cultura orale ?



«Parlare non vuol sempre dire veicolare contenuti di valore. Ci trinceriamo dietro parole vuote che sono lo specchio delle nostre effimere esistenze. Nella nostra società non c'è più spazio per i sentimenti e le emozioni. Il virtuale ha preso nettamente il sopravvento sul reale. Purtroppo continuiamo a ripetere parole trite e ritrite che non hanno più un vero significato. Siamo arrivati all'assassinio linguistico della Parola. L'idea di condivisione è solo un modo per acchiappare like e follower. In questa pratica riscontro la negazione del concetto di condivisione. 

Le parole sono importanti ma le abbiamo talmente svilite che fatichiamo a comprenderle davvero»



3) Oltre a Battiato e Sgalambro e agli altri riferimenti ce ne sono altri/e che ti hanno spronato per il tuo coming out ?



«Non sono stato spinto da nessuno. Come ha ben scritto Ferzan Özpetek: “E quando trovi il coraggio di raccontarla, la tua storia, tutto cambia. Perché nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica una strada”. È andata proprio così. Ho deciso innanzitutto di raccontare la mia storia per aiutare coloro i quali vivono il proprio orientamento sentimentale con difficoltà. Volevo semplicemente essere d'aiuto ma per farlo dovevo raccontarmi senza infingimenti. Per essere credibile devi essere trasparente e non ricattabile.»



4) Rifiuti la religione considerandola come arma di distrazione di massa o oppio dei popoli ma poi citi esponenti delle religioni /fedi  diverse... non è una contraddizione? Forse sei come Battiato spirituale.



«L'unica contraddizione che noto è confondere la religiosità con la spiritualità. Come ben sai il discorso è spiegato nel libro in modo dettagliato. Chi legge "Sulle tracce dell'altrove" comprende le mie riflessioni e di conseguenza preferisco non aggiungere nulla. Per quanto riguarda Franco Battiato io eviterei le etichette. Lui era un essere speciale e non si può definire in alcun modo»



 5) Per chi muove i primi passi critici ed autocritici verso la fede /religione imposta  dalla società e dalle convenzioni puoi spiegare se c'è la differenza tra religione e spiritualità ?



«La spiritualità appartiene ad ogni essere umano mentre la religione è un percorso specifico che gli individui percorrono e in cui scelgono di credere. Spiritualità non è sinonimo di religiosità. Battiato ha scritto una canzone su quest'argomento e si chiama "I'm that". Io non posso fornire alcun consiglio in campo religioso. A me il cattolicesimo ha fatto molto male mentre a qualcun altro potrà invece essere d'aiuto. Io ho raccontato solo la mia esperienza e nulla più. Per tale motivo invito le persone interessate a leggere il libro per capire il percorso tracciato. A tal proposito Margherita Hack sosteneva che: "Le leggi morali non ce le ha date Dio, ma non per questo sono meno importanti. Questa dovrebbe essere l'etica dominante, senza aspettarsi una ricompensa nell'aldilà. Senza leggi etiche ci sarebbe il branco e non la società. E andrebbero insegnati valori comuni a credenti e non, il perdono, non fare del male agli altri, la solidarietà. Ma, soprattutto, bisognerebbe imparare a dubitare, a diventare scettici»



6) Dov’è il tuo  altrove



«Il mio altrove è ovunque e al contempo da nessuna parte. Si trova oltre l'arcobaleno e oltre gli steccati ideologici che ci rendono così superficiali. Sono così stanco di definirmi e definire che preferisco di gran lunga esistere e indagare altre piste. Sono un viandante sul sentiero dell'altrove»



7) Quali scenari di felicità e possibilità creative possono aprirsi quando smettiamo di aspirare a una crescita infinita su un pianeta finito e iniziamo invece a crescere come persone, comunità e noi stessi natura che vive ?



