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5.1.19

amore ai tempi d'internet e gelosia

ecco un classico esempio     delle fregature    e delle stramberie     che può offrire l'amore in  rete



Torino, va al primo appuntamento con una ragazza in metrò. Ma lei lo snobba

Il ragazzo si sfoga sul social ambientalista "Torino sostenibile": "Bisogna superare questa mentalità"





"Non si va a un appuntamento in metro". E' la risposta che è arrivata a un ragazzo, Massimo, poco prima che la giovane con cui doveva incontrarsi gli tirasse "pacco". Rimasto solo ad aspettare, lui ha pensato bene di denunciare l'accaduto sul profilo Facebook di Torino Sostenibile. Come a dire, uno ci mette la buona volontà a usare i mezzi pubblici, ma poi la vita ti rema contro. E in pochi minuti ha ricevuto la solidarietà di decine e decine di utenti.
"Purtroppo è un problema anche di mentalità - scrive Massimo  - una ragazza di Torino mi ha tirato pacco perché candidamente le ho scritto che sarei arrivato prima all'appuntamento in piazza San Carlo perché avevo preso la metro. Mi ha risposto via cellulare che non veniva perché non si va a un appuntamento in metro. La ragazza ha 30 anni". I post che hanno fatto seguito alla "denuncia", per la maggior parte gli hanno dato ragione e spiegato che a non incontrarla ci aveva guadagnato, hanno per il resto lasciato spazio all'ironia. "Il primo appuntamento? In bicicletta". "Dovevi rispondere che avevi portato la Ferrari dal meccanico e la Lamborghini la usava tuo padre". "La suvista".

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è un problema anche di mentalità.
ieri una ragazza di torino mi ha tirato pacco perchè candidamente le ho scritto che sarei arrivato prima all’appuntamento in piazza san Carlo perchè avevo preso la Metro.
Mi ha risposto via cellulare che non veniva perchè “non si va ad un appuntamento in Metro”🤦🏻‍♂️  

la ragazza ha 30 anni


A qualcuno che gli ha chiesto come mai da Settimo prendesse la metro, Massimo ha dato una spiegazione ineccepibile. . Fatto sta, che arrivare in anticipo, ma in metro, è stato visto dall'altra parte come una cosa negativa





I commenti su Facebook: “A non incontrarla ci hai guadagnato tu” –  Tanti i commenti apparsi sotto lo sfogo del giovane: in gran parte si tratta di commenti di solidarietà scritti da persone che hanno condannato il comportamento della donna e che, non rinunciando a un po’ di ironia, hanno “rincuorato” il giovane di Settimo spiegandogli che a non incontrarla ci aveva guadagnato lui. “Dovevi rispondere che avevi portato la Ferrari dal meccanico e la Lamborghini la usava tuo padre”, ha scherzato qualcuno. Massimo tra i vari commenti ha anche spiegato di trovarsi bene coi mezzi pubblici e quindi di preferire la metro all’auto in città. “Parcheggio sempre nei paraggi di Principi d'Acaja perché si trova posto, perché ho un abbonamento Gtt, perché cercar parcheggio quaranta minuti in piazza San Carlo non mi va”, ha chiarito spiegando appunto come aveva deciso di presentarsi all’appuntamento in centro, a questo punto mancato. “Mi ha fatto capire l’avversione ai mezzi pubblici di alcuni torinesi”, ha scritto ancora il ragazzo.

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Cambiando discorso ma  rimanendo   sempre  nel   tema  dell'amore  parliamo  di  Gelosia  .E  dell'intervento   stavolta    sensato   , ogni tanto  lo psichiatra   da  salotto      fra le  tante  stronzate  ne  dice  una giusta   e sensata  




Paolo Crepet: "La gelosia non è amore, ma possesso. Non fate le crocerossine, un uomo violento non cambierà mai"
Lo psichiatra e sociologo parla di femminicidio e violenza di genere: "Le madri devono insegnare alle figlie a dire 'no' al primo schiaffo".








Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet sta pubblicando il suo nuovo libro, Passione, dedicato all'omonimo sentimento ed inventario di storie e riflessioni, attinte dalla propria esperienza esistenziale e professionale, che ruotano attorno a questa parola sacra, in tutte le sue accezioni e declinazioni. In un'intervista a Repubblica, Crepet ha voluto parlare di gelosia e violenza sulle donne.
.Dietro al femminicidio, si nascondono tante realtà molto diverse. Essenzialmente molti uomini hanno ancora difficoltà ad accettare la lunga coda della liberazione della donna, nonostante siano passati più di quarant'anni dalle tante conquiste, come il divorzio [...] Sono quelli che non hanno elaborato ciò che è avvenuto in questi anni, restando legati a un concetto di famiglia arcaica, che vede la donna ancora come sottomessa e l'uomo con un ruolo dominante.
Dietro il femminicidio e la violenza ai danni delle donne, si celerebbe una tara culturale difficile da eliminare.
Tiene a te, tanto è vero che ti controlla e arriva anche a picchiarti. Esiste un tipo di cultura che vede il maschio come un "protettore", nel senso di padre padrone, che vuole gestire e far sentire il suo potere sulla propria compagna. Non illudiamoci che sia un'attitudine che riguarda il '900, molti giovani la pensano ancora così e lo dico sulla base delle mia esperienze professionali, come psicoterapeuta, e quelle personali.
 
Ora   C non manca di analizzare   e vede   non  a  torto    tale   tematica strettamente connessa  a quella della gelosia  . Ma  lo  fa     solo  come    qualcosa  di negativo  . E'    vero    che  la gelosia, ad esempio,   debba  essere    considerata   come prova dell'intensità amorosa, di una passione da dimostrare psicologicamente e fisicamente. Ed   Quindi si ritiene che faccia parte integrante di ogni relazione sentimentale e che quando viene sollecitata, possa anche scatenare reazioni violente sia  fisiche  che  psicologiche     ed   porta   se sempre sciagure e drammi.  .  Ma      dir e come     fa lo stesso crepet    nell'articolo sopracitato    che <<   bisognerebbe insegnare ai giovani a non considerarla come un sintomo dell'amore, perché non lo è mai. E va detto a scritte capitali che la gelosia non è una forma d'amore, ma solo di possesso, perché l'amore è rispetto innanzitutto. Ti amo, dunque ti rispetto.>> in quanto  : 


Paolo Scatolini la gelosia esiste e se non degenera in ossessione di possesso non fa danni, quando degenera è perchè non c'è amore. Chi ti ama non ti opprime. Amore vuol dire fiducia reciproca e passione reciproca che impedisce alla gelosia di diventare ossessiva, chi ti ossessiona e ti opprime con la gelosia non ti ama davvero. Il confine tra amore e ossessione esiste non è così labile 

Concordo  , se    er  questo sminuire    e  fa òpassre  in secondo  piano   le responsabilità    che  sono poi   quelle maggiori    di  noi uomini   ,   con lui  ed   il suo monito   in  quanto   Il confine tra amore ed ossessione è labile


Il problema è che cosa tolleri della violenza, perché noi alcuni aspetti tendiamo a sopportarli, proprio per il discorso di educazione che stavamo facendo prima, che porta a spacciare la gelosia come amore. Bisogna capire che quando qualcuno cerca di controllarti, quel sentimento cessa di essere amore e diventa manipolazione e ossessione. Quindi viene a mancare il rispetto dell'altro, perché non ti vedo più come una persona ma come una cosa di mia proprietà. Alla base della violenza e del femminicidio, c'è sempre l'idea di considerare le donne come oggetti, non come individui. Io ti uccido perché tu sei una cosa mia [...] Si fa fatica ad accettare che una ragazza oggi possa fare le stesse cose e la stessa vita di un maschio suo coetaneo. Queste pari opportunità scatenano rabbia, gelosia e invidia negli uomini frustrati, perché una donna così è libera, può scegliere e quindi non è controllabile.
L'educazione contro la violenza passa anche dalla famiglia d'origine, anche per quanto riguarda le donne.
Le madri devono dire alle figlie di lasciare immediatamente il fidanzato al primo accenno di uno schiaffo, facendo capire loro che non è una 'prova che tiene a te', anzi è tutto il contrario, ed è un comportamento che non va tollerato né discolpato. Il problema è che molte madri hanno incassato per anni con il marito, mandando giù rospi, non solo in termini di violenza, ma anche di incomprensioni e sottomissioni. E quindi, per non mettersi in discussione, questo loro atteggiamento lo tramandano alle loro figlie.

concludo    citando  ancora     questa frase   

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...