10.3.25

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello




Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie  d'analfabetiu  funzionali   ivi  contenuti  ,  ne  pubblico  alcuni stralci  ( il resto  sono solo  insulti e  farneticazioni  )  anzichè cestinarla   per  chiarire ai  nuovi    che  non hano  tempo  o  voglia  di leggersi le  FAQ    e   a quella    parte  di  lettori\ lettrici   faziosi  e  analfabeti culturali  .


[ ...]  ma  come  tu  comunista    non eri anti  meloni  .   Non   sei  schierato  con le  nazifemministe  o  con quelle  i  area Lgbtq  ?   ti stai  preparando   a  .... .  [...] 


  In gioventu  o preso  per  solidarietà  le tessere  delle diverse   fazioni    del  pci   nate  dopo  la  svoltà centrista    cioè il  Pds   , ma  in realtà   non mi riconoscevo e  ancora   continuo   tutt'oggi   in  nessun partito  \  sovvrastruttura . Ma  essendo  cresciuto  e  sviluppato  il mio pensiero   \ la mia  formazione  cultural e  nella  contraposizione     tra destra e  sinistra   (    quella strorica   \  della prima repubblica   -guerra fredda  )  mi sono  formato  sia   con  il cattolicesimo  precociliare ( nonni  )   e    e deldissenso  \  concilio  zii  ed  amici     di  famiglia  , comunismo  marxista  mio padre e mio zio    ,  catto  comunisti   cattolici del dissenso  mia  zia   materna . E  letture     di  ambo le  parti    e  d'anarchici  ,  libertarie  , no violente\  umanisti   ,  femministe  , ecc  fatte per   conto  mio  .
 Non sono   a mercè i  nessuno\a   ma  sono  libero    un sognatore  , un  utopista  insomma  ,   come   queli delle  canzoni riportate  come colonna  sonora  del  post  (  vedi  fine  post   )  Ecco perchè     riconosco il merito    non importa   ,    chi  lì'abbia  approvata  ( sempre     che  lo   sia  e      venga   fatta bene e  non sia   solo  repressiva     come  ho detto  nel   post  precedente   )  se  a destra o  a sinistra   , tale  legge  . 



  Ecco   la  risposta     a   chi mi  dice   che  sono nazifemmista    ,  quando  non  è vero  ,   anche se   ne condivido alcune     cose    .  Eco  spiegato meglio il   mio  pensiero     che riassume  il miomaschile  plurale  cioè  uniire  pensieri   "  femminili  " con pensieri  " maschli  "

CI mancano le parole. Le parole per raccontare le emozioni, per nominare i sentimenti, per  spiegare cosa proviamo e come entrare in relazione con gli altri. E questa mancanza non è casuale: nelle scuole si insegna la grammatica  delle lingue, ma non quella delle emozioni. Si studiano le formule della matematica, ma nonquelle delle relazioni dove sappiamo bene che 2+2 non sempre fa 4. Cresciamo sapendo che il participio passato di splendere non esiste,ma non sempre sappiamo dare un nome alla tristezza, alla paura, anche alla gioia condivisa con le persone che ci stanno intorno.Senza parole adeguate, fatichiamo a riconoscere e a esprimere ciò che sentiamo.Diciamo “sto bene” anche quando dentro soffia una tempesta, diciamo “non è niente” quando quel niente pesa come un macigno. Le

emozioni represse diventano silenzi, che alimentano incomprensioni, che si trasformano in distanza. E così impariamo a convivere con  un linguaggio emotivo monco, dove il non  detto è un iceberg nascosto sotto la superficie.Per questo,   credo    che  sia necessaria anche In Italia una legge che introduca l'educazione alle relazioni nelle scuole come parte integrante dei programmi didattici. Perché le parole contano. Una  parola  non imparata  oggi è un calcio  in culo domani  ( mi pare  lo disse  Don Lorenzo Milani )  Perché saper dire “mi sento ferito” è diverso da agire con rabbia. Perché  dire “ho bisogno di aiuto” senza vergogna è il  primo passo per il benessere emotivo. Perché  chiamare l’amore, il rispetto, il consenso, la fiducia, con i loro nomi permette di renderli reali, concreti e ci permette di comprenderli e condividerli. Serve una "normativa" che garantisca uno spazio strutturato per insegnare ai giovani a riconoscere, gestire ed esprimere le proprie emozioni in modo sano e consapevole. Un’educazione che promuova il rispetto reciproco, la comunicazione non violenta e l’empatia, strumenti fondamentali per la crescita individuale e sociale. Solo attraverso un intervento  sociale   non solo  istituzionale  possiamo offrire alle nuove generazioni le  competenze emotive di cui hanno bisogno  per affrontare la vita con consapevolezza e  responsabilità. Riappropriandoci di parole e  di emozioni.






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