«Nel libro rifletto sul nostro egoismo e sui vari meccanismi che ci portano a disumanizzarci. Il libro si apre proprio con una riflessione sulla nostra infelicità. Siamo soggetti dediti all'apparenza e alla disarmonia. Rifiutiamo il concetto di parentela universale ma condividiamo un destino unico di fratellanza e sorellanza senza nessun tipo di distinzione. Fino a quando continueremo a violentare la natura con il nostro forsennato egoismo non ci potrà mai essere uno scenario felice per tutti noi.»



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5.8.22

Diritti civili e matrimonio egualitario. Una chiacchierata \ Intervista di Giuseppe Scano con il filosofo Porcino Ferrara




Per i lettori del nostro blog il nome di Cristian A. Porcino Ferrara è più che familiare. In più occasioni abbiamo parlato dei suoi libri e dei suoi importanti riconoscimenti. Per volontà dell’Autore in questa occasione non parleremo dei suoi testi ma di diritti civili, comunitá Lgbt e discriminazione. 


1) Mi spieghi il concetto di appartenenza, soprattutto in ambito queer?


«Il senso di appartenenza va sviluppato e nutrito nel tempo. Purtroppo ho riscontrato in alcuni giovani (e non solo) una totale ignoranza riguardo la nostra storia. Non conoscono l’operato di Bayard Rustin, Harvey Milk, Audre Lord, Cleve Jones, Mario Mieli etc. Senza conoscenza non ci può essere vera appartenenza. Non possiamo rimuovere dal nostro orizzonte esistenziale chi ci ha preceduti in questa lotta. Citare popstar o attori/attrici di Hollywood non colma il divario culturale.  Come sosteneva Zigmunt Bauman: “Oggi sono tutti al corrente e nessuno ha la più pallida idea”. Ogni cosa ha una storia e la comunità Lgbt non fa eccezione». 



2) Secondo te l’arte ha ancora una funzione liberatrice?


«Tutte le espressioni artistiche hanno contribuito a liberare il mondo da stereotipi e pregiudizi. Penso ad esempio al mondo letterario e nello specifico a Wilde, Rimbaud, Verlaine, Whitman, Pasolini, Busi, Isherwood, Cameron, Aciman, Yourcenar, Woolf, Atwood, Warren, Rice etc. Mi ricollego sempre al medesimo concetto: la conoscenza. Sentirsi liberi è fondamentale ma non si può ignorare il percorso fatto da altri prima di noi». 





3) Come giudichi l’apatia e lo scarso interesse politico dei più giovani? Li vedi più o meno coraggiosi del passato? 


«Non mi piace generalizzare e non credo assolutamente in una gioventù senza interessi. Pensiamo ad Alessandro Reda che da anni porta avanti una rivoluzione pacifica per ottenere il matrimonio egualitario in Italia. Questo suo impegno gli ha procurato anche dolori e minacce ma la sua forza non è mai venuta meno. Ecco noi abbiamo bisogno di persone come Alessandro e so che ci sono nel nostro paese. Se guardiamo le manifestazioni per il ddl Zan e i vari pride la folla oceanica smentisce qualsiasi dubbio sulla scarsa partecipazione giovanile». 




4) Si voterà il prossimo mese e alcune battute omofobe di politici di destra destano preoccupazione. Come vedi la situazione?


«Le destre estremiste incombono all’orizzonte e i nostri diritti, sia quelli acquisiti che quelli da acquisire, possono essere messi in discussione. Motivo per cui invito tutti noi a solidarizzare e a unirci per difendere in modo compatto i diritti civili. Ovviamente ci saranno sempre punti di vista diversi tra di noi ma non possiamo avere opinioni differenti riguardo il nostro futuro. Dobbiamo ripristinare e valorizzare il concetto di Appartenenza. Sappiamo quali partiti stanno dalla nostra parte e quali invece fomentano l’odio verso la nostra comunità».



5) Quindi il tuo è un invito alla coesione rivolto esclusivamente alla comunità Lgbt?


