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13.10.13

Iglesias Mamma si fa ladra per amore "Volevo mia figlia fosse felice"







leggendo questo articolo dell'unione sarda d'oggi 12\10\2013 




E' stata arrestata nel giorno dell'ottavo compleanno della sua bambina perché sorpresa a rubare dei vestitini. "Sono disoccupata, non ho soldi. Volevo rendere felice mia figlia".






IGLESIAS La storia, che sembra uscita da un romanzo, ha per protagonista una donna di Iglesias, 35 anni, separata e senza lavoro dal 2009. Nel giorno del compleanno della figlia ha commesso ciò che non avrebbe mai fatto se non avesse sentito il bisogno di rendere felice la sua piccola: "I leggins le stavano stretti e le segnavano il pancino. Sono entrata all'Oviesse e ne ho rubato due paia. Nel giorno del compleanno non volevo dire alla mia bambina: mamma non ha soldi per comprare i vestiti nuovi". La donna (di cui non è stato dato il nome per tutelare la figlia minore) è stata arrestata, processata col rito direttissimo e condannata a 5 mesi di reclusione.Una storia di disperazione e povertà. Il furto, l'arresto, il processo e il pentimento di una giovane mamma che voleva fare un regalo alla figlia di otto anni. Quando ha visto il pancino della sua bambina segnato dai pantacalze diventati troppo piccoli, gli occhi le si sono riempiti di lacrime. Troppo difficile dire alla figlia, nel giorno del suo ottavo compleanno, «mamma non può comprartene di nuovi perché non ha soldi». E allora Angela (ma il nome è di fantasia a tutela della piccola), 35 anni, mai un guaio con la giustizia, separata e senza lavoro dall'estate del 2009, quando è stata licenziata da un'impresa di pulizie che aveva appalti a Portovesme, ha fatto una cosa che neppure lei avrebbe mai immaginato potesse fare:IL FURTO La donna è entrata all'Oviesse di Iglesias, in via Roma; ha scelto due paia di “leggins” venduti in offerta a 12 euro e 90 centesimi e li ha messi in borsa, facendo scattare l'allarme una volta arrivata nel raggio d'azione del dispositivo antitaccheggio. L'epilogo è stato tristissimo: l'arresto in un giorno speciale che, per qualunque mamma e qualunque bambino, dovrebbe essere di gioia. Poi il processo, con rito direttissimo, e il patteggiamento di 5 mesi di reclusione (con la sospensione della pena) per il reato contestato di rapina impropria: un capo d'imputazione derivato dal fatto che (così dicono le carte processuali) «una volta accompagnata negli uffici amministrativi dell'esercizio commerciale, adoperava violenza nei confronti della direttrice, spintonandola e strattonandola allo scopo di assicurarsi l'impunità». Angela pochi giorni dalla sentenza e dopo essersi consultata con l'avvocato Giovanni Raimondo Serra che l'ha difesa, accetta di raccontare la vicenda nei dettagli. E, così come ha fatto davanti al giudice Ferrarese e al pm Rita Cariello, fornisce particolari diversi. Ancora più toccanti:IL RACCONTO «Avevo lasciato la bambina in macchina, proprio vicino al negozio, e le avevo detto di aspettarmi che sarei ritornata subito, ma siccome mi stavano trattenendo in attesa dell'arrivo dei carabinieri, mi sono agitata e ho chiesto che mi accompagnassero per andare a prenderla». Nel negozio non le hanno creduto, ma i carabinieri sì: «Quando sono arrivati siamo andati subito a prenderla. Credo abbia capito tutto perché non ha detto niente e mi ha abbracciato forte», dice Angela in lacrime. Non cerca scusanti, sa di aver compiuto un'azione sbagliata, ma a muoverla è stato il cuore di una mamma che mai vorrebbe negare un dono, anche piccolo, al suo bambino. Invece lei, negli ultimi anni, ha dovuto spiegare più volte alla piccola che i soldi non bastavano per esaudire ogni suo desiderio. Troppo pochi i 280 euro che percepisce per i problemi di salute che l'hanno resa parzialmente invalida, cui si aggiunge un sussidio comunale di 90 euro. E tutto deve bastare per mangiare e pagare le bollette. Non c'è altro.IL PENTIMENTO «Con questa crisi non ti chiamano più neppure per lavare le scale o dare assistenza agli anziani, il mio ex marito è disoccupato e non ha la possibilità di contribuire. Mi rendo conto che non sono l'unica ad avere problemi e il mio dramma non giustifica quello che ho fatto». Angela è pentita e non prova rabbia per nessuno. Anzi. Ci tiene a ringraziare i carabinieri: «Hanno fatto il loro lavoro, ma sono stati davvero delicati e quando mi hanno portato in caserma, hanno dato da mangiare alla bambina e le hanno fatto vedere i cartoni animati. Il comandante della Stazione si è comportato quasi come un padre». Nessun rancore neppure per la responsabile del negozio: «Ho sbagliato e mi piacerebbe incontrarla per chiederle scusa, ma ho paura non l'accetti». Ora che la giustizia ha fatto, come era logico che fosse, il suo corso, non sarebbe male tendere la mano a una mamma disperata.




mi chiedo come mai se esistono tanti canali per ottenere dell'usato/nuovo gratuitamente la tipa ha scelto d'andare a rubare .In questi anni di disperazione si è sviluppato un sottobosco di solidarietà umana inimmaginabile Scoprirlo significa educarsi ed educare.Forse ha vergogna di rivolgersi alle associazioni e di far vestire la figlia con abiti usati . Condivido in pieno questi commenti alla news sul sito






Masilor72


12/10/2013 12:49 


Che schifo...


arrestata, processata per direttissima e condannata a 5 mesi di reclusione...per 2 pantaloncini.... per l'anziano 77 enne di Arcore invece dopo la condanna a 4 anni di galera ancora si deve decidere se deve decadere oppure no.... ma questa è l'italia forte coi deboli, e debole con i pregiudicati !!


smich 12/10/2013 12:42


azz


5 mesi............viviamo in unasituazione difficile, e la disperazione porta a fare cose che mai avremmo pensato di fare.

c'e chi ruba milioni e nulla gli fanno ( politici )


cicoboboetto


12/10/2013 12:26


mamma si fa ladra per amore


evitando ovviamente una facile demagogia sull'applicazione della Legge a seconda di Chi e del Perchè, non bisogna dimenticare che il furto di qualsiasi entità costituisce reato. Cosi come non si devono additare i commessi del negozio che hanno semplicemente fatto il loro dovere. Però vorrei sottolineare che con un briciolo di psicologia si sarebbe potuta comprendere la particolarità e la drammaticità del fatto. Se fossi stato presente, avrei pagato volentieri quei pochi ridicoli euro!!!

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