«Da soli non andiamo da nessuna parte e questo lo hanno compreso i nostri fratelli e sorelle il 27 giugno 1969 con la rivolta di Stonewall a New York o nel 1979 con le rivolte nel quartiere Castro a San Francisco nella cosiddetta notte bianca. Non possiamo vincere una battaglia se ci dividiamo in fazioni. Dobbiamo focalizzarci su ciò che ci unisce e non su ciò che ci divide. Ad esempio io sono single e non ho in progetto, almeno per il momento, di unirmi civilmente o sposarmi con qualcuno ma questo mi spinge a lottare per il matrimonio egualitario e non a fregarmene. I nostri interessi personali devono essere messi da parte. Comunque il mio invito non è rivolto solo ai diretti interessati ma anche ai familiari e agli amici di persone con un orientamento sentimentale non eterosessuale. Chi ha a cuore i nostri diritti deve aiutarci a mantenerli e a completarli». 



6) Cosa chiederesti a Papa Francesco in merito al matrimonio tra persone dello stesso sesso?


«Io non ho nulla da chiedere al papa o alla Chiesa Cattolica. Non sono credente e di conseguenza non voglio alcuna benedizione al mio matrimonio civile. È lo Stato italiano che deve riconoscermi questo diritto e non i rappresentanti religiosi. Lo stabilisce l’articolo 3 della nostra Costituzione e lo riporto per intero. Repetita iuvant: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È la nostra Repubblica che deve rimuovere certi ostacoli e non il Vaticano!»


7) Tu sei catanese e mi chiedevo se nella tua città riscontri molti episodi di omofobia?


«Come nel resto d’Italia. Qualche mese fa si è verificato un attacco vile di stampo omofobo che ha turbato giustamente il quieto vivere. Fortunatamente il presidente di Arcigay Catania, Armando Caravini, si è mosso con tempestività nel denunciare alle autorità competenti e ai media l’accaduto. Grazie a lui e all’Arcigay il faro rimane sempre acceso. Tieni però presente che la statistica si forma su denunce presentate alle forze dell’ordine ma esistono molte aggressioni non dichiarate perché non esiste una legge contro l’omobilesbotransfobia. L’affossamento del DDl Zan è stato un colpo al cuore per tutta la comunità». 



8) Nei tuoi libri ti sei occupato spesso di musica e mi chiedevo quali sono gli artisti italiani più coraggiosi che raccontano nelle loro canzoni amori omosex?


«In Italia le cose stanno cambiando. Penso ad esempio a Michele Bravi, Mahmood o Madame ma i nostri cantautori temono ancora di perdere consensi fra gli etero. Non abbiamo in Italia un Troye Sivan, artista eccellente che nei testi e nei videoclip esplicita l’oggetto del proprio desiderio o l’intelligenza sopraffina di Guitarricadelafuente. 

Nella fase adolescenziale, soprattutto quando sorgono i primi innamoramenti, ascoltare canzoni inclusive ti permettono di sentirti meno solo e più compreso. È bello potersi riconoscere nei versi di una certa canzone senza dover ogni volta cambiare mentalmente il soggetto. C’è ancora troppo asservimento all’eteronormatività imperante».


9) Emerge spesso nei tuoi scritti l’utilizzo del termine orientamento sentimentale rispetto a orientamento sessuale. Mi spieghi perché?


«Per me le parole sono importanti e di conseguenza evito di ripetere un termine che a mio avviso non racchiude il vero significato della cosa descritta. Siamo individui sessocentrici con la smania di catalogare tutto in base alle pulsioni sessuali. I sentimenti, invece, sono stati messi da parte. Eppure sono proprio i sentimenti che ci guidano nella nostra vita e ci aiutano nel rapporto con gli altri. Come Daniel Goleman sostengo che le emozioni sono il perno della nostra esistenza e non l’appendice. Dobbiamo forse riscoprire il valore reale dei sentimenti».


10) Tu in “Altro e altrove” definisci fantomatiche le teorie gender. A questo punto la domanda sorge spontanea: il gender  esiste  o  no?


«Il termine gender deriva dalla lingua inglese e significa genere. Possiamo parlare di gender gap,  di studi di genere etc., ma non certamente di una ideologia insegnata a scuola per influenzare i bambini. Agitare lo spauracchio di una ideologia inesistente serve a confondere l’opinione pubblica sui motivi reali che si celano dietro il sorgere di certi inquietanti movimenti neofascisti. Chi parla di teorie gender con tono apocalittico solitamente appartiene a dei gruppi fondamentalisti di matrice cattolica o a partiti politici di estrema destra. L’interesse di costoro è proprio quello di delegittimare il riconoscimento dei diritti civili e contrastare la nostra piena integrazione nella società odierna. Purtroppo anche il papa ha generato confusione sulla questione con la sua dichiarazione pubblica dell’aprile 2015. Questa è una battaglia che la Chiesa porta avanti senza affrontarla nel merito. Esistono persone confuse e disinformate che alimentano il mercato delle fake news ».


14.7.21

14 luglio Oggi moriva Lady Oscar, icona animata che gli omofobi del 2021 etichetterebbero come ‘indottrinamento gender’


 Avevo  visto      sabato 10 su netflix    il  film (    a  fine      post   l'url  della  mia recensione  )   Marie  Antoniette di  Sofia Coppola  la  cosa  sembrava  chiusa li  quando    stamattina    leggendo  il giornale   


mi sono accorto o che  oggi è  14  luglio   l'anniversario   della  rivoluzione Francese   e qui   grandi celebrazioni  e   post  sui social  dei   fans  del Anime  soprattutto  e   del manga   Lady Oscar  .  
In particolare  l'articolo  riportato oggi     di https://www.gay.it/ .  Esso ha ragione il sito quando afferma  che  se  uscisse oggi, Lady Oscar ,  finirebbe per dividere il Paese, con interpellanze parlamentari e proteste di piazza, bambole bruciate a Montecitorio e figurine esorcizzate dai vescovi della CEI.

N,B
Chi come  me      ed  Cristrian Porcino  nostro  utente  autore    del  libro   Altro ed  Altrove    (  vedere   mia  recensione intervista     nell'archivio el blog  )  ha  vissuto , soprattutto l'adolscenza   negli anni  80\90   del secolo  scorso  , esa  già tutto    dell'anime    e  del manga    che     è  un cult   (   qui   in querto video ulteriori e notizie  ) e continua  ad  esserlo anche  oggi   come   si  può  notare   da quest articolo   di qualche tempo del quotidiano la stampa   può  anche    salvo che non voglia  ricordare   o rivevere    quel  periodo   saltare  quest'articolo  




TV di Federico Boni 14.07.2021 - 08:59 | 3.6k
2 minuti di lettura









Il 14 luglio del 1789, Presa della Bastiglia, Lady Oscar moriva, tra tisi e tumulti. André, suo amato, cadeva il giorno prima, a causa di una pallottola, nel pieno di una dichiarazione d’amore attesa una vita intera.41 anni fa finiva l’anime tratto dal celebre manga di Riyoko Ikeda, nato nel 1972, con una 41esima dolorosa e romanticissima ultima puntata, che vedeva i due innamorati morire a cavallo di un’ideale di libertà assoluta, contro la tirannica monarchia.

Oscar François de Jarjayes è l’ultimogenita di una nobile famiglia da sempre leale alla Corona di Francia. Cresciuta dal padre come un soldato, diventa la fedele spalla destra di Maria Antonietta d’Austria. 
Comandante della Guardia Reale, Oscar vive una vita in abiti maschili, indossando quelli femminili in un’unica occasione, nel corso di un ballo di corte. Passasse oggi in tv come prima assoluta, Lady Oscar scatenerebbe quasi certamente la furia dei catto-estremisti italioti, pronti a brandire i forconi contro ‘l’indottrinamento gender’ dei loro figli, contro quell’identità di genere di fatto al centro della trama. Quella protagonista dai tratti androgini, abile spadaccina, cresciuta come un uomo e quasi unicamente con abiti maschili diventerebbe terreno di scontro mediatico e perché no, persino politico. In un’Italia in cui si discute incredibilmente dell’orientamento sessuale dei conduttori Rai, Lady Oscar finirebbe per dividere il Paese, con interpellanze parlamentari e proteste di piazza, bambole bruciate
all’ingresso di Montecitorio e album di figurine esorcizzatI dai vescovi della CEI.
Nei primi anni ’80, quando arrivò finalmente anche nel Bel Paese, l’anime si limitò invece a fare incetta di ascolti, diventando da subito di culto per un’intera generazione. La sigla dei I Cavalieri del Re, con solista Clara Serina, è ancora oggi giustamente venerata, e quanti ragazzi ogni 14 luglio celebrano lei, Lady Oscar, fregandosene abbondantemente della Presa della Bastiglia?
41 anni dopo una parte d’Italia parrebbe essere tornata indietro di secoli, trincerandosi dietro i grembiulini dei propri pargoli per nascondere un bigottismo, una sordità e un’ignoranza di fondo che polemica dopo polemica, menzogna dopo menzogna, raschiano sempre più il fondo del ridicolo.
 
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Copertina anteriore
Altro e altrove  
Cristian a Porcino Ferrara




  

15.4.19

Altro e altrove: Filosofia per anni veloci

Un recente lavoro di Cristian A. Porcino Ferrara, filosofo e docente in un istituto superiore, che come al solito si fa apprezzare per  godibilità e freschezza. "Altro e altrove" raccoglie una serie di saggi su diversi argomenti, dall'arte alla musica, dalla cronaca all'omofobia, dal razzismo alla religione. Approccio all'apparenza spiazzante, in verità straordinariamente coeso, poiché lo sguardo umanistico consente a Porcino una visione ontologica, piena e profonda della realtà. Il tutto con un lessico veloce, scarno ed empatetico. Filosofia per anni veloci, si potrebbe definire; filosofia per chi non ha tempo, però ha bisogno. Rivolta a un pubblico giovane, senza memoria, ma assetato della certezza del dubbio. Porcino è relativo ma non relativista; socratico; quindi dialogante ("tolleranza" è vocabolo giustamente avversato). Si può concordare o no con le sue suggestioni; impossibile restarvi indifferenti. E sembrano così logiche, perfino ovvie, che pare strano non averci pensato prima. In un mondo editoriale rigurgitante di libroidi, quello di Cristian è un volume autentico, un piccolo saggio senza tempo da consultare soprattutto la sera, come un foglio da comodino, o un vino da meditazione.


Ilia di Saint-Ismail

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2.5.18

Vivo nei panni di un alieno

Altro e Altrove”, è una raccolta di saggi che trattano vari argomenti, spesso legati tra loro. L’autore filosofo, pittore, critico letterario e musicale, Cristian A. Porcino Ferrara, è un paladino dei diritti umani e civili e non ha alcun problema a comunicarlo liberamente anche in questo scritto. Voglio ricordare che il suo libro del 2016 “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne”, ha ricevuto l’apprezzamento del Presidente della Repubblica e il plauso della senatrice Monica Cirinnà. Anche in questa opera c’è un costante richiamo alla lotta contro l’omofobia e a diverse altre tematiche che vanno, per citarne qualcuna, dagli scandali in Vaticano ai diritti gay, dalla sessualità repressa dei supereroi alle serie tv, ai social network e al loro uso spropositato e illecito, dalla morte di Lady Diana a quella del cantante George Michael e molte altre…
L’autore dimostra di conoscere diversi testi sia religiosi che politici, ma anche filosofici e musicali e riesce a rispondere e controbattere esprimendo la sua ferrea opinione, facendo valere le sue idee che, comunque, ritiene giuste per sé. Pur non condividendo alcuni principi politici e religiosi di Porcino, l’ho sempre ammirato per la sua voglia e la sua costanza nel documentarsi per poi mettere nero su bianco, motivando ogni parola, ogni pensiero, ogni passo. Potrebbe sembrare pungente, ma non lo è: dice ciò che pensa giusto o sbagliato che possa apparire al lettore. Non vuole ergersi a professore e inculcare il suo pensiero ma, avendo lui stesso sete di conoscenza, vuole palesarlo affinché resti in qualche modo scolpito nella mente di chi lo legge o lo ascolta. La “conoscenza”, infatti, diventa la parola che più incontriamo in questo testo: l’autore invita a aprirsi alla conoscenza, a essere curiosi, a vivere di empatia e conoscenza insieme e abbraccia il pensiero del filosofo Jiddu Krishnamurti il quale asserisce che “la più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare”. Immagina che gli altri lo vedano come un alieno e lui stesso si sente un po’ di un altro pianeta, appunto un “altro e altrove che non si accontenta di ciò che vede perché nulla soddisfa la sua innata curiosità”.

Viviana Cosentino

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4.2.18

Uno sguardo sull’Altrove. Intervista a Cristian A. Porcino Ferrara


Da qualche settimana è uscito il nuovo libro del filosofo impertinente dal titolo evocativo “Altro e altrove”. Ho intervistato Cristian per comprendere alcuni punti da lui affrontati nel testo.


1) Cos’è per te l’altrove? La tua concezione assomiglia più all'altrove raccontato in Martin Mystère oppure allo Studio degli Stati di Coscienza  (http://www.ecn.org/sissc/altrove.html#7s8d6f87) ?

«Il titolo del libro è ben spiegato nell’omonimo capitolo e non ha alcun rapporto con Martin Mystère o con lo studio degli stati di coscienza da te citati. Per tale motivo non vorrei bruciare la curiosità del lettore palesandogli, d'emblée, il significato. L’altrove è un luogo che ci trasporta in una dimensione, per l’appunto, altra da quella in cui viviamo. Una realtà esistente che però si scontra con la percezione del reale nel nostro vivere quotidiano. Chi ha una sensibilità spiccata finisce per alienarsi da tutto e tutti a causa di un contesto sociale che vuole sempre più foraggiare la massa ed estromettere l’individuo».

2)  La  tolleranza  ha  solo un lato negativo oppure  ha  qualche  aspetto  positivo? Mi sovviene  il protagonista  del film  “Il vento  fa  il suo giro” di Giorgio Diritti che dice : << Se tu devi tollerare qualcuno non c'è il senso di uguaglianza>> !

«Non ho visto il film di Diritti ma devo dire che sposo in pieno quanto espresso dal protagonista della pellicola. Il concetto di tolleranza ha una storia importante ma col tempo tutto si è trasformato.  Trovo aberrante l’idea di un essere umano che sopporta qualcuno. È il fallimento dell’idea di umanità e di uguaglianza. Nessuno deve tollerare gli altri ma capirli, o per lo meno sforzarsi di comprenderli rispettandone le differenze. Io preferisco il termine rispetto alla parola tolleranza. Come diceva James Hillman: ‘Siamo qui non per capire tutto, ma per apprezzare quello che c’è”.

3) Tu definisci fantomatiche le teorie gender. A questo punto la domanda sorge spontanea: il gender  esiste  o  no?

«Il termine gender deriva dalla lingua inglese e significa genere. Possiamo parlare di gender gap,  di studi di genere etc., ma non certamente di una ideologia insegnata a scuola per influenzare i bambini. Agitare lo spauracchio di una ideologia inesistente serve a confondere l’opinione pubblica sui motivi reali che si celano dietro il sorgere di certi inquietanti movimenti neofascisti. Chi parla di teorie gender con tono apocalittico solitamente appartiene a dei gruppi fondamentalisti di matrice cattolica o a partiti politici di estrema destra. L’interesse di costoro è proprio quello di delegittimare il riconoscimento dei diritti civili e contrastare la piena integrazione delle persone omosessuali nella nostra società. Purtroppo anche il papa ha generato confusione sulla questione con la sua dichiarazione pubblica dell’aprile 2015. Questa è una battaglia che la Chiesa porta avanti senza affrontarla nel merito. Esistono persone confuse e disinformate che si sono scagliate perfino contro il cartone animato Lady Oscar. Per tale motivo ho deciso di incentrare il capitolo su Oscar François de Jarjayes».

4)  Se la religione è un inganno allora perché la maggior parte delle persone crede in un Dio anche se in modo diverso?

«Credere in una o più divinità fa parte dell’essere umano. La nostra paura di morire ci spinge a ricercare dei significati che non troviamo nella realtà tangibile. Da non credente non ho mai pensato alla religione come un problema da risolvere per poi disfarmene. Io personalmente posso vivere benissimo senza religione, ma non la stragrande maggioranza della popolazione. Mi preoccupano, invece, le istituzioni religiose che si dichiarano rappresentanti terreni di un Dio ed elaborano poi apparati finanziari molto sofisticati e dannosi. Il loro potere si nutre dei diktat morali basati su libri che non hanno alcun fondamento scientifico e causano, in tal modo, l’infelicità dei propri fedeli».

5) Rimedio alle  fake news?

«Per affrontare la problematica delle fake news ho utilizzato la canzone di Francesco Gabbani. Il rimedio non si trova certamente in una censura avallata dallo Stato, ma certamente in una maggiore consapevolezza del lettore riguardo la fonte che divulga la notizia-bufala. Purtroppo anche in campagna elettorale assistiamo costantemente al trionfo delle notizie farlocche. Si sa già in anticipo che gran parte delle promesse elettorali non verranno mantenute dopo l’elezione. Inoltre certe promesse somigliano a vere e proprie minacce a determinati risvolti democratici già affermati. Il mio invito è quello di documentarsi e di consultare più fonti prima di credere alla notizia. Un popolo disperato è disposto a credere a tutto, ma non c’è peggiore affronto nel giocare con la disperazione degli elettori. Vi invito soprattutto a non credere molto a chi promette mari e monti. Come recita il detto popolare: Troppo fumo equivale a niente arrosto!».


Giuseppe Scano

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22.1.18

Essere Altro e altrove. Il nuovo libro di Cristian A. Porcino Ferrara

Il nuovo libro di Cristian A. Porcino Ferrara arriva a due anni di distanza da “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” che ha ricevuto diversi apprezzamenti istituzionali. “Altro e altrove” raccoglie un sapere ‘eretico’ che spinge il lettore verso una consapevolezza dimenticata. Il filosofo impertinente affronta tante tematiche e in ogni riflessione si intravede l’anima dell’autore. Porcino mette al centro delle sue elucubrazioni proprio l’umanità. Non ama giudicare i suoi simili, e ritiene addirittura uno ‘scandalo’ la parola tollerare perché nessuno deve sentirsi sopportato da altri umani. In tal senso il capitolo che dà nome al libro è significativo per comprendere il mondo interiore del filosofo catanese. L’autore si scaglia contro un finto moralismo sempre più elaborato e debordante nella nostra società. Analizza e scardina stereotipi e luoghi comuni, critica i desideri indotti dalla pubblicità, le fantomatiche teorie gender, gli abusi sessuali del clero ai danni dei bambini, l’inganno della religione, la musica contemporanea giunta quasi al crepuscolo e la diffusione incontrollata delle fake news. Il suo pensiero non risparmia nessuno, nemmeno papi, santi e supereroi. Sugli eroi dei fumetti si trova un delizioso capitolo che affronta con ironia la sessualità di Superman e company. Il libro svela un pensatore irriverente con un senso morale spiccato, una vis polemica non indifferente e una sferzante ironia. In effetti Porcino Ferrara è davvero altro e altrove, e per capirlo occorre leggerlo senza preconcetti e con una mentalità davvero aperta.

Marco Gismondo

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emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...